L'Asino di Pantelleria  

 

 

       "Giulio II"                        "Licàno"                                                             

Giulio II. Estinto negli anni '80                           Licàno. Esportato negli anni '70                               

 

        Asino di Pantelleria  (TUCCI )

    Purtroppo la razza si è estinta, perché ridotta ad un numero veramente esiguo di capi non di razza. In passato l’asino di quest’isola del circondario di Trapani era molto importante per l’economia locale e rinomato al punto da essere ricercato da allevatori stranieri, mercanti, proprietari di circhi e da produttori di muli. Anzi, proprio per la produzione di ibridi era ritenuto eccezionale perché dava sempre soggetti robustissimi e longevi. L’origine della razza è dovuta ad incroci fra soggetti di razza africana e soggetti siciliani provenienti dal ragusano.

    Grande camminatore, l’asino di Pantelleria oltre alla sicurezza del passo su tutti i terreni, riusciva a mantenere alte medie, non facili da riscontrare in altre razze. Ci sono stati periodi in cui nell’isola venivano organizzate gare di velocità su pista che registravano tempi molto bassi, come i "records" di 25 km orari su di un percorso in piano di alcuni chilometri. Straordinario ambiatore, nel lavoro ordinario poteva sostenere per qualche ora al tiro leggero l’andatura di 15 km l’ora e trovava molti che lo utilizzavano come cavalcatura comoda e rapida su tutti i terreni, tanto da essere di gran lunga preferito al cavallo.

    L’asino di Pantelleria ha una grande importanza nell’incremento della produzione ibrida italiana. L’isola di Pantelleria (l’antica Cossura), posta ad egual distanza dalla costa siciliana e da quella africana, è sempre stata celebre per i suoi asini che, pur essendo di origine prettamente africana, ricordano nel loro insieme e nella colorazione del mantello una lontana traccia con il così detto asino europeo.

    Il Tucci, che in modo particolare si è occupato degli asini di quest’isola, scrive che il mantello grigio è in essi in gran parte scomparso, tutti preferendo quello nero, con muso bianco e peli bianchi o grigi sotto la pancia e nell’interno delle cosce. "Le strisce di peli scuri alle spalle e al garrese sono anche naturalmente scomparse, in seguito alla scelta di riproduttori che hanno mantello uniforme e preferibilmente baio scuro o definitivamente nero. Altri caratteri speciali della razza di Pantelleria sono: la velocità dell’andatura e la sicurezza del cammino in ripide discese, in mezzo a ciottoli e pietre d’ogni forma e grandezza, l’andatura naturale ad ambio (andatura tipica degli asini di Pantelleria quando muovono contemporaneamente gli arti dello stesso lato. N.d.R.), che dà all’asino un valore maggiore nella vendita e la caratteristica di essere una comodissima cavalcatura; la precocità di sviluppo, per cui ad un anno servono come eccellenti animali da soma; la resistenza al lungo cammino con carico di un quintale e mezzo a due sul dorso. La rusticità è esemplare, la sobrietà straordinaria. L’asino mangia di tutto e nel periodo del raccolto dell’uva, quella di scarto e non commerciabile è in parte ad esso riservata.

    Con tale alimento ed in tale stagione, disponendo proprietari di animali anche di mezzi, gli asini sono trattati con minore parsimonia del solito e di questo speciale trattamento risentono utili effetti, perché ingrassano, il pelo diventa lucidissimo e la loro energia ed il loro spirito si manifesta ancora più spiccatamente. Il temperamento dell’asino di Pantelleria è nervoso-sanguigno, sebbene esso entri nella categoria degli animali di gran mole; ciò non è comune agli asini delle altre regioni d’Italia e dell’estero, che si addicono alla produzione mulattiera.

    "I suddetti asini sono svelti e slanciati nelle forme ed hanno gambe sottili, muscolose ed asciutte. Con la parola "sottili" non intendo dire che siano sproporzionate all’insieme; tale carattere anzi indica la distinzione dell’animale, non la debolezza, né il poco sviluppo delle basi ossee degli arti. La linea dorsale è quasi sempre dritta; la groppa spesso è ben conformata specialmente nelle femmine; il treno anteriore è ben fatto; la testa è leggera; le orecchie sono relativamente corte, mobilissime e portate sempre dritte; il piede è grande, conformato in modo ammirevole e con zoccoli durissimi, tanto da non richiedere la necessità della ferratura. Il pelo è sempre corto è liscio, raramente ricciuto. La taglia varia da m.1,28 a m.1,40" (TUCCI).

    "Disgraziatamente questa pregevolissima razza è ormai estinta. Solo agli inizi degli anni ’90 grazie all’interessamento della Direzione Regionale dell’Azienda Foreste Demaniali siciliana si è iniziato ad Erice il "Progetto di ricostituzione della razza asinina pantesca" diretto dal Prof. Manlio Balbo per incrociare gli ultimi esemplari non di razza, rimasti. Il progetto dopo 11 anni di rincroci (oggi si contano nel 2001, 26 esemplari) ha ottenuto una qualità apprezzabile pari all’95% grazie a  Gina, l'ultima nata nel 2000.

    È necessario che, dal baglio S.Matteo di Erice, gli asini "ricostituiti" vengano trasferiti immediatamente sull’isola di Pantelleria dove l’habitat pantesco o l'aspetto fenotipico, è fondamentale per il riconoscimento scientifico del progetto (G. Sechi)".

 

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