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Chiesa di San Martino

L'antica chiesa di San Martino, posta fuori del borgo originario verso ponente sulla strada di Nole, fu dichiarata monumento nazionale con decreto del 5 aprile 1910. La sua costruzione e trasformazione rispondono a tre epoche diverse. In un sopralluogo alla chiesa, secondo l'ing. Melchiorre Paolciano, i muri maestri che si dipartono dall'altare risalivano al VII o VII secolo, mentre l'abside era di molto posteriore. La sua facciata non era rivolta verso Ciriè, ma verso l'abitato del borgo "Pieve di Liramo"; fu costruita ad una sola navata con muri dello spessore di oltre un metro e con le finestruole all'altezza di quatro metri dal suolo, come si vede tuttora. In essa si radunava il popolo durante le incursioni delle soldatesche e dei predoni. La Pieve di San Martino subì tutte le traversie e distruzioni di Liramo; ma resistette per la sua robusta costruzione. L'abside maggiore risale a poco prima dell'anno 900 e prima del mille fu costruito il campanile. Nel sec. XI, quando la "Plebs Lirami" acquistò importanza per la costruzione del castello (castrum blebis lirami) alla chiesa furono aggiunte due navate laterali di differente ampiezza; ma una sola di esse, quella verso Nole, ebbe la sua abside poichè il sito era già occupato dal campanile. Queste tre navate esistevano ancora nel 1752; la navata centrale serviva per i fedeli; le due laterali per la tumulazione dei cadaveri e quale ossario dei sepolcri della nuova chiesa parrocchiale (San Giuseppe). Allora la popolazione della parrocchia contava 1000 anime. Nella chiesa vi erano 7 altari; 5 furono demoliti entro due mesi, perchè indecorosi, rimasero solo l'altare maggiore e quello di Maria Assunta nell'abside minore, tuttora esistenti. Secondo il Casalis, nel sec. XII, Carlo vescovo di Torino donò la parrocchia di San Martino ai Canonici Regolari di San Bernardo. Il titolare prese il nome di "Preposto" da cui venne il titolo di Prevosto, titolo per indicare la prima dignità fra i Canonici Agostiniani. La parrocchia fu pure concessa ai monaci Benedettini dell'abbazia di San Giusto di Susa e di San Michele delle Chiuse (Sacra di San Michele) e allora il titolare prese il nome di "Priore" che sempre conservò. Nell'anno 1359 il borgo di Liramo fu completamente distrutto da compagnie di ventura giunte sulla fine del XIV secolo e all'inizio del XV ma la parrocchia di San Martino sopravvisse fino alla costruzione della nuova chiesa di San Giuseppe dopo la peste di manzoniana memoria, per un periodo la chiesa fu anche adibita a lazzareto ed ora in tempi recenti è tornata ad assumere l'importanza che merita grazie all'opera dei borghigiani che ne hanno fatto il loro simbolo.

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