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San Giuseppe

L'origine della chiesa di San Giuseppe non è legata soltanto alla parrocchia o ai parrocchiani di San Martino, il suo atto di nascita si trova negli archivi del comune di Ciriè e porta la data del 7 marzo 1632. E' stata costruita in conformità al voto fatto dalla popolazione e dai suoi rappresentanti, durante la peste che iniziò nel 1630 ed infierì a Ciriè nel 1631. In quella terribile pestilenza le vittime furono: 562 nel territorio della parrocchia di San Giovanni (e 740 persone sopravvissute); 472 nel territorio di San Martino. Allora il territorio delle due parrocchie era molto più esteso, non esistendo ancora le parrocchie di San Carlo Canavese (1840) e di Devesi (1927). Eppure anche in quelle disastrose condizioni economiche e sanitarie, molti trovarono il coraggio di edificare una nuova chiesa, come segno di riconoscenza a San Giuseppe, al quale erano ricorsi per aver salva la vita. Quando la chiesa di San Giuseppe fu terminata, presentò linee sobrie ed eleganti. Più tardi, alla fine del 1700, sarà appesantita con stucchi specialmente per ornare gli altari laterali. La facciata esterna era grezza, non intonacata. L'interno invece fu subito decorato come indica una lapide murata (10-XII-1967) nell'antica sacrestia a perenne ricordo dei coniugi Giuseppe e Genta D. Borys. Nell'anno 1647 la sede parrocchiale fu trasferita dalla chiesa di San Martino alla nuova chiesa di San Giuseppe. La chiesa è situata nel centro abitato; è ad una sola navata e la sua facciata è separata da altri edifici, ma chiusa ai due lati da case particolari. E' in parte circondata da suolo proprio, sufficientemente grande, messa a volta con le sue finestre invetriate. Nella relazione del 1771 il pavimento risulta tutto di pietra ed in buono stato. Il fonte battesimale si ritrova vicino alla porta della chiesa, chiuso da una ferrata. L'altare maggiore, si trova nella parte superiore (a mezzanotte) e posto tra il presbiterio e il coro; il presbiterio è chiuso da una balaustra di marmo a colonnette. Il pulpito, molto bello, fu eseguito nel 1731 dallo scultore Bartolomeo Evangelisti; nel pannello centrale è raffigurato Mosè che riceve le tavole della legge. Il portale d'ingresso fu eseguito dal " minusiere " Marco Barera nel 1761, pregevole esempio di stile barocco. Nel 1739 fu costruita la nuova sacrestia sul lato destro della chiesa con accesso diretto dal presbiterio; è dotata di armadi grandi ed eleganti, sculturati ed intarsiati, ben conservati ed ammirabili ancora oggi. Il campanile, costruito insieme alla chiesa, era coperto in modo più semplice, senza la cuspide attuale. Fu dotato subito di due campane prelevate dal campanile di San Martino e recanti le date 1560 e 1611. Venne fusa una terza campana con l'aiuto del comune e dei fedeli. Questa campana dal 1660 suona ancora adesso, è la più piccola e l'unica che si salvò nel 1795 dalle requisizioni ordinate da Napoleone in cerca di bronzo per costruire cannoni. La chiesa fu consacrata dall'Arcivescovo di Torino, Mons. Francesco Luserna di Rorà nel settembre 1771. Restano le dodici croci sui pilastri e sulle lesene. Dopo il 1773 fu ampliata in lunghezza ed in larghezza e fu sostituito l'altare maggiore con un nuovo altare imponente eppure snello, ricco di marmi pregiati e policromi, lavorati dal maestro scalpellino Andriotti. Dopo appena 150 anni dalla sua costruzione, la chiesa di San Giuseppe minacciò di crollare, dal sopralluogo risultò la necessità di abbattere e rifare il tetto per motivi di sicurezza. Mentre fervono i lavori di ricostruzione, in pochi giorni, moriva il priore don Giordano e fu sepolto in un piccolo tumulo dietro l'altare maggiore. Nel 1781 fu inaugurata la nuova chiesa ricostruita. Si pensò anche all'organo; si preferì vendere quello smontato e farne costruire uno nuovo l'anno seguente. Nel 1849 la facciata esteriore della chiesa fu intonacata e abbellita con cornicioni, lesene, capitelli e decorazioni in stucco, come si vede ancora attualmente.Si aggiunsero lavori di abbellimento e furono sistemate in nicchie anche le statue di San Martino e di San Giuseppe. Nel 1922 il priore Don Giachetti, pone nell'abside del coro la grandiosa pala in legno, raffigurante la Madonna e i Santi ( regalo dell'antiquario Piero Accorsi ). E' la tavola maggiore esistente in Piemonte ed è uno dei dipinti più belli ed affascinanti del cinquecento piemontese, ma anche uno dei più misteriosi. Nel 1939 (27 agosto- 3 settembre) ebbe luogo il Congresso Eucaristico Diocesiano. Con l'aiuto dei parrocchiani, il priore don Gribaldi fece riparare l'organo e intonare le oltre mille canne di cui è composto. In occasione dell'ingresso del nuovo priore Don Giuseppe Genero (tuttora in carica dopo aver festeggiato nel 1999 i 50 anni di sacerdozio), i parrocchiani fecero omaggio dell'orologio nuovo sul campanile. Si provvide al restauro dell'organo, nel 1964 fu rifatto il Battistero; così pure furono inaugurati i nuovi locali dell'oratorio. In seguito venne sistemato un nuovo organo elettrico presso l'altare di San Filippo. Dal 1986 la chiesa parrocchiale di San Giuseppe è stata unita con Decreto Arcivescovile, a quella di San Giovanni Battista sotto il titolo di Santi Giovanni Battista e Martino. Nell'oratorio ormai da alcuni anni, in occasione del Santo Natale, grazie all'opera di un gruppo di appassionati, si può ammirare il presepe meccanico che si arricchisce sempre di novità.

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