Monta Maremmana
Abbiamo
inserito la monta maremmana fra le discipline equestri anche se questo
inserimento è improprio. L'abbiamo fatto soprattutto perchè nel nostro
paese e soprattutto in Toscana e Lazio questo tipo di monta per tradizione
può essere in qualche misura assimilata ad una vera e propria disciplina
equestre. Quando si parla di monta maremmana non si può prescindere
dal cavallo maremmano e dalla figura del buttero.
Due soggetti questi la cui originalità, per motivi diversi, tende
a scomparire. Infatti, il cavallo maremmano attraverso incroci e selezioni,
non sempre condivisibili, ha perso le sue caratteristiche originali,
mentre il mestiere del buttero, a seguito della meccanizzazione agricola
e con la diminuzione dell'allevamento brado, non è più attuale. Ma
quando la tradizione è grande e soprattutto sentita, anche la monta
maremmana e tutto il corollario che la circonda continua a trovare
nuovi adepti.
Due sono essenzialmente i tipi di monta maremmana: quella toscana
che utilizza la scafarda o più raramente la vecchia sella col pallino
e quella laziale dove si usa la bardella. La sella col pallino è ritenuta
la più antica ed è di derivazione spagnola assomiglia infatti alla
sella vaquera, mentre la scafarda è una sella originariamente usata
dalla cavalleria quindi con caratteristiche di uso militare. La bardella
invece sembra che discenda dalle ampie selle rinascimentali imbottite
e con l'arcione molto rilevato. La sella maremmana è usata senza copertina
sottosella. Completano la bardatura il pettorale, il sottocoda o groppiera
le staffe ed il sottopancia munito di due anelli che viene fissato
con un nodo a cravatta. Anche nel morso si differenziano le due scuole.
Quella laziale usa un morso spezzato con barbozzale e leve di media
lunghezza unite all'estremità da una catenella (detta anche falso
barbozzale) mentre la scuola toscana usa di solito un morso intero
con un arco centrale passalingua. Completa la bardatura la camarra
che è una martingala fissa che impedisce al cavallo di alzare eccessivamente
la testa.
Altro strumento caratteristico della monta maremmana è il capezzone
che viene usato nei primi periodi di addestramento del puledro come
pure la lacciara che serve per la cattura dei soggetti bradi. Caratteristico
è anche l'abbigliamento del buttero che è costituito da scarponi di
tipo militare con gambali allacciati lateralmente con un cordino di
cuoio, camicia bianca senza colletto, corpetto o giacca di fustagno,
cosciali in pelle di capra per ripararsi dai rovi.
Il buttero deve essere altresì munito di mazzarella o pungolo, cosi
si chiama rispettivamente nel Lazio o in Toscana il bastone in legno
di crognolo che serve per pungolare il bestiame, per incavezzare i
puledri bradi, per togliere la lacciara o per altri innumerevoli usi.
Altro oggetto caratteristico è la catana , tascapane piatto in cuoio
con tracolla che si appende alla parte destra della bardella, mentre
con la scafarda di solito si usano delle bisacce in tela ricoperte
di pelle di capra che vengono fissate alla paletta. Un aspetto importante
della vita del buttero è senza dubbio la merca. Si tratta di una operazione
che serve per sbrancare i vitelli dalla mandria e marcarli a fuoco.
Oggigiorno i butteri si cimentano nella merca anche durante varie
manifestazioni che servono a far conoscere al pubblico le tradizioni
maremmane.