ASTE FABIO BURATTINI UMBERTO

 

Una nuova entità micologica dei boschi savonesi

AMANITA CLARAE

Biologia della specie

 

Introduzione

"Io sono la Volpe.
Si presume ch'io debba morire.
Ho gettato via parte della mia vita.
Qualcosa di temerario,
qualcosa di pericoloso,
desidero fare.
"

(Sioux Brule)

 

Andar per funghi può essere considerata l'ultima espressione, nell'era della globalizzazione mass-mediale, dell'uomo raccoglitore; ancestrale collegamento con lo stile di vita "arcaico" del paleolitico. I funghi, fin da epoche remote, hanno suscitato nell'uomo sentimenti contrastanti; dalla meraviglia per il loro "stregato" apparire, al divino collegamento con il mondo degli spiriti (nel caso di specie allucinogene), al timore per i potenti veleni di cui alcune specie sono dotate, all'avida sete di conquista, quasi fossero un prezioso tesoro, quando sono ricercati come allettante leccornia culinaria.
Tutto questo interessamento ha chiaramente ingrossato, nei secoli, l'ENORME fiume delle leggende ad essi collegate, entrate ormai a far parte del Folklore micologico e conosciute da chiunque si sia interessato di funghi, anche sporadicamente.
Lo studio scientifico dei funghi (micologia) ha avuto il suo inizio, serio, non più di tre secoli fa, quando il botanico fiorentino Micheli per primo intuì l'esistenza delle spore, con la funzione di "semi" per la riproduzione della specie, per arrivare ai veri Maestri gli svedesi Persoon e Fries; quest'ultimo in particolare, per noi che ci occupiamo di "funghi a gambo e cappello", molto importante, in quanto ha gettato le solide basi per la classificazione dei generi e delle specie, tramite il colore delle spore in massa, metodo che risulta essere valido ancora al giorno d'oggi.
Ma veniamo alla nostra "modernità"; la micologia moderna é basata sull'attenta osservazione dei caratteri macroscopici (dimensioni, forme, colori), dell'habitat (prato, bosco, microselva alpina..) e sull'osservazione dei caratteri microscopici; quali spore ("semi" dei funghi), basidi (organi di supporto delle spore), cistidi (organi sterili, distanziatori, posti tra i basidi) etc...
É da questo tipo di appassionante studio, confrontando le varie specie "cugine", che abbiamo evidenziato il particolare endemismo protagonista di questo libercolo, che abbiamo chiamato: Amanita clarae.

 

Che cos'é un'Amanita

Con il termine Amanita si intende quel gruppo di funghi con imenio (la parte fertile posta sotto al cappello) a lamelle e sporata (caduta in massa delle spore) di colore bianco; che a sviluppo ultimato presentano, in modo più o meno evidente, un anello, posto in alto sul gambo e una volva che inguaina la base del gambo stesso. Dove l'anello é il residuo, membranoso, di un velo primordiale posto a protezione dell'imenio (lamelle), denominato "velo parziale" e la volva é il residuo, membranoso, di un velo primordiale, che avvolge l'intero "corpo-fruttifero", denominato "velo generale"; le tracce di esso sono evidenti anche sul cappello di molte amanite sotto forma delle tipiche verruchette bianco-grigie.
Lo stato primordiale del fungo, quando i due veli sono ancora intatti, prende il nome di Ovulo.
La scienza micologica considera, come importanti, alcuni caratteri macro/microscopici che sovrintendono alla divisione tassonomica nei vari sottogeneri, sezioni, fino a giungere alla specie.

Questi caratteri sono:
1) Aspetto e consistenza dei veli: parziale (anello), generale (volva).
2) Margine del cappello; può essere striato oppure no.
3) Presenza o assenza di verruche sul cappello, se presenti loro aspetto.
4) Odore della "carne".
5) Forma, dimensione delle spore e quella particolare reazione della parete delle stesse a contatto con il reagente di Meltzer: "se la parete sporale si colora di bluastro si dice che le spore sono Amiloidi, se la parete sporale non si colora di bluastro si dice che le spore non sono amiloidi".

 

Una delle possibili suddivisioni del genere Amanita può essere questa:
Sottogenere Amanita: volva membranosa, anello evidente, striato, margine del cappello striato, spore ellittiche non amiloidi.
Sottogenere Amanitaria: volva dissociata in placche o anelli, anello evidente non striato, margine del cappello striato, spore ellittiche non amiloidi.
Sottogenere Amplariella: volva dissociata in placche, anello evidente, striato, margine del cappello non striato, spore ellittiche, amiloidi.
Sottogenere Aspidella: volva dissociata in placche, anello non striato, margine del cappello non striato, spore ellittiche, amiloidi.
Sottogenere Amidella: volva membranosa, anello non striato, margine del cappello non striato, spore ellittiche, amiloidi.
Sottogenere Amanitina: volva membranosa, anello evidente, non striato, margine del cappello non striato, spore subsferiche-sferiche, amiloidi (*)

(*) il sottogenere Amanitina é ulteriormente suddiviso in tre sezioni:
1) sezione Phalloideae
2) sezione Mappae
3) sezione Clarinae (sezione nuova).

La nostra specie, Amanita clarae, si inserisce nella nuova sezione Clarinae, posta in essere a proposito del sottogenere Amanitina; specie vicina, quindi, all'Amanita phalloides (sottogenere Amanitina sez. phalloideae) e all'Amanita citrina (sottogenere Amanitina sez. mappae).
Nei capitoli successivi la esamineremo nei suoi intimi dettagli.

Amanita clarae..... perchè?

Da anni, ogni autunno, ci capita di osservare ed esaminare moltissimi esemplari di A. phalloides e di A. citrina. Tra le svariate raccolte, spesso eravamo molto colpiti da alcune di loro, che presentavano caratteristiche affini, pur tuttavia diverse dalle specie "tipo", anche considerando una grande variabilità specifica; in qualche caso, stupiti e dubbiosi, abbiamo "cestinato" quelle raccolte "diverse" considerando gli esemplari aberranti ; poi spronandoci a vicenda abbiamo deciso di sciogliere il bandolo della matassa, studiando e confrontando quei ritrovamenti.
I risultati della ricerca sono stati, in qualche modo, sbalorditivi e ci hanno condotto alla creazione della nuova specie cui é dedicato questo saggio.

Considerando il solo sottogenere Amanitina, che più ci interessa, come già accennato prima esso é suddiviso in tre sezioni : sezione phalloideae, sezione mappae, sezione clarinae -

Le prime due sezioni, "storiche", presentano le seguenti caratteristiche:

Sezione phalloideae: volva ampia, membranosa, margine del cappello liscio, spore subsferiche, amiloidi, carne senza odore particolare (specie tipo della sezione A. phalloides).
Sezione mappae: volva aderente ad un grosso ed evidente bulbo marginato, margine del cappello liscio, anello a gonnellino liscio, cappello spesso ornato di verruche, spore subsferiche-sferiche, amiloidi, con carne avente forte odore "rafanoide" (specie tipo della sezione A. citrina)

 

Confrontando i nostri "strani" esemplari con le caratteristiche delle sezioni prese in considerazione notiamo le seguenti differenze:
1) Bulbo basale arrotondato, con frammenti membranosi, lacerati della volva.
2) Cappello non ornato da verruche, anzi la cuticola appare protetta da uno strato glutinoso (tipo Limacella), sempre evidente, margine non striato, carne senza odore particolare, imbrunente allo sfregamento e con l'età.

 

Le differenze ci paiono tante e di notevole rilievo, tali da condurci alla creazione della nuova sezione clarinae, all'interno del sottogenere Amanitina e alla descrizione della nuova specie (che é anche specie tipo della sezione) A. clarae.

 

Amanita clarae (Anatomia)

Descrizione originale: Pileus usque 12cm latus e conico-campanulato usque ad trapezio similem-convexum, dein plus minusve applanatum, saepe latum umbonem obtusum ferens; margine crassiore, haud virgato; cuticola proprie uncta, polita; colore e palliente usque ad flaventem "fluorescentem" tinctus, interdum obtectus membranaceis vestigiis primigenii velamenti, colore pullo tinctis; lamelle crebrae, lamellulis varia longitudine interpositi, e stipe leberae, colore subalbo tinctae, repercussus colore spumae lactis simili tinctos; stipes usque 18cm longus; usque 1.5cm crassus; cylindraceus, fibratus, basis bulbum perspique expansum ferens; colore in fundo subalbo tinctus, extremitatem ferens obtectam fibrilli sub-concoloribus, infuscantibus tactu vetustateque; velatum non ubicumque expansus, menbranaceum, sed fragilior, quod carpophoro maturato, disiungitur in proprias virgas coccolores, aspectabiles praesertim in cacumine, reliquens, ut vestigium ultimum, anulum semicintii figura, plus minusve manifestum: caro subalba, repercussus carnis colore ferens, sine propriis odoribus saporibusque; sporae subsphaericae, late allipsoideae, politae, ex amylo costantes- 7/9 x 6/8 micron; pili clavatu quattuor sporas ferentes- 37/60 x 10/16 micron.
Habitat in silvis frondosis (Castaneum, Quercus, Fagus), autumno exeunte; nobis ignota.
Typus (exs. n° 991118-01) in herbario Aste conservatum.

Traduzione: Cappello largo fino a 12cm, da conico-campanulato a trapezoidale-convesso, infine più o meno appianato, spesso con largo umbone ottuso, cuticola tipicamente untuosa, liscia, di colore biancastro con riflessi crema giallastri.

Lamelle fitte, intercalate da lamellule di varia lunghezza, libere al gambo, di colore biancastro, con riflessi crema-giallastri, imbrunenti allo sfregamento.

Gambo fino a 18 x 1.5cm, cilindrico, fibroso, con bulbo basale allargato-arrotondato, colore di fondo biancastro e superficie ornata da fibrille sub-concolori, imbrunente allo sfregamento e in vecchiaia. Velo parziale membranoso, ma piuttosto fragile che, con la maturazione del carpoforo, si dissocia sul gambo lasciando tipiche bande concolori verso l'apice e un anello a gonnellino di colore giallo più o meno evidente. Velo generale membranoso, di colore biancastro anch'esso imbrunente allo sfregamento e in vecchiaia, che permane in forma di volva aderente al bulbo basale con l'accrescersi del carpoforo.

Carne biancastra, con riflessi carnicini, senza odore e sapore particolari, commestibilità ignota.

Spore subsferiche, largamente ellittiche, lisce, amiloidi 7/9 x 6/8 micron.

Basidi claviformi, tetrasporici 37/60 x 10/16 micron.

Habitat in boschi di latifoglia (Castagno, Quercia, Faggio), tardo autunno.

IN CORSO DI PUBBLICAZIONE IL VOLUME

1) Introduzione

2) Che cos'è un'Amanita

3) Amanita clarae.....perchè

4) Amanita clarae ( anatomia )

5) Areale di diffusione dell'Amanita clarae

6) Periodo di " fruttificazione "

7) Alcune colonie del Savonese

8) Conclusioni ( ovvero un po' di micologia eretica )

9) Ringraziamenti

10) Bibliografia

Per informazioni e prenotazioni: amanita.clarae@tiscalinet.it