Il
Castello di Masino
Residenza per 10 secoli dei Conti Valperga, discendenti di re Aduino,
con gli storici saloni affrescati e gli appartamenti riccamente arredati.
Più di mille anni di storia del Piemonte e d'Italia al centro di un
vasto, splendido parco ottocentesco, in posizione panoramica sul canavese.
Nel corso del XIV secolo il castello viene coinvolto nelle dure lotte
per la supremazia sulle terre del Canavese, che vedono protagonisti
i Savoia, gli Acaia, i Visconti e gli stessi conti di Masino: nel 1387
il castello viene occupato da Amedeo VIII di Savoia che nel 1390, in
cambio di 1000 fiorini e del giuramento di fedeltà, "perdona" i Masino.
Per la sua posizione strategica, che permetteva il controllo su un ampio
territorio tra Ivrea e la Val d'Aosta, il castello fu sin dall'inizio
al centro di numerose battaglie, grazie alle quali la famiglia dei conti
di Masino prima e dei cugini Valperga poi (che avevano sempre rivendicato
origini molto antiche, anche se non sempre storicamente documentate,
fino a voler risalire ad Arduino, re d'Italia dal 1002), divennero tra
le più rappresentative di quel potere feudale che nel Medioevo dominò
le terre del Canavese. L'edificio attuale consiste nel mastio più antico,
del quale fanno parte il salone degli stemmi, al pianterreno, e il salone
dei Savoia, al primo piano. Nelle sale settecentesche le decorazioni
dei soffitti e delle pareti evidenziano il gusto per gli stemmi, i blasoni
e le imprese, tendenti ad esaltare le antichi radici genealogiche della
famiglia, come nel salone degli stemmi e in quello degli antenati; in
altri casi rivelano i rapporti con la cultura figurativa lombarda, come
nella sala della musica o nelle sovrapporte della camera degli ambasciatori
di Spagna, rapporti dovuti a due matrimoni secenteschi dei conti di
Masino. La seconda metà del Settecento vede il castello rinnovarsi sia
dal punto di vista strutturale sia da quello della decorazione e dell'arredo.
Due significativi personaggi della famiglia, Carlo Francesco II di Masino,
dal 1780 viceré di Sardegna per Vittorio Amedeo III, e il fratello,
l'abate Tommaso Valperga di Caluso, matematico e poeta, membro dell'importante
Accademia delle Scienze di Torino, lasciarono segni, ancora ora tangibili,
della cura e dell'impegno volti a dare un aspetto più monumentale alla
residenza e, soprattutto, più aggiornato sul gusto moderno che in quegli
anni si orientava verso l'arredo e la decorazione d'impronta neoclassica.