Intervento del Presidente della Repubblica di Cuba, Fidel Castro Ruz, alla Televisione
Cubana, sullattuale situazione internazionale, sulla crisi economica e mondiale e
sulle loro conseguenze per Cuba.
2 novembre 2001
Cari compatrioti:
Quando inaugurai la Scuola dei Lavoratori Sociali di Santiago de Cuba, il 24 ottobre,
dissi che nei prossimi giorni avrei parlato sulla situazione economica internazionale e di
come questa potrebbe danneggiare il nostro paese che sta portando avanti un programma
sociale senza precedenti, man mano che si recupera dal periodo speciale. Non ho voluto
prolungare di più questo mio intervento.
Per caratterizzare la situazione attuale, possiamo affermare, in una sintesi molto breve,
che a metà degli anni 90, quando la globalizzazione neoliberale si estendeva su
tutto il pianeta, gli Stati Uniti, come assoluti padroni delle istituzioni finanziarie
internazionali e partendo della loro immensa forza politica, militare e tecnologica,
raggiunsero il più spettacolare accumulo di ricchezza e di potere mai conosciuto nella
storia.
Però, il mondo e la società capitalista entrarono in una tappa assolutamente nuova.
Ormai, solo una parte insignificante delle operazioni economiche erano riferite alla
produzione e al commercio mondiale; ogni giorno si svolgevano operazioni speculative per
un valore di tre miliardi di dollari, relative alle monete e ad altri valori; nelle borse
degli Stati Uniti i prezzi delle azioni crescevano come schiuma, molte volte senza alcun
rapporto con gli utili e i guadagni delle imprese. Si crearono veri miti: ormai non
cera più crisi; il sistema poteva regolarsi , aveva creato i meccanismi pertinenti
per avanzare e crescere senza interruzioni. Si arrivò a tali estremi nella creazione di
ricchezze puramente immaginarie, che ci furono casi di azioni di mille dollari il cui
valore sincrementò 800 volte in solo otto anni. Era come un immenso pallone che si
stava gonfiando allinfinito.
Così come si creavano tali ricchezze virtuali, si investivano, si spendevano si
sperperavano. Lesperienza storica fu totalmente ignorata. La popolazione mondiale si
era moltiplicata quattro volte in solo cento anni. Miliardi di esseri umani non
partecipavano né usufruivano in assoluto di quelle ricchezze. Erano fornitori di materia
prima e di mano dopera a basso costo, però non consumavano né potevano essere
consumatori. Non costituivano mercato, né erano parte di quel mare quasi infinito dove
sfociava limmenso fiume di prodotti che, in feroce concorrenza, usciva dagli
impianti ogni volta più produttivi e meno creatori di impiego di un gruppo privilegiato
ed esiguo di paesi industrializzati.
Era sufficiente unelementare analisi per capire che quella situazione era
insostenibile.
Sembrava che nessuno si rendeva conto che qualunque cosa apparentemente immanente che
avveniva nelleconomia di una regione del mondo, poteva scuotere il resto della
struttura economico mondiale.
Gli architetti, specialisti ed amministratori del nuovo ordine economico internazionale,
economisti e politici, man mano che la loro fantasia svanisce, riescono appena a capire di
aver perso il controllo degli avvenimenti. Sono altre forze quelle che decidono: quelle
delle grandi, e in continua crescita, potenti ed indipendenti aziende trasnazionali e le
tenaci realtà, in attesa che il mondo veramente cambi.
In luglio del 1997 scoppia la prima grande crisi del mondo neoliberale globalizzato. Le
tigri non graffiano più. Il Giappone non si è ancora ripreso ed il mondo ne soffre
ancora le conseguenze.
In agosto del 1998, si presenta la cosiddetta crisi russa che, nonostante il suo
insignificante apporto al Prodotto Interno Lordo mondiale, con appena il 2 per cento,
sconvolse e fece ribassare di centinaia di punti, in poche ore, le borse valori degli
Stati Uniti.
In gennaio del 1999, soltanto 5 mesi dopo, si produsse la crisi del Brasile.
Il G7, il FMI e la Banca Mondiale dovettero insieme impegnarsi a fondo per impedire che la
crisi si estendesse a tutta lAmerica del Sud, assestando un colpo demolitore alle
borse valori degli Stati Uniti.
Questa volta è successo linevitabile: la crisi è incominciata dagli Stati Uniti,
allinizio appena impercettibile. Dalla metà del 2000 cominciano a rendersi evidenti
i primi sintomi, con una diminuzione sostenuta del ritmo della produzione industriale.
In marzo di quello stesso anno lindice Nasdaq, della cosiddetta tecnologia di punta,
era già incominciato a scendere.
Ugualmente, si produce unenorme crescita del deficit commerciale: nel 1999 era stato
di 264,9 miliardi e nel 2000 si alza a 368, 4 miliardi.
Nel secondo trimestre del 2000, il Prodotto Interno Lordo ha raggiunto una crescita del
5,7 per cento; nel terzo trimestre cresce solamente l1,3 per cento.
Da ottobre del 2000 comincia a cadere la produzione del settore industriale.
Nonostante ciò, alla fine del 2000, i punti di vista sulle prospettive ed i pronostici
delleconomia mondiale erano ancora abbastanza ottimisti. La realtà incominciò
subito a mostrarsi francamente avversa.
Dallinizio del 2001, il FMI, la Banca Mondiale, lOrganizzazione per la
Cooperazione e per lo Sviluppo Economico (OCSE), la Commissione Europea, così come
istituzioni private, vengono costrette ad abbassare le loro previsioni di crescita per il
2001 nelle distinte regioni.
Il FMI pronosticò a maggio un 3,2 per cento di crescita globale nellanno 2001. Per
gli Stati Uniti in particolare, la proiezione di crescita in questo mese era del
l1,5 per cento e per la zona delleuro era del 2,4 per cento. Il Giappone
attraversava la sua quarta recessione in dieci anni e si pronosticava un calo di meno 0,5
per cento nellanno.
Il Direttore Generale del FMI, Horst Kohler, in un discorso pronunciato a Ginevra davanti
al Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC), il 16 luglio 2001,
segnalò: "La crescita economica sta perdendo il ritmo in tutto il mondo. Questo può
risultare scomodo per le economie avanzate (i paesi sviluppati e ricchi), però sarà una
vera fonte di difficoltà per molti paesi con mercati emergenti ed in sviluppo (i paesi
poveri e sottosviluppati) ed un retrocesso nella lotta contro la povertà".
La produzione cadde nella maggioranza dei paesi del Sud-Est Asiatico, a eccezione della
Cina, e nellAmerica Latina. Secondo la Banca Mondiale, la crescita del Sud-Est
Asiatico, che dopo il suo impressionante crollo del 1997 incominciava a riprendersi,
sarebbe passata dal 7,6 per cento nel 2000 al 4,5 per cento in questanno, e quello
del continente latino-americano sarebbe cresciuto di un 2 per cento, la metà della
crescita del 2000.
Anche altre istituzioni avevano fatto pronostici. La rivista The Economist stimava
in aprile che la crescita mondiale nel 2001 sarebbe stata solo del 2,7 per cento, ciò che
contrastava con il risultato raggiunto nel 2000 del 4,6 per cento, mentre lo scambio
commerciale nel mondo sarebbe cresciuto di un 3,5 per cento, comparato con un 13,4 per
cento nel 2000.
Per la zona euro, la OCSE, nel suo rapporto semestrale divulgato agli inizi di maggio
2001, stimava che lUnione Europea sarebbe cresciuta del 2,6 per cento, il che
supponeva un taglio di 0,5 punti alla sua proiezione iniziale.
Il 10 settembre, solo un giorno prima degli avvenimenti di New York e Washington, il FMI
rivide il corso delle previsioni di crescita delleconomia mondiale e quella degli
Stati Uniti, dellEuropa e del Giappone nella seguente forma:
Economia mondiale: percentuali di crescita:
Autunno 2000 Marzo 2001 Primavera 2001 Settembre 2001 |
4,2 3,4 3,2 2,7 |
Cadeva progressivamente, in meno di un anno, da 4,2 a 2,7.
Stati Uniti:
Autunno 2000 Marzo 2001 Primavera 2001 Settembre 2001 |
3,2 1,7 1,5 1,5 |
La stessa caduta progressiva, da 3,2 a 1,5, nello stesso periodo.
Giappone:
Autunno 2000 Marzo 2001 Primavera 2001 Settembre 2001 |
1,8 1,0 0,6 0,2 |
I numeri parlano da soli.
Zona Euro:
Autunno 2000 Marzo 2001 Primavera 2001 Settembre 2001 |
3,4 2,7 2,4 1,9 |
Senza alcuna eccezione, il ritmo di crescita dei tre grandi centri delleconomia
mondiale diminuiva simultaneamente a meno della metà in meno di un anno. Nel caso
specifico del Giappone, si ridusse quasi allo zero.
Situazione delloccupazione:
Alla fine del 2000, il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti era solo del 3,9 per
cento. Come si sviluppò nel 2001?
Tasso di disoccupazione (percentuale):
Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto |
4,2 4,3 4,5 4,4 4,5 4,5 4,9 |
Anche se non si conosce il dato ufficiale, si calcola che la disoccupazione raggiunge
ormai il 5,1 per cento , cifra che negli Stai Uniti non si registrava da molti anni.
Oggi, 2 novembre, con questo materiale già redatto, si pubblica la cifra ufficiale che è
di 5,4. In un solo mese si persero 415 mila posti di lavoro. È la maggior riduzione netta
di posti di lavoro da maggio del 1980, 21 anni fa.
Levoluzione del tasso di disoccupazione è una prova esauriente del deterioramento
che stava soffrendo questa economia giusto prima dellattacco terrorista.
Come precedente importante bisogna considerare che, negli ultimi cinquantanni, ogni
volta che il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 5,1 per cento è cominciato un
periodo di recesso.
Percentuale della capacità industriale utilizzata negli Stati Uniti nellanno 2001:
Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto |
79,2 78,7 78,4 78,0 77,1 77,0 76,4 |
In agosto, la produzione industriale calò di 0,6 punti percentuali rispetto a quello
raggiunto a luglio. Negli ultimi dodici mesi la produzione industriale aveva sofferto una
contrazione di circa il 5 per cento. Con il dato di agosto, ormai sommavano undici mesi
consecutivi di contrazione.
La cifra registrata in agosto è molto vicina al livello più basso raggiunto dal 1983.
Nel mese di agosto 2001 si produsse un deficit di 80 miliardi di dollari nel bilancio.
In questo mese i congressisti democratici segnalavano ormai che le previsioni indicavano
che il governo avrebbe dovuto utilizzare parte del denaro della previdenza sociale per
finanziare le spese correnti.
Durante il secondo trimestre del 2001 le importazioni nordamericane si contrassero di 13,9
miliardi di dollari, mentre il basso livello di attività nel resto del mondo propiziò
una riduzione delle esportazioni pari a 9,1 miliardi di dollari.
Il valore delle azioni dei principali indici di borsa durante lanno in corso sono
decresciuti della seguente maniera:
Dow Jones Nasdaq Standard & Poors (S&P) |
18,06% 66,42% 28,48% |
Ciò equivale alla perdita di trilioni di dollari in meno di un anno.
Durante lanno in corso, la Riserva Federale ha riabbassato nove volte i tassi
dinteresse. Lobiettivo è ribassare il costo del denaro, sostenere la fiducia
del consumatore e con questo dare una spinta allattività economica. Questa
frenetica frequenza esprime disperazione.
Europa
La produzione industriale nella zona europea mostrò una continua discesa nel primo
semestre dellanno 2001. Questa diminuzione obbliga le imprese a ridurre il personale
e questo, a sua volta, riduce il consumo , creandosi così un circolo vizioso depressivo.
Linvestimento ed il consumo furono schiacciati, accentuandosi la tendenza alla
recessione.
Il Commissario europeo degli Affari Monetari dichiarò che leconomia europea
crescerà solo un 1,5 per cento questanno, ed i sei istituti di ricerca economica
più prestigiosi della Germania ridussero allo 0,7 per cento e all1,3 per cento la
crescita del suddetto paese per questanno e per il prossimo rispettivamente,
annunciando che leconomia tedesca è sullorlo della recessione, Il che ha un
forte impatto negativo per lEuropa, in quanto la Germania viene considerata la sua
"locomotiva economica".
Giappone
Il Prodotto Interno Lordo reale del primo trimestre del 2001 nel Giappone cadde più
di quanto era stato previsto, mostrando una discesa dello 0,2 per cento contro
laspettativa dello 0,1 per cento, mentre nel secondo trimestre si contrasse dello
0,8 per cento in più.
La produzione industriale iniziò a marzo una discesa che in agosto ormai raggiunse
l11,7 per cento. Questo fenomeno di sei mesi consecutivi di caduta della produzione
industriale non si manifestava nelleconomia giapponese dal periodo dicembre 1991-
maggio 1992 e situa la produzione industriale al livello più basso degli ultimi sette
anni, ciò che significa una crisi peggiore di quella finanziaria del 1997-1998, secondo
analisti giapponesi.
Leccedenza commerciale del Giappone diminuì del 48 per cento a luglio di
questanno.
Come misura di difesa le imprese ridussero le piante organiche del personale, per cui
aumentò anche il tasso di disoccupazione, raggiungendo il massimo storico del 5 per cento
di questanno, una cosa che non si era mai vista in Giappone.
America Latina
In agosto, la Commissione Economica per lAmerica Latina ed i Caraibi (CEPAL)
informava che la regione sarebbe cresciuta solo un 2 per cento nel 2001, appena la metà
dellanno scorso, (4 per cento), correggendo così la sua precedente proiezione,
divulgata in maggio, dove consideravano un aumento del Prodotto Interno Lordo tra il 2,7 e
3 per cento.
Secondo quanto spiegano, ciò è dovuto allindebolimento mondiale e alla
instabilità di alcuni paesi chiave della regione: Perù ed Uruguay mostrano una crescita
nulla; In Brasile la mancanza di fornitura energetica ha colpito lattività
produttiva e cè stata una svalutazione della sua moneta di circa il 40 per cento
durante questo anno; il Cile frenò la sua riattivazione. Nel caso del Messico si prevede
una debole crescita economica dello 0,13 per cento questanno e del 1,74 per cento
per il 2002. Il governo aveva originalmente progettato una crescita del 4,5 per cento del
Prodotto Interno Lordo per il 2001, però lo riabbassato in varie occasioni a causa della
diminuzione del ritmo delleconomia mondiale, e in modo speciale degli Stati Uniti.
La CEPAL considera che la disoccupazione nella regione aumenterà come minimo all8,5
per cento.
Oggi alcune persone parlano tranquillamente della "crisi economica mondiale cagionata
dagli atti terroristici che ebbero luogo negli Stati Uniti l11 settembre e dalla
guerra contro lAfganistan scatenata il 7 ottobre". Questa affermazione è
carente di fondamenti . Ciò che ho appena riferito lo dimostra inconfutabilmente. La
crisi si stava già scatenando in maniera inarrestabile.
Settimanalmente sono solito ricevere un bollettino con le notizie più importanti di
carattere economico che provengono dalle più prestigiose e sicure fonti pubbliche
dinformazione, o da dichiarazioni di testi di specialisti e dirigenti politici. In
modo particolare ricordavo il bollettino che ricevetti, con data 8 settembre 2001, tre
giorni prima della grande tragedia avvenuta a New York. In molti anni non ho mai letto, in
un solo bollettino, notizie peggiori sulle prospettive delleconomia internazionale.
Ebbi la curiosità di ritornare a leggerlo. Tra le sue informazioni ne scelsi alcune che
testualmente dicono:
"Hitachi Ltd., il più grande fabbricante di prodotti elettronici del Giappone,
annunciò che taglierà questanno 14 700 posti di lavoro, il 4 per cento della sua
pianta organica, mentre si prepara per una perdita di oltre un miliardo di dollari causata
dalla caduta del settore tecnologico."
"I conglomerati giapponesi rivali di semiconduttori Toshiba Corp, NEC Corp e Fujitsu
Ltd. Avvertirono anchessi che stanno pianificando il taglio di migliaia di posti di
lavoro." (CNN, 31/08/2001)
"Il presidente della Riserva Federale degli Stati Uniti manifestò che laumento
dei prezzi delle abitazioni, nello stesso momento che è crollato il mercato azionario,
sta generando difficoltà alla banca centrale per diagnosticare lo stato
delleconomia del paese. Dichiarò che questa divergenza potrebbe avere
implicazioni significative per la crescita economica del paese" (The Wall
Street Journal, 31/08/2001)
"La Riserva Federale statunitense ha avvertito, nel suo ultimo rapporto agli enti
bancari del paese, che non hanno rafforzato sufficientemente i loro sistemi di controllo
di rischi come obbliga il momento di rallentamento economico che sta vivendo
leconomia internazionale". (Giornale Spagnolo Cinco Días , 03/09/2001)
"La Commissione Europea ha ammesso ieri che la previsione della crescita economica
della zona euro per questanno sarà al di sotto del 2,5%. Così ha riconosciuto il
commissario dellEconomia e delle Finanze Pedro Solbes che manifestò che Bruxelles
ha "alcuni dubbi" su questa cifra. Il ribasso dei tassi di un quarto di punto,
annunciato la settimana scorsa dal Presidente della Banca Centrale Europea (BCE), venne
accompagnato da un riconoscimento esplicito di un errore di calcolo. Quello che
abbiamo sottovalutato è il fatto che il rallentamento negli Stati Uniti si sta facendo
lungo e severo, spiegò Duisenberg. Se posso dirlo, noi, ed anche le autorità
degli Stati Uniti, abbiamo avuto la tendenza ad essere troppo ottimisti sulla durata e
sulla profondità di questo rallentamento, disse ricordando le opinioni del
Segretario del Tesoro, Paul ONeill.
"Le difficoltà di orientamento del BCE sono contenute in questa schietta analisi,
che arriva un poco tardi dopo la prudente riduzione della previsione di crescita
nelleurozona, formulata in gennaio, dal 3,2 al 2 per cento valutato in questi
giorni": (Giornale Spagnolo Cinco Días , 03/09/2001)
Il Presidente degli Stati Uniti ha riconosciuto la sua preoccupazione per il persistente
indebolimento dellattività economica nordamericana e le sue ripercussioni sul
mercato del lavoro. Sono cosciente dei problemi che affrontano le famiglie dei
lavoratori colpiti dalla crisi economica, però sono convinto che leconomia si
riprenderà, affermò in riunione di gruppi sindacali.
"Con uneconomia sullorlo della recessione, Il Presidente cercò di
convincere i lavoratori nordamericani che lui conosce la loro situazione e che sta facendo
qualcosa per risolverla. La questione è complicata, giacché lindebolimento della
fiducia dei consumatori, la discesa dei mercati finanziari e la timida crescita della
grande potenza mondiale hanno provocato che nellagenda del Presidente abbiano
priorità le questioni economiche."
(giornale spagnolo Expansión, 04/09/2001)
Si osservi che il presidente Bush, non molto legato a questi temi, fa la sua dichiarazione
una settimana prima dell11 settembre.
"La crescita è praticamente frenata in America Latina secondo i dati del Prodotto
Interno Lordo del primo semestre".
"Il bilancio del 2001 evidenzierà una nuova caduta del Prodotto Interno Lordo pro
capite nella regione, assicura il Banco Bilbao Vizcaya Argentaria nellultimo
rapporto su America Latina. La suddetta banca ha ribassato la sua previsione di crescita
per linsieme di questi paesi dal 3,9 per cento iniziale alluno per cento, un
livello insufficiente per equilibrare la crescita della popolazione.
"Le cause di questo maggiore pessimismo bisogna trovarle in un rallentamento mondiale
superiore a quello previsto agli inizi dellanno".
"La debolezza della crescita delle principali economie si è tradotta in una forte
riduzione della domanda esterna e, per tanto, delle esportazioni anche nellAmerica
Latina.
"Leconomia messicana è quella che ha sofferto di più le conseguenze, data la
sua alta dipendenza dallattività industriale degli Stati Uniti. Ciò ridurrà la
sua crescita questanno allo 0,2 per cento secondo la suddetta banca in
confronto al 6,9 per cento registrato nel 2000." (giornale spagnolo Cinco Díasn,
04/09/2001)
"Il numero di licenziamenti annunciati negli Stati Uniti nei mesi scorsi
dellanno in corso supera ormai il milione, nonostante il ritmo dei tagli sia
diminuito in agosto. Le compagnie statunitensi annunciarono piani per eliminare, in
totale, 140 019 posti di lavoro durante questo mese. Ciò rappresenta un 32 per cento meno
del totale di luglio, però più del doppio degli altri tagli registrati in agosto 2000.
In questo modo, il totale accumulato nei primi otto mesi raggiunge la cifra di 1 120 000
posti di lavoro eliminati, un 83 per cento in più del totale dei tagli per tutto
lanno 2000. Il settore di telecomunicazioni continua ad essere il più colpito, con
il 19 per cento dei posti di lavoro eliminati nei mesi scorsi dellanno in
corso." (giornale spagnolo Cinco Días, 05/09/2001)
"Alle serie difficoltà di bilancio della Germania, lItalia e della più debole
Spagna, si unisce quelle della Francia, il cui deficit di cassa salì il 16 per cento nei
primi cinque mesi dellAnno." (giornale spagnolo Expansión, 05/09/2001)
Il Ministro dellEconomia tedesco, Werner Müller, ammise che la crescita del
Prodotto Interno Lordo del gigante tedesco non raggiungerà questanno l1,5 per
cento. Fino ad oggi aveva ammesso che la crescita sarebbe stata "al di sotto del 2
per cento". Le dichiarazioni di Müller sono una doccia fredda per coloro che avevano
scommesso sul pronto recupero delleconomia tedesca (giornale spagnolo Cinco Días,
05/09/2001)
Quando lindustria degli Stati Uniti incominciava a dare alcuni segnali positivi di
ripresa, adesso è dal settore dei servizi che cade unaltra doccia fredda sulle
aspettative. Lattività del settore dei servizi ritornò a contrarsi in agosto,
secondo i dati dellAssociazione Nazionale dei Gestori di Vendite. Il suo indice
mensile di attività passò da 48,9 in luglio a 45,5 punti in agosto, ciò lo porta ad
essere il secondo mese consecutivo al di sotto dei 50, che viene considerata la barriera
tra la recessione e la crescita. In agosto si produsse una forte caduta delle nuove
ordini, ciò che indica un forte deterioramento delle attività per i prossimi mesi. Il
dato superò ampiamente le previsioni degli analisti che aspettavano una riduzione minima
di 48 punti ." (giornale spagnolo Cinco Días, 06/09/2001)
"Secondo cifre del Fondo Monetario Internazionale, da 500 miliardi a 1,5 trilioni di
dollari tra l1,5 per cento ed il 4,5 per cento del Prodotto Interno Lordo
mondiale generati in attività illecite sono lavati attraverso il sistema
bancario." (giornale spagnolo El País, 06/09/2001)
"La Banca Centrale del Regno Unito modificò un poco le sue previsioni di crescita
del Prodotto Interno Lordo al 2 per cento per il 2001, il livello più basso dalla
recessione dagli inizi degli anni novanta." (giornale spagnolo Cinco Días,
06/09/2001)
"Lagenzia Moodys, (specializzata in analisi di rischi e considerata il
leader mondiale in materia), avvertì ieri sulla possibilità di ribassare la
qualificazione dei buoni sovrani del Giappone."
"Oggi si porterà a conoscenza il dato del Prodotto Interno Lordo del secondo
trimestre dellanno, e le previsioni degli analisti indicano che rifletterà una
caduta tra lo 0,9 per cento e l1 per cento. Se così sarà, leconomia
entrerebbe tecnicamente in recessione dopo che, tra gennaio e marzo, il Prodotto Interno
Lordo si era contratto dello 0,2 per cento. Il dato mette in dubbio il futuro della
seconda economia mondiale in un contesto di rallentamento accentuato dalla la debolezza
degli Stati Uniti." (giornale spagnolo Cinco Días, 07/09/2001)
Come si può apprezzare, la crisi economica non è la conseguenza degli attacchi
dell11 settembre e della guerra contro Afganistan. Si potrebbe affermare ciò solo
per ignoranza o per interesse di occultare la sua vera causa. La crisi è la conseguenza
della strepitosa ed irreversibile sconfitta di una concezione economica e politica imposta
al mondo: il neoliberismo e la globalizzazione neoliberale.
Latto terrorista e la guerra non generano bensì rendono più grave la crisi. Quello
che stava avanzando in maniera accelerata, crolla in modo inopportuno ed improvviso.
Lumanità deve ora affrontare tre problemi molto seri: il terrorismo, la guerra e la
crisi economica.
La crisi economica significa inoltre linasprimento di problemi di grande importanza
la cui soluzione è lontana: la povertà, la fame e le malattie che uccidono ogni giorno
decine di milioni di persone nel mondo; lanalfabetismo, la mancanza di cultura, la
disoccupazione, lo sfruttamento del lavoro e la prostituzione di milioni di bambini; il
traffico e il consumo di droghe che mobilitano e assorbiscono centinaia di migliaia di
milioni di dollari; il lavaggio di denaro sporco; la mancanza dacqua; la scarsità
di case, ospedali, comunicazioni, scuole e centri distruzione. Danneggiano i diritti
vitali di tutti gli esseri umani.
La crisi avrà un impatto molto negativo sulla lotta per lo sviluppo sostenibile, la
preservazione dellambiente e la protezione della natura di fronte alla spietata
distruzione a cui è sottoposta, e che cagiona lavvelenamento delle acque e
dellatmosfera, la distruzione dellozonosfera, delle foreste, la
desertificazione e la scomparsa di animali e piante. Comè possibile non rendersi
conto di questo?
Ci sono nazioni, e persino intere regioni del mondo che possono scomparire se flagelli
così temibili come lAIDS non vengono combattuti con urgenza e sconfitti
dalluomo; se il terrorismo, la guerra e la crisi economica non vengono
immediatamente affrontate. Oggi come non mai è necessaria la cooperazione tra tutti i
paesi del mondo.
Anche se risulta imprescindibile ritornare su questo tema prima di concludere il mio
intervento, voglio spiegare prima come influisce, e con sicurezza influirà,
lattuale situazione internazionale e la crisi economica sul nostro paese.
La crisi economica veniva danneggiando alcune delle nostre principali fonti di valuta.
Conseguenze immediate più dirette: il prezzo dello zucchero nel mercato mondiale è
calato da 9 a 6,53 centesimi la libbra; il prezzo del nichel, unaltra delle voci la
cui produzione si era incrementata con riduzione del costo e delle spese in combustibile,
si ridusse da 8640 dollari la tonnellata a 4715 dollari; le vendite di tabacco, un altro
tra i nostri più importanti prodotti di esportazione, diminuiscono in tutti i mercati.
Limita anche altre esportazioni di beni e di servizi che si venivano sviluppando.
Conseguenze dirette dellatto terrorista e dello scatenarsi della guerra
Nonostante la crisi economica mondiale che si sviluppava e laumento del prezzo dei
biglietti aerei motivato dal costo del combustibile, fino al 31 agosto si ricevettero 1
304 597 turisti, il che rappresentava una crescita dell8,7 per cento rispetto allo
stesso periodo dellanno precedente, quando si ricevettero 1 200 76 turisti.
Il numero di turisti che alloggiarono in strutture del sistema turistico crebbe del 11,3
per cento.
A settembre, il numero totale dei turisti diminuì, in soli 20 giorni, del 9,9 per cento
rispetto allo stesso mese dellano precedente. Si calcola che la diminuzione del
numero di turisti nel mese di ottobre supererà il 14 per cento. Varadero e Città
dellAvana, i due centri turistici di maggiore importanza, sono i poli più colpiti.
Era fattibile raggiungere lobiettivo di due milioni di turisti, e al primo milione
si arrivò tre settimane prima dellanno scorso, nel primo semestre. Adesso la
crescita probabile sarà appena dal 3 al 6 per cento.
Per i Caraibi il danno divenne più forte dopo l11 settembre. Essi dipendevano
maggiormente dal turismo nordamericano.
Ci sono danni aggiuntivi per le cause segnalate e per altre cause aliene al terrorismo ed
alla guerra.
Si limita il conseguimento di crediti a causa della riduzione delle entrate in valuta.
Esistono obblighi finanziari che devono saldarsi nonostante la riduzione delle entrate in
valuta.
Casse di cambio
Sulle casse di cambio (CADECAS) linizio dei bombardamenti causò un effetto
immediato. Perché si possa capire meglio, devo spiegare che nei momenti più difficili
del periodo speciale la nostra moneta, il peso cubano, si svalutò fino a 150 pesos per
dollaro. Le misure adottate e la creazione delle CADECAS resero possibile la sua
rivalutazione fino a 20 pesos per dollaro. Ciò significò un importante beneficio per la
popolazione: rivalutò il suo denaro ed offrì ai cittadini laccesso ai negozi dove
si compra in valuta.
Durante cinque anni il nostro paese, unico caso nel mondo, nonostante il blocco e la
guerra economica, riuscì a mantenere stabile il valore della sua moneta, con minime
fluttuazioni in una o laltra direzione. La banca otteneva sempre una piccola
differenza in suo favore, perché le CADECAS ricevevano più offerte di dollari per pesos
che offerte di pesos per il nostro peso convertibile. La differenza ottenuta veniva
dedicata totalmente allacquisto in valuta di materie prime per elaborare prodotti
che si vendono in pesos alla popolazione, che vanno dal pane fino alla birra etichettata e
molti altri prodotti. I fondi in moneta nazionale che si recuperavano, a loro volta,
servivano per mantenere la stabilità del rapporto peso-dollaro.
La situazione si rovesciò: lofferta del dollaro diminuì e lacquisto di pesos
convertibili aumentò. Per 20 giorni consecutivi, eccetto tre, la banca fornì più
dollari di quelli che ricevette. Il saldo sfavorevole raggiunse quasi 4 milioni di
dollari.
Nelle CADECAS si lavora sotto il principio dellofferta e della domanda; non può
essere in un altro modo. In un determinato momento, in molte province il cambio raggiunse
la cifra di 28 pesos per un peso convertibile. Tre giorni dopo si stabilizzò attorno ai
26 pesos per peso convertibile, il quale è equivalente e convertibile al dollaro appena
lo richieda il posseditore.
In tali circostanze, il peso perse il 18,18 per cento del suo valore. È una situazione
che devessere seguita da vicino. In questo momento il paese non deve rischiare le
risorse in valuta. Il nostro dovere è informare i cittadini perché possano decidere
ragionevolmente secondo le circostanze. In momenti in cui la situazione spinge alla
svalutazione del peso, non devono ascoltare i consigli degli speculatori né farsi
trascinare dalla paura.
Non si può dimenticare che la Rivoluzione, in condizioni tanto dure quanto quelle del
1994, fu capace diniziare la riduzione del cambio di 150 pesos per dollaro a 20 per
dollaro e lo mantenne così per molti anni. La popolazione ha lopportunità di fare
depositi a scadenza fissa in pesos, per i quali riceve un interesse annuo del 7,5 per
cento, il triplo di ciò che si paga per il dollaro, ed il 50 per cento in più di
interesse rispetto al peso convertibile.
Alla fine, la Rivoluzione vincerà anche questa battaglia contro le conseguenze della
crisi economica internazionale, per quanto grave possa diventare, ed il suo denaro si
rivaluterà in qualunque circostanza.
La Rivoluzione, con tutta lautorità morale che possiede, garantisce a tutti i
cittadini che:
Le CADECAS non verranno chiuse.
Tutti i depositi, sian