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Stallo
Considerazioni
generali.
La mancanza di una struttura rigida rende lo stallo con il parapendio
una condizione "temporanea", la cui evoluzione dipende dalla velocità
con cui questo viene indotto e dalle caratteristiche dei singoli modelli.
L'evoluzione "stabile" è rappresentata dallo stallo paracadutale (vedi),
mentre quella "instabile" è data dalla chiusura dell'intera vela,
il cosiddetto post-stallo (vedi), sconosciuto con qualsiasi altro
mezzo volante. Un caso particolare è dato dallo stallo dinamico, che
può verificarsi come conseguenza dell'uscita da altri assetti inusuali.
Sullo stallo vero e proprio non ci soffermiamo oltre, avendolo già
trattato nel capitolo di aerodinamica e parlando delle tecniche di
pilotaggio; basti ricordare che ogni buon atterraggio viene in genere
concluso con l'esecuzione di uno stallo completo.
STALLO
PARACADUTALE
Considerazioni
generali.
Lo stallo paracadutale è una condizione relativamente "stabile" che
può verificarsi e mantenersi anche dopo che sono stati rilasciati
i freni; nello stallo paracadutale l'avanzamento è nullo e la velocità
verticale elevata.
Considerazioni aerodinamiche.
Se il superamento dell'incidenza critica di stallo avviene molto gradualmente
la vela, pur smettendo di sviluppare portanza, può rimanere comunque
gonfia e non riprendere un assetto di volo neppure quando i freni
vengono rilasciati, anche completamente.
In questa configurazione il paracadute "torna alle origini", frenando
la discesa per pura resistenza (come facevano, del resto, i "cupoloni"
dello sbarco in Normandia) con velocità di discesa che possono r<1>aggiungere
e superare gli 8 m/sec.
Induzione.
Lo stallo paracadutale può essere indotto, nelle vele che lo "accettano",
sia da uno stallo effettuato in modo estremamente graduale, sia eseguendo
in modo errato l'uscita dallo stallo "B" (vedi).
Prevenzione.
Poiché è piuttosto difficile indurre uno stallo paracadutale è molto
semplice prevenirlo mantenendo sempre una ragionevole velocità di
volo (evitando angoli di incidenza eccessivi). Deformazioni strutturali,
come l'allungamento dei cavetti anteriori od una eccessiva regolazione
dei trim posteriori, possono manifestarsi con una tendenza della vela
a raggiungere e mantenere tale configurazione. In questi casi è necessario
sottoporre ad una attenta verifica l'apparecchio (l'allungamento dei
cavetti anteriori è stata una anomalia frequente con i primi parapendio,
risolta dalla adozione di cavi "prestirati").
Manovra di recupero.
Obbiettivo della manovra è quello di recuperare un angolo di incidenza
compatibile con il volo: questo può essere ottenuto trazionando in
basso le bretelle anteriori per qualche istante, rilasciandole e ponendo
i freni in una posizione intermedia (in modo da contrastare l'avanzamento
rapido che caratterizza il ripristino delle condizioni di volo). Più
spesso, tuttavia, è preferibile affondare con decisione entrambi i
freni per poi rilasciarli parzialmente: in questo modo viene eliminato
il cuscinetto d'aria che, rimandendo intrappolato nell'intradosso,
favorisce il mantenimento dello stallo dinamico stesso. Con alcune
vele è necessario indurre un'uscita asimmetrica (trazionando un solo
freno oppure una sola bretella anteriore) e recuperare rapidamente
l'eventuale collasso asimmetrico che può conseguire. In ogni caso
il manuale di istruzioni delle vele che possono andare in stallo paracadutale
dovrebbe fornire (quantomeno) istruzioni specifiche per prevenire
o risolvere il problema.
Errori o rischi.
Il recupero da questa condizione richiede comunque parecchia quota
e, quindi, la pericolosità dello stallo paracadutale è tanto maggiore
quanto più vicini ci si trova al terreno.
POST-STALLO
Considerazioni
generali.
Il post-stallo è un collasso parziale della vela che viene indotto
dalla trazione esagerata e mantenuta di entrambi i freni. È una condizione
dalla quale la vela tende ad uscire molto (troppo) bruscamente qualora
i freni vengano rilasciati senza alcun controllo da parte del pilota.
Considerazioni aerodinamiche.
Da un punto di vista aerodinamico si tratta di uno stallo (portanza
nulla, elevata velocità verticale, limitata soltanto dalla resistenza
della vela) che permane finchè viene mantenuta la esagerata trazione
sui freni. Se questi vengono rilasciati del tutto, la vela riprende
a volare con grande velocità (improvviso ed elevato carico) schizzando
in avanti ed in basso, potendo finire addirittura al di sotto del
pilota con gli intuibili rischi connessi.
Prevenzione.
È una manovra esclusivamente volontaria che, pertanto, non richiede
alcuna misura di prevenzione.
Induzione.
Accorciare temporaneamente i freni attorcigliandoli per uno o più
giri intorno alle mani, abbassarli progressivamente sino a superare
l'angolo di stallo e mantenerli in tale posizione sino a quando la
vela, dopo un parziale sgonfiamento ed un apparente arretramento,
torna a "stabilizzarsi" sulla testa del pilota con oscillazioni più
o meno marcate.
Manovra di recupero.
I freni debbono essere rilasciati in modo graduale, arrestandoli in
una posizione intermedia, per limitare l'entità dell'accelerazione
e della picchiata che conseguono il ripristino della portanza dell'ala.
È molto importante effettuare questa manovra osservando il comportamento
della vela, in modo da poter anticipare e correggere eventuali assetti
asimmetrici che possono prodursi durante l'uscita dal post-stallo.
Errori o rischi.
Il recupero deve essere effettuato dopo che la vela si è stabilizzata
sulla verticale del pilota (sia pur con leggere oscillazioni) e, come
detto prima, i freni non devono essere rilasciati completamente, bensì
mantenuti in una posizione intermedia ad evitare un eccessivo abbastimento
della vela.
STALLO
DINAMICO
Considerazioni
generali.
Per la mancanza di una struttura rigida, lo stallo dinamico del parapendio
può verificarsi solamente come risultato di successive oscillazioni
di beccheggio via via più ampie (od in seguito ad una singola oscillazione
"estrema" che può conseguire al recupero da un altro assetto inusuale).
Lo stallo, con relativa perdita di quota, si realizza mentre la vela
è notevolmente arretrata ed il pilota in posizione avanzata.
Considerazioni aerodinamiche.
Come ricordiamo, uno stallo dinamico si determina quando viene superato
l'angolo critico di incidenza mentre la vela possiede ancora una discreta
velocità. Con il parapendio (alta resistenza, bassa velocità rispetto
alle ali rigide) questo assetto non può essere mantenuto e la vela
tende ad eseguire una picchiata di recupero, anche molto pronunciata.
Induzione.
Frenare gradualmente e rilasciare i comandi, determinando una oscillazione
di beccheggio; amplificare successivamente tale oscillazione avendo
cura di evitare, nella fase di picchiata, un collasso frontale.
Manovra di recupero.
Rilasciare parzialmente i freni mantenendoli in una posizione intermedia
in modo da limitare la successiva picchiata e smorzare, poi, l'oscillazione
residua.
Errori o rischi.
Rilasciare completamente i freni è un errore che può determinare una
eccessiva picchiata di recupero, picchiata ulteriormente favorita
dai ritardi di velocità del pilota rispetto alla vela.
ACROBAZIA
Vale forse
la pena di ricordare che l'acrobazia si fonda sulla esecuzione successiva
di manovre estreme, accuratamente pianificate in anticipo in modo
da compensarsi od accentuarsi l'un l'altra dando luogo a figure comunque
previste e prevedibili.
Essa non ha nulla a che vedere con la improvvisazione di un pilota
colto da inarrestabile voglia di nuove emozioni, ma è invece il risultato
di faticosi e ripetuti esercizi attentamente studiati, lo ripetiamo,
"a tavolino", sotto la guida di istruttori esperti in questo campo.
Anche per l'acrobazia valgono, ovviamente, le considerazioni di sicurezza
(specchio d'acqua, assistenza, quota minima, paracadute d'emergenza
in perfette condizioni) già esposte per i corsi di SIV.
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