|
Giochi
col vento
Quando
il vento sostenuto impedisce il normale svolgimento della giornata
di campetto niente paura: è ugualmente possibile divertisi parecchio
imparando, nel contempo, cose preziose. Stiamo parlando dei giochi
con il vento il cui valore didattico è veramente notevole poichè consentono
all'allievo di prendere confidenza con la vela in condizioni di assoluta
sicurezza.
"Sentire" la vela sopra di sè è infatti un requisito indispensabile
per volare con padronanza ed un ampio prato in pianura, battuto da
un vento sostenuto e laminare, costituisce la palestra ideale per
raggiungere questo obbiettivo (se il vento è turbolento, niente da
fare).
Lo scopo del "gioco" è quello di mantenere la vela in volo sopra di
sè in modo continuo e controllato, e l'esercizio è utile non solo
per gli allievi, ma anche per chi ha appena cambiato vela e vuole
saggiarne i tempi di risposta.
GONFIAGGIO
"ROVESCIATO" DELLA VELA
|
Per poter
gonfiare la vela in presenza di vento sostenuto è difficile (e a volte
francamente impossibile) utilizzare la tecnica normale: quando la
vela, alzandosi, si trova aperta dietro di noi la resistenza che oppone
al vento è tale da "trascinarci" all'indietro nonostante tutti i nostri
sforzi.
Giocando con il vento, dunque, è necessario girarsi verso la vela,
facendo passare gli elevatori di una semiala sopra al capo (è molto
importante abituarsi fin dall'inizio a girarsi sempre dalla stessa
parte, in modo da evitare sorprese quando si utilizzerà questa metodica
per decollare).
A questo punto si impugnano i freni e gli elevatori lasciando l'incrocio
che si è formato tra il corpo e le mani: la mano destra impugna freno
ed elevatore che vanno verso la parte dell'ala che resta alla nostra
destra e la mano sinistra gli altri.
Buttandosi con il peso all'indietro (esercitando la forza sul sellino,
più che sugli elevatori stessi) la vela si gonfia e tende a "strapparci"
verso di essa, ma la posizione "rovesciata" consente di opporre molta
più resistenza (come nel tiro alla fune) ed è quindi facile far giungere
la vela sulla verticale.
Questa tecnica di gonfiaggio viene anche detta "speculare" o "alla
francese".
Le vele più recenti ed allungate, se sollevte come appena descritto,
mostrano la loro migliorata "performance" salendo sopra di noi con
un giuzzo e generando portanza in modo improvviso e potente: con queste
ali, per evitare di essere letteralmente strappati da terra, è necessario
impugnare gli elevatori anteriori con una mano e quelli posteriori
con l'altra; durante la salita (da 3/4 circa in su) sarà allora possibile
rallentarla e renderla più dolce semplicemente "schiacciando" gli
elevatori posteriori: solto dopo che è stata raggiunta la verticalità
possono essere impugnati i freni come più sopra descritto.
STABILIZZAZIONE
Una volta
sollevata la vela il problema è "tenerla lì": almeno inizialmente
ci sembrerà dotata di una maligna tendenza a ricadere al suolo.
Disponiamo di tre strumenti per riuscire nel compito: gli elevatori
anteriori, i freni e gli elevatori posteriori.
- Gli
elevatori anteriori, che usiamo per il gonfiaggio, devono
essere ripresi e trazionati ogni volta che la vela scende davanti
a noi (ricordiamo che siamo girati) tendendo a trasportarci con
sè.
- I
freni verranno mantenuti in una posizione tale che la velocità
della vela sia uguale a quella del vento, ed essa non tenda quindi
nè ad avanzare nè a retrocedere (è dunque evidente che l'azione
sui freni varierà, sia pur di poco, in modo continuo, al variare
della velocità del vento). Se la vela ci passa sopra, viaggiando
controvento, dovremo azionare i freni e fare uno o due passi all'indietro;
se la vela tende a cadere, prima di riprendere gli elevatori anteriori,
potremo provare a lasciare completamente i freni, per recuperarne
la verticalità.
- Gli
elevatori posteriori (che hanno lo stesso effetto dei freni,
ma più potente) sono la nostra "sicurezza": tirandoli con energia
la vela cade e si sgonfia. Se una folata particolarmente robusta
trascina la vela sul prato e noi con essa, una energica trazione
sugli elevatori posteriori la farà chiudere e, quindi, arresterà
la sua e nostra corsa. Questa manovra si potrà rivelare preziosissima
in decollo, quando essere trascinati dalla vela potrebbe non essere
altrettanto innocuo.
Un secondo
modo per ridurre drasticamente la resistenza offerta dalla vela, ed
evitare quindi di essere trascinati, è attuabile con i modelli dotati
di tre distinti elevatori per lato (quelle cioè che, oltre agli elevatori
anteriori e posteriori, hanno anche quelli centrali, detti
"b"); è allora sufficiente trazionare questi ultimi perchè la vela
si ripieghi a V lungo tutta la sua lunghezza, senza più offrire alcuna
resistenza.
Il trazionamento degli elevatori centrali viene anche utilizzato,
in volo, quando si desidera incrementare il tasso di discesa per "sfuggire"
ad ascendenze rivelatesi troppo robuste (stallo "b"): anche in questo
caso, prima di imitarli, vale pena di interpellare i costruttori od
i rivenditori, per sentire se esistono controindicazioni alla manovra.
Nel caso la vela si storti (una semiala alta ed una che tende a tornare
al suolo) è necessario frenare l'ala alta e trazionare l'elevatore
anteriore di quella bassa: una ampia azione di freno, inoltre, impedisce
alla vela di "ruotare su sè stessa", costringendola ad adagiarsi al
suolo nella giusta posizione.
IL
"TRUCCO": ANTICIPARE LA VELA
Ci si
accorgerà rapidamente che l'unico modo per controllare perfettamente
la vela è quello di individuare rapidamente le tendenze "destabilizzanti"
e di anticipare le correzioni. Il principio, fondamentale anche nel
volo, è il seguente: più precocemente si interviene con una correzione,
minore questa deve essere e maggiore sono i sui effetti stabilizzanti.
Ecco che i neofiti, quando giocano con il vento, si trovano sempre
in posizioni estreme (letteralmente appesi agli anteriori, oppure
con uno od entrambe i freni completamente tirati), mentre l'istruttore
si limita ad osservare la vela dando, qua e là, impercettibili colpetti:
la sua vela è completamente immobile (sembra disegnata) mentre quelle
degli allievi ricordano fogli di carta in una tromba d'aria.
|
|