Discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica di Cuba, Fidel Castro Ruz, nell’ atto commemorativo del 40º anniversario della fondazione dell’Istituto di Scienze Basiche e Precliniche .

Professori, ricercatori e studenti:
Illustri invitati:
Un giorno come oggi, il 17 ottobre, 40 anni, e cinque giorni prima che scoppiasse la crisi del 1962, sulla quale molto si è meditato e analizzato in questi giorni, ebbe luogo quell’atto. Fu sul punto di accadere per prodursi un olocausto nucleare.
Era trascorso esattamente un anno e mezzo dall’invasione mercenaria alla Baia dei Porci e 10 mesi da quando finì la grandissima prodezza della Campagna di Alfabetizzazione. Più di 2.000 medici, e la maggior parte dei professori di Medicina, avevano abbandonato il paese. Bisognava compensare quelle perdite e formare con urgenza coloro che erano necessari all’ambizioso programma rivoluzionario della sanità pubblica. Parte di quello sforzo si era indirizzato alla fondazione di un importante Istituto di Scienze Basiche, per accelerare il processo di preparazione e laurea di medici con la qualità rivoluzionaria e con i conoscimenti richiesti. In poche settimane si creò quest’istituto in una grande edificazione, che era stata la sede di una delle più importanti istituzioni dell’alta borghesia, gran parte di questa residente ormai negli Stati Uniti.
Le fu dato il nome di "Victoria de Girón", in onore dell’ eroica in questo modo vittoria dei nostri combattenti in quell’epica battaglia.
Per le speciali circostanze di quel momento e per l’importanza dell’Istituto di Scienze Basiche e Precliniche "Victoria de Girón" nell’ulteriore evoluzione della medicina cubana, mi è sembrato opportuno ricordare oggi alcune delle idee che esposi quel giorno e con le stesse parole utilizzate. Per la loro validità, gli dedicherò una parte importante del mio intervento.
In modo del tutto casuale incominciai a parlare del settore dell’infermeria:
Dissi: "Noi credevamo che in questa riunione della famiglia medica dovevano essere presenti gli studenti di medicina. Abbiamo visto che sono anche presenti le ragazze della Scuole di Infermieristica. E ne siamo molto contenti, perché, quando si parlava di tutti i problemi della medicina e dei medici, ci dimenticavamo delle infermiere. Quando si parlava delle associazioni studentesche, ci dimenticavamo delle Scuole di Infermieristica. Le infermiere costituiscono una parte importante, fondamentale, di tutto il lavoro medico, e alla Rivoluzione interessa moltissimo formare infermiere rivoluzionarie. Guardate quale entusiasmo hanno!
"La questione della sanità è uno dei problemi più sensibili con cui i nostri nemici cercarono di ferire il nostro popolo. È logico che noi cubani aspiriamo a far sì che la mortalità infantile si riduca; a far sì che l’aspettativa di vita di ogni cittadino si allunghi; a combattere contro le malattie, a combattere contro la morte. Non può esistere aspirazione più legittima di questa e, si potrebbe aggiungere, più sacra di questa.
"Gente senza scrupoli cercarono di ferire il nostro popolo in questo ambito. Cercarono di privare il nostro paese delle risorse per lottare contro la malattia, per salvare migliaia, decine di migliaia, centinai di migliaia di vite, soprattutto vite di bambini. In che modo cercarono di fare questo? Portandoci via i medici.
"Quando ci attaccarono nella Baia dei Porci, l’intenzione era quella di appropriarsi di un pezzo del territorio, e da li cominciare a bombardare ogni giorno e ogni notte, sottoponendo il nostro paese ad una guerra di logoramento che avrebbe costato centinaia di migliaia di vite. Nonostante tutto questo, una delle azioni più vigliacche che l’imperialismo abbia realizzato contro il nostro paese, è stata la politica di corrompere medici e di cercare di ottenere l’esodo di medici verso gli Stai Uniti; privando il nostro paese del personale tecnico qualificato per curare i malati. Ed effettivamente riuscì a portarsi via un certo numero di medici.
"Loro sapevano bene che stavano danneggiando non noi bensì il nostro popolo. Ci doleva profondamente il danno crudele che stavano perpetrando al nostro popolo con questa politica. Noi sappiamo quale ansia, quale ossessione hanno i settori poveri per il medico; ringraziano i contadini quanto il servizio medico rurale, le medicine che gli inviamo, gli ospedali che gli abbiamo costruito.
"Una delle cose in cui si ha fatto sentire il peso della Rivoluzione, è il settore della sanità. Nel nostro paese c’erano soltanto 9.000 posti letto in ospedali dello Stato.
"Tutti sanno bene in che modo venivano curati negli ospedali i malati, che molte volte erano costretti a dormire sul pavimento; tutti conoscono bene lo stato di povertà e di squallore di in molti ospedali.
"Tutti sanno bene che nelle nostre campagne non ci andava mai un solo medico; tutti sanno bene che la popolazione rurale era abbandonata; tutti sanno bene che un contadino, per poter veder un medico, doveva vendere un maialino, mezza dozzina di galline, insomma qualunque cosa per poter essere da questi curato.
"Quando il nostro popolo non aveva assistenza medica, loro non si preoccupavano di portare via, negli Stati Uniti i medici; era loro indifferente. Quando il nostro paese iniziò uno straordinario programma di assistenza medica, che portò da 21 a 103 i milioni di pesos destinati ai fondi destinati alla sanità pubblica, solo allora sì preoccuparono per cercare di privare il nostro popolo dei medici.
"Naturalmente i medici che si portarono via non erano né agnellini né santi. Per potersi laureare, gli studenti dovevano fare – soprattutto gli studenti del resto del paese – una fatica enorme, e poi non trovavano impiego da nessuna parte. I medici si concetravano nella capitale. Si poteva ritenere davvero fortunato quel medico che, laureatosi da poco, trovava un posto nel Comune, in un ospedale, e veniva pagato 100 pesos, o 120, qualunque cifra insomma per poter lavorare.
"Quando un medico nella società di classi che avevamo, nella società sfruttatrice in cui vivevamo, si convertiva in un riconosciuto professionista e diventava famoso, il popolo non poteva più contare su di lui, con alcune eccezioni; perché naturalmente ci sono sempre delle eccezioni. Ormai era il medico dei più ricchi. Ed ad un uomo umile del popolo, risultava davvero difficile usufruire dei suoi servizi.
"Molti di quei medici erano i medici dei padroni dei zuccherifici, dei miliardari, e quando se ne andarono i miliardari, ne sentirono la nostalgia e partirono anche essi.
"Indipendentemente dal fatto che molti di quei medici che furono sedotti per andare negli Stati Uniti furono poi costretti a lavare i piatti, a manovrare ascensori e a realizzare altri compiti simili; indipendentemente da questo, non c’è ombra di dubbio che il comportamento di quei i medici che se ne andarono, fu propio immorale. Questo è un crimine contro il popolo, contro il malato, contro l’infelice, contro colui che soffre.
"Con chi dobbiamo risolvere i problemi? Prima di tutto con i medici buoni. Perché è giusto segnalare che sebbene ci sono stati dei medici corrotti, vigliacchi e mercenari, ci sono stati molti, ma veramente molti medici buoni, coscienti, umani, che interpretavano la loro professione come si deve.
"Alcuni fecero il giuramento di Ippocrate e altri fecero il giuramento dell’ipocrita. Coloro che fecero il vero giuramento e che interpretarono la loro missione come una missione sacra, questi non abbandonarono ne abbandoneranno mai il propio paese. È con loro che dobbiamo risolvere il problema.
"Gli uomini che, in mezzo ad una società di corruzione e di egoismo restarono puri, possono servire da seme e da maestri.
"Che cosa rappresentano quelli che se ne sono andati? Parlando in termini medici, è l’escrezione di un tumore.
"Gli imperialisti cercano di fare propaganda con coloro che se ne sono andati. Ciò equivale a fare propaganda con il pus, perché coloro che se ne sono andati rappresentano il pus della società cubana, quando la Rivoluzione schiacciò questa società di classi.
"Lo spirito piccolo borghese, flaccido, vacillante dei primi tempi, non si vede da nessuna parte.
"Che cosa dobbiamo fare? Continuare ad andare avanti, e risolvere i problemi per sempre.
"Cos’è che compensa il nostro popolo, cos’è che compensa i nostri sentimenti di rivoluzionari, della ripugnanza e dello schifo per i traditori ed i disertori? Questo: questa nuova massa, questo contingente che inizia a studiare, e la massa attuale degli studenti universitari abbastanza depurata.
"Posso dire, e lo posso assicurare, che il nostro paese conta oggi nella Scuola di Medicina su una formidabile massa di buoni studenti e di studenti rivoluzionari.
"E già da ora su che cosa si può contare? Possiamo contare su varie centinaia di magnifici compagni che si laureeranno ogni anno, e che andranno a rafforzare il contingente di medici rivoluzionari che apporteranno al paese una nuova mentalità, una nuova concezione della funzione del medico; funzione che il popolo deve avere nella più alta stima, come quella del maestro. È chiaro che i medici cattivi cospirano contro il buon concetto che il popolo deve avere del medico.
"Questa massa significherà un apporto anno dopo anno e una coscienza ferma, pulita, di medici che lavorino.
"Questo contingente creerà uno spirito che si opporrà allo spirito egoista, o ai resti dello spirito egoista, accomodaticcio; questo spirito che tende a corrompere lo studente, perfino lo studente!
"Ormai il nostro popolo può avere la sicurezza che tutti i giovani che stanno studiando nella Facoltà di Medicina lo stanno facendo a tempo pieno, e che stiamo creando, stiamo formando medici molto più preparati, in quantità massice. E capiamo che questo è un dovere che la Rivoluzione ha nei confronti del popolo.
"Dunque: la soluzione definitiva del problema era in questa? Niente affatto! Per esempio, c’è una circostanza che è la seguente: i medici si ammucchiavano all’Avana. Quella società concentrò i medici all’Avana, e da lì non volevano andarsene. Però, a Miami sì; nella Sierra Maestra no! E molti di loro accettavano con gioia di partire all’estero piuttosto che andare a servire il loro popolo.
"I problemi non si risolvevano nemmeno con queste misure. Dove si trova la vera e definitiva soluzione al problema? Guardando verso il futuro, l’unica, la vera, la definitiva soluzione, è la formazione massiccia di medici. La Rivoluzione ha oggi le forze, le risorse, l’organizzazione, gli uomini – uomini! – che è la cosa più importante – per iniziare un piano di formazione di medici nelle quantità che siano necessarie. E saranno non solo tanti, ma soprattutto bravi; e non solo bravi come medici, ma bravi anche come uomini, donne, come patrioti e come rivoluzionari.
"E chi dice che la Rivoluzione non può fare questo? Lo stiamo già facendo! E la prova è questa manifestazione.
"È chiaro che per entrare all’Università, bisogna per lo meno essere diplomati. Che cosa si è fatto? Si è deciso di accettare come studenti di medicina sia diplomati in scienze che in lettere, dopo un piccolo corso che inizierà domani.
"In virtù di ciò" – continuavo a dire quella sera di 40 anni fa – "ormai entrano in questo istituto di Scienze Basiche circa 800 studenti; e all’Università di Oriente, (da poco creata) 240, con un totale oltre di 1.000, più di mille che iniziano a studiare! Tutti ciò quest’anno.
"Però, al tempo stesso, in questo Istituto iniziano un corso di 15 mesi 1.300 studenti diplomati che, insieme ai neo diplomati, faranno sì che l’anno prossimo, tenendo conto di quelli che non superano gli esami, comincino a studiare all’Università 1250 studenti.
"Al tempo stesso, quest’anno, per lo meno 2.500 giovani della suola media inferiore inizieranno un corso pre universitario speciale di due anni, per entrare , subito dopo, nella scuola di Medicina.
"E dopo? Dopo sarà ormai un fiume di studenti di medicina: 1.000 quest’anno, che inizieranno i loro studi nel 1963; 1.250 che cominceranno nel 1964; 2.500 che lo faranno nel 1965 e, naturalmente, visto che la Rivoluzione non ha lavorato invano, la Rivoluzione continuerà a fare ciò poiché dispone di enormi contingenti di borsisti, dove può scegliere gli studenti per la loro vocazione e per la loro capacità, perché la Rivoluzione sta facendo un’opera educativa fin dall’ inizio. Bisogna considerare che, quando la Rivoluzione arrivò al potere, stavano studiando nelle scuole medie inferiori circa 120.000, e che adesso sono circa 250.000. Sono cifre, sono fatti e sono il frutto della stessa opera della Rivoluzione. E adesso dobbiamo organizzare corsi speciali, però a partire dal 1965 coloro che potranno studiare medicina saranno talmente tanti che non potranno starci né qui né in un altro edificio come questo. Questa è la soluzione, l’unica e definitiva soluzione!
"Non è solo questo; possiamo fare ancora qualcosa di più – anche se avrebbe un carattere più che altro simbolico– per aiutare altri paesi.
"Per esempio abbiamo il caso dell’Algeria. In Algeria la maggior parte dei medici erano francesi, e molti se ne sono andati. Con 4 milioni di abitanti in più di Cuba, là dove il periodo coloniale ha lasciato un gran numero di malattie, dispongono di meno della terza parte dei medici che noi abbiamo. Nella sfera della salute si trovano in una situazione veramente tragica. E per questo che noi, conversando oggi con gli studenti, gli abbiamo detto che servono 50 medici volontari. E siamo sicuri che questi volontari non mancheranno. Cinquanta, niente di più. Siamo sicuri che i volontari saranno di più come espressione dello spirito di solidarietà del nostro popolo verso un popolo amico che sta peggio di noi.
"Oggi possiamo mandarne 50; fra 8 o 10 anni non si sa quanti, e così potremo dare un aiuto ai popoli nostri fratelli. Perché ogni anno che passa, avremo più medici, e ogni anno che passa avremo più studenti che entreranno nella Scuola di Medicina; perché la Rivoluzione ha il diritto di raccogliere ciò che semina, ed ha il diritto di raccogliere i frutti che ha seminato.
"E molto presto il nostro paese – possiamo proclamarlo qui con orgoglio – avrà il maggior numero di medici per abitante, di qualunque altro paese dell’America Latina; e le nostre università cresceranno, e gli studenti nelle nostre università si conteranno a decine e decine di migliaia, e i nostri corpi di professori saranno sempre più preparati. Gli anni passano, e passano velocemente, e lo sforzo della Rivoluzione si vede.
"Abbiamo detto anni, però sono anni che passeranno presto e ci permetteranno di vedere questo quadro di 40.000 o 50.000 studenti universitari e di migliaia e decine di migliaia di giovani laureati, perché la Rivoluzione può farlo, perché la Rivoluzione e solo la Rivoluzione è quella che può realizzare queste prodezze; ed è un popolo rivoluzionario e solo un popolo rivoluzionario l’unico in grado di portare avanti simili compiti.
"Oggi è un giorno di intima gioia, perché la Rivoluzione non si limita ad esporre idee, bensì a realizzarle; la Rivoluzione non è teoria, è soprattutto fatti. E tutto quanto la Rivoluzione si è proposto, lo ha raggiunto; tutto quanto la Rivoluzione ha iniziato, lo ha poi portato avanti. Questo è il risultato dell’ idea trasformata in realtà, dell’opera intrapresa che è stata portata avanti; ragione per essere ottimisti; ragione per credere sempre di più nel dinamismo di una Rivoluzione e nella capacità creatrice del nostro popolo.
"Sappiamo ciò che significa, sappiamo che con questo ci difendiamo dai colpi più bassi del nemico nel settore più sensibile per il nostro popolo, sappiamo che questo significa salvare per la patria centinaia di migliaia di bambini, significa salute per il nostro popolo, significa alzare l’aspettativa di vita di ogni cittadino della nostra patria, significa la creazione delle condizioni non solo per combattere le malattie, bensì per prevenirle. Perché nel futuro avremo ogni giorno più medici e ogni giorno meno malati.
"Questi sono i fatti:da sei mesi nel nostro paese non c’è un solo caso di poliomielite;da sei mesi nessuna madre, nessuna famiglia ha dovuto soffrire il dolore inenarrabile di vedere suo figlio invalido. Ormai si sono salvati centinaia di bambini, si sono salvate centinaia di vite felici; si sono salvate la felicità e l’allegria di centinaia di famiglie.
"Ancora una volta la Rivoluzione affronta le malattie e si dispone a salvare migliaia di vite dal tetano, dalla difterite e dalla pertosse, che sono altrettante malattie che uccidono ogni anno migliaia di bambini e che possono colpire qualunque bambino di qualunque famiglia. Come lo faremo? Prevenendo attraverso la vaccinazione questi tipi di malattie. E così combatteremo malattia per malattia, così diminuiremo il numero di epidemie, il numero di morti, il numero di vittime. Così compieremo questo grande proposito: passare dalla medicina terapeutica a quella preventiva.
"Il futuro del nostro popolo sarà essere brillante, brillante anche la salute del nostro popolo, quando, da un lato, lottiamo contro le malattie fino a farle scomparire e diminuiamo le vittime cagionate da queste; e dall’altro lato contingenti di giovani entusiasti, che sono la speranza della patria, che sono i forgiatori del nostro popolo che sono salvatori di vite, che entrano in una istituzione come questa."
Fino a qui i punti essenziali ed il progrqmma che toccai quella sera.
Dopo 40 anni non c’è niente che si possa aggiungere a queste idee, elaborate ormai quattro decenni fa, perfettamente compiute e molte di queste superate.


Ecco alcuni esempi:
Nel 1958 esistevano nel paese 826 infermiere e ausiliarie in infermieristica.
Attualmente esistono 84.232.
Per ogni infermiera che c’era nel 1958, oggi ne abbiamo 101.
Nell’anno 1959 il paese contava con 8 modeste scuole di infermieristica.
Attualmente conta su 24 politecnici della sanità dove si formano infermiere, 14 politecnici della sanità solo di infermieristica e due scuole emergenti, per un totale di 40 centri di formazione di infermiere, che continuando i loro studi possono raggiungere il titolo universitario di Dottore in Infermieristica.
La mortalità infantile nel 1959 era di 60 ogni mille nati vivi. Nell’anno 2001 il paese terminò con un tasso del 6,2 per mille nati vivi. Questo significa una riduzione del 90 per cento.
Se si fosse mantenuta la mortalità del 60 per mille nati vivi, come avveniva prima della Rivoluzione, negli anni trascorsi avrebbero perso la vita 479.830 bambini cubani.
Il tasso medio attuale della mortalità infantile dell’America Latina e dei Caraibi è 6 volte maggiore di quello di Cuba, che vanta con uno degli indici più bassi del mondo.
Aspettativa attuale di vita nei paesi più ricchi e sviluppati di quest’emisfero e dell’Europa: Canada 78,5; Stati Uniti 76,5; Francia 78,1; Regno Unito 77,2; Germania 77,3; Danimarca 75,9. Cuba raggiunge ormai il 76,15. Come si può apprezzare, Cuba si trova al livello o molto vicino al livello di questi, e la cifra continuerà a crescere.
Nel 1958 esistevano nel paese 6.286 medici. Nel 1962 ne restavano 3.960. Un esodo fino a questa data di 2.326, che continuò ad alzarsi posteriormente.
Di 157 professori della Facoltà di Medicina nel 1955, ne restavano 16 nel 1962.
Attualmente il paese conta con 67.128 medici, ciò significa che per ogni 167 abitanti esiste un medico, il maggior indice di medici per abitante del mondo.
Nei paesi più ricchi questo è l’indice: un medico ogni 358 negli Stati Uniti; uno ogni 437 in Canada; uno ogni 330 in Francia; uno ogni 286 in Germania; uno ogni 610 nel Regno Unito. Nell’America Latina questa è la situazione: per esempio, è di uno ogni 538 nel Messico e uno ogni 909 in Cile, tutti si trovano molto distanti da Cuba.
Per ogni medico che tra il 1959 ed il 1962 abbandonò il paese, esistono oggi 29 medici.
La capacità attuale delle 22 facoltà di Scienze Mediche che possiede il paese si eleva a più di 40 mila alunni.
Nell’anno 1997 siamo arrivati ad avere 81.016 posti letto, che significò 7,3 posti letto ogni mille abitanti.
A mano a mano che avanzarono le azioni del medico e dell’infermiera della famiglia, diminuirono i ricoveri ospedalieri e per questo il numero attuale dei posti letto si eleva a 70.927, che equivalgono a 61.927 posti letto in più di quelli che esistevano negli ospedali dello Stato nel 1959. I fattori fondamentali che incidono in questa diminuzione si relazionano con una popolazione più sana e con l’inizio dal 1984 del ricovero in casa.
Dal 1999 fino a luglio di quest’anno sono stati ricoverati in casa 2.071.996 persone.
Dei 267 ospedali su cui conta il paese, 62 sono rurali. Oggi, l’attenzione alla salute si basa fondamentalmente sul lavoro del consultorio medico della famiglia.
Ç4.158 di questi lavorano oggi in comunità rurali e 974 in comunità di montagna.
Nell’anno 2002 il bilancio della sanità pubblica è 87,3 volte superiore di quello del 1958.
Dall’inizio della Rivoluzione ad oggi, 91 paesi hanno ricevuto aiuto da Cuba con la partecipazione di 51.059 lavoratori della sanità.
Cuba coopera oggi simultaneamente con 61 paesi dove lavorano 4.335 medici e lavoratori della salute. Solo attraverso il Programma Integrale della Sanità, sorto dopo l’uragano "Mitch" che flagellò il Centroamerica e produsse migliaia di vittime nella regione, attualmente presta appoggio medico a 21 paesi, con la partecipazione di 2.878 medici e tecnici della sanità.
Nella scuola Latinoamericana di Scienze Mediche studiano più di 6.000 giovani che provengono fondamentalmente dall’America Latina, a cui Cuba ha dato borse di studio. In altri centri studiano centinaia di giovani dell’Africa, di Haiti e del resto dei Caraibi.
Nella Scuola di Scienze Basiche e Precliniche "Victoria de Girón" hanno studiato 46.463 alunni dal 1962 al 2001. Anche se la grande maggioranza erano cubani, per le sue aule sono passati studenti di 55 paesi.
La stessa istituzione conta su 1.110 lavoratori, di cui 202 sono professori e 32 sono ricercatori.
Esistono due professori di Merito, 11 Professori di Consulta, 31 Docenti in Scienze, cioè il 17 per cento del consiglio accademico.
74 membri del suo collettivo hanno compiuto missioni internazionaliste.
Nel 1981 una brutale ed inattesa epidemia di dengue emorragico, occasionata dal virus 2 non conosciuto con anteriorità, si estese per tutto il paese, danneggiò 344.203 cittadini e causò la morte di 158 persone, di questi 101 erano bambini con una media di quattro anni di età, che costituì una dura e severa prova per il sistema sanitario cubano. In quel periodo il numero dei medici raggiungeva la cifra di 16.210, quattro volte meno di oggi, però era quattro volte superiore alla quantità di medici del 1962.
Con spese considerevoli e con uno sforzo sovrumano l’epidemia fu sconfitta, il numero di vettori si ridusse a cifre insignificanti ed il virus venne sradicato dal territorio nazionale. Il fatto, come una sfida in più, moltiplicò gli sforzi della Rivoluzione nella sfera della sanità. Fu qui che venne presa la decisione di creare più di 15 nuove facoltà Medicina oltre a quelle già esistenti, per poter disporre come minimo, di una per provincia, che, secondo la nuova divisione politico-amministrativa, si era alzato a 14. Nella capitale e a Santiago de Cuba, la cifra delle facoltà raggiunse, nel loro insieme, a più di sei. Furono introdotte nuove tecniche avanzate, furono creati nuovi servizi, furono costruiti nuovi ospedali e molti di quelli già esistenti, vennero ampliati. I centri di ricerca scientifica, molti dei quali relazionati con la sanità, colsero un impulso speciale.
Fu così che il paese si stava convertendo in una vera potenza medica. Si applicarono decine di misure; sorsero idee realmente rivoluzionarie, tra queste l’introduzione del medico della famiglia in città, campagne e montagne di tutto il paese, che diedero origine ad un sistema di salute senza precedenti e unico al mondo.
Si produsse il crollo dell’Unione Sovietica e dei paesi socialisti d’Europa. Immediatamente entrammo nel periodo speciale. Il popolo fu capace di realizzare la stupefacente impresa di sopravvivere, però tali circostanze causarono considerevole danno all’avanzamento dei programmi di salute in pieno sviluppo. La prova del suo impeto è che durante il periodo speciale si sono laureati più di 30 mila medici, quasi gli stessi che già aveva all’inizio del suddetto periodo.
Fattori obiettivi e soggettivi contribuirono a creare ed ad aggravare difficoltà nei servizi della sanità. Di fronte all’eroico sforzo del grande numero dei nostri scienziati, medici, tecnici e lavoratori del settore, decisioni erratiche, norme burocratiche ed assurdi schemi di lavoro causarono un considerevole danno, che si doveva solo apparentemente alla critica scarsezza di risorse materiali e alle difficoltà che ci aveva portato la nuova situazione, unite all’inasprimento deliberato ed opportunista del blocco e della guerra economica da parte dei governi degli Stati Uniti.
Tra i programmi, uno di quelli che più sopportò il peso delle stupidità, fu quello del medico della famiglia, senza dubbio il più promettente di tutti. Vecchi pregiudizi ed incomprensioni di un numero di specialisti del settore, uniti a misure che riflettevano autosufficienza, mediocrità e metodi incorretti di direzione, potevano rovinare una tra le cose che più hanno riempito di gloria la medicina cubana.
L’attenzione e le misure adottate dalla direzione del nostro Partito, di fronte alle difficoltà ed ai problemi che in mezzo alla confusione creata che stavano sorgendo a causa delle scarsezze materiali, resero impossibile un danno maggiore.
Nel mezzo della battaglia di idee che stavamo librando, si stava rendendo evidente la necessità di superare situazioni che generavano metodi, abitudini di direzioni sbagliate e, in determinati casi, vizi mercantilistici inammissibili nei servizi della sanità creati dalla Rivoluzione.
Tali realtà hanno esatto cambiamenti nel vertice del settore, nuove concezioni e idee, aggiustate ai grandiosi progressi realizzati e all’esperienza accumulata da quei giorni gloriosi e difficili, quando quarant’anni fa fu inaugurato questo storico istituto.
Nella nuova tappa che si sta iniziando, l’enorme abbondanza di risorse umane sorte ed il tradizionale spirito di sacrificio e di eroismo dimostrato dai nostri professionisti, tecnici e lavoratori del settore della sanità; gli straordinari servizi che prestano dentro e fuori da Cuba; le nuove risorse ed i passi dati nella produzione e distribuzione delle medicine; la fulminante offensiva che ha posto fine in 70 giorni, nei primi mesi di quest’anno, all’ostinata presenza dell’ultimo focolaio di dengue; la solida difesa di fronte al pericolo del crescente contatto con turisti provenienti da luoghi dove la malattia è endemica, e le minacce di nuove e vecchie malattie che sono latenti, mettono e metteranno in chiaro l’immenso potere raggiunto dal nostro popolo, dai suoi lavoratori della sanità e dalla nostra scienza medica.
Lo sforzo per raggiungere l’eccellenza nei nostri servizi di sanità sarà tenace e profondo. Il raggiungimento di nuove idee e di nuovi progetti della sanità per la sicurezza e per il benessere del nostro popolo non è stato neanche sognato dentro o fuori del nostro paese. I programmi della sanità ormai iniziati, anche se sono più complessi ed esigono più tempo e risorse dei servizi di educazione oggi in marcia verso le vette più alte, non si fermeranno un solo istante. Lavorando silenziosamente e senza ammettere tendenze verso stridenti promesse ed eccessi pubblicitari, niente potrà impedire la vittoria, come niente lo ha potuto impedire fino ad oggi.
Viva il socialismo!
Patria o Morte!
Vinceremo!