|
ALCUNE OPERE
|
Nel gruppo statuario dedicato all'« Agricoltura, la protagonista emerge nel rapporto non solo spaziale, ma psicologico dalle altre figurazioni. Ha il capo dolcemente reclino, come persa in un effluvio di luci estive che ne scandiscono il perfetto modellato. È in rapporto diretto con la natura, la domina e ne è dominata. Donna e natura si scambiano allusioni, ma il concetto predominante è quello della fecondità, della continuità della vita.
|
|
In un altro gruppo le figure femminili sono metafora di anima e spirito: la prima s'avvia verso una luce ideale che la rende lieve e pare sollevarla. Il corpo è definito da un'intensa vibrazione interiore che tutta si volge in un'azione ascendente.
|
|
Le opere raffiguranti il Cristo ricreano tutto il pathos della drammatica morte, ripropongono il mistero della passione come simbolo di salvazione.
« La Crocifissione » è l'espressione intensa della sofferenza dell'uomo-dio, resa con uno spasmodico tendersi dei muscoli del corpo: i valori plastici ne risaltano i rilievi e le ferite.
|
|
|
La« Deposizione» è un momento di accorato struggimento: il dolore sfigura il volto delle tre donne, emergenti da una lontananza invasa da cupe ombre, mentre in primo piano campeggia il Cristo, immobile nella morte. La tragedia è acuita dall'atmosfera di immobilità che grava sulle figure,dall'ossessivo rincorrersi dei chiari e degli scuri sul corpo martoriato.
|
|
Nella « Resurrezione » il Cristo, avvolto in un ampio panneggio, pare erompere dalla costrizione dello spazio materico sf rangiandolo, atomizzandolo, con la sua luminosa ascensione nell'oltretempo.
|
|
« S. Francesco » è un'opera di intenso misticismo: la manifestazione delle stimmate sulle mani del santo come momento di comunione suprema, dell'insidiarsi dell'anima umana. Il santo, le braccia protese, avvolto nel geometrico rigore del lungo saio, esprime nel volto la tensione spirituale verso l'alto. Quest'opera simbolizza l'anelito dell'uomo verso un tempo immutabile, la fede, la pienezza dell'anima che si affida a Dio.
|
|
|
Oltre la tematica di matrice religiosa e celebrativa vi fu in Malfatti anche una vena di pura e libera invenzione, strutturata, però, secondo influssi di ascendenza mitologica e classica.
Un esempio di quest'arte è la statua allegorica del « Po », raffigurato come un dio o semidio. Pare plasmato dalla stessa forza dell'acqua che leviga i sassi, scaturito da viluppi di radici, intrichi di flora subacquea tanto il vigore del corpo è delineato da masse compatte che danno origine ad un netto risalto plastico.
|
|