Sappiamo che l'antico idioma che passa sotto il nome di
cimbro fino al secolo XV era in uso in una zona molto ampia che andava dal
Trentino a una buona parte del Vicentino. Era l'eredità lasciata dalle
antiche popolazioni nordiche che presero possesso della nostra regione nel
568 e nonostante la venuta dei franchi ne VIII secolo,non furono più
cacciate. Tra il millecento e il milletrecento altre popolazioni di lingua
tedesca colonizzarono il nostri paesi, insediandosi nella zona che va dai
Sette comuni vicentini ai Tredici comuni veronesi. Questa
sommariamente l'origine della presenza dell'idioma di radice germanica nei
nostri paesi. Resta il fatto che nel secolo XV il tedesco era parlato fino
alle porte di Vicenza e Verona e per tale ragione , i parroci di alcuni
paesi venivano chiamati dal nord cioè dal Trentino dalla Germania o dalla
Svizzera. A tale riguardo è interessante la testimonianza del conte di
Caldogno in una sua relazione datata nel 1958 al Doge Grimaldi dal quale
era stato delegato alla vigilanza sui paesi di confine della Reppubblica
Veneta, egli scrive "Gli abitanti delle valli e delle montagne del
Vicentino parlano, tedesco, sebbene molti di essi abbiano anche
l'italiano...e non sono passate molte decine di anni da quando una parte
di questi Cimbri o Goti, hanno smesso di parlare questa
lingua". Leggendo il resoconto delle visite pastorali dal 1450 fino
al 1779 non si trova nessun accenno alla lingua. La cosa risulta strana
perchè, mentre i visitatori - vescovi e accompagnatori erano di
Padova e parlavano la lingua italiana mentre in loco si parlava ampiamente
il "cimbro". Una testimonianza di prima mano sul perdurare
dell'uso di questa lingua nei nostri paesi l'abbiamo dall'abate Dal Pozzo
morto nel 1798. Egli osservando che la lingua "cimbra"è già
venuta meno in molti luoghi del veneto, scrive" La lingua italiana,
fattasi adulta intorno al mille, incominciò a perseguire gli esteri e
barbari linguaggi, che s'erano introdotti in Italia. Oppresse da prima
l'idioma tedesco in tutti quei luoghi della pianura dove si era annidato.
Indi attacò il medesimo e lo distrusse alle falde meridionali dei nostri
monti e penetrata nella Val Lagarina, lo discacciò da quelle e dalle
vicine vallate sopra Trento sino a S.Michele tedesco(S.Michele all'Adige).
Più tardi lo soperchiò ed estinse anche nella Valsugana e nelle altre
valli interne ai nostri monti; cosi che non ne resta più che un piccolo
avanzo in Brancafora e alle Laste Basse o Case Nove, due luoghi che sono
in fondo alla Valle dell'Astico. Stando dunque a questa incontestabile
testimonianza, nei nostri paesi fino a metà del mille settecento si
parlava tedesco. Dall'idioma antico al nuovo dialetto vi fu logicamente un
passaggio lento, graduale e progressivo fino alla situazione
attuale. |