Polo
Il
Polo è nato oltre duemila anni fa e la sua corsa attraverso i secoli
lo ha portato dall'Estremo Oriente (Costantinopoli, Isfaha, Damasco,
Jaipur, Samarcanda, Gilgit) all'Europa e dall'Europa al continente americano.
Sembra oramai fuori dubbio che il Polo sia nato in Persia: attuale Iran.
Le sue origini sono antichissime come dimostrano i versi e le illustrazioni
dell'epopea persiana "Shah-Name" del poeta Ferdosi che descrive una
partita di Polo giocata intorno al VII secolo a.C. in cui si distinse
per abilità il principe Siawosch. Anche lo storico Tabari (838-932 d.C.)
racconta che intorno al IV sec. a.C. il Re persiano Dario III, per sfidare
il giovane Alessandro Magno, gli inviò una stecca e una palla: i tipici
"strumenti" del Polo. E fu Re Dario il Grande, nel 522 a.C., a portare
il Polo in India da dove si espanse nel mondo.In quell'epoca si chiamava
"Chaugan" o "Ciogan" - che in persiano significa mazza, bastone
e solo successivamente gli fu dato il nome attuale dall'etimologia dubbia:
sembrerebbe derivante dalla parola tibetana "pullu" o "pulu" che stava
ad indicare la palla di legno utilizzata per il gioco. Comunque il Polo
nasce come attività per mantenere in forma la cavalleria grazie alla
quale l'Impero persiano si espanse in quasi tutto il mondo allora conosciuto.
Una ginnastica ideale considerando che tutti i colpi del Polo non sono
altro che fendenti di sciabola: in avanti e indietro sia a destra che
a sinistra. E' comunque da considerarsi falsa la leggenda secondo la
quale la cavalleria di Re Dario giocava una sorta di Polo con le teste
dei guerrieri nemici uccisi. Al popolo persiano, infatti, viene attribuita
la prima carta dei diritti umani sancita da Ciro il Grande 2500 anni
fa. E indubbiamente la leggenda crudele e sanguinaria è in contrasto
con la realtà.
Nonostante
la "ricostruzione storica" tutti i popoli dell'Asia rivendicano la paternità
al gioco del Polo. E tutte le tesi sono verosimili se si considera che
l'equitazione è nata tre o quattro millenni or sono nell'India Orientale.
Strumento di lavoro, arma di guerra, mezzo di trasporto, il cavallo
fu anche considerato, dall'inizio dell'equitazione stessa, un compagno
di giochi: i mongoli si scatenavano in un gioco violento quanto confuso
che aveva come oggetto, conteso con la mano destra, una sorta di rudimentale
palla o una piccola pecora. I tibetani andavano a caccia del rat musquè
servendosi di un lunga mazza che potrebbe essere l'antenata dell'attuale
stecca da Polo.
Il
Polo si sviluppò in epoche successive anche in Cina dove, chi lo praticava,
era tenuto in grande considerazione. Nel 1200, ad esempio, per poter
accedere alle cariche pubbliche più importanti bisognava essere, tra
l'altro, anche abili giocatori di Polo. Ma la strada del Polo per l'Occidente
è nata in India nella seconda metà dell'Ottocento quando la regione
era una colonia britannica. Fu allora che gli ufficiali inglesi di stanza
in India impararono a giocarlo alle corti dei Maharaja a Manipur e Lahore.
Sempre in India fondarono i loro primi clubs: a Chocar, Sichar, Calcutta
e Pershavar. Gli stessi ufficiali, ritornando in patria con sosta a
Malta, fondarono nell'isola mediterranea - nel 1868 - il primo club
europeo di Polo. Quindi, ovviamente, lo portarono in Inghilterra dove
- fin dagli inizi - la pratica di questo sport è, per tutti gli aristocratici,
oltre che una disciplina sportiva anche l'affermazione del proprio rango
e della relativa fortuna. Per prima la famiglia reale ha sempre potuto
contare su eccellenti giocatori. Prima il principe Filippo di Edimburgo,
ora suo figlio: il principe Carlo che, con il suo 4 di handicap, è considerato
un più che onorevole giocatore. Ma oggi, anche in Inghilterra, il Polo
non è più soltanto dei blasonati. E le migliaia di praticanti - bambini
compresi - lo dimostrano.La prima partita sul suolo britannico si svolse
a Hounslow nello stesso anno - il 1868 - tra una squadra del 10° Reggimento
Ussari e una del 9° Reggimento Lancieri. Ma il primo club inglese -
il Monmouthshire - nacque, ufficialmente, soltanto alcuni anni più tardi:
nel 1862. Le regole, invece, vennero codificate successivamente dall'Hurlingham
Club e, ancora oggi, la Federazione inglese di Polo si chiama The Hurlingham
Polo Association.
Nel
resto dell'Europa il Polo si diffuse più o meno rapidamente. Contemporaneamente
all'Inghilterra, nel 1872, in Spagna, in Andalusia, a Jerez de la Frontera.
Qualche anno più tardi si cominciò a giocare anche in Germania ma il
primo club - il Polo Club di Amburgo - fu fondato soltanto nel 1898.
Fu quindi la volta di Italia e Francia dove si cominciò a giocare ai
primi del Novecento. Negli Stati Uniti d'America, invece, il Polo fu
esportato poco dopo essere sbarcato il Inghilterra. Fu James Gordon
Bennet - proprietario del giornale "New York Herald" - a farlo conoscere
ai suoi connazionali e nel 1876 al Jerome Park di New York fu disputata
la prima partita ufficiale degli Stati Uniti. E sempre nello stesso
anno lo stesso editore James Gordon Bennet fondò il primo club: quello
di Westchester. Fu invece l'inglese Tom Preston, che aveva imparato
a giocare in India, a portare il Polo in Argentina: era il 1879. Tre
anni più tardi, nel 1882, fu fondato il primo club argentino che prese
il nome di Buenos Aires. Da allora e trascorso appena più di un secolo
e nel grande Paese latino-americano i praticanti si contano a migliaia,
i clubs sono diventati centinaia e l'Argentina è praticamente la nuova
patria del Polo mondiale.