Discorso pronunciato dal Comandante Fidel Castro Ruz, Primo
Segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista di Cuba, e Presidente dei Consigli
di Stato e di Ministri, in Tribuna antimperialista per il 40 anniversario della creazione
dei CDR, nel Palazzo delle Convenzioni, il 28 settembre 2000, "Anno del 40
anniversario della proclamazione della decisione di Patria o Morte".
(Versioni Stenografiche . Consiglio di Stato)
Cari compagni,
Molte volte ho detto che sarò breve e non lo compio quasi mai (risate e applausi), e,
sebbene in un'occasione come questa si possono evocare tante cose, dico che sarò breve e
cercherò di compierlo.
Una parte di noi deve aver sentito lo stesso ricordando il giorno in cui nacquero i CDR
(Comitati di Difesa della Rivoluzione, organizzazione di masse, N.d.T.) quasi, quasi a
questa stessa ora, un po' più presto, 40 anni fa, e quante cose succedono in 40 anni, ma
quanto diversi erano quei tempi.
In una manifestazione massiva davanti all'antico Palazzo (si riferisce all'antico Palazzo
Presidenziale N.d.T.), sorge l'idea dei Comitati di Difesa come un'ispirazione subita di
fronte all'esplosione di quattro bombe: una qui, l'altra là, quello sembrava un
bombardamento, e domandai: Chi sono coloro che mettono queste bombe e perché possono
farlo? Era l'epoca in cui esistevano 300 organizzazioni controrivoluzionarie, create da
quelli che voi conoscete. Dissi: Come è possibile, se tutto il popolo appoggia la
Rivoluzione, che possano muoversi con tale libertà e collocare persino quattro bombe in
solo alcuni minuti?
Non fu questa l'unica cosa grave o seria che fecero. In quello stesso luogo dove si
crearono i CDR avevano organizzato altre cose, tra cui un appartamento pieno di bazooka,
mitragliatrici e tutto per cercare di eliminare lì la metà dei dirigenti rivoluzionari,
e per un pelo non ci riuscirono, comunque non raggiunsero lo scopo.
In quell'epoca trionfava la Rivoluzione, non esisteva organizzazione --il nostro piccolo
esercito si era praticamente disciolto in una folla di nuovi combattenti che occuparono le
armi, occuparono le caserme, e chenel giro di qualche settimana crebbe fino a 40 000
uomini, diciamo che crebbe dieci volte il
nostro esercito -, la folla per le strade, la situazione era caotica. La cosa peggiore
però era che c'era da fare tutto.
I nostri problemi allora erano il 30% degli analfabeti, la mancanza di scuole, la mancanza
di assistenza medica, la mancanza di previdenza sociale, di impiego, il necessario
ricupero dei beni di quelli che ci avevano rubato durante sette anni.
Una volta dissi che la data di riferimento era quella del 10 marzo 1952, data del colpo di
Stato, perché se avessimo considerato anche gli anni precedenti avremmo dovuto confiscare
la metà della Repubblica, e, in realtà, in quei momenti iniziali della Rivoluzione, non
volevamo applicare le misure di ricupero come avremmo potuto farlo, a partire dalla
creazione di quella caricatura di repubblica nel 1902, perché credo che avremmo dovuto
confiscare persino alcuni bisnipoti.
Ci fu quello che in quell'epoca chiamammo unamnistia nei - confronti di quanto
avvenne prima del 10 marzo. Ovviamente non ci danneggiò un granché , perché non ci
volle molto tempo prima che tanti di quei ladri viaggiassero a Miami, lasciandoci in
eredità tutto quanto avevano rubato; altri, le cui ricchezze avevano un'altra origine,
partirono anche, pensando che sarebbero ritornati fra cinque o sei mesi, tutt'al più dopo
un anno. Come avrebbero potuto immaginare loro il futuro? Loro solo vedevano un gruppo di
pazzi facendo delle cose accanto a un vicino tanto potente, e quindi tale situazione non
poteva durare molto tempo. Ebbene, anche essi ci lasciarono in eredità una grande
quantità di beni, fermo restando le leggi di Riforma Urbana, di Riforma Agraria e tante
altre misure rivoluzionarie disposte in quei giorni.
Tuttavia, quante scuole aveva il paese? Quanti maestri? Sapevamo che c'erano 10 000
disoccupati e una percentuale altissima di bambini che non avevano maestri né scuole.
Sin dal primo momento cominciò la politica yankee di privare il paese di professionisti,
di medici, di maestri, di professori, ecc. centinaia di migliaia di persone che sognavano
con lopportunità di viaggiare negli Stati Uniti per trovare un impiego o per vivere
in condizioni di vita molto migliori di quelle a cui potevano aspirare nel nostro paese o
di quelle che poteva offrire il nostro paese in quei tempi.
Erano tempi anche in cui entravano di contrabbando decine di migliaia di automobili ogni
anno, li compravano là di seconda mano, a prezzi bassissimi, 300 o 400 dollari, e li
vendevano qui in 1 500 o 2 000 dollari; ipotecavano il paese con una enorme quantità di
necessità: di combustibile, pezzi di ricambio, ecc.
Menziono questi dati perché quella sera del 28 settembre 1960 questo era il panorama
regnante, oltre le minacce che cominciarono subito, le bande armate, il reclutamento di
mercenari per invadere il paese, e qualcosa che non mancò mai: labbattimento di
qualsiasi governo progressista o rivoluzionario in questo emisfero, come avvenne in
Guatemala e in tanti altri luoghi.
Era quanto avevamo, e così, quella notte, tra le tante cose che sono accadute nei primi
anni della Rivoluzione e che accadono ancora, i Comitati di Difesa della Rivoluzione
nacquero come un'idea, una scintilla mentale, un'ispirazione, perché il rivoluzionario
deve fare anche le veci di decimista (cantautore di decima, composizioni
poetiche improvvisate su un argomento generalmente suggerito nel momento dal pubblico N.
d. T.) cui tanto ammiriamo. Loro trovano la parola esatta, precisa, per esprimere un'idea,
e la Rivoluzione ci ha fatto tutti, in parte, dei decimistas: di fronte a problemi
nuovi, la necessità di cercare, di trovare - e molte volte in modo immediato delle
soluzioni, anche se noi in realtà non lottavamo contro dei problemi nuovi, lottavamo
contro dei vecchi problemi, vecchie ricette, quelle che era solito impiegare
l'imperialismo ovunque.
A Cuba, prima, la sua guerra d'intervento, imperialista, dopo un mucchio di anni facendo
tutto il possibile per impedire l'indipendenza di Cuba, catturando armi, navi,
intervengono opportunisticamente in una guerra nella quale non avevano avversari.
Coloro che conoscano la storia della flottiglia di Cervera (ammiraglio spagnolo a capo
della flottiglia spagnola inviata per difendere l'isola durante la Guerra Ispana Cubana
Americana nel 1898 e che fu distrutta dalle forze d'intervento nordamericane, N.d.T.), che
aveva persino alcune macchine delle sue migliori navi rotte, dei cannoni nuovi senza
montare, inviano la flottiglia anche senza carboniera. Le navi in tutto il mondo, persino
oggi, a eccezione dei sottomarini o delle portaerei nucleari, portano delle navi per il
rifornimento di combustibile, e quei signori, tanto sperimentati guerrieri, i politici che
dirigevano quel paese, o quella metropoli, inviarono quella flottiglia senza una nave che
la rifornisse di carbone. Fu tutto improvvisato, errato, si chiusero lì , nella baia di
Santiago de Cuba; dopo gli diedero l'ordine suicida di uscire, quando potevano aver fatto
tante altre cose con i cannoni della flottiglia e con la fanteria di marina che era con
essa difendendo la città di Santiago di Cuba. Di fronte alla stretta uscita della baia,
tutta la squadra yankee, con artiglieria superiore, blindaggio incomparabilmente più
grosso, più forte, semplicemente fucilò, ad una ad una, tutte quelle navi, che compirono
l'ordine con grande coraggio, grande stoicismo, con ammirevole valentia ed eroismo.
Quella guerra non costava niente ai nordamericani. LEjército Libertador (esercito
indipendentista cubano, N.d.T.) aiutò loro a sbarcare, cooperò con loro, combatté con
loro nella presa del forte El Caney, di El Viso e dopo nella collina San Juan; morirono
molti cubani in quei combattimenti e, in premio a tutto ciò, non li lasciarono nemmeno
entrare a Santiago de Cuba. Quello che fecero nella storia del nostro paese fu orribile,
e, oltretutto, s'impossessarono di quanto c'era.
Lo stesso fecero durante quello stesso secolo, lo fecero a Santo Domingo, ad Haiti, in
Nicaragua, lo fecero ovunque venne loro voglia, e più di una volta. Lo hanno fatto anche
dopo il Trionfo della Rivoluzione Cubana nel 1959: sono intervenuti a Santo Domingo,
quando era sul punto di trionfare una rivoluzione; invasero Granada perché gli andava di
farlo, con il pretesto che c'erano studenti nordamericani in ipotetico pericolo e così si
presero la rivincita di una azione subita nell'Oriente Medio credo che nel Libano e che
causò la morte di un numero di marines nordamericani. Loro presero la rivincita contro
l'isola di Granada; intervennero dopo in Panama; organizzarono la guerra sporca contro
Nicaragua; appoggiarono un regime molto duro, un governo molto sanguinoso in un altro
paese di Centroamerica, che fu El Salvador; intervennero nella guerra di Guatemala:
intervennero ovunque.
Nel caso nostro, ci invasero da Girón; (Baia dei Porci, N. d. T.), ci bloccarono sin dal
primo momento, furono sul punto di provocare realmente una guerra nucleare. Ci fu il
pericolo reale dell'esplosione di una guerra di questo tipo, come conseguenza della
politica prepotente che esercitavano da prima della Prima Guerra Mondiale e dopo la
Seconda Guerra Mondiale, e più ricchi e potenti erano, più proclivi si manifestavano nei
confronti dell'intervento armato.
In Viet Nam tutti sappiamo cosa hanno fatto, fu qualcosa che costò la vita di 4 milioni
di vietnamiti, e come questo un mucchio di interventi armati in molte parti del mondo.
Stavamo lottando contro dei mali antichi.
Mi sembra che la cosa notevole della storia della nostra Rivoluzione è aver resistito
tutti i tentativi di distruggerla, e, in questo senso, quel giorno in cui si fondarono i
Comitati di Difesa della Rivoluzione fu un giorno veramente storico.
Qualunque persona capisce che i nostri compiti allora erano altri e che non era quella la
situazione attuale, non era il mondo d'oggi. Allora c'erano due superpotenze molto forti,
le tecnologie erano meno sviluppate, non esisteva Internet, né esisteva l'informatica,
non esisteva niente di ciò; la televisione appena cominciava a funzionare, non esisteva
un mondo globalizzato o un sistema mondiale dove predomina la globalizzazione neoliberale
e l'impero dal punto di vista politico, economico, militare, tecnologico e culturale,
tanto per chiamare cultura il veleno che diffondono nel mondo, non aveva l'immenso potere
d'oggi.
Oggi è molto più potente, il mondo è diverso. Queste sono le nuove condizioni in cui il
nostro popolo e la nostra Rivoluzione devono portare a termine la lotta. E' forse più
difficile? No, non è difficile. Più difficile era quando la media di scolarità della
nostra popolazione era di...che ne so, dire una terza o quarta classe mi sembra troppo.
Nessuno ha fatto uno studio profondo, e qualcuno dovrebbe farlo, di quanti cittadini in
questo paese, in quel tempo, avevano la licenza elementare.
Io sono convinto - non ho fatto i calcoli con assoluta precisione - che nel nostro paese
ci sono più laureati adesso che licenziati elementari prima del trionfo della
Rivoluzione.
Non c'era un'educazione generale, nemmeno c'era un'educazione politica, non esisteva una
cultura politica, e, in quelle condizioni, nascono i Comitati di Difesa della Rivoluzione;
e queste di adesso sono le nuove condizioni in cui devono lottare i Comitati di Difesa
della Rivoluzione, tutte le organizzazioni di masse e tutto il nostro popolo. Sono
condizioni molto diverse.
Un giorno dovrà parlarsi, in modo ampio, di come è stata possibile la prodezza di questo
popolo di resistere i 40 anni. Contino (Presidente dei CDR, N.d.T.) parlava di quattro
decenni; però tra quei quattro decenni, ce n'è uno molto difficile, il primo o i primi
anni del primo decennio; e ce n'è un altro che è stato, a nostro avviso, quello più
difficile: l'ultimo dei quattro, quello appena trascorso.
Cosa abbiamo oggi? Oggi abbiamo una popolazione con nove classi, minimo, oggi abbiamo
circa 700 000 professionisti, abbiamo scuole persino nei luoghi più sperduti del paese.
E' sufficiente dire che ci sono 600 piccole scuole con cinque o meno allievi, e un
maestro; vale a dire non c'è un angolo della repubblica senza una piccola scuola e senza
un maestro.
Adesso stiamo cercando di risolvere i piccoli problemi che significano 1 962 scuole
isolate senza elettricità. Quante scuole elementari ci sono? Di circa 9 000 scuole
elementari, 1962 si trovano in luoghi tanto isolati che, sebbene abbiamo elettrificato il
novanta e tanto percento del paese, sono ancora senza elettricità. Certo, con molto pochi
allievi. Il totale di allievi di quelle scuole è 30 000, stiamo installando
lelettricità in 300 di esse, e queste 300, che sono le più grandi, riceveranno 11
000 allievi; resteranno 19 000 allievi senza elettricità per usare gli apparecchi di
televisione e video. Tuttavia, hanno ricevuto invece letteratura speciale, e fra qualche
tempo, mediante cellule fotovoltaiche, avranno sufficiente elettricità per il televisore,
il video, e due lampadine fluorescenti. Proteggendo la natura, non spenderemo nemmeno un
centesimo in combustibile, e cominceremo a portare una nuova tecnica a molti angoli del
paese, e a eccezione dei 19 000 menzionati, ci saranno circa 2 400 000 allievi con
elettricità e con i mezzi visivi per l'istruzione.
Confrontate questo con la situazione che c'era prima. Non c'erano maestri, 10 000 erano
senza impiego. Creammo 10 000 posti e non potemmo coprirli tutti, perché non tutti i
maestri disoccupati erano preparati per andare nelle montagne a insegnare, in luoghi
sperduti; c'era anche l'attrattivo degli Stati Uniti che offriva dei visti a tutti i
maestri e professori che volevano partire, e, in quel tempo, tra l'alternativa di andare
nelle montagne di Baracoa, Segundo Frente, la Sierra Maestra, o andare a Miami, una parte
di quelli che erano stati formati in quella società il cui principio non era la
solidarietà, ma l'individualismo, scelsero l'ultima.
I 10 000 posti creati sarebbero bastati; però non c'era personale. Avanti a improvvisare
dei maestri, studenti di liceo per farli diventare maestri, professori mediante corsi
rapidi. E quelli risposero, eccome.
C'era ancora da fare la Campagna di Alfabetizzazione. Questa è una delle grandi prodezze,
credo mai realizzata da nessun altro paese, e fu realizzata fondamentalmente dagli
studenti, 100 000 studenti, persone che in modo volontario si offrirono e i maestri
elementari e della media di cui disponevamo allora, che erano 25 000 o 30 000, non posso
affermarlo con certezza, qualcuno potrebbe indagare un po' su tutti questi dati, e nel
mezzo della Campagna di Alfabetizzazione le bande armate per tutto il paese, e, inoltre,
l'invasione di Girón.
Le bande erano state fortemente colpite nell'Escambray (zona montuosa del centro
dell'isola, N.d.T.) alcuni mesi prima di Girón, prevedendo il fatto di Girón.
L'invasione di Girón nel mezzo della Campagna. Noi comprendemmo che i giovani erano più
sicuri in campagna e nelle montagne che qui nella capitale, se c'era un'invasione in
grande scala, una guerra.
Tutte quelle cose dovettero affrontare i Comitati di Difesa della Rivoluzione, la
Federazione di Donne Cubane, l'Unione di Giovani Comunisti, il Partito che si stava
organizzando; perché il nostro Partito fu la fusione di varie organizzazioni
rivoluzionarie, di giovani, di membri del Partito Socialista Popolare -antico partito-, i
militanti e simpatizzanti del Movimento 26 Luglio e del Direttorio Rivoluzionario. Con
loro si fece lunità e si creò la prima direzione; però i militanti erano ancora
da formare. Ci furono problemi di settarismo; ci furono errori, errori che sono
inevitabili.
Ricordo che i Comitati di Difesa della Rivoluzione, creati pubblicamente, cominciarono ad
essere organizzati in modo clandestino - sono sicuro che quasi nessuno si ricorda ormai di
questo -, pero un'organizzazione di masse clandestina era pazzesco. In realtà fu
conseguenza degli errori di alcuni compagni e noi dicemmo: Ma come, sarà
un'organizzazione clandestina? Impossibile! Lo stesso Partito si organizzava quasi
clandestino, fino a che si stabilì il metodo di consultare con le masse l'incorporazione
di ogni militante.
Come vi dissi, ci fu un periodo di settarismo, tutti questi vizi ebbero luogo, e in tutte
le rivoluzioni succedono queste cose; tuttavia, fortunatamente, vennero superate.
I sindacati acquisirono una grande unità, grande forza. I sindacati che c'erano quando
trionfò la Rivoluzione erano sindacati guidati da mujalistas che erano dirigenti
ufficiali; durarono poco tempo perché credo che scomparirono lo stesso giorno 1º
Gennaio, quando da Palma Soriano (città dell'oriente del paese, N.d.T.) si fece un
appello allo sciopero generale rivoluzionario, si paralizzò l'intero paese, e persino i
lavoratori della radio si collegarono a Radio Rebelde (radio dell'esercito ribelle,
N.d.T.). A partire dal giorno 1º gennaio ci fu soltanto una stazione radio, Radio
Rebelde, trasmettendo a tutto il paese, quando la situazione nella capitale non si era
ancora definita, le ultime manovre dell'imperialismo per evitare la Rivoluzione; però la
risposta fu fulminante, lo sciopero generale, l'ordine dato a tutte le colonne di avanzare
senza cessare il fuoco diede luogo a che in 72 ore fossero occupate tutte le caserme del
paese. Non c'era alcuna possibilità.
Da allora stanno cercando di trovare una chance, costantemente una nuova chance; però
sono passati 40 anni e ogni giorno, vi assicuro, hanno meno chance (Applausi). Oserei dire
che meno possibilità che mai, per quello che abbiamo adesso. E' molto serio, e non
precisamente nel campo delle ricchezze materiali, ma nel campo della ricchezza che è
essenziale per qualunque cambiamento, per qualsiasi rivoluzione, specialmente per una
rivoluzione profonda, per una grande rivoluzione, come quella in cui si è trasformata la
nostra modesta Rivoluzione trionfante il Primo Gennaio.
In quel momento era una modesta Rivoluzione, realizzata con modestissime risorse, e con
una storia conosciuta da tutti voi. La guerra durò meno di 24 mesi, se scontiamo la
dispersione di Alegria de Pío (prima battaglia di Fidel Castro e i suoi uomini appena
sbarcati dal Gramma dopodiché rimasero in pochi, N.d.T.) e i problemi che subimmo fino a
raggiungere la capacità di sopravvivenza, e più che altro non a causa della nostra
forza, ma a causa del nostro addestramento, la nostra conoscenza delle montagne e per
l'apprendimento accelerato di ogni giorno, perché prima fummo sette, dopo fummo un po' di
più, arrivammo ad essere 17 nel primo combattimento -17 fucili almeno-, ritornammo ad
essere pochi, subimmo più di una dispersione e ritornammo ad unirci. In un momento
determinato fummo ridotti ancora a 12 e dopo crescemmo di nuovo, e superate tutte queste
difficoltà, acquistammo l'esperienza necessaria perché non potessero sconfiggerci, anche
se eravamo molto pochi.
Dico che con modeste risorse si fece una modesta Rivoluzione che continuò lottando,
continuò guadagnando esperienze, continuò acquistando dimensione per arrivare a ciò che
è oggi. Oggi non è un popolo analfabeta perché ha come media nove classi, questo
riguardo al livello scolastico; nei confronti della cultura politica, potremmo definirlo
come il primo della classe con i voti massimi. Diciamo che non siamo l'unico, ci sono
altri paesi che hanno fatto grandi prodezze; sono qui presenti i rappresentanti della
nostra carissima sorella, la Repubblica Socialista dei Viet Nam (Applausi), che tanto
contribuì con la sua lotta e la sua vittoria anche alla sicurezza del nostro paese.
Sì, perché i governi degli Stati Uniti, dopo la Crisi di Ottobre (la crisi dei missili,
N.d.T.), dopo che il mondo fu sull'orlo di una guerra nucleare, si imbarcarono nella
guerra contro il Viet Nam, commisero una grande pazzia, che gli costò oltre 50 000 vite;
però, al tempo stesso, costò la vita di almeno 4 milioni di vietnamiti, in più coloro
che rimasero invalidi, e coloro che si ammalarono a conseguenza delle sofferenze di quella
guerra e dell'uso di prodotti chimici, ecc.
Tuttavia, potremmo dire, se si tratta di una Rivoluzione qui, a 90 miglia degli Stati
Uniti e nel cuore di un emisfero che loro dominarono sempre, e nel cuore di Occidente, che
la nostra Rivoluzione in cultura politica ottiene i massimi voti.
Qualunque persona direbbe che siamo contenti di quello che conosce oggi il nostro popolo,
che siamo soddisfatti della sua cultura politica; no, parlo di ciò che si raggiunse in
momenti decisivi della sua storia.
Bisogna riferire queste cose, bisogna menzionare alcuni avvenimenti, bisogna parlare di
tutte le organizzazioni di masse, del nostro Partito, della nostra gioventù per poter
capire perché il paese poté resistere quei quattro decenni, perché il paese poté
arrivare a questo 40 anniversario della fondazione dei Comitati di Difesa della
Rivoluzione.
E sono diverse le tappe vissute. Quando furono sconfitte le bande armate e le 300
organizzazioni controrivoluzionarie furono neutralizzate; quando fu schiacciata
l'invasione di Girón; quando il paese, con fermezza, resistette i rischi della crisi
nucleare, e quando ancora dopo una supposta soluzione ci rifiutammo di accettare
l'ispezione al nostro paese o qualcosa di simile, o che gli aerei degli Stati Uniti
sorvolassero in volo radente il nostro paese, o di smobilitare le nostre forze, dopo tutto
questo e dopo il grande spavento di molti dei nostri stessi avversari, allora godemmo di
un periodo un po' più calmo. Tuttavia, furono necessari ancora degli anni prima di
eliminare l'ultima banda; si può dire che siamo l'unico paese rivoluzionario che è
riuscito a eliminare tutte le bande armate al servizio dell'imperialismo, si prenda atto
di questo. Tra altri fattori, i metodi adoperati, il tipo di lotta, l'uso unicamente di
combattenti volontari in quella lotta, perché tutti erano volontari, come nelle missioni
internazionaliste, ci permisero di vincere e di spazzare tutto quello.
Per anni continuarono gli attacchi pirati che provenivano da diversi luoghi, da navi
madri, attacchi attraverso un porto o un altro, o ancora per un altro, l'introduzione di
esplosivi, di armi, sabotaggi, negozi incendiati, fabbriche distrutte, decine di vittime,
centinaia di vittime, soltanto le bande armate ci causarono più di 400. Morirono più
combattenti cubani nelle lotte contro le bande di quelli che morirono nei combattimenti
che diedero luogo alla vittoria dell'Esercito Ribelle; perché nell'ultima offensiva
dell'esercito di Batista contro la Sierra Maestra furono meno di 50 le perdite mortali tra
i combattenti ribelli, e nella nostra ultima offensiva contro Santiago de Cuba, le due
maggiori operazioni che facemmo, con una certa massa di combattenti, morirono meno di 50.
Il calcolo esatto non ce l'ho con me; non prendo in conto gli assassinati, mi riferisco ai
morti in combattimento, e morirono di più nelle lotte contro le bande che quanti ne
morirono durante tutto il tempo che durò la nostra guerra.
Durante un mucchio di anni fecero questo, e, ovviamente, anche il ferreo blocco.
Pescherecci sequestrati, navi per il trasporto di merce attaccate, tentativi di sabotare
il nostro zucchero, eliminazione di mercati, cannonate alle navi che andavano e venivano,
e una ferrea guerra economica. Piani di attentati, non vale la pena parlarne, ci
prenderebbe molto tempo e vi dissi che sarei stato breve (risate).
Ebbene, tutta quella storia la Rivoluzione la resistette, tutta quella politica; Però, la
più difficile è stata questa ultima, è stata quella che ci colpì forte: il periodo
speciale, perché il periodo speciale creò delle condizioni molto difficili. Fu preceduto
da un bombardamento ideologico, di qualcosa che proveniva dallo "spirito santo".
Utilizzo il termine religioso perché mi è sembrato quello più adatto per spiegare da
dove proveniva il bombardamento. Quel bombardamento proveniva nientemeno che dall'Unione
Sovietica negli anni 80. Dico dallo spirito santo perché erano considerate delle verità
supreme, non suscettibili di essere messe in dubbio, infallibili.
L'URSS svolse un ruolo molto importante nella nostra Rivoluzione, dopo un trionfo popolare
a Cuba che nemmeno immaginò mai, e ci offrì dopo un aiuto decisivo. Se noi avessimo
dovuto soffrire un periodo speciale nei primi momenti - anni 60, 61, 62, 63 -, quando
oltre il petrolio ci tolsero le forniture, i mercati, ci tolsero tutto, questo paese non
sarebbe stato preparato per resistere un blocco tanto feroce. Questo paese vi posso
assicurare che era preparato per combattere e per morire. Noi saremmo stati un Viet Nam,
avremmo dovuto sopportare un intervento yankee che sarebbe stato sconfitto, nessuno abbia
dei dubbi a riguardo, perché ormai avevamo centinaia di migliaia di uomini sulle armi, e
provenivamo non dalle accademie, ma dalle montagne, che furono la nostra scuola e la gente
sapeva lottare, era ispirata nella sua esperienza combattiva della guerra irregolare.
Questa esperienza proveniva dal secolo scorso, perché contro l'esercito più potente di
allora combatté il nostro popolo, con il machete, dal 1868.
Posso assicurarvi che a questo paese non lo avrebbe potuto sconfiggere un'invasione degli
Stati Uniti, le loro truppe avrebbero dovuto ritirarsi ad un costo considerevole o
avrebbero dovuto eliminare fino all'ultimo patriota. La fortuna del nostro paese fu che
non fecero in tempo quando distruggemmo la loro forza mercenaria, proprio in faccia ad una
flottiglia con portaerei e tutto, distruggendola in 68 ore, in modo tale che quando gli
diedero l'ordine di appoggiare, ormai non c'era nessuno da appoggiare. Ma se loro avessero
preso quel lembo di spiaggia, avrebbero iniziato una guerra di logoramento contro il
nostro paese e avremmo avuto un Viet Nam nel 1961. Centinaia di migliaia di vite si
sarebbero perse, sono certo, perché conosco i cubani, conosco i ribelli, e non si
arrendono, lottano, e lottano ancora, hanno immaginazione, hanno spirito creativo, tutto
il coraggio necessario, ed erano già state create le condizioni nel terreno politico e
militare se si produceva un'invasione diretta, tuttavia, in realtà, non esistevano le
condizioni per trionfare da soli nel terreno economico.
Avviene il periodo speciale 30 anni dopo il trionfo della Rivoluzione, quando molte cose
del passato erano già scomparse. Ormai avevamo acquisito la cultura politica che ci
permetteva di resistere un periodo speciale in tempo di pace. Nei primi mesi della
Rivoluzione non c'era una cultura socialista. Il nostro popolo aveva più un intuito di
classe che una coscienza di classe; odiava il furto, la corruzione, odiava la povertà,
odiava la disuguaglianza, odiava l'ingiustizia.
Le leggi rivoluzionarie furono il fattore fondamentale che contribuì a trasformare una
coscienza politica saturata di tutto il veleno del maccartismo e della propaganda
anticomunista di un mucchio di anni sul nostro popolo, e da una dipendenza che superava
ormai il mezzo secolo; da quando sbarcarono e occuparono la nostra patria nel 1898,
formarono i maestri là, scrissero una storia di Cuba in cui presentavano il nostro paese
liberato dagli Stati Uniti e cominciò la "nordamericazzione" di Cuba attraverso
tutte le vie possibili. Mediante la scuola, attraverso i mass media di allora fecero
credere a molta gente in questa isola che gli Stati Uniti erano i salvatori.
Chi parlerebbe loro di imperialismo? Nemmeno Lenin aveva ancora scritto il suo libro
sull'imperialismo. Lenin prende come modello quella guerra del 1898 e si riferisce ad essa
come la prima guerra imperialista nel senso moderno della parola. Si impossessarono di
tutto: di Cuba, di Porto Rico, delle Filippine, consolidarono il loro dominio
sull'emisfero, occuparono direttamente Cuba durante quattro anni, disarticolarono
l'Ejército Libertador, sciolsero il Partito Rivoluzionario di Martí e portarono qui le
loro ricette che tanto sono costate a noi cubani e a tutti gli altri popoli dell'America
Latina. Noi, per fortuna, siamo già liberi dalle ricette dell'imperialismo; ricette che
vorrebbero riportare qui, e che non potranno riportare mai più (Applausi).
L'opera della Rivoluzione, in più la predica della Rivoluzione, e l'esempio della
Rivoluzione fu creando una coscienza politica socialista, comunista. In quei tempi previ
al trionfo del 1959, menzionare la parola comunista era come menzionare l'inferno, come
menzionare tutti i demoni insieme, quella parola che comprendeva in sé l'etica più pura,
i sentimenti umani più avanzati.
Si possono studiare le religioni, si può studiare il cristianesimo, e si troverà che
già in quell'epoca, 2 000 anni fa, in società assolutamente diverse e sotto l'impero
romano, ci fu chi pensò in quello che chiamarono amore verso il prossimo, nel fare del
bene agli altri, sentimenti di solidarietà con il povero. Spesso ho citato come esempio
lo stesso fondatore del cristianesimo, che non cercò dei latifondisti, né commercianti
per fondare una dottrina, cercò dei pescatori che non sapevano leggere né scrivere.
Era in realtà una predica umana. Con questo non sto contraddicendo nessun sentimento o
criterio religioso diverso, mi limito, usando il nostro linguaggio, a dire che era, a
partire da un sentimento religioso, una predica profondamente umana; tuttavia, è il
marxismo, è il socialismo, è il comunismo quello che, partendo da una conoscenza
profonda del sistema capitalista e da un'analisi storica, economica e sociale dello
sfruttamento del uomo dall'uomo lungo la sua esistenza, porta al più alto grado lo
spirito umanista, lo spirito di solidarietà tra gli uomini e lo spirito internazionalista
tra i popoli.
Duemila anni fa non poteva sorgere qualcosa di simile. Sorge il pensiero marxista con la
classe operaia che si sviluppa nei paesi occidentali e si concepisce già, sin dal primo
momento, come qualcosa inseparabile dall'internazionalismo, perché non era possibile
l'esistenza del socialismo e del comunismo senza l'internazionalismo. Parte dalla premessa
di un mondo sviluppato, con un'elevatissima capacità delle forze produttive che
permetterebbero di creare le ricchezze sufficienti per alimentare, vestire, dare scarpe e
creare le condizioni di vita necessarie all'uomo, e non solo di vita materiale - questo è
un punto molto importante -, ma anche di vita spirituale, ricchezza spirituale per
lumanità di allora che raggiungerebbe approssimativamente il miliardo di abitanti.
Non si conoscevano molti problemi di oggi; in quell'epoca si pensava che la limitazione
per la sorgente di ricchezze in grado di soddisfare le necessità dell'uomo era sociale e
non materiale. Non avevano ancora scoperto l'uso del petrolio, né si erano sviluppate le
favolose tecnologie che oggi esistono. Se Marx avesse conosciuto tali tecnologie, sarebbe
stato ancora più marxista e più comunista, perché i progressi della scienza e della
tecnologia rendono possibile la concezione di quella sorgente di ricchezze in grado di
soddisfare necessità come quelle degli alimenti, le scarpe, il vestito, l'abitazione,
l'istruzione, l'attenzione medica, la ricreazione, la cultura e altre perfettamente
accessibili all'uomo.
Nell'epoca di Marx non esisteva lautomobile, né esistevano molti dei prodotti
odierni. Mi riferisco allautomobile perché credo che è uno degli strumenti che, in
possesso delle società capitalistiche, si sono trasformati in uno dei fattori
fondamentali dell'esaurimento dell'ambiente e delle risorse naturali.
Lo sviluppo tecnologico fu usato dal capitalismo per sfruttare di più i popoli con minore
sviluppo e per sfruttare di più i popoli che furono colonie quasi fino alla metà di
questo secolo, e che poi furono trasformati in neocolonie e oggi in qualcosa di peggio
delle colonie e delle neocolonie. La tecnologia fu utilizzata come strumento di
dominazione. La tecnologia militare, ad esempio, tra guerra e guerra imperialistica
acquistava ogni volta maggiore sviluppo, finché produssero l'arma nucleare, e molte di
queste armi moderne, come le armi intelligenti che non esistevano agli inizi di questo
secolo, le usarono per imporsi.
Le tecnologie di uso civile, come l'industria meccanica, lelettricità, le
comunicazioni, l'energetica, semplicemente tutto, servirono a creare le società di
consumo, con cui, a mio avviso, hanno introdotto nella storia dellumanità, uno
degli elementi più pericolosi e aggressivi contro le risorse naturali e contro l'ambiente
indispensabile alla sopravvivenza della specie umana.
E' vero che i fertilizzanti permisero di ricuperare la capacità produttiva delle terre
vergini, di accrescere la produttività per ettaro; i progressi della genetica
tradizionale permisero anche di sviluppare delle varietà di piante con molto più
rendimento; i trattori e i macchinari permisero di elevare in modo considerevole la
produttività del lavoro agricolo. Vale a dire, lumanità fu creando gli strumenti
adeguati per soddisfare le necessità indispensabili dell'uomo.
Se si concepisce il benessere dell'uomo come la somma delle ricchezze materiali necessarie
ad una vita materiale degna, che si conosce in che consistono, e la creazione illimitata
di ricchezze culturali e spirituali, penso che questa è l'unica concezione che possa
avanzare verso l'idea razionale di come deve essere il mondo dell'avvenire.
Le ricchezze spirituali si sottovalutano, perché le società di consumo tendono alla
sottovalutazione assoluta di tutto quanto non siano i beni materiali di lusso. Ci sono
case che hanno cinque televisori, famiglie che hanno sei automobili e cose simili.
La ricchezza spirituale e il suo pregio li vediamo continuamente. Questo che abbiamo
goduto oggi qui si chiama ricchezza spirituale. Nella poesia di Neruda, che per me è
stata una sorpresa piacevolissima, mi è parso di vedere un profeta, per quello che
scrisse nel 1960 su questo anno 2000, e gli darei interamente la ragione. Se fosse stato
nel 30 anniversario non si sarebbe ancora adempito, se fosse stato prima di questo periodo
speciale, se fosse stato 20 anni fa, nemmeno, però oggi dico di sì, perché siamo alle
soglie di un'epoca per Cuba come quella che pareva sognò Neruda quel giorno (Applausi).
Tuttavia, per non essere esagerato in senso contrario al suo valore, dirò che siamo alle
soglie di una tappa che nemmeno Neruda avrebbe potuto sognare quel giorno (Applausi). Lo
dico e lo posso anche dimostrare.
Quando Neruda scrisse questa poesia non poteva immaginare che questo paese resisterebbe
quarantun anni e mezzo di blocco, tutto l'arsenale di procedimenti sporchi che ha creato
l'impero lungo la sua storia, e, inoltre, un periodo speciale; che non è lo stesso un
periodo speciale quando solo la metà della popolazione aveva elettricità e quasi nessuno
aveva più di una radio o qualcosa di simile - né disponeva massivamente di televisori,
né di molti articoli elettrodomestici come lavatrici, e tante altre cose -, che quando
viene un periodo speciale e rimane senza combustibile un paese dove oltre il 90% delle
abitazioni erano elettrificate e dove c'erano milioni e milioni di radio, televisori,
lavatrici, ferri da stiro elettrici, ecc.
Ricordo che a casa mia non ci fu elettricità durante molto tempo, e non ci fu mai
elettricità sufficiente per un ferro da stiro, perché quella che c'era bastava soltanto
per il televisore -quando ci fu, perché io non conobbi lì il televisore - e la radio,
che era ben monopolizzata e amministrata da mio padre, che non permetteva che
l'accendessero troppo, e aveva ragione perché così durava di più, e io dovevo
accenderlo quando ormai tutti si erano coricati, per ascoltare il baseball o per leggere
(Risate e applausi).
Ferro da stiro non ci fu mai a casa mia, pur essendo mio padre padrone di una bella
quantità di terra, e avendone un'altra bella quantità in affitto; aveva guadagni, c'era
di tutto lì, ed eravamo a quattro chilometri dello zuccherificio più vicino, che era
quello di Marcané - come veniva chiamato allora -, oggi "Loynaz Hechevarria", e
con tutta giustizia, in memoria di quel leader operaio, comunista, di quello
zuccherificio, assassinato dalla tirannia. E così a casa mia non si conobbe il ferro da
stiro elettrico.
Quale famiglia 30 anni dopo il trionfo della Rivoluzione non aveva un ferro da stiro
elettrico nelle città, in campagna, in qualunque parte; un ventilatore, un televisore, e
un mucchio di oggetti elettrodomestici, nonché lampadine, ecc.? Andare
dalloscurità verso la luce è facile, ma andare dalla luce verso loscurità
è terribile (risate e applausi).
Ormai sto cominciando a non adempiere la mia parola (Risate).
Non ho parlato dei frigoriferi. Quando, appena iniziato il periodo speciale si produceva
un black out di quelli di 14 ore, si scongelava tutto e si corrompeva una parte delle
modeste quantità di alimenti che potevano esserci nei frigoriferi.
I televisori si spensero anche, tutto si spense; erano in bianco e nero, consumavano 180
watt e non avevano pezzi; quello che c'è oggi in tutte le scuole ne consuma 80, e di 20
pollici e a colore.
Sì, sappiamo quanto soffrì la fornitura di beni materiali alla popolazione. Persino le
scarpe, per non parlare poi del dentifricio, degli spazzolini da denti, del sapone; per
non parlare di quote che furono ridotte considerevolmente, e non per capriccio ma perché
non c'era da dare; senza mercato e senza valuta, senza niente, soprattutto nei primi
quattro o cinque anni.
Il paese affronta il periodo speciale in condizioni in cui avevamo raggiunto determinati
livelli di comodità materiale che crollarono in modo subito. Si affronta il periodo
speciale e subitamente il paese cade sotto un doppio blocco. Quale? Quello dei yankee e la
scomparsa del mercato di tutto il campo socialista europeo, delle forniture e del mercato
dell'URSS prima, e poi della Russia.
In pratica, si interruppe il commercio con tutti. Qualche interscambio di zucchero per
petrolio, però lo zucchero al prezzo del mercato mondiale, che era la terza parte del
prezzo che aveva quando esisteva il campo socialista e quando esisteva l'URSS, si ridusse
quasi a zero, finirono le forniture di pezzi di ricambi e di tante altre cose. In un paese
come Cuba che aveva già meccanizzata l'agricoltura con 80 000 trattori - ne aveva 5 000
l'anno che trionfò la Rivoluzione -; che aveva già meccanizzato il taglio della canna da
zucchero; il trasporto di essa non si faceva ormai con i buoi, ma con i camion, con dei
carri scoperti trainati da trattori, c'erano macchine che l'alzavano e la caricavano,
centri meccanizzati dove veniva pulita dalla paglia; produzioni elevate di latte, di uova,
di carne di pollo e di maiale, fa molto male ricordare il colpo tanto forte subito e
quanto si perdette in quella situazione.
L'Avana: 30 000 viaggi di autobus ogni giorno, si ridussero a 5 000 - dovemmo andare di
corsa a chiedere un credito per acquistare biciclette; perché chiedemmo a Cina un credito
per l'acquisto di un milione di biciclette per la capitale e dovemmo cominciare a usare la
bicicletta; dovemmo trasferire lavoratori, dovemmo fare tante cose per risolvere i
problemi. Come mantenere un litro di latte per i bambini fino ai sette anni; come ottenere
il combustibile indispensabile per far funzionare le ambulanze e alcuni servizi.
Non si può concepire una situazione più terribile di quella che attraversò il nostro
paese. Nessun altro paese di questo emisfero - per non parlare del resto del mondo -
avrebbe resistito 15 giorni di periodo speciale. Anzi, un mese prima sarebbero crollati i
governi, i sistemi, o quel che fosse, soltanto a causa di pensare cosa si avvicinava.
Nessuno!
Tutti aspettavano il crollo della Rivoluzione in 24, 48 o 72 ore, due settimane, massimo
tre mesi. A Miami stavano facendo le valige: già finito tutto! Vedevano che crollavano ad
uno ad uno (i governi socialisti, N.d.T.) in Europa. E persino l'URSS, che era come dire:
scomparirà il Sole.
Ebbene, sì signore, un giorno, l'alba ci sorprese senza il Sole. E' una cosa molto
strana, vero?, perché nella mente della gente c'era quello della prodezza sovietica, la
prima rivoluzione, le sue guerre eroiche, l'intervento estero nella prima tappa
rivoluzionaria, la Seconda Guerra Mondiale, i 20 milioni di morti, la sconfitta del
fascismo, il cui peso fondamentale ricadde su quel paese. E lo dimostrano anche le
matematiche, lo dimostra la storia, tutto lo dimostra. Non si può far credere a nessuno
che furono alcune navicelle che arrivarono con determinate forniture quelle che salvarono
la situazione. Sì, arrivarono alcune forniture, però quello non era niente. Qualunque
persona che conosca i dati esatti, chi abbia letto bene la storia di quella terribile
guerra e dei carri armati che fabbricarono, e come li fabbricarono, e di come producevano
armi là nella Siberia, in mezzo al inverno, in officine senza tetto, sa con precisione
come fu sconfitto il fascismo.
Oggi no, oggi questo non si menziona nemmeno. E non sto difendendo nessuno degli errori,
perché io ero consapevole di molti di essi, di quelli che si commisero e si commettevano
nell'URSS; però le prodezze fatte lì non le può minimizzare nessuno , e per questo
aveva tanto prestigio quel paese.
Ricordo che nei primi anni della Rivoluzione cubana noi eravamo incaricati dei libri
eroici: La strada di Volokolamsk, Gli uomini di Panfilov, Giorni e Notti, tutto quello; lo
ricordo perché mi occupai personalmente di cercare di stampare tutti quei libri, era
letteratura eroica e questo popolo aveva molto bisogno di letteratura eroica, giacché
poteva venire un'invasione attraverso Girón, un'invasione diretta. La verità è che la
letteratura eroica contribuì a formare coscienza, ma contribuì anche a pensare che tutta
la verità proveniva da lì, tutta lesperienza. C'era molto rispetto nel nostro
popolo.
Da parte mia, devo dire che sentivo una grande ammirazione e rispetto, però
un'ammirazione critica e un rispetto critico, e sempre fui restio a copiare meccanicamente
le esperienze di altri paesi anche se positive. Perché studiai la storia di Cuba, e
conosco della storia di Cuba tutto quanto fu fatto bene e gli errori che si commisero, e
della Rivoluzione Francese, che fu la prima grande rivoluzione sociale dei tempi moderni,
e di altre rivoluzioni.
Ebbene, è vero, un giorno vidi, a partire dalla distruzione della storia di quel paese
che ci arrivava con quei libri, che cominciarono a trasformare in ceneri la storia, la
dignità, l'onore di quel paese a cui stavano disarmando spiritualmente. Quel paese
bisognava "ripararlo", ma non distruggerlo. Ho il privilegio, perché non dirò
il merito, volle il caso che due anni prima della scomparsa dell'URSS io lo dissi a
Camaguey, nonostante il rischio che alcune persone pensarano che io avevo perso la testa,
perché dire allora che se un giorno scomparisse l'URSS avremmo continuato a lottare e a
costruire il socialismo, significava due cose: prima, che vedevamo il pericolo; seconda,
che avevamo fiducia nel nostro popolo, che anche in quelle difficili condizioni eravamo
capaci di continuare la lotta.
Però avvenne, il Sole, subitamente, non apparve sull'orizzonte ed era anche un giorno
atletico, sportivo, non era olimpico, era panamericano, quando cominciò a crollare
quello, che ne so, un movimento lì dentro di alcuni settori di quel paese che promossero
un cambiamento mediante la forza --non giudicherò, ci vorrebbe del tempo--, era il giorno
che conclusero i Giochi Panamericani. E dopo quanto venne: lo scioglimento, e quello
scioglimento viene prodotto da quattro persone in una dacia nella periferia di Minsk;
nientemeno che a Minsk, dove Lenin fondò, negli anni 90 del secolo scorso, il Partito
Comunista di Russia, che credo aveva --non ricordo-- circa 15 o 20 delegati che si
riunirono lì per creare quel partito.
Ebbene, se Lenin creò quello che divenne poi quell'enorme partito con 15 o 20 delegati,
alla fine quattro persone, sotto l'influsso ardente di un'acquavite quasi trasparente, per
alcuni molto piacevole, per me un po' insipido --guardate bene comè la storia--,
alcuni grandi bicchieri o diverse buone bottiglie, in più chissà quante somme (fa un
segno con la mano che significa soldi), io dico chissà quante somme (Risate e Applausi),
accordarono, in un'infausta notte, di sciogliere l'Unione Sovietica. Lo so perché me lo
ha raccontato chi ha il diritto di sapere quello che avvenne lì e come avvenne, guardate
che coincidenza! che casualità!
Alcuno di voi, grande conoscitore dei manuali di istruzione politica, sa in quale giorno,
in quale mese o in quale anno Lenin fondò il Partito Comunista a Minsk, chiamato allora
Socialdemocratico? Che alzino la mano quelli che lo sanno. Immagino che abbiate
dimenticato la data esatta. Io so che fu dopo che Martí aveva fondato il primo nostro
partito, il Partito Rivoluzionario Cubano, per dirigere la Rivoluzione, nel 1892. Bene,
quando scomparse l'URSS? Quando la sciolsero là a Minsk? Un secolo o quasi un secolo
dopo. E, ovviamente, se nessuno lo sa qui, fra un'ora lo sapremo con esattezza, non è
molto difficile (Applausi).
Ebbene, quattro persone, e bisogna meditare molto su questo. Da quali pericoli deve
proteggersi una rivoluzione? Dal pericolo che quattro individui possano, l'alba di un
giorno qualunque, distruggerla. Ovviamente non furono solo quattro, furono molti, perché
ci furono anche i precursori, quelli che si riempirono di illusioni e cominciarono a
sognare cose strane e che non sapevano niente sulle realtà politiche. Vi posso assicurare
che un gruppo dei nostri pioneros (bambini delle scuole elementari e medie, N.d.T.)
di quelli che abbiamo visto brillare nelle tribune, sarebbe stato più capace di capire
cosa si doveva fare lì di quelli che fecero ciò che fecero.
Ci fu uno che cominciò a scatenare il pandemonio, appoggiato da alcuni altri, la cui
storia non si conosce. Quali segreti deve avere la CIA ben custoditi!, però loro devono
conoscere bene chi è chi, chi e quali persone aiutarono colui che fu il percussore di
quella distruzione della storia e dei meriti di quel paese e che sviluppò le singolari
idee che condussero al disarmo spirituale e morale di quello Stato multinazionale che
aveva scritto una delle pagine più eroiche della storia della nostra epoca, a parte il
tentativo di stabilire il socialismo nelle condizioni in cui nemmeno Marx avrebbe
immaginato mai; perché fu l'audacia di Lenin, più marxista del proprio Marx, nel senso
che era un discepolo geniale di questi che sviluppò le sue idee e decise, di fronte
all'alternativa di arrendersi o continuare la lotta, la costruzione del socialismo in un
solo paese, che, inoltre, non era l'Inghilterra, né la Germania, né la Francia, come
sognava Marx, ma nel paese industrialmente più arretrato dell'Europa --con il vantaggio
di essere un mondo in sé stesso, perché l'URSS, con i suoi 22 milioni di chilometri
quadri, era un mondo--, ci provò e ci riuscì. Riuscì a fare quello che altri non furono
capaci di sostenere; riuscì a far quello che un gruppo di ingenui poté distruggere.
Perché , non penso che l'autore --e non menzionerò dei nomi, perché mi dispiace
spargere il sale sulle ferite, però voi mi capite bene-- colui che era centro del partito
i quel momento, avesse la deliberata intenzione di farlo.
Io, nel più intimo, a partire delle mie più intime convinzioni, e anche se l'autore ha
dichiarato poco fa che lui si propose di distruggere il comunismo, non ci credo; c'era
più illusione, più ingenuità, che intenzione di distruggere l'URSS.
Gli altri svolsero anche il loro ruolo, Occidente con le lusinghe fece il suo, e fu così
che si crearono le condizioni che precedettero il colpo di Minsk; perché quello fu un
processo --non dimenticatelo--, il processo di demoralizzazione, di rammollimento, di
distruzione di quel gigante e poderoso Stato che nacque da una rivoluzione proletaria.
Noi non eravamo un satellite che girava intorno al Sole, non lo fummo mai; per il
contrario, discutevamo moltissimo, e dopo la Crisi di Ottobre non si sa per quanti anni
discutemmo ancora. Non si conosce la storia di quei 30 anni di relazioni della nostra
Rivoluzione con l'URSS, e la politica di Cuba non si conosce, e forse non è ancora il
momento di farla conoscere o di scriverla.
Voi parlate dei 40 anni dei Comitati di Difesa; noi possiamo parlare dei 41 anni di storia
della Rivoluzione. In ognuno dei momenti critici ci sarà forse bisogno di conservare dei
documenti perché si conosca qual era la nostra politica e le nostre idee nei confronti
dell'America Latina, la nostra politica e le nostre idee nei confronti delle missioni
internazionaliste compiute da Cuba.
Io vi posso assicurare che c'è molto onore e molta gloria in questa storia e che possono
aiutare a capire il perché, anche se c'è un numero di perché; si possono fare molte
domande, e la somma delle risposte a un numero di perché è quello che può spiegare che
la Rivoluzione sia arrivata fin qui. Però il più difficile fu il periodo speciale. I
dati che vi ho offerto sono per darvi un'idea delle condizioni in cui si realizzò la
prodezza.
Qui qualcuno ha parlato di cose diverse: Ana Fidelia si riferì ai grandi cambiamenti
nelle tecniche dello sport, qui si parlò perfino dello sport, e altri hanno parlato del
loro lavoro durante tutti questi anni.
Il maggior lavoro che hanno fatto tutte le organizzazioni di masse, ed è grande
oggettivamente quello che hanno fatto, è aver salvato la Rivoluzione (Applausi), sotto la
direzione del Partito e della UJC (Unione di Giovani Comunisti, N.d.T.), basata sulla
stretta alleanza della Rivoluzione con il popolo, e sulla stretta unione. Vogliono che
rinunciamo a ciò che ci ha dato la vita, a quello che preservò le nostre conquiste e il
nostro futuro: l'unione. Vogliono che dividiamo questo paese in venti pezzi (Esclamazioni
di: No!), la risposta é una, con sette punti di ammirazione ad ogni lato, verso l'alto e
verso il basso (Fa i gesti). (Risate). Giammai!! (Applausi). Senza questa unità, senza
questa forza, come avremmo potuto resistere e combattere come lo abbiamo fatto? E abbiamo
vinto, lottando duramente, e continueremo a vincere sempre tutti quelli che vogliono
dividere, dividere per far male; la nostra divisa è unire e affratellare per fare il bene
(Applausi).
Il periodo speciale, tuttavia, portò non soltanto dei danni materiali. Quando si
menzionò qui la cifra di 574 320 donazioni di sangue, io pensavo in quali condizioni si
raggiunse questo primato, e ricordavo, e l'ho verificato con alcuni compagni, che in quel
periodo speciale continuarono incrementandosi le donazioni di sangue. Erano circa 400 000
prima del periodo speciale e hanno raggiunto l'anno 2000 con 574 320. L'ho ascoltato per
la prima volta poco fa e non lo dimenticherò mai (Applausi), perché non potrò
dimenticare mai che con il doppio blocco, al crollare il campo socialista e l'URSS, la
media di calorie di consumo giornaliero della nostra popolazione, che era di 3000, scese a
1800, e che il consumo di proteine --più o meno ben distribuito, considerando come sono
andate le cosediminuì da 80 grammi a 50 grammi, e non aveva nemmeno la stessa
struttura e qualità. Oggi non abbiamo raggiunto ancora le 3000, adesso è un po' al di
sopra delle 2 400, abbiamo ricuperato 600 calorie, e abbiamo anche ricuperato una parte
delle proteine. Vale a dire, questo periodo speciale danneggiò anche la alimentazione
della popolazione e diede luogo a una serie di misure di ogni tipo.
Quei 30 milioni di quintali (ogni quintale di 100 libbre equivale a 46 chilogrammi,
N.d.T.) di vegetali che oggi si producono negli orti delle città non si producevano prima
del periodo speciale, ci sono estensioni di terra coltivate di pomodori e di altri
vegetali, ma non solo nei campi agricoli, anche nelle stesse città; questo è parte dello
sforzo che è stato fatto, in un modo o in un altro, cercando di garantire le
autoforniture e di evitare che non manchino gli essenziali, specialmente per i bambini. Lo
stesso possiamo dire delle medicine.
Forse, un giorno o laltro, si scriverà la storia di come il paese ha potuto
realizzare questa prodezza. Però una cosa sì che la posso affermare prima che si scriva
la storia dettagliata: questo fu possibile grazie allo spirito di sacrificio, al
patriottismo ed alla coscienza rivoluzionaria del nostro popolo (Applausi prolungati).
Tuttavia, non possiamo dire che il periodo speciale terminò ; quello che possiamo dire è
che abbiamo superato la parte più difficile del periodo speciale; che continuiamo facendo
sacrifici, molti sacrifici, però andiamo avanti guadagnando terreno, in modo fermo, con
una forza maggiore che mai, e una esperienza più ricca che mai.
Qui sto parlando dei beni materiali, quelli che sono indispensabili per la vita; oggi non
abbiamo tutto lessenziale. Sappiamo come siamo messi sul tema della casa e non
possiamo fare grandi promesse, però possiamo sì ricordare che avevamo la capacità di
costruire 100 000 case allanno, lavorando anni per ottenerla, ormai lavevamo
in mano, e quando tutto si rannuvolò, allora questo non si poté realizzare. Tutti gli
investimenti fatti, tutte le fabbriche, molte di esse nuove, la capacità di oltre 4
milioni di tonnellate di cemento allanno, la capacità di tondini, di sanitari, di
mattoni, di quanti materiali erano necessari per costruire 100 000 nuove case e ripararne
altre 100 000, e noi improvvisamente restammo senza questa possibilità.
Oggi dobbiamo ricorrere agli sforzi che si realizzano, come quelli che stavamo realizzando
nella capitale da prima dellultimo ciclone e che vennero incrementati dopo lo
stesso, perché la quantità di case che nella capitale si demolivano o si distruggevano e
risultavano inabitabili era superiore al numero di case che si costruivano. Oggi abbiamo
piani almeno di riparazione di decine di migliaia di case ogni anno, con il sistema Cayo
Hueso, in case di bassa altezza; un numero di brigate sta riparando, a poco a poco, 25 000
edifici di media altezza che esistono nella città e altre stanno lavorando nei 500 più
alti della capitale.
Ci sono dei piani, di cui non si è fatta molta pubblicità, perché non possiamo coprire
tutto il paese e siamo dovuti andare, per primo, nei punti più critici. È noto
luso della Rivoluzione in tutte le cose: quello che si incomincia qui si estende poi
progressivamente al resto del paese. Così avvenne in tutto. Però ora, a poco a poco,
stiamo andando avanti a passi sicuri, si è acquisita una enorme esperienza e si avanza in
molti campi.
Vorrei distinguere il materiale da quello che chiamo ricchezze infinite e che hanno un
enorme valore umano. Cito un esempio: il cinema viene considerato un progresso per la
ricreazione della società, dall epoca dei film muti. Produrre cartoni animati per i
bambini e film di alta qualità, creare opere musicali di valore universale, dipingere
quadri che diventeranno famosi, scrivere libri per Cuba e per il mondo, costituiscono
immense ricchezze che non si possono misurare in tonnellate e appena contribuiscono alle
cifre macroeconomiche di un paese. Tuttavia, lumanità, e in special modo il nostro
paese, non potrebbero vivere mai senza di esse. Questo significa standard e qualità di
vita.
Un altro esempio: Cuba, in queste Olimpiadi, è stato praticamente lunico paese al
mondo che ha trasmesso in diretta, a qualsiasi ora, da mezzogiorno fino alle 06:00 o alle
07:00 del giorno seguente, centinaia di ore dei sempre fantastici spettacoli olimpici, che
produssero nella mente e nei cuori del nostro popolo indimenticabili emozioni e ricordi.
Oserei chiedervi se qui cè qualcuno che non abbia fatto mattina, almeno una volta,
vedendo la televisione. Alzi la mano se cè qualcuno che non lha fatto.
(Nessuno alza la mano). Ebbene io abbasso le due, perché non si sa le ore che ho passato
vedendo queste trasmissioni. E tutto ad un minimo costo e senza alcuna pubblicità
commerciale (Applausi). Questo privilegio, questo colossale benessere spirituale, per
tutti coloro che misurano il livello di vita umano con la volgare livella della
macroeconomia, non significa niente in quanto a livello di vita di un popolo.
E approfitto per dire che non mi scoraggiano, nel più minimo, alcune cose accadute a
Sydney. Sono daccordo con quello che ha detto Ana Fidelia: le gare sono ogni volta
più dure, ogni volta partecipano più paesi, ogni volta bisogna boxare con più atleti
per arrivare alla finale, correre con più atleti, saltare con più atleti e combattere
contro più atleti. Inoltre, lo sport si è commercializzato in un modo atroce, gli si
sono state strappate le sue migliori virtù e le sue migliori qualità.
Oggi siamo gli unici dilettanti del mondo che stanno lottando contro dei professionisti
(Applausi), con patriottismo e con onore. I nostri atleti ci hanno rappresentato con molta
dignità. Osservate che praticamente non cè uno sport dove non siano presenti uno o
due cubani, sia taekwondo, sia lotta libera, che lotta greco-romana, pugilato, scherma,
sport di squadra; non ce n'è uno in cui non siano presenti. Per questo la televisione ha
potuto trasmettere per tanto tempo, nonostante i tentativi di rubarci atleti e qualche
buon atleta ci hanno rubato in ogni ciclo olimpico, anche se a Sydney non sono riusciti a
farlo con nessuno. La gente ha potuto vedere, in televisione, comè questo tipo di
olimpiade.
Io non voglio aggiungere altro su questo tema, perché forse, in un momento, si dovrà
parlare del tema. Dico solo che non ci scoraggia niente, i nostri atleti ci hanno
rappresentato con onore, e abbiamo avuto un rovescio, un durissimo rovescio. Non a torto
le notizie di ieri dicevano che Cuba era in lutto. Ormai oggi non siamo tanto in lutto;
però è vero, eravamo in lutto per due cose: per il rovescio che soffrimmo di fronte alla
squadra degli Stati Uniti, non siamo abituati a questo; e siamo profondamente amareggiati,
perché nello sport che essi inventarono, e nel quale abbiamo quasi sempre vinto
loro, abbiamo ottenuto largento. Per noi nello sport nazionale, come
nellonore, ciò che vale è loro (Applausi.) Sì, volevamo loro, e tutti
abbiamo sofferto molto. Però, quando si è scoraggiata questa Rivoluzione? Mai!
Credo che cè un generale nordamericano al quale attribuirono una famosa frase
quando dovette abbandonare, in una piccola e veloce imbarcazione, una potente fortezza
situata là a Manila; la frase fu: Ritorneremo! Ebbene, glielo abbiamo detto ai nostri
vicini del Nord, e glielo abbiamo detto amichevolmente, senza odio né tanto meno, sì
nella città di Baltimora, e lì ebbe luogo un incontro di gentiluomini tra professionisti
nordamericani e dilettanti cubani, e qui ci fu un altro incontro di gentiluomini nel quale
essi vinsero, ed ebbero il rispetto totale della nostra educata popolazione, ed ebbero
perfino gli applausi; però ritorneremo e ci incontreremo con i professionisti. Magari un
giorno portassero il dream team, il team del sogno.(Risate). Magari, perché noi forse
avremmo vinto la medaglia doro un poco tristi, perché stavamo lottando con gente
professionista però molti facevano parte della Tripla A, e sarà un onore più grande
quando faranno un dream team senza dubbio il mio inglese richiede un ripasso (Risate
ed applausi), devo iscrivermi al corso televisivo--; che portino il dream team con i
battitori lunghi e tutti i migliori delle Big Leagues, che li portino in qualsiasi posto,
e poi vedremo.
Di quello che è successo con il nostro sport dobbiamo trarne le corrispondenti lezioni,
ed analizzarle bene. Sapete che in questo paese tutti conoscono di baseball, e conoscono
davvero! Questo non lo si può discutere. Tutto questo deve essere sottoposto a rigorosa
analisi; perché se vi dico che tutte le risorse per la preparazione, da interi mesi,
dallincontro di Baltimora, da quando si preparò la squadra per Baltimora dove
abbiamo ottenuto la nostra vittoria, e tutte le province oggi hanno lapparecchio per
misurare la velocità di lancio, le macchine per lanciare, hanno tutto. Ci sono
istruttori, ci sono tutte le basi per formare e sviluppare atleti; ora bisogna analizzare
quello che sta accadendo. Per esempio, perché non ci sono lanciatori mancini? È una
piccola domanda. A che punto è la preparazione degli atleti, non solo di baseball, che a
volte monopolizza troppo la carriera del buon atleta? Mancano atleti per tutte le gare,
eccetto per quella dei cavalli e di cose mondane, perché questo è un puro sport da
borghesi, e costa più soldi mantenere ed inviare una squadra di cavalli che mandare là
250 atleti (Applausi). Gli regaliamo alcuni sport perché sono da milionari; però abbiamo
gareggiato persino con vele piccoline.
Nel ciclismo, chi si portò via i primi posti? I professionisti del ciclismo, coloro che
partecipano alle gare europee, per soldi.
Hanno prostituito orribilmente lo sport; però, anche così, dobbiamo continuare lottando.
In molti sensi siamo più forti che mai, abbiamo 34 000 professori di educazione fisica e
di sport, e, il mese prossimo, si inaugurerà una scuola internazionale di educazione
fisica e sport (Applausi).
Non solo abbiamo istruttori; Cuba è il paese nel mondo che più collabora con lo sviluppo
dello sport del Terzo Mondo; è crescente il numero di istruttori assunti all'estero che
collaborano in paesi fratelli realizzando un eccellente lavoro; e continuiamo ricevendo
nuovi alunni e futuri istruttori. I nostri istruttori stanno formando atleti che competono
con i nostri, in leali combattimenti, e continueremo a farlo.
Cè da parlare sul tema dello sport, non è ora; nessuno si sconforti, perché le
prospettive sono maggiori e migliori che mai. Abbiamo il capitale umano necessario.
Ci hanno fatto molto male i tre o quattro combattimenti di pugilato che ci strapparono
spudoratamente, tre o quattro, non tutti. Bisognerà analizzare ognuna delle decisioni che
si presero, perché questa, perché altra; e ci sono evidenti errori, nessuno lo nega,
tutti devono essere analizzati. Ora non è il coltello quello che utilizzano contro i
nostri atleti della boxe, è il pugnale. Ho già detto che ho fatto mattina, come molti di
voi, più di una volta (davanti al televisore). Dormo meglio oggi perché non ci sono più
incontri di box alle 03:00 della mattina (Risate). Domani è altra cosa, perché domani è
ultimo incontro di box e quello che preoccupa è la mafia, e la mafia labbiamo
colpita, labbiamo accusata e continuiamo ad accusarla. Hanno desiderio di vendetta
contro noi (Applausi).
Perdemmo alcuni incontri, cè da chiedersi perché; altri ce li rubarono. Bisogna
prendere tutti questi video ed analizzarli con microscopio elettronico: ogni passo, ogni
colpo, ogni manovra, e discutere con tutti coloro che ci sarà da discutere, su quello che
è successo con questa questione.
La realtà è che ci toglieranno alcune medaglie doro, però è vero che i
combattimenti sono anche più duri. Ci furono prodezze come quella di Ivan Pedroso,
ammirabile (Applausi). Tutto il mondo sa che i suoi salti più lunghi non sono i primi
salti, mai gli ultimi, e ieri si trovava con le spalle al muro, 49 a 44, voglio dire, 8,44
di fronte a 8,49. Quello che ha fatto lo ha fatto nellultimo salto, quando ormai
quasi non cerano più speranze.
E di Ivan conosco più cose, so di più perché fui a vederlo allospedale più di
una volta, quando ebbe una tremenda rottura di uno dei muscoli essenziali per il salto, e
ci fu un terribile errore di un medico invanito e di un allenatore, io direi totalmente
irresponsabile. Sapete perché? Perché si misero a curarlo senza un esame profondo della
lesione, e quindi ritardarono di 11 giorni loperazione di Ivan Pedroso, 11giorni!,
quando i muscoli ormai si erano accorciati e contratti.
Fu operato allOspedale Frank País . Fu Alvarez Cambra chi realizzò la delicata
operazione; il danno che gli fece quella lesione fu tale, e tanti i giorni che si persero,
una cosa che avrebbe dovuto farsi immediatamente, che non potevo immaginarmi come sarebbe
ritornato a saltare.
Sapevo che pensava ai nove metri, sempre mi chiedevo: potrà,con quella terribile lesione,
raggiungerli? Se Ivan Pedroso non avesse avuto quella lesione, e se non lo avessero tenuto
tanto tempo senza trattarlo debitamente, già da un pezzo sarebbe arrivato ai nove metri.
Senza quella lesione, Ivan Pedroso salterebbe più di 9 metri, salterebbe 9,20, 9,25, non
si sa quello che avrebbe saltato, perché ha la volontà necessaria ed ha condizioni
eccezionali. Ieri notte lo dimostrò, ieri notte si comportò come un eroe di fronte a 100
000 spettatori, nel fare lultimo salto dove un semplice foul lo avrebbe buttato a
terra. Egli realizzò un salto di 8,80, per lo meno, però fu fuol; credo che questo fu il
secondo o il terzo salto. Il suo merito incredibile, è averlo raggiunto nel sesto salto,
sì, di fronte a 100 000 spettatori che appoggiavano il suo rivale, un atleta di casa.
Credo che è una delle grandi prodezze del nostro sport, e io l'apprezzo di più, nel
ricordo di quanto soffrì, e a causa di ciò appena poté partecipare ad Atlanta. Questo
è latleta che ieri diede la medaglia doro al nostro paese. Non scarto la
possibilità che un giorno si possa compiere il suo sogno dei nove metri.
Le ragazze del pallavolo si comportarono come vere campionesse: il quarto set era quasi 16
a 8; 16 a 9, sembrava insuperabile quella superiorità; la superarono e vinsero questo set
per andare al famoso time break, e vinsero.
Ci manca l'incontro di domani , bisogna confidare in loro.
Non bisogna applaudire i nostri atleti solo quando vengono con le medaglie doro;
bisogna riceverli con affetto fraterno, bisogna riceverli come quando ottengono una
vittoria. Essi non sono atleti professionisti, sono atleti che lottano per lonore
del nostro paese, come hanno fatto tante volte (Applausi prolungati).
Ormai 250 di loro, inclusi allenatori e personale ausiliare, sono in volo, si suppone che
saranno qui domani intorno alle 13:00, anche se ho inteso --e questo lo dico per i parenti
di Ivan, li vidi alla televisione-- che Ivan non viaggia in questo primo aereo; alcuni
attendono lì il secondo viaggio, poiché egli concluse la gara allalba, concluse
tardissimo. Questo è ciò che possiamo dire sullo sport.
Io sto parlando qui, senza compiere la mia parola, e dovuto ai temi trattati, da più di
due ore (Gli dicono qualcosa). Molte grazie, mi consola un poco questo, forse finirà
prima delle due (Risate), non prima delle 02:00 della notte, no; volevo dire prima delle
due ore (Risate), non spaventatevi (Applausi).
Vedo come applaudite questa promessa (Risate). No, è che i compagni che hanno preparato
la festa del CDR, vi stanno aspettando.
Avremmo voluto disporre del teatro Carlos Marx, non fu possibile. Abbiamo impegnato queste
capacità del Palazzo delle Convenzioni e alcune aree contigue a questa sala principale;
però ora viene un tema interessante, e io cercherò di concluderlo prima delle 24:00.
Sebbene per voi ormai sono quasi passate le 24 ore di anniversario, approfittiamo di
quello che ci resta del 28 (Applausi).
Voglio dirvi una cosa, forse la più seria che ho da dirvi, è che la Rivoluzione inizia
una nuova tappa. Abbiamo fatto molte cose, però la nostra Rivoluzione deve perfezionarsi,
il nostro lavoro deve perfezionarsi. Ho già spiegato il danno materiale e perfino il
danno morale che ci ha portato il periodo speciale, soprattutto quello che lo precedette;
però abbiamo saputo riprenderci, siamo stati capaci di raggiungerlo.
Il periodo speciale, inoltre, portò disuguaglianze, molte disuguaglianze, cose tristi,
cose dolorose, alle quali fummo costretti dalle circostanze. Questo fu il dolore morale
che abbiamo dovuto soffrire. Si crearono disuguaglianze nelle entrate, un numero di
persone che ricevevano rimesse di denaro dallestero e molti che non ricevevano
niente; le fabbriche restarono senza materia prima, nonostante ciò, nessun lavoratore si
trovò senza il minimo necessario per comprare qualcosa oltre a quello che riceveva con la
tessera di razionamento. Restammo senza autobus, e qui, allAvana, fu necessario
ricorrere alla bicicletta; anche le città allinterno dellisola restarono
senza autobus, fu necessario ricorrere allauto e allautista; sorsero infinità
di lavori per proprio conto, alcuni perfettamente logici, altri già non tanto logici
perché avevano dei prezzi abusivi.
Credetemi che risultava egualmente doloroso ricordare persone alle quali la Rivoluzione
diede la casa, tutte le abitazioni non erano uguali, alcuni risiedevano in modeste case o
appartamenti, altri in mansioni, perché erano quelle che restavano libere quando
partivano i più ricchi. Il turismo si sviluppa e con il turismo gli affitti di abitazioni
o di case che si pagano con valuta. No, non lo proibiremo, tutto il mondo stia tranquillo;
lunica cosa che abbiamo fatto è quella di regolare tali attività, chiedere che
paghino la loro piccola imposta, però che la paghino davvero; che adempiano le leggi, che
le adempiano veramente.
Oggi ci preoccupa che coloro che hanno più soldi perché cè gente che ha
abbastanza soldi--, restino con le migliori case di questo paese, per una via o per
laltra. Ci sono alcuni svergognati che ben conosciamo, che si dedicano a
"curare" anziani, che quando vedono che in una casa grande restano due anziani e
alcuno ammalato --io ho visto casi di questo tipo--, vengono, facendosi passare per dei
buoni samaritani, si fanno indispensabili e vanno e vengono indaffarati, lavano, aiutano,
fanno tutto e, quando muoiono i due anziani, restano con la casa, molte volte con delle
vere mansioni, e con tutto quello che hanno dentro.
Ho citato solo un piccolo esempio, potrei citarne altri: illegalità con le case,
movimento illecito di documenti, subornazione a funzionari coinvolti in affari di questo
tipo. Non crediate che ignoriamo, la lista può essere così (Indica), su tutte le
tecniche di corruzione o per corrompere --è già molto difficile che questo possa
accadere a partire da certi livelli, molto difficile!-- però a volte manca una lettera,
un documento, un cambio, e cè abbastanza rilassamento rispetto alla questione della
casa. Noi abbiamo il dovere di esigere che le leggi vengano rispettate, e se le leggi non
vengono rispettate, applicare sanzioni (Applausi). Se qualcuno ha un appartamento ed ha un
cugino, un parente, e se ne va di là e affitta il suo, che lo affitti, però deve
rispettare le norme legali stabilite.
Lo Stato avrà anche nel futuro tutte le condizioni adeguate, le case necessarie. Sono
venuti molti rappresentanti di aziende straniere, persone che hanno relazioni commerciali
con noi, e non si è potuto dare loro le case che richiedevano; molti di loro arrivano ed
affittano case private: Mille dollari? Mille dollari, e 1 000 dollari sono mille dollari!,
equivalenti a non meno di 20 000 pesos al mese.
Voglio dirvi una cosa: c'è e molta gente in questo paese, molta,
--quando dico questo non voglio dire che siano un milione, né 500 000, né 100 000,
neppure forse 10 000, già questo farebbe pensare--, un centinaio, forse un migliaio, che
con quello che guadagnano in un mese potrebbero pagare il salario dei 35 capi di organismi
centrali dello Stato. Il loro salario è di 450 pesos.
La gente ha la tendenza a pensare che i ministri vivono molto bene, questo è un riflesso
condizionato da molto tempo, non dico che stiano chiedendo lelemosina né che stiano
vivendo nella miseria; però noi abbiamo il diritto di conoscerli perché gli vediamo
molte volte. Bene, un ministro qui riceveva di fornirgli lalloggiamento per una
settimana di vacanze. Da due anni si decise non solo lalloggiamento, ma anche
lalimentazione per questa settimana di vacanze. Sapete perché? perché cerano
ministri a cui non bastava il denaro per pagare questa settimana di vacanze. E non sto
difendendo i ministri, perché quello che faccio è criticarli con tutta la frequenza che
posso; però , nellaltare della giustizia, devo dire questo, e lo cito come esempio.
Ci sono persone che incassano per un lavoro qualsiasi, 3 000 o 4 000 pesos in meno di una
settimana; ciò vuol dire che cè stato un abuso, e devo dirlo, in ciò che si
prende alle famiglie per alcuni servizi di privati. Che lo Stato non riscuota dai
contribuenti molto denaro, perché altrimenti gli cade tutto il mondo addosso, e perfino
con ragione, il nostro Stato non è qui per riscuotere troppo, sebbene non applaudano; il
nostro Stato deve mantenere un equilibrio finanziario, perché quando questo equilibrio si
ruppe nei primi anni del periodo speciale, per 1 dollaro si compravano 150 pesos, e oggi
per 1 dollaro si possono solo comperare 20, 21 o 22 pesos, è relativamente variabile
dentro uno stretto rango.
Cuba è lunico paese al mondo, lunico paese al mondo, ascoltatelo bene, che è
riuscito a valorizzare la sua moneta sette volte in quattro anni e mezzo e portare il peso
al livello che ha ora rispetto al dollaro. Bisogna mantenerlo, non possiamo cominciare a
spargere pesos per la strada e ritornare a cadere in un inondazione di pesos, perché al
lavoratore che mette via i suoi soldi, bisogna preservargli il valore della sua moneta e
il salario che gli paghiamo. Per questo, sebbene ci siano molte domande, si eleva il
salario selettivamente. I maestri rimasero anni senza un incremento, arrivò un momento in
cui ai maestri bisognava migliorare i salari allo stesso modo che in altri settori. Si
produsse il furto di professionisti, alluniversità fu necessario migliorargli i
salari, non molto, perché erano stati perfino ridotti. Ah! Perché viene il furto: la
tale impresa, perché il sistema imprenditoriale ha determinati vantaggi, sono imprese
statali, però ad alcuno di questi presidenti di imprese gli piace rubare lavoratori.
Esaminiamo recentemente i Joven Club (Scuola di informatica per bambini e giovani, N.d.T.
): dei circa duecento lavoratori che avevano al principio ce ne erano 10 che compivano 13
anni. È frequente che qualcuno formi un professore di informatica e venga un hotel, venga
la impresa X o la impresa Y e rubi il lavoratore. Per una questione di etica questo non si
può fare.
Già alluniversità gli stavano rubando i professori. Decidemmo un trattamento con
loro, perché noi non abbiamo licenziato un professore universitario nel periodo speciale;
al contrario aumenteremo il numero di lauree per altre ragioni, ed abbiamo questo corpo di
professori.
Perché possiamo fare una scuola latinoamericana di medicina? Perché abbiamo il corpo dei
professori. Fu necessario restaurare ledificio del MINFAR, che aveva ridotto le
spese ed il personale di difesa, e lì sta funzionando a piena capacità. Parlo di
unistituzione che gode ormai di un colossale prestigio nel mondo.
I nostri problemi non possiamo risolverli disperatamente retrocedendo dalle posizione che
abbiamo. Oggi ci sono molte famiglie che mettono via i soldi in banca e ricevono un
determinato interesse.
Oggi abbiamo tre tipi di monete: il nostro peso normale, un peso convertibile, che è
quello con cui si stimola determinati settori di lavoratori, più di un milione di
lavoratori hanno qualche stimolo in questa moneta, ed esiste il dollaro. Ci sono conti in
dollari, conti in pesos convertibili e conti in pesos normali. Cè tutta una
situazione creata nella ordine finanziario molto buona e che ci può aiutare molto, per
questo dico che non possiamo retrocedere in nessuno dei progressi raggiunti.
Noi conosciamo le opinioni su distinti temi, perché tutti i giorni raccogliamo migliaia
di opinioni spontanee. Usiamo questo termometro per misurare le più svariate opinioni,
alcuni criteri evidentemente sono errati, sbagliati, questo ci indica che bisogna spiegare
meglio alcune cose. Tutte le opinioni sono utili; a volte alcune sono di carattere
estremista, la minor parte, però non vi potete immaginare quanto è cambiato, quanto ha
imparato il nostro popolo in questi ultimi 10 mesi, è stato un apprendimento accelerato.
La battaglia del bimbo sequestrato e la battaglia per gli obiettivi di Baraguá hanno
elevato, in maniera notevole, le conoscenze del nostro popolo. Incluso vediamo le
inchieste su temi complicati: che cosa è la Banca Mondiale, che cosa è il Fondo
Monetario Internazionale, che cosa è la dollarizzazione, che cosa è questo, che cosa è
questaltro, temi complicati, nella misura in cui i nostri specialisti si sono via,
via abituati al fatto che non stavano parlando ad accademici, ma a tutta la popolazione,
si sono fatte più chiare le loro parole
Menziono questo per una semplice ragione: il nostro paese sta facendo un salto gigantesco
nel terreno delleducazione e della cultura, ed andrà più lento nel terreno
materiale.
Ascoltiamo opinioni, non crediate, su tribune aperte, tavole rotonde e molti altri temi.
Alcuni che perfino si impazientiscono perché non le possono vedere tutte e dicono:
"Fatelo due volte alla settimana o tre." Tutte le opinioni le raccogliamo,
migliaia, e dopo si fa una classifica delle opinioni raccolte, e quelle che sono le più
dure o le più critiche stanno nella prima posizione, nonostante siano tre. Se tre persone
in tre luoghi dicono qualcosa, sebbene sia una stravaganza, questa opinione viene
raccolta, a volte è una sola tra mille e si raccoglie.
Bisognerebbe essere in possesso di tutti gli elementi di giudizio e di tutti i dettagli
perché possiate avere unidea di quanto è avanzata leducazione generale e
leducazione politica della nostra popolazione, che già utilizza temi che molti
professionisti in altri paesi del mondo non adoperano. Posso dirvi, per altro, che quello
che abbiamo fatto nella educazione non è niente. E lo dico anche se, per esempio, ora che
abbiamo parlato di olimpiadi, qualche mese fa, i paesi di tutta la Conca dei Caraibi
portarono a termine unolimpiade di matematica, e in questa olimpiade Cuba, con una
medaglia doro ed una dargento, occupò il primo posto (Applausi).
Ho ricordato altre volte che in una ricerca dellUNESCO gli indici di conoscenza dei
nostri bimbi erano quasi il doppio dellAmerica Latina, questo non è difficile da
provare perché lo avete visto. Dalla stessa scuola di Los Palacios, da dove si portarono
via un alunno di 13 anni che quasi perde la vita, parlò un bimbo nella tribuna aperta, e
fece il suo discorso così brillante come tutti quelli che parlarono in quelle tribune.
Una professoressa di questa scuola fece un eccellente discorso. Ovunque succede la stessa
cosa.
Unaltra olimpiade --questa ebbe luogo mentre si effettuava quella di Sydney, tra il
16 e il 24 di settembre--, unolimpiade iberoamericana di matematica: i nostri alunni
erano presenti --arrivarono tardi per problemi di viaggio, biglietti aerei--, dovevano
fare una prova un giorno e laltro giorno laltra, in un solo giorno dovettero
fare le due prove e ottennero tre medaglie dargento (Applausi). Questa ebbe luogo in
Venezuela.
Lultima, in questi giorni --queste notizie sono arrivate ieri--,
unolimpiade di fisica in Spagna, dei paesi iberoamericani: i nostri giovani vinsero
due medaglie doro, una dargento e una di bronzo, con le quali occuparono il
primo luogo tra tutti i paesi partecipanti (Applausi). In modo che, al dire che in
educazione non abbiamo fatto niente, questo può servire per dare unidea di quello
che pensiamo che si possa fare in educazione, che è nelle nostre mani farlo, e che già
stiamo cominciando a farlo.
Se vogliamo avere un popolo veramente colto, sarà un popolo colto di massa. Diciamo,
prima veniva il Ministero dellEducazione e dava un seminario ai professori durante
la prima settimana di vacanze scolari; venivano in 300 e dopo questi andavano a dare i
seminari agli altri. In questo corso, nella prima settimana di vacanze scolari, faremo il
seminario, simultaneamente, a 200 000 maestri e professori. Vedete che salto: da un
seminario per 300 a fare un seminario simultaneamente a 200 000; inoltre, però ,
qualsiasi cittadino potrà vedere questo programma.
Attraverso i mezzi di massa quello che otterremo è, semplicemente, quello che si può
chiamare linfinito. Un équipe di professori, 10 o 12 possono impartire una materia
per gli alunni, in primo luogo, i maestri e tutta la popolazione che si interessa del
tema. Già nei primi giorni di ottobre comincia il primo corso, questo é destinato ai
giornalisti, ora è destinato a tutti i professori, gli alunni più bravi, perché , nei
televisori che ci sono nelle scuole, con le loro videocassette, ricevono un corso di
tecnica narrativa. Questo è utile, incluso, per colui che vuole scrivere una lettera. Io
lo raccomando a tutti coloro che possano ascoltarlo, e in particolare ai professori e
maestri. Questo occuperà 20 ore, e il materiale è scritto. Quelli a cui è diretto il
corso avranno il materiale, gli altri che vogliono seguirlo potranno comprarlo nei posti
di distribuzione della stampa. Cè qualcuno che crede che certe cose che si vendono,
si vendono caro. Alcuni hanno detto che la collezione dei supplementi delle tavole rotonde
era molto cara, si è venduta a 10 pesos. Ah, se la avessero comperata e conservata
sarebbe meno però voglio dirvi che 10 pesos non servono neanche per coprire i consumi
della carta di questa collezione. Lo avverto. Abbiamo ideato molte forme per stampare
libri a basso prezzo, e già in qualche comune del paese si può stampare un libro. Le
case della cultura hanno dei computer; non vi parlerò ora di questo, perché in qualche
momento si dovrà parlare di questo tema. Già abbiamo spiegato laltro giorno che
cosa stiamo facendo nellinformatica, questo è un lungo tema; però entriamo nella
era dellinformatica e dellinsegnamento generalizzato dellinformatica a 2
400 000 studenti, incluso primaria e prescolare, ai quali, in base a quanto si sa, si deve
insegnare, includendo giochi istruttivi e non semplicemente giochi di violenza che si
vendono come prodotti commerciali; saranno programmi selezionati, ricreativi, educativi.
Abbiamo inaugurato due scuole: una menzionata qui, della quale parlò un alunno, dei
ragazzi che si erano laureati e non raggiunsero matricola nella università. Fantastica
scuola di studi intensivi per un lavoro di enorme importanza! Non vi parlo di questo,
però vi voglio dire che si apre un mondo ed una prospettiva di vera giustizia per la
nostra società, dove cè tuttavia una emarginazione ereditata dal capitalismo. Non
è certo che ci sia uguali opportunità per tutti i bimbi in questo paese.
Credevamo che costruendo molte scuole, portando a termine certi programmi, investendo
nelleducazione unalta percentuale del nostro Prodotto Interno Lordo, che
sommata alla salute porta una cifra considerevole, avevamo creato possibilità per tutti
in modo uguale.
Stiamo approfondendo nello studio di una serie di aspetti che vanno dal delitto, le fonti
del delitto, fino alla emarginazione che esiste nella nostra società . Alcune sono
riferite ai problemi materiali delle case; però, nonostante questo, e nonostante che non
possiamo promettere che si vadano a incominciare a costruire tutte le case che necessita
il paese, vi posso assicurare che anche nelle condizioni attuali è molto quello che si
può fare per combattere lemarginazione e creare vera uguaglianza di opportunità.
Ho detto che alcune persone guadagnano al mese il sufficiente per pagare il salario di 35
membri del Consiglio dei Ministri. Quindi vi posso dire che ci sono persone tra questi che
hanno soldi, che hanno molte entrate diverse, lavoratori privati, padroni di questo e di
questaltro, quelli che affittano case in dollari --e riaffermo che non lo
proibiremo, no, no, non lo proibiremmo, nessuno si spaventi; sì, ho detto che andiamo ad
applicare la legge, e non così repentinamente, ma nella forma in cui noi sappiamo che si
devono applicare le leggi--, che pagano ad un maestro il doppio di quello che lo Stato
può pagare oggi ad un immenso collettivo di educatori, per dare alcune ore di ripetizione
al ragazzo, e quindi questo ragazzo è in vantaggio rispetto ad un figlio di una famiglia
operaia che vive per di là in un quartiere di questi dove vivono ammassate le famiglie.
Con questo rubano maestri e, inoltre, creano privilegi, perché, siccome tutte le opzioni
di studio si concedono secondo i voti e secondo gli esami, i bimbi che vivono in
condizioni demarginazione o non provengono da nuclei familiari con maggior cultura,
non hanno accesso alle stesse possibilità. Non voglio dire di più.
Dietro a questo cè un enorme mondo che siamo via, via venuti a scoprire e che
recentemente, nel mezzo della battaglia, abbiamo finito di scoprire, e che se, coscienti
di questo, non lo affrontiamo come bisogna affrontarlo --e credo che lo stiamo affrontando
bene--, noi non potremo chiamarci un paese socialista. Possiamo chiamarci paese socialista
per tutto quello che abbiamo fatto, mentre ignoravamo tutta la giustizia che tuttavia
manca.
Il periodo speciale creò molte più disuguaglianze e, di conseguenza, meno opportunità
per coloro che hanno meno entrate, e noi dobbiamo lottare perché ogni bimbo di questo
paese possa avere le stesse opportunità di superare la sesta classe, la scuola media, di
prendere un diploma, andare ad una scuola speciale, andare alluniversità, a quello
che sia (Applausi). Da tempo, coloro che hanno soldi non sono gli unici che approfittano
di queste possibilità. Contiamo su 700 000 professionisti, i professionisti hanno
uneducazione determinata, molto superiore di quella che possono avere famiglie che
vivono in aree emarginate; sebbene, in alcune di queste aree, abbiamo incontrato laureati.
Si è mobilitata una piccola truppa; dico piccola truppa perché in questo momento sono
600, niente di più, siamo sul punto di organizzare la seconda brigata di studenti
universitari vado veloce a raccontarvi questo-- per realizzare i sabati un lavoro di
grande importanza, perché dobbiamo ricercare molte cose di tipo sociale, per sviluppare,
anche se in mezzo alle disuguaglianze, un socialismo molto più giusto di quello che
abbiamo oggi, e vi assicuro che riusciremo a conseguirlo, perché impieghiamo in questo
lesperienza di molti anni, lesperienza cumulata in questi 40 anni.
Abbiamo detto che andiamo a risolvere il disastro della capitale. Quale è il disastro
della capitale, nel campo delleducazione? Che nelle prove che hanno fatto i centri
di ricerca, la capitale ha quasi la metà dei risultati che hanno gli alunni della
primaria di Santiago de Cuba, che sono circa lottanta percento, e allAvana
circa quaranta. Colpa dei maestri? No! In nessuna parte ci sono maestri più eroici --oso
a dirlo così--, sebbene tutto il paese è pieno di maestri eroici, perché quelli che
insegnano dove non arriva lelettricità, dove non arriva niente, sono eroi; però
maestri che qui devono insegnare a 40,a 42, 45 alunni cinque giorni alla settimana, e sono
a scuola dalle 07:00 fino alle 18:00, e poi devono andare alla propria casa e curare della
famiglia, e molte volte devono lavare, stirare, cucinare --questo tutti i giorni della
settimana, anche i sabati e le domeniche--; laureate che non hanno, in molte occasioni,
neanche una lavatrice, sono eroine. E dico eroine perché principalmente sono donne.
No, noi dobbiamo sapere tutto questo e dobbiamo cercare di alleviare questo onere docente
eccessivo; lo faremo con formule semplici. Dico che tra due anni non ci sarà aula con
più di 20 alunni nella città dellAvana (Applausi). Chiaro, quando viene il
sacrificio dei maestri, i primi che raccomandano ai figli che non studino pedagogia sono i
genitori, perché conoscono la tragedia in cui vivono.
Prima del periodo speciale avevamo anche un eccellente piano di costruzione di scuole,
stavamo già elaborando i progetti. Tre o quattro anni ancora, e quello che avremmo potuto
fare in materia di nuove costruzione di scuole sarebbe stato considerevole. Sappiamo in
che condizioni sono molte scuole nella capitale; ho visto aule che potrebbero sentire
invidia per la piccola aula in una casa di legno del Biran (zona delloriente di Cuba
dove è nato Fidel N.d.T.), dove fui per la prima volta a una scuola, che era come un
asilo, perché devono avermi messo lì quando avevo circa 3 anni; qui nella capitale
cè ammassamento, difficoltà in molte scuole, lo sappiamo. Andiamo a conoscerle
tutte, radiografia di una per una, e non con la promessa di restaurarle subito o
costruirne di nuove, perché non si devono creare aspettative; però sapere, sì, che cosa
sta succedendo e dove ci sono le situazioni più critiche, per intervenire.
E ho detto: un maestro per 20 alunni, Vi confesso che sto esagerando e che forse saranno
un po meno di 20 alunni, e questo lo possiamo assicurare.
Alcuni giorni fa abbiamo inaugurato una scuola di insegnamento intensivo, di emergenza;
una per gli assistenti sociali e laltra per formare maestri; stanno funzionando
eccezionalmente bene, e dobbiamo inaugurarne alcune in più in altre materie.
Lesperienza di molti anni ci insegna come risolvere grandi problemi con molte poche
risorse.
Forse ci siamo dimenticati che, quando centomila studenti finivano lelementare ogni
anno, non cerano né scuole, né maestri per la scuola media e fummo costretti a
costruirle e a formare un distaccamento pedagogico perché andassero a studiare ed ad
insegnare? Grazie a questo abbiamo i 700 000 professionisti universitari. Come possiamo
ora affogarci in un bicchiere dacqua. Come possiamo permettere che nella nostra
capitale, dove ci sono più problemi, più difficoltà e problemi sociali di ogni tipo,
non ci sia vocazione per linsegnamento.
Questo è logico, a parte che ci sono molte più scelte, perché si parla di turismo, ed
alzano la mano in 100; si parla di maestri ed alzano la mano in tre o quattro. Abbiamo
già 14 scuole prepedagogiche per la città Avana per promuovere la vocazione.
Bisogna risolvere questo problema. Ovviamente, questa non è la situazione nel resto del
paese.
Non voglio dilungarmi in dettagli, preferisco che si parli delle cose che si stanno
facendo, via che si stanno facendo; però vi dico che per la nostra Rivoluzione si apre un
mondo, ed andiamo a moltiplicare, senza uno sforzo straordinario ed ad un costo
insignificante, il lavoro educativo. In questo ed in altre cose.
Non dico di più. Andiamo a moltiplicare le conoscenze della nostra popolazione, e già
vedrete. A novembre incominciano i corsi di spagnolo e due frequenze settimanali di
inglese, e poi di una terza lingua, sono tre; però, ben conosciuti e necessari e tra le
altre lingue lo spagnolo, necessario conoscere bene la grammatica dello spagnolo. Se io
faccio ad alcuno di voi un esame, sicuramente non vi ricorderete il 90 % di alcuni
concetti che avete appreso nellelementare; non lo faccio perché sono vostro amico
(Risate), lo ho fatto a laureati universitari.
Andiamo a moltiplicare le conoscenze e la cultura della nostra popolazione, andiamo a
moltiplicare le ricchezze spirituali ad un ritmo come giammai si è fatto nella storia di
nessun paese. E non perché siamo i migliori, ma perché a forza di lottare e lottare e di
voler perfezionare le cose, abbiamo scoperto possibilità.
Andiamo a sviluppare un socialismo molto più giusto; andiamo a garantire le
possibilità che tutti i bimbi che nascano in questo paese, qualunque sia il livello
culturale del nucleo familiare, qualunque sia il luogo dove viva, qualunque sia
lemarginazione che patisca, abbiano tutti, assolutamente tutti, le stesse
possibilità. E questo è nelle nostre mani, abbiamo tutta la forza per raggiungerlo.
Questo lo dico oggi in questo 40 anniversario, Contino lo dico a voi quelli dei Comitati
di Difesa; lo dico con più convinzione di quella che espresse Neruda nella sua poesia, lo
dico con una totale sicurezza, e mi responsabilizzo con quello che sto dicendo (Applausi).
È per questo che si apre una tappa trascendentale, e queste possibilità le abbiamo
guadagnate lottando, resistendo, combattendo.
Il privilegio è quello di avere un popolo con un tale livello di conoscenza e di cultura
che sarà garantito il suo futuro politico per sempre. Vogliamo un popolo di milioni di
teste pensanti ed una rivoluzione che abbia una polizza assicurativa di garanzia totale
perché una rivoluzione non possa essere distrutta da 1, né da 2, né da 10, né da 100,
né da 1000, né da 100 000; perché, a partire dallesperienza storica, è chiaro,
chiaro, chiaro, che deve essere la coscienza della nazione quella che oggi, domani e
sempre comandi e decida.
Tale è la fede che abbiamo nella giustizia di una rivoluzione, tale è la fede che
abbiamo in quello che si può fare con lessere umano, ed è perciò che non ho il
benché minimo dubbio che lo conseguiremo. Ma non sarà solo per il benessere degli 11
milioni di cittadini di questo paese, vi assicuro che quello che oggi fa il nostro paese
può essere per il benessere e comincia ad essere per il benessere di centomila persone
nel mondo.
Martí disse: "Patria è umanità", una delle cose più belle e più profonde
che qualcuno abbia mai detto. Patria è umanità vuol dire difendere questa Rivoluzione,
la più giusta, la più umana, la più pulita, quella che ha più morale, perché in 40
anni non è stata una rivoluzione di ladri, una rivoluzione che cambia bandiera, né una
rivoluzione di corrotti, né una rivoluzione di traditori, bensì ognuno di noi che sta in
questa Rivoluzione, alcuni da più tempo di altri, e quelli che ci seguono, saranno una
garanzia di questa linea che abbiamo seguito per 40 anni.
Il prestigio di questi 40 anni di lotta è qualcosa già indistruttibile, ve lo posso
assicurare, è, inoltre, crescente, così come la forza di cui disponiamo per difenderci,
i mezzi, le idee che stiamo difendendo. E già non sono idee per noi, abbiamo fatto una
promessa: scuole di un tipo o altro per il nostro paese e per cooperare con altri in
questioni vitali. Nessuno creda che il paese sia in rovina, vi avverto di questo --abbiamo
imparato a fare le cose con un minimo di spesa--, perché gli edifici già cerano, i
professori già cerano, gli altri lavoratori già cerano. Se vedeste le altre
spese, che abbiamo calcolato esattamente, vi dico che, per quanto minimi sono,
stupirebbero la nostra popolazione.
Disponiamo abbondantemente di qualcosa che si chiama capitale umano, nessun popolo ha
avuto capitale umano nella misura in cui lo abbiamo noi oggi. In questo periodo speciale,
nonostante la riduzione degli alimenti che abbiamo ricevuto, abbiamo incrementato tutti
gli anni le donazioni di sangue, oggi che è più difficile, oggi che è molto più
importante.
Per conseguire sangue, paesi ricchissimi, non hanno altra maniera che comprarlo a
qualunque prezzo, perché con la diffusione di nuove malattie come lAIDS, o vecchie
come lepatite e altre, che si trasmettono attraverso il sangue, hanno fatto sì che
oggi il sangue non si sa quello che vale. E cè un paese che non deve pagare né un
centesimo per il sangue di nessuno, è il sangue generoso, il sangue solidale di questi
cento mila compatrioti che vanno a donarlo.
Questo non è nuovo, non si è detto qui, per esempio, che quando il terremoto nel Perù,
nellanno 1970, in 10 giorni si raccolsero circa 105 000 donazioni di sangue
(Applausi). Cercate un altro popolo che abbia fatto questo, e sto parlando di una
coscienza di trenta anni fa, e labbiamo data più di una volta. Labbiamo data
per lIran, labbiamo data per lArmenia quando ci furono i terremoti
Abbiamo trasformato un accampamento per pioneros in un centro per i bambini di Chernobyl,
da dove sono passati 15 000 adolescenti e bambini, e se non è stato utilizzato in tutta
la sua capacità non è per colpa nostra, senza chiedere un centesimo. È che abbiamo i
medici, abbiamo i lavoratori, abbiamo il capitale umano per fare questo.
Abbiamo parlato nelle Nazioni Unite della necessità di salvare intere nazioni, di salvare
un emisfero, ed abbiamo richiesto, o abbiamo appellato --usiamo una parola più
diplomatica-- ai paesi ricchi ed industrializzati perché apportino le medicine, che noi
possiamo creare le infrastrutture per distribuirle, per applicare, perché i
rappresentanti dei paesi dellAfrica in una riunione svoltasi a Durban varie
settimane fa, quando i ricchi capitalisti, terrorizzati con quello che può succedere in
questo continente con lAIDS, incominciarono a parlare di trattative con le
multinazionali perché riducessero il prezzo delle medicine, che oggi costano 10 000
dollari per individuo allanno, solo perché sopravviva, e quelli parlavano di
abbassarli ai suoi costi reali, che è circa 1000 dollari, gli africani dissero:
"Anche se ce le dessero gratis non abbiamo le infrastrutture per applicarle."
Questa infrastruttura è fondamentalmente di carattere umano.
Ho potuto dir loro: "Cuba può creare questa infrastruttura in un anno", e vi
dico che esageravo, perché possiamo crearla in meno tempo. Abbiamo il capitale umano per
questo; USA ed Europa, insieme, non hanno il capitale umano per creare tale
infrastruttura, e noi possiamo farlo con meno del 10% del capitale umano di cui disponiamo
nel campo della sanità. No! Che dico? Sto esagerando: con appena il 6% del capitale umano
di cui disponiamo. Loro, insieme, questi paesi industrializzati, non dispongono di questo
capitale umano di cui un solo piccolino paese bloccato, dispone per farlo (Applausi).
Questa è opera di 40 anni di Rivoluzione, questa è la vostra opera
Doveva arrivare il giorno in cui dicessimo: Cuba può aiutare il mondo. E qui non stiamo
già parlando di salvare 100 bambini, stiamo parlando di salvare intere nazioni
condannate, matematicamente, a scomparire, di un intero emisfero matematicamente
condannato a scomparire. È quasi tardi per incominciare a farlo.
Questo ebbe una grande accoglienza negli Stati Uniti. Lì abbiamo potuto ripetere agli
amici del Caucus Negro, che rappresentano 35 milioni di afronordamericani, poiché alcuni
di loro ci avevano spiegato che nei loro distretti non avevano medici, che noi possiamo
inviargli un certo numero di medici. E in più, che possiamo ricevere un certo numero di
studenti di questi distretti perché possano studiare nel nostro paese.
Ricevettero questa proposta, realmente, con impressionante interesse. Se chiedono di
inviare qualche medico in qualche luogo di questi, perché lo sollecitano, le autorità di
questo paese, avranno la morale di proibirlo quando stanno inviando inviti per il
sorteggio ai medici che si trovano nello Zimbabwe, un paese che è rimasto quasi senza
medici e dove gli indici di determinate malattie sono altissimi? Stanno mandando inviti
sì per il sorteggio, perché disertino, potranno proibirci che inviamo medici ad alcuni
distretti neri degli Stati Uniti? Avevo detto loro: "È che voi siete il Terzo Mondo
degli Stati Uniti". E offrimmo borse di studio, 250 borse di studio annuali per
giovani dei distretti di questi legislatori per studiare a Cuba una laurea universitaria
che costa negli Stati Uniti, 200 000 dollari.
Ora vedremo chi è che sta difendendo le idee più giuste, entreremo nella profonda
analisi di tutto.
Vi ho citato uno tra le centinaia, le migliaia di esempi. Per le minoranze indigene, le
minoranze ispaniche che si trovano lì abbiamo offerto, attraverso la delegazione
parlamentaria cubana, presieduta da Saez, il Primo segretario del Partito nella Provincia
dellAvana che visitò gli Stati Uniti invitata dai legislatori neri, perfino 250
borse di studio in più. Lì trattarono con grande gentilezza la nostra delegazione. Non
autorizzarono Alarcon, però dissero di sì agli altri, e furono gli altri --arrivarono un
poco tardi--, è impressionante quello che raccontano del loro incontro con i legislatori
del Caucus Negro, come li chiamano, che sono 38 membri del Congresso degli Stati Uniti; le
gentilezze che ebbero nei loro confronti, la familiarità con cui vennero trattati in una
cena di 5 000 commensali.
Ah! perché il nostro paese può fare questo oggi? Perché in questi anni di periodo
speciale e come eredità di quello che abbiamo, delle 21 facoltà di medicina create dalla
Rivoluzione, incorporiamo nelle nostre comunità 30 000 medici in questi 10 anni di
periodo speciale. Riducemmo gli ingressi in questa laurea universitaria ed ora
questanno stiamo facendo entrare 2 750 alunni cubani, e 3 000 il prossimo anno, non
ne servono di più. Il nostro paese, però, conta oggi su risorse umane, su capitale umano
per prestare grandi servizi al mondo, e non solo lo presta, di fatto, inviando tante
persone o laureando tanti studenti, lo fa con il suo esempio. Come può un paese con un
blocco che dura da 40 anni, incalzato per 40 anni, sottomesso a un doppio blocco per 10
anni, affermare quello che sto affermando oggi qui a voi? Il nostro compito non sarà
vedere, come il giorno della nascita dei Comitati di Difesa della Rivoluzione, che cosa
stava facendo un verme terrorista, sebbene non è questo né molto meno quello che voi
avete fatto; a partire dalla prima tappa voi vi siete dedicati a lavorare al servizio
della popolazione. Ci sarebbe da fare un calcolo delle decine o delle centinaia di
migliaia di vite che i Comitati della Difesa della Rivoluzione hanno salvato,
semplicemente con il programma delle donazioni del sangue, e questi sì che sono diritti
umani! (Applausi).Potrei chiedere quale cittadino avete assassinato voi, o la Federazione
delle Donne Cubane o altre organizzazioni di massa, o i giovani comunisti, o gli studenti;
quale cittadino è stato assassinato dalle nostre Forze Armate Rivoluzionarie; quale
cittadino è stato assassinato da un nostro combattente del Ministero degli interni, e
nessuno potrebbe incontrarne uno solo in 40 anni di lotta, di persecuzione e di blocco, un
paese che ha lottato qui e fuori dalle sue frontiere. Provate a cercare un soldato
razzista sudafricano prigioniero, assassinato da un combattente internazionalista cubano,
lì o in qualsiasi posto dove sono stati, in qualunque dei paesi che hanno aiutato, in
quel emisfero o in altre parti --questo non si potrà mai dire di un combattente cubano,
di un rivoluzionario cubano, in 40 anni che non sono quattro giorni, né quattro anni, né
quattro mesi, ma 40 volte un anno; e in questo periodo provate a cercare quello che fecero
quelli allenati dallimpero--, e vedrete gli anni che ha durato la Rivoluzione Cubana
senza un solo torturato. Lo dico e lo ripeto cento volte. È molto difficile che noi non
ci Rendiamo conto se un cittadino viene torturato. Giammai! Qui non cè uno che
abbia sentito questa parola. Per questo molte volte diciamo: "Parlate con il popolo e
chiedeteglielo." Questo è quello che ci da morale, autorità. Che non vale niente,
quando in luoghi come Argentina, ci furono 30000 desaparecidos, 3 000 assassinati in Cile,
più di 100 000 in Guatemala, decine di migliaia in altre parti, non si sa quanti morti o
desaparecidos. Marx disse che il capitalismo venne al mondo grondando sangue dalla testa
ai piedi. La storia dellimperialismo in tutto il mondo, in Viet Nam, in Angola
quando armarono le truppe al servizio dellapartheid; quando, sapendo che il
Sudafrica aveva sette armi nucleari, nutrirono nel proprio animo che fossero lanciate
contro di noi durante quei giorni in cui avanzavamo in direzione della Namibia, quando si
decisero problemi trascendentali dellAfrica, dimostrano il carattere crudele,
ipocrita e sanguinario dellimperialismo in qualunque parte del mondo.
Che morale ha lImpero? Non esiste morale, esiste la menzogna, unicamente ed
esclusivamente la menzogna, perché lingiustizia ed il crimine si possono solo
edificare sulla menzogna. Per assassinare 4 milioni di vietnamiti dovevano dire al popolo
nordamericano che era per salvare la sicurezza degli Stati Uniti e per salvare la pace nel
mondo; e quello che volevano i vietnamiti era governare il proprio paese, non essere una
colonia, produrre riso e alimento per il proprio popolo, essere indipendenti. Un giorno il
popolo nordamericano scoprì la verità ed attuò in modo decisivo contro quel mostruoso
crimine. La morale della nostra Rivoluzione, per la sua condotta, è insindacabile, molto
alta, molto forte, e noi lo percepiamo, perché siamo in contatto con molte persone nel
mondo.
Molti di coloro che credevano che questa Rivoluzione sarebbe scomparsa nel giro di pochi
giorni, oggi ammirano più straordinariamente la Rivoluzione, che non fu solo capace di
resistere, ma fu capace di fare lopera che ha fatto. E nessuno ci potrà accusare di
sciovinismo, perché un vero internazionalista non è mai uno sciovinista. Coloro che
lavorano per il mondo giammai potranno essere accusati di essere sciovinisti.
Sentire orgoglio per un popolo che ha realizzato questa prodezza non è sciovinismo, è il
giusto e meritato riconoscimento. Queste non sono state autolusinghe per noi. Noi cubani
siamo cittadini privilegiati che abbiamo avuto lopportunità di fare alcune cose, di
contribuire ad un processo rivoluzionario, non abbiamo detto una sola parola per
guadagnare la gloria per nessuno di noi. Quello che ho detto, e quello che ripeto e
ripeterò è per la meritata gloria del nostro popolo.
Patria o Morte
Vinceremo! (Ovazioni)