Su di un livello Negro Labbrone Mulatta Sensemaya Calore Ballata di Simòn Caraballo West Indies Ltd. Lapide Fucilazione Cantaschietto in un bar Visita a un cortile di povera gente Angoscia prima Angoscia seconda Tu non sai linglese Angoscia terza Angoscia quarta Voce con speranza Io, Chitarra Sudore e scudiscio Quando son venuto al mondo... Palma sola Il nero mare. Oh Rosa melanconica... Arrivo Una lunga lucertola verde E. BALLAGAS La Polizia Esilio Fiumi In morte del senatore Mc Carthy I lar I Mati-Mau Epitaffio per Lucia Il nome Madrigale The Crisis, New York, ottobre 1955. Due epigrammi Io ho A Lumir Civrny, a Praga. Canta il " sinsonte" sul Monte Turquino Mister Wood, Mister Taft, addio! Sta bene Strofette americane Ahi, che grande tristezza! Alla Vergine della Carità Rumba Chitarra LAconcagua LUccellino di Carta I Fiumi Istitutrice I Venti Le Aquile Tenore Canto di veglia a Papà Montero Canna da zucchero Ballata dei due avi lndovinelli
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Angoscia quarta
Federico
Busso alla porta dun rornance.
È forse qui Federico?
Un pappagallo mi risponde:
È già uscito.
Busso a una porta di cristallo.
È forse qui Federico?
Viene una mano, e mi risponde:
Verso il fiume è partito
Busso alla porta dun gitano.
È forse qui Federico?
Nessuna risposta, silenzio...
Federico! Federico!
La casa è oscura e vuota;
nero muschio alle pareti;
pozzo senza la sua secchia,
giardino di ramarri verdi,
Sopra la terra morbida
chiocciole che si muovono
e il rosso vento di luglio
che freme tra le rovine.
Federico!
Dove si spegne il gitano?
Dove gelano i suoi occhi?
Dove sarà, che non viene!
(Una canzone)
Usci domenica, di notte,
usci domenica, non torna.
Nella mano aveva un giglio,
negli occhi aveva la febbre;
il giglio divenne sangue,
il sangue divenne morte.
(Memento per Garda Lorca)
Sognava Federico in nardo e cera,
oliva, garofano e luna fredda.
Federico, Granada e Primavera.
In fine solitudine dormiva
allombra dei suoi limoni ambigui,
ridotto in musica presso la via.
Alta la notte, incendiata di stelle,
trainava la sua coda trasparente
per tutte le strade transitabili.
" Federico! ", gridaron di repente,
con i polsi immobili, incatenati,
i gitani che andavan lentamente.
Che voce dalle loro vene esangui!
Che ardore dai loro corpi agghiacciati!
Che dolci i loro passi, i loro passi!
Nel crepuscolo apparivano verdi:
e nel duro cammino invertebrato
procedevano scalzi i cinque sensi.
Salzò Federico, di luce bagnato.
Federico, Granada e Primavera.
Con luna, garofano, nardo e cera,
li segui per il monte profumato.
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