Amici di Piazza
   

Mondovì Piazza se ne sta da 8 secoli appollaiata su quell'improvvisa collina solitaria che emerge tra le prime asperità della catena alpina, le sinuose increspature della Langa e la pianura che giunge fino ai suoi piedi per spegnersi tra le alture montane e collinari.

Su questo colle, il rione Piazza ha il proprio cuore nella rettangolare Piazza Maggiore, quasi un chiostro, circondata com'è da una fila di portici pressoché ininterrotta sui quattro lati .Complessivamente definita nella sua veste medioevale fin dal XIII secolo, è possibile osservandone le case e i palazzi, le modifiche, i cortili, le sovrapposizioni, gli archi, le torri, gli stemmi e le meridiane dipinti a fresco sulle facciate, ripercorrerne la lunga storia.
Qui, fin dalle origini e attraverso le epoche, andirivieni e capannelli quotidiani, fiere e mercati, feste laiche e religiose, tornei e processioni, sfilate, giochi, ma anche tumulti, pubbliche esecuzioni, scontri.
I primi abitatori vi salirono nel XII secolo dando vita al nucleo urbano, che fu strutturato nei terzieri di Vasco, Vico e di Carassone, a seconda dei luoghi di provenienza dei nuovi cittadini.
Ogni terziere ebbe la propria chiesa e la propria porta d'accesso nella cinta muraria.
Delle tre porte si conserva ancora quella di Carassone.
Si affacciano sulla spianata l'antico Palazzo di Città (sec. XIII -XV) recentemente restaurato e riaffrescato sulla bella facciata, il frontale in arenaria della chiesa di San Francesco Saverio (1665-1678, Giovenale Boetto) detta della 'Missione' (all'interno, un importante ciclo di affreschi di Andrea Pozzo), l'annesso Collegio dei Gesuiti oggi Palazzo di Giustizia (1713-1717, Antonio Falletti di Barolo e consulenze di Francesco Gallo), Casa Durando, il Palazzo del Comando o del Governatore (sec. XIII-XIV) oggi Circolo di Lettura (con pregevoli affreschi all'esterno e all'interno), il merlato Palazzo dei Bressani (sec. XIII), il Palazzo dell'ex Sottoprefettura, Casa Montezemolo ....
Nel giro dei portici Soprani e Sottani si notano portali patrizi appartenenti alle dimore di famiglie significative per la storia della città: oltre alle citate Durando, Cordero di Montezemolo e Bressano, si ricordano quelle dei Grassi, dei Baretti, dei Gallo, dei Capris, dei Fauzone, dei Pensa... Dalla piazza partono la via di Vico, diretta all'antica porta di Vico (della quale restano tracce di un affresco del Pozzo su di un edificio della Piazza d'Armi); la via Giolitti, diretta alla casa natale dello stesso Giovanni Giolitti ed alla Cittadella (l'attuale Caserma Galliano) voluta da Emanuele Filiberto tra il 1573 e il 1576 sul sito della Cattedrale rinascimentale; la via San Pio V, che conduce al Seminario Vescovile; la via di Vasco, diretta al Collegio Vescovile (1740-1750), Francesco Gallo) e alla località in cui sorgeva la porta del terziere di Vasco; la via delle Scuole verso il Convento di Nostra Donna (oggi sede dei Licei 'Vasco' e 'Beccaria') e l'Ospedale di Santa Croce (1740-1761, Francesco Gallo); via Francesco Gallo, che si apre a fianco del Palazzo del Governatore, si avvia al vicino Duomo, la Cattedrale di San Donato (1743-1753, Francesco Gallo) e al Vescovado, nel quale si trova la Sala delle Lauree a ricordare il cinquecentesco passato universitario di Mondovì. Poco oltre, il Belvedere con la sua torre, ideale punto di partenza per un itinerario sulle vie dei bastioni intorno alla collina dai quali si ammirano panorami diversi ed altamente suggestivi: via Carassone, strada che conduce all'unica superstite porta d'accesso alla città alta.

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