Terme
Graziane
Gli scavi
di Carlo Carducci nel 1938 nell'area del Castello avevano messo in luce
alcuni ambienti di forme irregolari intorno ad un'ampia sala di ingrasso
e, in più, locali per servizi. Solo una ripresa di questi scavi, allora
interrotti, potrebbero far ritrovare e riconoscere spazi termali in
prossimità di quelle che sono comunemente dette "Terme Graziano". Anche
il Barocelli aveva già nel 1931, confermato l'esistenza di ambienti
con pavimenti musivi e pareti dipinte. Frammenti di queste sono nel
Museo Civico. Delle abitazioni di Susa romana resterebbero dunque queste
labili tracce, insieme a quelle di anfore vinarie dalla forma bene individuata.
Attribuite ad una data tarda, le cosiddette Terme Graziane sono formate
da blocchi di pietra squadrati con marmi reimpiegati. Tracce di canali
portano ad una grande cisterna. Una epigrafe che parla di opere costruite
da Graziano, Valente, Valentiniano consente di ipotizzare una dotazione
tra il 375 e il 378 d.c. Frammenti di sculture, una bella testina femminile,
una mano, un piede con calzare, alcuni frammenti di torsi e poi basi,
rocchi e capitelli di colonne con decorazioni corinzie, un rilievo con
armi, a Novalesa; l'ara con la dedica alla Fortuna, nel Seminario diocesano
e quella con dedica a Giove nel Museo di Antichità di Torino sono ulteriori
testimonianze di Susa romana.
Immagini
e testo tratte da: " Susa e le sue valli storia e arte"
Autori: M.L. Tibone e L.M. Cardino - Edizioni: Omega Edizioni