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Il Cavallo

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Origine del Cavallo
Circa 50 milioni di anni fa il cavallo, così come lo conosciamo adesso, non esisteva. Le sue dimensioni erano di circa 40 cm di altezza e 60 di lunghezza, nell'aspetto somigliava più ad una volpe che ad un cavallo. Il cavallo sviluppò la forma attuale circa 3-4 milioni di anni fa e si suppone che, a quell'epoca, esistesse solo nel continente americano e da li attraverso lo stretto di Bering (l'Asia era ancora collegata al continente americano) si diffuse in Asia e in Europa. Quindi, circa 8-10000 anni fa, gli equidi misteriosamente si estinsero nel continente Americano, nel quale furono reintrodotti solo nel XVI secolo in seguito alle conquiste spagnole. Senza dubbio il cavallo è stato l'animale che ha inciso più profondamente nell'evoluzione dell'uomo, anche se il sodalizio sviluppatosi tra i due è a senso unico. Infatti l'uomo ha iniziato a utilizzare il cavallo per aumentare le sue scarse capacità muscolari e di movimento.

I primi a studiare il modo migliore di cavalcare furono i Greci. Alcuni libri di Senofonte descrivono infatti l'arte dell'equitazione e l'addestramento del cavallo. Anche i Romani furono grandi appassionati di cavalli che, in seguito all'espansione dell'impero, ebbero la possibilità di conoscere nuove razze e tipi di cavallo. Nella letteratura latina esistono ricchi trattati sui pregi ed eventuali possibili difetti del cavallo. Nel Rinascimento l'equitazione divenne un'arte e naturalmente l'Italia, che con le sue splendide corti principesche divenne il fulcro della cultura in generale, si pose come centro d'attrazione per tutta l'Europa. La prima grande scuola d'equitazione fu aperta a Napoli dal nobile Giambattista Pignatelli, cui si deve l'introduzione nell'addestramento del capezzone e del piliere. Nel 1561, Federico Grisone pubblicò un trattato completo di equitazione, anche se troviamo una certa durezza, perchè il cavallo era ancora pesante e freddo, con scarsa sensibilità e nevrilità. Nei primi anni dell'800, Napoleone istituì la Scuola speciale di cavalleria di Saint-Germain, si trattò del canto del cigno. Già nella Prima Guerra Mondiale, l'impiego degli animali venne limitato al trasporto dei pezzi d'artiglieria. L'ultimo utilizzo del cavallo per scopi bellici avvenne il 24 agosto 1942, sul fronte russo, quando a Isbuscenskij il reggimento italiano Savoia Cavalleria affrontò con successo tre battaglioni siberiani, nonostante il grande squilibrio delle forze. Con l'avvento della meccanizzazione, soprattutto agricola, si verificò un lungo periodo di abbandono nell'uso del cavallo. Fortunatamente, da qualche decennio, il cavallo gode di un rinnovato interesse, per condividere con l'uomo la partecipazione ad attività sportive, ma soprattutto, per praticare una equitazione di piacere che negli ultimi anni sta conoscendo uno sviluppo e una diffusione sino a poco tempo fa difficilmente immaginabili.

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