IL PESCATORE
MARCIA NUZIALE
1.IL
PESCATORE
All'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito un pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
Venne alla spiaggia un assassino
due occhi grandi da bambino
due occhi enormi di paura
eran gli specchi d'un'avventura
E chiese al vecchio: "Dammi il pane
ho poco tempo e troppa fame"
e chiese al vecchio: "Dammi il vino
ho sete e sono un assassino"
Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno
non si guardò neppure intorno
ma versò il vino e spezzò il pane
per chi diceva "Ho sete e ho fame"
E fu il calore d'un momento
poi via di nuovo verso il vento
davanti agli occhi ancora il sole
dietro alle spalle un pescatore
Dietro alle spalle un pescatore
e la memoria è già dolore
è già il rimpianto d'un aprile
giocato all'ombra d'un cortile
Vennero in sella due gendarmi
vennero in sella con le armi
chiesero al vecchio se lì vicino
fosse passato un assassino
Ma all'ombra dell'ultimo sole
s'era assopito il pescatore
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
e aveva un solco lungo il viso
come una specie di sorriso
Testo: De Andrè
Anno di pubblicazione: 1969
2.MARCIA
NUZIALE
Matrimoni per amore matrimoni per
forza
nei ho visti d'ogni tipo di gente d'ogni sorta
di poveri straccioni e di grandi signori
di pretesi notai di falsi professori
Ma pure se vivrò fino alla fine del tempo
io sempre serberò il ricordo contento
delle povere nozze di mio padre e mia madre
decisi a regolare il loro amore sull'altare
Fu su un carro di buoi se si vuol esser fianchi
tirato dagli amici spinto dai parenti
che andarono a sposarsi dopo un fidanzamento
durato tanti anni da chiamarlo ormai d'argento
Cerimonia originale strano tipo di festa
la folla ci guardava di occhi fuori dalla testa
eravamo osservati dalla gente civile
che mai aveva visto matrimoni in quello stile
Ed ecco soffia il vento e si porta lontano
il cappello che mio padre tormentava in una mano
ecco cade la pioggia da un cielo mal disposto
deciso ad impedire le nozze ad ogni costo
Ed io non scorderò mai la sposa in pianto
cullava come un bimbo quei suoi fiori di campo
ed io per consolarla io con la gola tesa
suonavo la mia armonica come un organo da chiesa
Mostrando i pugni nudi gli amici tutti quanti
gridarono: "Per Giove le nozze vanno avanti
per la gente bagnata per gli dei dispettosi
le nozze vanno avanti viva viva gli sposi"
Testo: De Andrè
Anno di pubblicazione: 1969