|
BARBERA
D'ASTI d.o.c. e BARBERA DEL MONFERRATO d.o.c
La parola Barbera e', senza dubbio, la prima che i neonati astigiani
imparano: qui non si nasce sotto i cavoli, bensi' sotto i filari! Il
termine barbera sembra derivare dal latino albuelis (alba, altura),
un vitigno che secondo gli esperti prediligeva le colline. Sicuramente
originario del Monferrato, tale vitigno e' oggi ampiamente diffuso in
tutto il territorio provinciale, denominatore comune di una terra particolarmente
vocata alla produzione delle due varieta': Barbera d'Asti d.o.c. e Barbera
del Monferrato d.o.c. E' un vasto territorio collinare dell'era Terziaria
formatosi un milione di anni fa per sedimentazione di un antico mare
(testimoniano gli incredibili fossili del parco di ValleAndona e Valle
Botto). Privo di formazioni rocciose, tale suolo a prevalenza calcareo-argillosa
con presenze di sabbia accompagnato da un clima temperato freddo costituisce
l'ambiente ideale per la vite. E' comunque indiscutibile che la fascia
che va da Costigliole a Nizza Monferrato, passando per Montegrosso,
Agliano, S.MArzano Oliveto, Vinchio, rappresenta la culla di questo
vino astigiano per eccellenza. Un vino a lungo considerato rustico e
popolare che ormai sa confrontarsi con i grandi del mondo, avendo conquistato
mercati importanti dal centro europa agli Stati Uniti. Vinificazione:
la Barbera esiste in due versioni, la "tradizionale" e la "vivace",
leggermente piu' frizzante. Il vino resta a maturare in botti di rovere
piu' o meno a lungo e si affina in vetro prima del consumo. Ultimamente,
si sono diffuse le barrique, botticelle nuove in rovere da 225 litri,
che conferiscono al vino una caratteristica nota di vaniglia. Per la
suddetta varieta' "vivace", si anticipa la svinatura in modo da interrompere
la fermentazione in presenza di un residuo zuccherino naturale che fermentera'
in primavera generando le bollicine. Le Barbere "tradizionali" sono
conservabili bene a differenza delle "vivaci" che sono di pronta beva.
La possibilita' di immettere immediatamente al consumo il vino finito
a poca distanza dalla vendemmi, si presenta di grande interesse commerciale.
Le caratteristiche
salienti del Barbera d'Asti d.o.c. e del Barbera del Monferrato d.o.c.
si somigliano molto; lasciamo a voi appassionati la scoperta delle raffinate
differenze.
In generale:
Servizio: va servito in bicchieri a calici a tulipano;
in estate alla temperatura di 14°C (giovane), 16°C (invecchiato) e in
inverno rispettivamente 16°C e 18°C.
Abbinamenti:
salumi, bagna cauda, agnolotti, formaggi molli o semiduri, carni bianche;
arrosti, bollito.
Invecchiamento minimo: qualora il vino sia ottenuto da
uve aventi una gradazione alcolica minima naturale di 12.5 gradi e'
sottoposto ad un 'invecchiamento non inferiore ad 1 anno (con un minimo
di 6 mesi in botte di rovere), in modo da portare in etichetta la qualificazione
di "superiore".
Una
curiosita': la Barbera in piemontese e' sicuramente femminile,
ma altri illustri letterati sono di parere contrario (Carducci, De Marchi).
I
linguisti affermano: femminile l'uva, maschile il vino ma le
teste quadre degli astigiani insistono con "la barbera" sia per l'uva
che per il vino.
|
|