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Dressage

Il Centauro non cessa mai di esercitare il suo enigmatico fascino: la fusione tra uomo e cavallo con l'immediata traduzione dei pensieri dell'uno in movimenti dell'altro. I nativi delle Americhe del Sud vedendo i conquistadores a cavallo pensarono di trovarsi di fronte a divinità, con la volontà estesa nel corpo e nella mente di un altro essere. Nel dressage il binomio dovrebbe avvicinarsi il più possibile a questo ideale che consiste nell'apprendimento e nel perfezionarsi di un linguaggio che permette a due specie diverse, di muoversi in sintonia.
Se in precedenza era una questione di sopravvivenza essere padrone dei "mezzi" della propria cavalcatura, ora è questione di maggiore piacere, sicurezza e rendimento del cavallo, che per natura non è costruito per portare pesi sulla schiena. Il dressage mira a modificare ed allenare l'apparato muscolare del cavallo da sella in modo appropriato da permetterne la miglior prestazione possibile restando in salute. Questa disciplina non è fine a se stessa, nè insegna al cavallo movimenti artificiali. Le figure non sono altro che i gesti ripresi e potenziati che tutti i cavalli mostrano in maniera più o meno esplicita anche in libertà. Il piaffé nella linguaggio equino serve per impressionare un concorrente della propria prestanza.
Chi non ha vissuto o visto qualche volta l'indesiderata "efficienza" di una bella "piroetta sui posteriori" in forma grezza, magari davanti ad una busta di plastica giudicata dal ns. cavallo "pericolosissima" L'arte sta nell'insegnare al cavallo la riproduzione coordinata e controllata dei propri complessi movimenti. Il dressage intende aiutare il cavallo nel ritrovare un nuovo equilibrio sotto la sella e ad esprimere su richiesta le proprie attitudini al meglio attraverso il raggiungimento di: distensione, ginnastica, scioltezza, permeabilità agli aiuti, ubbidienza, ritmo ed impulso. Inoltre il raggiungimento di una corretta flessione dell' incollatura e della spina dorsale su ambedue lati per eliminare il naturale squilibrio da un lato, seguiti dallo spostamento del centro di gravità verso il treno posteriore, alleggerimento del treno anteriore, riunione. In ogni momento del lavoro il cavaliere dovrà avere il controllo della velocità, della direzione e della sequenza dei movimenti nonchè delle figure per poter raggiungere col cavallo una esecuzione stilisticamente sempre più compiuta. Ulteriore prerogativa è che non venga mai tolto al cavallo l'impulso in avanti, anche nei movimenti di massima riunione.
Questa "palestra fisica e mentale" in progressione premia in ogni suo stadio con conquiste diverse: nei livelli base si ottiene un cavallo piacevole da montare ed in grado di affrontare le richieste del proprio cavaliere con serenità, per passare poi alla vetta col raggiungimento del livello Grand Prix nel quale si misurano binomi di altissima caratura con prestazioni spettacolari, delle quali le prove libere con Kur musicale, segnano la soglia che unisce l' equitazione all'arte equestre.

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