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Il Presidente della OIT ha parlato con Lula sul lavoro infantile
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gennaio 2003 – L’agenzia ANSA ha affermato che il Presidente Luis Inacio Lula da Silva si è incontrato con il direttore generale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIT), Juan Somavia, con cui ha discusso idee per combattere il lavoro infantile. Il colloquio ha riguardato l’esperienza brasiliana del Programma Borsa-Scuola, "che può essere utile, ha detto Somavia, come esempio per tutti". Detta proposta, intrapresa dall’ex-Presidente Fernando Henrique Cardoso, consiste nel consegnare a ciascuna famiglia la somma di 15 reales (4.5 dollari) al mese per ciascun bambino che frequenti le lezioni. La OIT, ha continuato il suo direttore generale, è a disposizione del nuovo Governo del Brasile per sostenere i suoi rinnovati progetti in tal senso.

Il Ministro brasiliano dell’Energia annuncia un aumento delle tariffe
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gennaio 2003 - In Brasile le tariffe dell’elettricità aumenteranno quest’anno tra il 25 e il 30 %, ha ammesso il nuovo Ministro per le Miniere e l’Energia, Dilma Roussel, come conseguenza delle condizioni ereditate dal modello del precedente governo. "Abbiamo ricevuto l’eredità della sicurezza-oscurità, che non è responsabile di questa crescita, ma contribuisce ad essa. Anche gli stessi appalti per l’energia assegnati lo scorso anno avranno ripercussioni nel 2003", ha reso noto l’agenzia AFP. "Lo stesso modello, così come è concepito, implica pressioni tariffarie", ha detto, e ha anche assicurato che il nuovo Governo dovrà passare a un altro schema per l’energia che aiuti lentamente a imporre tariffe medie più basse, facendo non una licitazione onerosa (la concessione si dà a chi paga di più), ma assegnandola a chi offre le tariffe minori, selezionando i progetti più efficaci.

Lula entra in carica il 1° gennaio 2003
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dicembre 2002 - L’entrata in carica di Luiz Ignacio Lula da Silva come Presidente del Brasile il 1° gennaio 2003, avverrà alla presenza di diversi capi di Stato. Tra questi, cinque dell’America del Sud, secondo informazioni del Ministero degli Esteri brasiliano divulgate dall’agenzia AFP, hanno finora confermato la loro partecipazione.
Il Ministero degli Esteri aveva già confermato la presenza di Eduardo Duhalde, Presidente dell’Argentina, di Jorge Batlle, Presidente dell’Uruguay, di Gonzalo Sánchez de Lozada, Presidente della Bolivia, di Alejandro Toledo, Presidente del Perù e di Jorge Sampaio, Presidente del Portogallo.
Da fonte diplomatica si è appreso che il Presidente del Venezuela, Hugo Chávez, nonostante la crisi politica nel suo Paese, ha garantito che sarà a Brasilia il 1° gennaio.
In Brasile si attendono i premier della Svezia, Goran Persson, del Belize, Said Nuzio D’Angieri, e della Guyana, Samuel Hinds. La Spagna sarà rappresentata dal Principe Filippo di Borbone.
Lula e il suo Partito dei Lavoratori hanno cercato di cambiare la data dell’investitura per facilitare una maggiore partecipazione dei Capi di Stato stranieri e anche degli altri governatori eletti, che entrano in carica il 1° gennaio. Ma il Parlamento non ha accettato di spostare la data al 6 gennaio, un giorno dopo la presa di possesso dei governatori provinciali.
Nonostante la data non favorisca la presenza delle autorità nella capitale, l’aspettativa dei dirigenti del PT è che oltre 150.000 persone di tutte le regioni brasiliane assistano alla cerimonia nella quale Fernando Enrique Cardoso trasmetterà la carica a Luiz Ignacio Lula da Silva, il Presidente di sinistra eletto per governare il Brasile, 113 anni dopo la proclamazione della Repubblica (15 novembre 1889).

Ha bisogno dell’eucalipto come i koala
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dicembre 2002 - Il grazioso koala australiano si è incaricato, senza nemmeno saperlo, di innalzare il valore dell’eucalipto, specie enormemente quotata nell’era moderna. Oggi viene apprezzata non solo perché fornisce il nutrimento ad animali esotici, ma anche per la sua "dote" di generare cellulosa, cioè di produrre carta.
I brasiliani si sono impegnati a fondo nella ricerca genetica di questa pianta, oriunda del Pacifico e la cui natura versatile conta oltre 600 specie o tipi.
Secondo il collega brasiliano Mario Osava, le piantagioni di eucalipti coprono oltre tre milioni di ettari del Brasile e ciò ha avuto inizio nel secolo XIX con la loro precoce importazione dall’Australia.
Il così detto gigante sudamericano è passato, secondo le informazioni dell’agenzia IPS, da importatore a esportatore di cellulosa (6.3 milioni di tonnellate annuali) per convertirsi, dopo tre decenni di sfruttamento, nel maggior produttore mondiale di fibra ottenuta dall’eucalipto.
Sotto la copertura del Progetto Forests, composto da quattro società del legname, e dalla Fondazione di Protezione alla Ricerca dello Stato di San Paulo, la pianta adorata da questi marsupiali quest’anno ha fatto parte di una mappa identificativa di centoventitremila sequenze di geni.
Inoltre, l’eucalipto è anche al centro di analisi dello studio Genolyptus, di importanza nazionale con la partecipazione di sette centri universitari, di 12 società e dalla statale Brasiliana di Ricerche Agrozootecniche (Embrapa).
Ciò che si cerca con questi impegni è di raggiungere una migliore qualità e resistenza del legno. Gli esperti dicono, smentendo criteri infondati di alcuni ambientalisti, che in generale quando si avranno maggiori attenzioni ne beneficerà la pianta intera. Una notizia molto buona per i koala che forse si trasferiranno in Brasile in cerca del loro delizioso cibo.

Lula presidente: la speranza possibile
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novembre 2002 – La sua perseveranza e la sua dedizione gli hanno dato l’unico risultato possibile dopo molti anni di sforzo: essere il Presidente più votato in tutta la storia del Brasile. Luiz Inacio Lula da Silva ha ottenuto, il 27 ottobre, 51 milioni di voti.
Per un continente schiacciato da problemi economici e sociali, il Partito dei Lavoratori brasiliano (PT), del quale Lula è un fedele esponente, cristallizza gli aneliti di cambiamento reclamati da milioni di latinoamericani, stanchi delle strategie neoliberiste.
Nel suo contesto generale, la presenza del leader metallurgico rappresenterà un passo gigantesco nell’unità regionale e l’avanzamento delle forze progressiste in questo continente. Nel senso più stretto significherà una speranza concreta per i brasiliani.
"Vado a governare pensando al popolo brasiliano, ma anche per il popolo della nostra amata America Latina", ha detto Lula apprendendo la sua vittoria. "Farò di tutto affinché il continente viva in armonia e in pace – ha affermato – però anche senza fame, e mostrerò ai poveri del nostro continente che loro possono, che sono capaci".
Quello che non è mai accaduto ora accade. Un 61.40 % di consenso ha accompagnato la sua vittoria. Rispondendo all’appello di diverse richieste del suo paese, ha conformato un programma elettorale conseguente alle necessità nazionali che spera di potere concretizzare dal prossimo 1° gennaio.
"Dobbiamo rendere compatibili le nostre relazioni con il mercato (finanziario) e con la società brasiliana", ha confermato alla televisione questo politico di umile estrazione, desideroso di togliere dalla crisi l’economia brasiliana e a fianco delle aspirazioni di una vita dignitosa per le grandi masse.
Ha confermato che onorerà tutti gli impegni del paese, compresi quelli stabiliti dal suo predecessore con l’FMI, ma con il proposito manifesto di far marciare una società di 170 milioni di abitanti, di cui 50 milioni di loro sono poveri.
Un giorno lo ha visto chiaramente e si è aggrappato alla luce del farsi capire e degli ultimi cambiamenti di un mondo mal costruito, in cui, tuttavia, le alternative di Governo, ha affermato, possono stare anche nelle mani dei lavoratori e dei contadini in un’alleanza con il settore imprenditoriale.
La coalizione di centro-sinistra "Lula presidente" non è sorta per capriccio di un uomo, che molti hanno infangato durante il suo cammino verso il vertice dello Stato, è stata il prodotto di una maturazione politica nella quale ha primeggiato l’integrazione delle forze non tradizionali di fonte a un nuovo Brasile.
Nel 1968, nel fare i suoi primi passi in un’organizzazione sindacale, Lula ancora si esprimeva con lo stretto linguaggio delle rivendicazioni settoriali. Ha sofferto le persecuzioni della dittatura militare e ha discusso, senza indietreggiare, innumerevoli volte con i principali partiti brasiliani.
Nel 1975, a capo dei metallurgici, ha spianato il cammino per le grandi lotte generali del 1978 e del 1979, rampa di lancio del Partito dei Lavoratori, che puntò su di lui come un probabile presidente sudamericano nonostante lo scetticismo generalizzato dopo le sue candidature del 1989 e 1994.
E per il 1998, al suo terzo tentativo elettorale, aveva sulla brace le denunce contro il neoliberismo, ma il Piano Reale per la stabilizzazione dell’economia e del controllo dell’inflazione sospinto da Henrique Cardoso ha avuto maggior impulso degli allora 20 milioni di simpatizzanti del PT.
Nonostante la nuova sconfitta, Lula disse nell’ottobre 1999 al quotidiano ‘Folha de Sao Paulo’ che "la gente di sinistra è molto cosciente, ma noi dobbiamo evitare il rifiuto delle classi medie, che temono il nostro Partito perché potrebbe togliere loro privilegi, per cui si tratta di arrivare ad alleanze con gente seria, onesta, perché dobbiamo preoccuparci delle classi medie ma anche degli emarginati".
E su questa linea di crescente unità, la sua campagna elettorale, iniziata lo stesso giorno dopo le elezioni del 1999, è andata a guadagnarsi i mezzi di comunicazione e i diversi aggruppamenti: i liberali, i comunisti, i socialisti, gli ecologisti, gli evangelici e importanti imprenditori.
"In America Latina, dove vasti settori restano virtualmente fuori dal mercato o ai suoi margini, lo stato deve occuparsi delle politiche industriali, agrarie, educative o di sicurezza sociale che promuovano l’uguaglianza di opportunità e il superamento delle sacche di povertà", ha detto pure nel 1999.
Ma il prossimo Presidente brasiliano dovrà resistere alle pressioni che troverà sul suo cammino, che non potrà allontanarsi molto dalle condizioni già stabilite dal cosiddetto consenso di Washington, propiziatorio di economie vincolate e dipendenti dagli organismi finanziari internazionali.
A tutto ciò bisogna aggiungere l’ombra del dubbio che il leader del PT rappresenta per gli Stati Uniti. Quando ha appreso il risultato definitivo, la Casa Bianca ha emesso uno scarno comunicato dove si congratulava con il brasiliano, senza entrare in molti dettagli sulle prospettive di relazione, rimettendosi a indicare che "si lavorerà sullo scambio di valori e di mutuo rispetto".
Tuttavia, la compagnia statunitense che definisce i rischi standard, si è raccomandata all’ex-dirigente sindacale affinché rafforzi la stabilità economica e per far questo dovrà applicare un insieme di politiche tendenti a controllare la situazione fiscale e le pressioni sul servizio del debito se desidera, secondo loro, un Brasile con crescita economica.
In questo nuovo contesto, lontano da quello di tre anni prima, Lula, come parte attiva di una delle nazioni che ha paradossalmente un potenziale immenso di sviluppo di fronte a un panorama di sofferente miseria, deve riflettere come un dotto in questioni economiche obiettive con il sogno di offrire una soluzione praticabile a "quelli che stanno di sotto". Le sfide abbondano. La speranza si impone.

Una opzione con spinta
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ottobre 2002 – Il Partito dei Lavoratori del Brasile (PT) è risultato il grande vincitore delle elezioni, frutto di un lungo percorso di convinzione e di radicamento per difendere i problemi di una popolazione che ora punta su nominativi con tendenza di sinistra.
Trascorsi i duri anni dell’egemonia militare, tra il periodo del 1964 e il 1984, i brasiliani sono più che preparati per indirizzare i loro percorsi un po’ lontani dalla socialdemocrazia, tuttora al potere, e con la prospettiva di assumere le diverse posizioni di un’eterogenea sinistra.
In questo caso il PT arriva a cristallizzare i propositi di tutto questo blocco, ma con un vantaggio in più la cui massima espressione è data dalla candidatura a presidente di un suo candidato, Luiz Inacio Lula da Silva, che dovrebbe giocarsi questo 27 ottobre le redini della nazione in un secondo turno elettorale con José Serra.
Benicio Schmidt, politologo dell’Università di Brasilia, individua tre fattori chiave nella cosiddetta "sinistrizzazione" del Gigante sudamericano: "Frustrazione rispetto alle politiche ispirate dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), aumento della disoccupazione e il fiorire della delinquenza".
L’accademico riconosce i risultati ottenuti da Henrique Cardoso negli otto anni del suo mandato vincolati al freno dell’inflazione e all’investimento fatto in piani sociali, ma critica anche l’eccesso di privatizzazione, che ha suscitato uno schieramento quasi assoluto contro il modello economico neoliberista degli anni ’90 del secolo XX.
Folha do Sao Paulo, quotidiano di grande diffusione, ha riconosciuto che le tendenze a favore del mercato non hanno portato né efficienza né convenienza di prezzi. Neppure un miglioramento palpabile nell’educazione e nella salute in linea con l’arrivo di "fresche risorse".
Per l’esperto Fernando Abrucio il panorama si stava delineando in tutta questa serie di fatti concatenati sfociando quindi nell’inevitabile: "La tendenza dell’elettorato verso una sinistra che, senza essere completamente antimercato, ha un’agenda con più politica sociale e un maggior ruolo dello Stato".
Per questo non era una cosa strana né illogica il fatto che il 6 ottobre scorso circa 126 milioni di voti hanno favorito il PT, propiziando con questo la sua supremazia in due stati e buone prospettive in altri otto, che ha rappresentato il 50 % in più dei voti ottenuti dal Partito di Governo.
Il PT, che riunisce settori direttamente vincolati alla produzione, come quelli di estrazione povera, era cresciuto una prima volta nel 1980 in una riuscita crociata politica che gli ha fatto guadagnare buone posizioni a livello municipale e adesso statali.
Coscienti delle difficoltà che incontreranno, gli aderenti al PT non promettono cambi radicali e ancor meno miracoli, in un paese che ha un 30 % della propria popolazione a dolorosi livelli di povertà dovuti a una disuguale distribuzione della ricchezza, concentrata in una minima parte di cittadini.
In cambio e contrariamente alle diffamazioni dei loro oppositori, hanno portato avanti le idee di una ridistribuzione più dignitosa, senza una grande sottomissione al capitale straniero, per mezzo di una coerente piattaforma programmatica, con aspetti di un’immediata applicazione.
Dopo avere superato un periodo complesso al tempo del suo 2° Congresso a Belo Horizonte, nel 1999, il PT ha riflettuto molto sulle strade da percorrere in mezzo al neoliberismo con la ricerca di forme organizzative più efficaci e rispettose della diversità politica e sociale, soppesando le possibili trasformazioni a breve, medio e lungo termine.
L’incontro di Belo Horizonte ha significato la vittoria della corrente maggioritaria Articulaçao con Lula, José Dirceu, allora presidente del PT, e Vicentinho, presidente della Centrale Unica dei Lavoratori.
Ha contribuito pure il Programma della Rivoluzione Democratica che non è altro che "la costruzione di un Brasile libero, uguale e solidale, che socializza la ricchezza, il potere e la conoscenza, mediante un radicale investimento nelle priorità". Si tratta di un progetto che tenterà, una volta al potere, di ottenere l’approvazione di riforme al sistema di previdenza sociale e tributario, per ridurre il tasso d’interesse e favorire così la crescita economica.
Tra i suoi obiettivi vi sono, inoltre, quello di rafforzare il MERCOSUR come strumento di costruzione dell’integrazione latinoamericana, di opporre resistenza all’ALCA, di combattere il crimine organizzato e il narcotraffico, e di conformare una nuova politica nazionale di sicurezza.
La politologa e giornalista Marta Hamecker nel suo lavoro "America Latina – Compito strategico: articolare sinistra dei partiti e sinistra sociale per costruire un grande blocco sociale antiliberista’, presentato nell’anno 2001, afferma che davanti a un Brasile con uno dei contrasti sociali più grandi di tutto il pianeta, con un tasso di disoccupazione altissimo, tra il 16 e il 25 %, con 182 milioni di ettari incolti e con 4.5 milioni di contadini senza terra, non c’è da meravigliarsi che la sinistra cresca nelle simpatie popolari, e che le inchieste diano il PT come futuro vincitore delle prossime elezioni presidenziali.
Allo stesso modo, la Hamecker apprezza la figura di Lula come una delle più elevate a livello nazionale e che oltrepassa le frontiere. "L’ex-dirigente sindacale dei metallurgici dell’ABC si San Paolo, non è una figura isolata del sindacalismo brasiliano, bensì il massimo esponente di tutta una nuova generazione di dirigenti operai che decide di conquistare i sindacati lottando all’interno della propria struttura sindacale ufficiale".
Sfogliando ogni giorno i messaggi cablografici, leggendo pubblicazioni e conversando con esperti è molto difficile intravedere un cambiamento insperato, perché mantenendosi le tendenze attuali, confermate questa settimana dall’Istituto Vox Populi, Lula conta su una tendenza della bilancia a suo favore di oltre il 60 % delle intenzioni di voto. Tutto o quasi tutto lo indica già come un vincitore, a meno che accada all’ultima ora un avvenimento incredibile. Tuttavia, e osservando con cautela il probabile sviluppo, quello che è certo è che il risultato raggiunto dalla sua "culla" politica, ossia il PT, è immenso avendo raggiunto il 50.61 % dei voti per presidente, governatore, senatori, deputati federali e statali.
Non ci sono dubbi. Si vede chiaramente la spinta del Partito dei Lavoratori del Brasile. Sono ovvie le impronte del suo travolgente sviluppo.

Enorme potenziale crescita del petrolio brasiliano
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ottobre 2002 – Il Brasile ha una capacità di raffinare 1.9 milioni di barili di petrolio al giorno, il 98 % di questi negli undici impianti di Petrobras, e ha necessità di investimenti urgenti per potere soddisfare la domanda interna dei derivati dal greggio, che cresce in modo accelerato.
In questo contesto il mercato brasiliano di raffinazione ha una possibilità di crescita molto favorevole, ha affermato recentemente, durante il Congresso Mondiale del greggio effettuato a Rio de Janeiro, il vicepresidente dell’azienda spagnola di Raffinazione e Mercati di Repsol YPF, Juan Sancho Rof.
La multinazionale iberica considera che l’area di raffinazione del petrolio in Brasile abbia un enorme potenziale di crescita e che attrarrà importanti investimenti nei prossimi anni.
Repsol YPF ha una partecipazione del 30 % nella raffineria brasiliana Alberto Pascualini, situata nel sud del paese e controllata dalla statale Petrobras.
Secondo quanto divulgato dall’agenzia EFE, il gruppo spagnolo lavora anche in un progetto congiunto con Petrobras per modernizzare nei prossimi tre anni l’impianto della Alberto Pascualini, che ha una capacità per processare 190.000 barili di petrolio al giorno.
Rof ha segnalato, inoltre, che gli sforzi del Governo brasiliano per liberalizzare l’area di raffinazione con una legge moderna faciliteranno lo sviluppo del settore, che negli ultimi anni non ha accompagnato i progressi di altri processi dell’industria petrolifera nazionale.

Lula e Serra si disputeranno la presidenza in una seconda tornata
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ottobre 2002 – I brasiliani dovranno tornare alle urne per eleggere il loro Presidente tra Luis Inacio Lula da Silva e José Serra, dopo che sono stati conteggiati il 98 % dei voti espressi alle elezioni di domenica 6 ottobre.
Lula, candidato di una coalizione di centro-sinistra capeggiata dal Partito dei Lavoratori (PT), ha ottenuto il 46.44 % dei voti, mentre Serra, della Socialdemocrazia Brasiliana (PSDB) al Governo, aveva raggiunto il 23.20 %.
Il resto dei voti è stato ripartito tra altri due candidati dell’opposizione, Anthony Garotinho, del Partito Socialista Brasiliano (PSB), ha ottenuto il 17.64 %, e Ciro Gomes, del Partito Popolare Socialista (PPS), ha ricevuto il 12.03 %.
Le elezioni hanno rilevato una crescita impressionante dei voti ottenuti da Lula e dal Partito dei Lavoratori, che avrà un numero maggiore di deputati federali e di senatori al Congresso, hanno precisato gli analisti.
Sorretti dall’onda "Ahora es Lula", da una marea di bandiere rosse che ha ricoperto la maggioranza dell’elettorato nelle vie e nelle piazze delle principali capitali del paese, i candidati del PT dovranno discutere la carica di governatore almeno in nove stati.
L’apertura di una nuova campagna presidenziale di tre settimane, fino al 27 ottobre, porterà come conseguenza la riapparizione del fenomeno dell’incertezza, sfruttata dagli speculatori finanziari nelle ultime settimane per ottenere grandi guadagni nei loro traffici contro la moneta nazionale.
Anche se gli analisti affermano che mai un candidato ha ricevuto in una seconda tornata meno voti che nella prima, fatto che darebbe un comodo vantaggio a Lula che ha il doppio dei suffragi di Serra, non potrà certo dormire sugli allori.
Serra ha annunciato che scende immediatamente nella contesa e pretende di approfittare del dibattito ‘testa a testa’ per spiazzare il suo rivale facendogli spiegare nei dettagli i cambiamenti che ha promesso di realizzare nell’attuale modello economico neoliberista.
Il candidato ufficiale Serra tenterà anche di raccogliere i pezzetti della coalizione di centro-destra che ha appoggiato il Governo uscente di Fernando Henrique Cardoso, tra cui i voti del Partito Fronte Liberale (PFL), che ha ritirato il suo appoggio nella prima tornata.
Un alto collaboratore di Lula ha confidato che il PT cercherà di riscattare i suoi storici legami con il Partito Socialista, che ha appoggiato Garotinho, e anche con l’oppositore Ciro Gomes.

Sfide complesse per un Gigante
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settembre 2002 – L’ultimo impatto del rialzo del real si è fatto sentire in quasi tutti gli ambienti della società brasiliana, che confida nello sfidare l’attuale crisi economica, con l’aiuto di un nuovo periodo della Presidenza, con le elezioni del prossimo 6 ottobre.
Per il prossimo Presidente, che sia Inacio Lula da Silva, José Serra o un altro, il compito di condurre il gigante sudamericano attraverso rotte prospere sarà una missione abbastanza complicata, poiché il futuro programma socio-economico non può essere estraneo alla situazione internazionale imperante né agli accumulati problemi interni.
E’ noto il fatto che recentemente il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha consegnato al gabinetto di Fernando Henrique Cardoso un prestito di 30.000 milioni di dollari per affrontare la situazione del debito estero e di altri mali. Del prestito sono stati consegnati 6.000 milioni all’attuale Governo.
Questo denaro è stato condizionato, tuttavia, al comportamento dichiarato che assumerà il prossimo Presidente brasiliano, che dovrà rispettare e continuare gli accordi dei suoi predecessori, fatto che significa che gli altri 24.000 milioni di dollari attendono nelle casse dell’organismo internazionale i risultati delle elezioni.
Ma i brasiliani sanno fare una politica seria, cosciente dell’avverso cammino da percorrere, che desiderano percorrere con dei benefici per la loro nazione. E in questo senso tutti i candidati presidenziali, nei loro comizi pubblici, si sono impegnati a rendere effettivi i loro programmi senza disconoscere determinate impostazioni governative già ereditate.
La soddisfazione delle necessità alimentari, in un paese di 166.1 milioni di abitanti, l’aumento della produttività, l’inserimento delle sue esportazioni nel mercato regionale e in quello mondiale, la lotta contro il delitto, i conflitti lavorativi derivati dalla privatizzazione di importanti aziende, il rafforzamento della moneta brasiliana, la proprietà della terra e il pagamento del debito estero sono questioni pendenti su una rinnovata agenda presidenziale.
Ai settori di minori entrate, ma che tuttavia si possono permettere certe spese, a quelli che non figurano nel computo dei 50 milioni di indigenti, è stata resa molto dura la vita nel trimestre appena concluso, dato che c’è stato un aumento nei prezzi degli alimenti di un 2.7 %.
Il pane, emblema della sussistenza minima a livello mondiale, dall’inizio dell’anno è aumentato del 15.6 %, a causa degli alti prezzi della farina importata.
In un altro ordine di cose, e per illustrare il panorama brasiliano, tra gennaio e luglio la bilancia commerciale agricola è scesa del 9.85 %, a paragone con lo stesso periodo dell’anno scorso. I prezzi dei prodotti nazionali hanno subito cadute sulle piazze estere, e gli agricoltori si mantengono in bilico in attesa di migliori opportunità.
Il tempo comincia a segnare il suo conteggio all’indietro e l’orologio della sfida presidenziale sta arrivando alla sua ora zero, chiarificatrice per il Brasile. I sondaggi di opinione favoriscono con un 44 % di intenzioni di voto il candidato del Partito dei Lavoratori (PT), Inacio Lula da Silva, che è riuscito a mantenersi su un’alta percentuale fino ai momenti finali, qualcosa di molto diverso a quanto successo nelle sue tre candidature precedenti.
I sondaggi realizzati da Datafolha e da Ibope confermano, allo stesso modo, che il candidato ufficiale del Partito Socialdemocratico Brasiliano (PSDB), José Serra, sta guadagnando posizioni, anche se è in svantaggio con Lula, con un 19 % di intenzioni di voto, mentre il contendente e figura del Fronte Laburista (FL), Ciro Gómez, ha cominciato a perdere popolarità, posizionandosi più in basso rispetto a prima, contando ora su meno del 15 % di sostegno.
Già si considera in tutti i mezzi di comunicazione ufficiali, come nelle stime popolari, che il confronto tra Lula e Serra è inevitabile in una seconda tornata, anche se tutti e due stanno facendo il massimo per vincere al primo tentativo. Questo significa che dovranno portare dalla loro parte un indeciso 29 % degli uomini e un 46 % delle donne.

Più di un milione di brasiliani rifiuta l’ALCA con manifestazioni pubbliche
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settembre 2002 – Oltre un milione di brasiliani ha rifiutato l’Area di Libero Commercio delle Americhe (ALCA), con manifestazioni pubbliche realizzate in diverse località del paese, ha messo in rilievo un bilancio degli organizzatori della Giornata degli Esclusi.
Sotto il tema "La Sovranità non si negozia", la mobilitazione è stata patrocinata da una Segreteria Nazionale capeggiata dalla Conferenza nazionale dei Vescovi del Brasile (CNOB) e dai Pastori Sociali della Chiesa cattolica, con la partecipazione di altri 60 enti sociali e sindacali.
Le manifestazioni effettuate nelle capitali dei 27 stati brasiliani sono culminati in una votazione popolare del plebiscito nazionale contro l’ALCA, che è stato realizzato dal 1° al 7 settembre.
I risultati finali e tutta la documentazione della consultazione saranno consegnati al Presidente della Repubblica, Fernando Henrique Cardoso, il 17 settembre, a Brasilia, e il giorno seguente all’Ambasciatrice degli Stati Uniti, Donna Hrinak.
Secondo i coordinatori del plebiscito, sono state distribuite più di 16 milioni di schede e allestite decine di migliaia di urne, situate nelle piazze pubbliche, scuole, musei, stazioni ferroviarie, stazioni di autobus, metro, mercati, chiese, e in altri posti di grande afflusso della popolazione.

Attraverso le nubi
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agosto 2002 – Dal cielo, guardando sotto, la visuale è più estesa, vantaggio che sarà sfruttato tra pochissimo tempo dagli incaricati di proteggere le popolate strade brasiliane, fatto per cui si spegnerà virtualmente la tipica sirena dei poliziotti.
Il 5 settembre prossimo, un dirigibile occuperà il suo posto là sopra per vigilare sulle grandi vie e su altri punti strategici di Rio de Janeiro. Il segretario della Sicurezza di Stato, Roberto Aguiar, ha informato che questo modello sarà utilizzato per localizzare depositi di armi dei narcotrafficanti e movimenti sospetti di veicoli, tra altre attività.
A un’altezza tra i 330 e i 1.600 metri, il mezzo aereo è capace di resistere all’impatto di potenti proiettili da arma da fuoco, nel caso venisse attaccato. Inoltre, ha un ottimo sistema di rastrellamento rimanendo in contatto, per mezzo della radio, con i veicoli di pattugliamento della Polizia Militare (PM) e con il Battaglione della Vigilanza delle Strade Veloci.
Questo nuovo metodo attrarrà l’attenzione di quasi tutti i passanti e questa è l’idea di base, quella di creare una sensazione di sicurezza popolare e, in particolare, mettere sull’avviso i malfattori che la più "alta" tecnologia è in agguato.
Con un’autonomia di volo di 16 ore al giorno, il dirigibile ha una lunghezza di 40 metri, vola a una velocità di 150 km./h. e può arrivare a un’altezza di 3.000 metri.
Ha una capacità di quattro persone e potrà contare su telecamere e su di un’osservazione di lungo raggio.

Strapazzo tra finanze ed elezioni
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agosto 2002 – I brasiliani sono, in questi giorni, più strapazzati del solito e non a causa della libera fluttuazione della loro moneta nazionale e per le diverse possibilità di coalizione di fronte alle prossime elezioni presidenziali, mentre continuavano i negoziati di Brasilia con il Fondo Monetario Internazionale (FMI).
Per il settimo giorno consecutivo, il real brasiliano è sceso sotto il suo minimo storico svalutando del 5.3 % il valore raggiunto lunedì 29, che era di 3.18 per dollaro, facendo sì che la svalutazione accumulata nell’anno sia del 27.6 %.
Quasi sulle braci il paese spera di trovare il suo equilibrio per mezzo di un accordo con l’FMI, inviando una delegazione per le trattative alla sede dell’istituto finanziario.
Gli interrogativi sulla composizione del futuro gabinetto e la crisi internazionale di fiducia hanno contribuito alla mancanza di crediti, all’allontanamento degli investitori, ed esercitano, in uguale misura, pressioni sulla richiesta di dollari e sul real.
Non sono pochi quelli che attribuiscono certe responsabilità di quanto accaduto lì agli Stati Uniti, dovuto alle "infelici" dichiarazioni del segretario del Tesoro statunitense, Paul O’Neill.
Costui ha collocato i brasiliani nella lista dei governi corrotti in relazione ai prestiti finanziari internazionali. Per questo motivo il Presidente brasiliano, Henrique Cardoso, ha chiesto una ritrattazione di quanto affermato dal funzionario, che si recherà nel Cono Sud nelle prossime settimane..
Dopo l’avvenimento dell’incidente, il Dipartimento del Tesoro nordamericano ha cercato di mitigare la situazione con parole addolcite dicendo che "il Brasile ha dimostrato la sua. capacità nell’utilizzare l’assistenza multilaterale in modo efficace", aggiungendo poi che "continueremo a sostenere l’assistenza al Brasile mentre continuerà la sua solida politica economica".
Poche ore prima, tuttavia, il suo principale attivista aveva assicurato che tutti i paesi latinoamericani avrebbero dovuto instaurare solide politiche per impedire che gli aiuti non finiscano nei conti bancari in Svizzera.
Anche quando Cardoso si era manifestato in disaccordo con la relazione, secondo considerazioni della stampa ufficiale, la tendenza generalizzata è quella di avere fiducia nel fatto che si raggiunga un accordo favorevole con il Fondo Monetario Internazionale (FMI).
Il gabinetto brasiliano è cosciente del peso che hanno le opinioni contrarie di questo tipo, per quanto Washington abbia un’ascendenza enorme su uno dei principali enti finanziari a livello mondiale.
Dal FMI ci si aspetta un prestito tra 10.000 e 20.000 milioni di dollari, che serva da "scudo" al real fino all’ultimo giorno dell’attuale Governo, cosa che cerca di far durare determinate clausole oltre sei mesi dopo il 31 dicembre.
Molti esperti vedono una relazione inequivocabile tra gli interrogativi statunitensi e le congetture su come sarà il Brasile nel 2003.
Man mano che si avvicina la sfida elettorale per le presidenziali, il candidato del Partito dei Lavoratori (PT), Luiz Inacio Lula da Silva, ha affermato recentemente che governerà con responsabilità fiscale, rispetterà gli impegni del debito estero e lavorerà per una migliore integrazione all’interno del MERCOSUR e con gli altri paesi dell’area.
"La responsabilità fiscale e la stabilità dei conti pubblici contraddistingueranno le politiche del nostro Governo", ha dichiarato in un’intervista pubblica.
Tuttavia, senza sapere chi vincerà il prossimo 6 ottobre, il PT è convinto del fatto che il risultato finale lo daranno le coalizioni risultanti dalle alleanze. In conclusione, Lula può contare su di un 39 % di simpatizzanti.
Tra i compiti di persuasione di Lula c’è quello di convincere la gente che verranno rispettate le norme fiscali e gli impegni verso l’estero, fatti che non lo allontanano, secondo il PT, dai suoi impegni per un cambiamento sociale a favore della grandi masse brasiliane.
L’imprenditore tessile multimiliardario e senatore José Alencar, leader del Partito Liberale di centro-destra, si è trasformato in un compagno di viaggio di Lula.
Tutto sembra indicare, secondo i dati della azienda di sondaggio ‘Vox Populi’, che il leader dei lavoratori va avanti lasciando indietro il candidato ufficialista, l’economista ed ex-Ministro della Salute, José Serra, che è passato dal secondo al terzo posto. E i candidati del partito al governo della Social Democrazia Brasiliana (PSDB) e del Movimento Democratico Brasiliano (MSB) sono scesi dal 26 % del mese scorso al 17 % attuale.
In quanto all’accordo con l’FMI, Lula si è mostrato cauto e ha preferito non dare giudizi, anche se non ha tralasciato di segnalare l’indebitamento come responsabile dell’indebolimento del real, poiché la nazione ha impegnato un 58.6 % del suo Prodotto Interno Lordo.

Il real brasiliano continua la caduta libera
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agosto 2002 - Il real, la moneta brasiliana, ha chiuso la settimana con la sua quinta caduta quotidiana consecutiva a un minimo storico, mentre la Borsa di San Paolo ha terminato con una retrocessione ai livelli di tre anni fa a causa dell’aumento dell’ansia degli investitori in vista delle prossime elezioni. Le azioni brasiliane si sono ulteriormente ribassate dopo che il Ministro delle Finanze, Pedro Malan, deludendo le speranze del mercato, ha dichiarato che il paese era in procinto di concludere un accordo con il Fondo Monetario Internazionale (FMI). Il real fluttua intorno a 3,015 per dollaro. La moneta, introdotta nel 1994, ha perso il 4.9 % in una settimana e il 23.2 % nell’anno in corso.

Itamar Franco appoggerà la candidatura presidenziale del Partito dei Lavoratori in Brasile
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giugno 2002 – L’ex-Presidente e attuale governatore di Minas Gerais, Itamar Franco, ha annunciato che appoggerà Luis Inácio Lula da Silva nel suo proposito di diventare il prossimo Presidente brasiliano. "Il mio appoggio è già definito. Noi marceremo accanto a Lula", ha dichiarato Itamar. Secondo gli esperti, questa posizione sarà di grande beneficio per il PT quando nel prossimo ottobre verrà deciso chi assumerà la direzione del paese. A Minas Gerais si concentra l’11 % dell’elettorato nazionale, da ciò il significativo valore dell’alleanza.

In vista di una pesca di eccellente qualità
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giugno 2002 – Il gigante sudamericano è arcinoto per la sua portentosa biodiversità, che salta, striscia o nuota per l’orgoglio dei brasiliani che si vantano di conservarla adeguatamente, ma anche di darle un utilizzo sostenibile.
In questo spirito di attenzione e di sfruttamento si sta movendo oggi il settore peschiero del Brasile, al quale tuttavia manca un tratto di ottimo rendimento. Considerazioni di esperti affermano, tuttavia, che il Brasile potrebbe arrivare a trasformarsi in un grande esportatore di pesce, se riuscisse a mantenere il ritmo di espansione raggiunto negli ultimi tre mesi.
Il Dipartimento di Pesca e Acquicoltura (DPA), del Ministero dell’Agricoltura, fa di tutto per favorire la raccolta di 1.000 milioni di dollari, cifra che diventerà realtà nel 2005 grazie al crescente sviluppo dell’acquicoltura e della pesca del tonno.
Nonostante le prospettive, sono varie le sfide di questa "avventura" e, in particolare, quella che si riferisce alla cattura in alto mare, in quanto la flotta oceanica è carente della quantità di imbarcazioni necessarie.
Per questo, in questi momenti esiste un grande forum di discussioni tra quelli che scommettono per partire oltre i mari e quelli che preferiscono "raccogliere" i pesci in modo "facile".
I difensori dell’acquicoltura si basano sul fatto che il paese conta su di un’ampia estensione di bacini e di superfici acquatiche di 5.3 milioni di ettari, che possono dare 12 milioni di tonnellate di pesce e di crostacei all’anno, dove il gambero sarebbe il re dei re.
In questo senso, si prevede che gli allevamenti di gamberi renderanno, quest’anno, come esportazioni, circa 200 milioni di dollari. Attualmente, rappresentano il 12 % delle esportazioni mondiali del prodotto.
I coltivatori di gamberi brasiliani cercano di emulare quelli della Thailandia, leader in questo campo, per raggiungere una media di quattro tonnellate per ettaro.
Potenzialità ce ne sono molte, e quello che si cerca di fare, indicano gli esperti, è di approfittare dell’ampia piattaforma continentale, dell’esteso litorale marittimo sull’Oceano Atlantico, delle enormi conche idrografiche e della grande quantità di laghi e di bacini, per soddisfare la crescente richiesta estera di prodotti peschieri e di dare pure risposta alle stesse necessità dei brasiliani.
Il consumo di pesce in Brasile potrebbe essere un’eccellente opzione, per gli elementi nutritivi della sua carne e per le possibilità di espansione, che possono aiutare a coprire le aspettative alimentari dei settori più vulnerabili e più impoveriti di questa società.

Allarmante tasso di disoccupazione in Brasile
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maggio 2002 – L’Istituto Brasiliano di Stato per la Geografia e la Statistica (IBGE) ha reso noto che nel 2000 circa 11.453.000 brasiliani si trovano senza alcun vincolo lavorativo, situazione che si mantiene inalterata da allora nonostante numerosi tentativi governativi per capovolgerla. Il tasso attuale di disoccupazione è del 15 % nella popolazione economicamente attiva. Secondo conferme dell’esperto brasiliano Marcio Pochmann, le zone più colpite sono il nord e il nordest del Brasile, poiché l’Amazonas ha un 21.8 % di disoccupati, Amapa un 21.74 %, Pernambuco un 18.62 % e Rio Grande del Norte un 17.59 %.

Sondaggi di opinione danno la sinistra come favorita
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maggio 2002 – I brasiliani, il prossimo 6 ottobre, decideranno nella prima tornata elettorale chi potrebbe essere il nuovo Presidente. Quando manca poco più di cinque mesi, i sondaggi di opinione danno come favorito con il 43 % dei voti il candidato presidenziale del Partito dei Lavoratori (PT), Luis Inacio Lula da Silva, risultato che lo pone tra i papabili.
Il Brasile, allo stesso modo, dovrà eleggere i governatori dei 27 stati, oltre a rinnovare la Camera Legislativa.
A prescindere dal fatto che le inchieste hanno un valore relativo poiché indicano solo delle tendenze, l’Istituto Vox Populi ha rilevato un ampio margine di sostegno per l’ex-sindacalista metallurgico di 56 anni, che già si era presentato per le elezioni del 1989, del 1994 e del 1998. Lula è anche presidente onorario della sua organizzazione politica.
Molti oppositori hanno sfoderato costanti critiche al PT, affermando che difetta di una piattaforma per governare e, in tal senso, i punti del Programma della Rivoluzione Democratica hanno stabilito quali saranno i loro principali obiettivi se riusciranno a ottenere il potere.
La volontà di affrontare problemi di fondo, come la disoccupazione e il narcotraffico, sono ai primi posti dei suoi propositi di gestione, ma vi sono anche, in particolare evidenza, l’ottenimento di una crescita economica con eventuali riforme agraria, tributaria e finanziaria, e stabilire inoltre un impegno serio con il pluralismo democratico.
La rinegonizazione con il Fondo Monetario Internazionale (FMI), il tema del debito estero e della costruzione di un’alternativa all’Area di Libero Commercio delle Americhe (ALCA), figurano pure nell’agenda del PT.
L’attuale partito al Governo, la Socialdemocrazia Brasiliana (PSDR) ha ottenuto nelle inchieste un 17 % di intenzioni di voto per il candidato ufficiale José Serra, poco meno del 19 % del penultimo sondaggio.
Fernando Henrique Cardoso, attuale Presidente brasiliano, sostiene il candidato presidenziale della sua organizzazione politica di base, che ancora per poco tempo svolgerà la funzione di Ministro della Salute, che ha intrapreso la Campagna Sanitaria contro il Dengue Emorragico, con un saldo di un elevato numero di morti.
Il Tribunale Supremo Elettorale (TSE) ha stabilito una risoluzione mediante la quale si stabiliscono i limiti e le norme delle probabili alleanze che si potrebbero generare tra i diversi partiti durante la "crociata" per ottenere il potere, che si profila tutt’altro che facile da raggiungere.
In Brasile finora era molto frequente imbattersi in un panorama quasi incomprensibile: la presentazione di un candidato presidenziale arrivava in uno stato dove i suoi probabili sostenitori stavano "dall’altra parte". Ma a partire dalle nuove regole del TSE non si potrà essere "amico di sopra e nemico di sotto".
Si è stabilito, pertanto, che i partiti senza propri candidati e senza alleanze nazionali potranno unirsi negli stati in modo indipendente.
In questo modo, il PT ha la possibilità di allearsi al Partito Liberale (PK) a Minas Gerais, dando il suo appoggio al governatore José Alencar, e allo stesso tempo il PL a Rio de Janeiro appoggerà Anthony Garotinho, del Partito Socialista.
Nonostante sia stata accolta favorevolmente dalla maggior parte dei gruppi politici, la misura deve essere comunque convalidata dalla Corte Suprema, dato che alcuni hanno fatto rilevare la sua irregolarità.
Gli esperti considerano che la risoluzione permetterà più dinamismo, in quanto, per esempio, il PSDR può allearsi con il partito di centro-destra, Movimento Democratico Brasiliano, e che il PT arrivi ad avere in determinate circoscrizioni il benestare di alcune formazioni minori.
In qualunque modo, il Brasile ha davanti a sé l’imperativo di dimostrare che l’elezione di un Presidente non è la stessa cosa che acquistare un biglietto della lotteria. Nelle urne si proietta l’andamento di una società completa e i brasiliani dicono di saperlo.

Cardoso ha fiducia nel recupero dell’Argentina
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aprile 2002 – Come è stato pubblicato la scorsa settimana dal ‘Jornal do Brazil’, il Presidente brasiliano, Fernando Henrique Cardoso, ha fiducia nel fatto che l’Argentina supererà la propria crisi. Un fatto che sarà positivo, in primo luogo, per la sua politica interna e anche per gli stati confinanti. Dalla stabilità argentina dipende, o meno, la continuità delle riduzioni doganali brasiliane, dato che questo Governo si è visto costretto a prendere tale misura di fronte al rischio della mancanza di rifornimenti. Il Brasile importa dall’Argentina due terzi del grano che consuma. Cardoso, inoltre, si è mostrato ottimista riguardo allo sviluppo nel prossimo futuro del MERCOSUR.

L’esercito del Brasile dà il suo apporto per eliminare il dengue
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febbraio 2002 – Con la mobilitazione di 600 uomini, 100 veicoli pesanti e oltre 35 tende da campo, l’esercito del Brasile si unisce ai tentativi di duemila lavoratori della sanità in una crociata epidemiologica contro il dengue. Autorità di Rio de Janeiro hanno segnalato che questa malattia, provocata dalla zanzara Aedes Aegypti, ha colpito 4.688 persone di questa città, e per questo motivo il Governo brasiliano ha deciso di iniziare lì una campagna per eliminarla, e che durerà dal 4 febbraio al 4 marzo prossimo.

Il Brasile tutela la biodiversità
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gennaio 2002 - La vegetazione lussureggiante e maestosa e la risonante massa d'acqua che la attraversa e rovescia sulla terra il suo torrente di leggenda sembrano aver allontanato da sé il pericolo di estinzione. Grazie al lavoro accurato e responsabile dell'uomo, infatti, il Parco Nazionale brasiliano di Iguazú è stato cancellato dalla lista dei Patrimoni in Pericolo stilata dall'UNESCO.
Il Parco, la cui formazione risale a 40 milioni di anni fa, durante l'era mesozoica, costituisce una delle aree subtropicali protette più grandi del pianeta. Situato tra Brasile e Argentina, che è responsabile della tutela del 35 % del suo territorio, questa miniera di bellezze naturali e di varietà biologiche incalcolabili ha fortunatamente superato il momento critico che negli anni passati ha messo seriamente in pericolo la sua sopravvivenza.
Il parco fu creato negli anni ‘30 e riconosciuto come patrimonio dell'umanità nei successivi anni ‘80.
Oltre a risultare interessante in quanto parte di una frontiera naturale tra due Stati del Sudamerica, il suo principale valore consiste nell'ospitare specie vegetali e zoologiche uniche al mondo - qui vivono infatti più di 4.000 specie conosciute di piante vascolari e più di 700 speci di uccelli. Nella selva risiedono inoltre diverse comunità di indios molto primitive.
All'interno del parco, le cascate dell'Iguazú, scoperte nel 1541 dallo spagnolo Alvaro Núñez, sono uno dei luoghi più visitati, fotografati e descritti da letterati e turisti. Proprio l'elevato numero di escursioni giornaliere, sia via terra sia tramite elicotteri, ha indotto le autorità brasiliane a ridurre drasticamente la quantità di visite e a effettuare controlli rigorosi su veicoli e persone. Grazie a questi provvedimenti, resi operativi sull'intera area del parco, si è riusciti a diminuire i rischi di inquinamento, anche acustico, e di incendi, oltre a prevenire la frammentazione dell'ecosistema e a esercitare un controllo più efficace sui cacciatori di frodo, il tutto a vantaggio della conservazione del suo patrimonio faunistico.

Sono arrivate le piogge ed è tornata la luce ...

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dicembre 2001 – Dopo alcuni mesi passati ad affrontare difficoltà con la corrente elettrica, la società brasiliana recupererà, a partire da dicembre, parte dei suoi indici di consumo abituali, secondo quanto ha informato Pedro Parente, coordinatore generale della Camera di Gestione della Crisi Energetica (CGCE) nel cosiddetto gigante sudamericano.
Un esteso piano di misure di risparmio energetico è stato preso questa estate in Brasile di fronte alla prospettiva di un collasso del sistema di produzione e di distribuzione nazionale, a causa di una prolungata siccità, poiché l’elettricità in Brasile è di tipo idroelettrico.
Parente ha assicurato che gli obiettivi del risparmio saranno di livello inferiore, fondamentalmente, per il risultato del piano di giugno, che si è trasformato in una grande polemica pubblica.
"La flessibilizzazione del progetto di risparmio si farà nel settore residenziale e commerciale, in quanto non contemplerà gli organismi pubblici e industriali, che manterranno i loro obiettivi di risparmio rispettivamente del 35 e del 25 %", ha aggiunto il Coordinatore.
I brasiliani non erano abituati a tagli della luce, due o tre volte alla settimana, e ancor meno a incrementi delle tariffe del servizio dal 50 al 200 % per sanzionare i consumi di oltre 200 KW. al mese, tuttavia la difficile situazione ha obbligato il Governo a prendere simili misure.
Una grande campagna di sensibilizzazione sociale è stata realizzata parallelamente al piano di risparmio, ma questa non si è trasformata automaticamente in un’accettazione generale, anche se in un certo modo è stata successivamente recepita.
A partire dal prossimo mese, le tre maggiori città brasiliane come Río de Janeiro, San Paolo e Belo Horizonte risparmieranno il 12 % del loro consumo abituale, mentre le zone turistiche all’interno di queste aree risparmieranno il 7 %.
Secondo il funzionario della CGCE, il panorama potrebbe migliorare a seconda delle riserve di acqua e della precipitazione delle piogge primaverili o parallelamente alla ricerca di nuove soluzioni per il problema energetico, non solo dal punto di vista idrologico, ma anche con altre energie alternative.
La ricchezza e la varietà delle risorse naturali brasiliane rendono possibili il rafforzamento di altre varianti energetiche anche se questi propositi implichino costi considerevoli in ricerca e in tecnologia. Lo scarto vegetale della canna da zucchero, come fonte indiretta di luce, guadagna credito tra gli esperti tra le diverse varianti, oltre alle grandi possibilità di "sfruttamento" offerte dai venti come generatori di energia eolica.
Come pure si stanno verificando le proprietà degli scarti delle coltivazioni di riso o il residuo di altri cereali o dei prodotti del legno come la carta e la cellulosa.
L’energia in Brasile è, come in tutte le parti del mondo, sinonimo di crescita, ma entra anche nel campo dei diritti sociali che lo Stato mette a disposizione di ognuno dei cittadini. La stabilità politica ed economica potenzia una distribuzione più equa della ricchezza, e il Governo brasiliano è cosciente della grande sfida che nel 2002 lo aspetta in questo ambito

Guadagna terreno l'energia eolica
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ottobre 2001 – In Brasile l'energia eolica naviga con il vento in poppa, aspetto dovuto a un deficit di energia elettrica che da giugno obbliga il 70 % della popolazione a ridurre i propri consumi.
Il Programma di Emergenza dell'Energia Eolica (Proeólica), approvato dal Governo in luglio, ha l'obbiettivo di riuscire, entro dicembre 2003, una capacità generativa pari a 1.050 megawatt/ora, cinquanta volte l'attuale potenza di questa fonte energetica.
Questo obiettivo è stabilito avendo la garanzia d'acquisto d'energia eolica dell'impresa statale Eletrobrás, per un periodo di 15 anni a un prezzo minimo di 60 dollari a megawatt. A ciò si deve aggiungere un incentivo per favorire i progetti che iniziano a operare più rapidamente.
Il coordinatore del Centro Brasiliano d'Energia Eolica, Everaldo Feitosa, ha dichiarato all'agenzia Tierramérica che il Proeólica creerà un mercato in grado di attrarre gli investimenti di aziende nazionali e straniere, in modo che la meta sarà sicuramente superata.
Laura Porto, ingegnere e coordinatrice generale dell'area dell'Energia Rinnovabile del Ministero di Miniere ed Energia, ha stimato che la capacità potenziale dei venti brasiliani è, secondo una prima stima, di 143.000 megawatt/ora.
Tale dato è pari al doppio della capacità installata nel paese, che si basa, soprattutto, su centrali idroelettriche.
La produzione di energia eolica non è fattibile economicamente in tutte le aree del paese, ma pare sia possibile in circa il 20 % di esse, secondo Porto, il che assicura che perfino il Brasile "potrà esportare energia".
Una delle aree più promettenti è il nord-est, la regione in cui vi sono le minori risorse idriche, ma più favorita dai venti.
Secondo Everaldo Feitosa, solo il nord-est fornirà una "capacità effettiva" di circa 2.100 megawatt nei prossimi quattro o cinque anni.
Il costo dell'energia eolica in Brasile è di circa il 70 % superiore di quella idroelettrica, ma la tendenza è al ribasso, secondo gli specialisti.
Secondo Porto, invece, i costi dell'energia idroelettrica tendono ad aumentare, specialmente in rapporto ai costi ambientali, dovuti all'allagamento di estese aree boschive e agricole, necessario per creare i bacini artificiali. La fornitura agli utenti finali è anche costosa, poiché i fiumi che possono essere utilizzati sono lontani dai grandi centri urbani.
L'energia eolica anche nei settori tecnologico e delle leggi, ha guadagnato terreno. Il Brasile è già in grado di produrre turbine e si espande l'industria: l'azienda tedesca Wobben ha inaugurato all'inizio del mese di ottobre la sua seconda fabbrica di turbine.
Il Brasile conta, inoltre, su "una delle leggi più avanzate del mondo", che assicura l'economicità dei "migliori giacimenti", come Feitosa chiama le aree ventose.
Il Governo intende attualmente aumentare l'importazione di elettricità da Argentina, Uruguay e Venezuela e acquista gas naturale boliviano e argentino per alimentare nuove centrali termoelettriche e superare così la crisi energetica entro due o tre anni.
Pare, però, che sia arrivata l'ora definitiva per la diversificazione energetica.

La malaria non è invincibile
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ottobre 2001 - Un programma del Governo e dei municipi brasiliani può diventare un esempio di guerra alla malaria, dopo aver ottenuto una riduzione del 43 % dei casi registrati nel primo semestre dell'anno rispetto a quelli dello stesso periodo per il 2000.
Questo risultato, che determina un'inversione rispetto al forte aumento che si registrava dal 1998, è dovuto al Piano d'Intensificazione del Controllo della Malaria in Amazzonia (PIACM), che è iniziato da circa 15 mesi.
Secondo la Fondazione Nazionale della Sanità (FUNASA), organismo del Ministero della Sanità che sovrintende al PIACM e ad altre iniziative contro le malattie endemiche, nell'Amazzonia brasiliana, un'area boschiva che occupa più della metà del territorio brasiliano, si concentra il 99,7 % dell'incidenza della malaria.
La malaria, chiamata anche paludismo, è endemica in molte parti del mondo, in zone tropicali umide dove abbondano le acque stagnanti, e le sue vittime sono gli abitanti più miseri dei paesi poveri, che generalmente hanno carenze di servizi sanitari di base.
La malattia, che uccide fino a tre milioni di persone l'anno, è trasmessa dalla zanzara Anofele, che vive fino a 3.000 metri d'altitudine e inocula il parassita plasmodio nell'organismo umano.
L'allarme è scattato in Brasile nel 1999, quando si sono registrati 630.747 casi, il 34,2 % in più del 1998, dopo che per vari anni si era registrata una flessione.
Pertanto le autorità sperano d'arrivare ad una riduzione del 50 %. Quest'inversione di tendenza è dovuta al fatto che il Governo ha messo al primo posto il problema, mettendo in essere una serie di azioni unitamente ai municipi, ha spiegato ad IPS il coordinatore del PIACM, José Lazaro de Brito Ladislau.
Il PIACM prevede il coinvolgimento di 20.000 persone, l'aumento di personale tecnico, l'ampliamento di quasi il 60 % della rete di laboratori diagnostici, l'acquisto di veicoli e attrezzature e, specialmente, il rafforzamento dell'organizzazione sanitaria dei municipi.
La rapidità della diagnosi e il trattamento immediato per interrompere la catena del contagio sono decisivi per il controllo dell'epidemia, ha commentato De Brito Ladislau. Per questo è stata aumentata del 58 % la quantità di laboratori in Amazzonia.
Il coinvolgimento e il lavoro dei tecnici sanitari dei comuni, che lavorano in stretto contatto con la popolazione, sono fattori importanti in questo compito.
I sintomi della malaria si manifestano circa 12 giorni dopo che la zanzara contaminata punge la persona. Adonias Correia da Silva, tecnico di laboratorio, ha spiegato che dopo quattro giorni, se la persona non è debitamente trattata, questa diviene trasmettitrice del parassita che causa l'infermità.
Da Silva, che lavora nella FUNASA da 16 anni, che esercita in Paragominas, uno dei municipi più colpiti dello stato del Parà, in cui si concentra il 45 % dei casi del paese.
Secondo il coordinatore del controllo delle malattie endemiche nel Parà, Amiraldo Pinheiro, Paragominas è, con 70.000 abitanti, uno dei municipi che ha ottenuto uno dei migliori successi contro la malaria, perché ha ridotto a un terzo nel primo semestre dell'anno, gli 8.400 casi registrati nell'uguale lasso di tempo del 2000.
Da Silva ha dichiarato a IPS che vi sono comunità rurali, in cui "il 100 % delle persone era infettata".
I risultati positivi nella guerra contro la malattia sono cominciati aumentando da due a sei i laboratori del municipio, installandoli nei luoghi più infettati e coinvolgendo più di 60 nuovi agenti sanitari municipali.
Il tecnico ha segnalato che nel passato la metà degli esami davano esito positivo, ma questa proporzione "è passata a meno del 30 %", il che fa capire che vi è una maggiore attenzione da parte delle persone che presentano qualsiasi sospetto di essere infettate dalla malaria, le quali informano i sanitari appena hanno "febbre o mal di testa", il che migliora il controllo.
La migliore strutturazione dei servizi municipali, obiettivo della politica di decentralizzazione, assicura la "sostenibilità" del PIACM, ha evidenziato De Brito Ladislau, medico che da quasi 23 anni lavoro per la FUNASA.
La storia della malaria in Brasile registra avanzate e indietreggiamenti. Negli anni '40, la malaria attaccava un brasiliano su sette e si registrava una media di sei milioni di casi l'anno, ma una forte campagna di prevenzione riuscì a ridurre la quantità degli infetti a circa 100.000 l'anno.
Tuttavia, l'incidenza della malattia cominciò a crescere negli anni '70, dovuta all'aumento della popolazione dell'Amazzonia, stimolata dal Governo.
Per fortuna, i tipi di malaria esistenti in Brasile sono meno letali di quelli africani. Le morti registrate dalla FUNASA sono limitate a 187 nel 1999 e a 132 nell'anno seguente.
Il Coordinatore del PIACM ha evidenziato che il nuovo orientamento è quello di non ripetere campagne intermittenti, ma istituire un controllo permanente, basato sui servizi municipali e su una rete di vigilanza che permette l'intervento degli organismi centrali nei punti critici.
De Brito Ladislau ha sottolineato che la malaria si espande con gli spostamenti della popolazione, e il 60 % dei casi si concentra nei nuovi insediamenti rurali, istituiti dalla riforma agraria.
Anche la costruzione di grandi centrali idroelettriche provoca situazioni di rischio, poiché migliaia di lavoratori con le loro famiglie vengono attratte in queste località non bonificate.
Il medico ha concluso segnalando che l'esperienza ha rivelato che le strutture locali di controllo sono le più efficaci, il che permette di prevedere una riduzione più accentuata dell'incidenza della malaria, con il concretizzarsi di tutti i mezzi previsti nel piano fino al prossimo anno.

Cardoso espone il suo punto di vista su temi incandescenti latinoamericani.
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ottobre 2001 - Il Presidente del Brasile, Fernando Henrique Cardoso, ha messo in discussione la mancanza di protagonismo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite nei processi di portata mondiale e il distacco degli organi finanziari internazionali dalle necessità dell’umanità, che colpiscono i paesi meno sviluppati e generano più povertà.
Durante la sua visita ufficiale in Ecuador, Cardoso ha stabilito dei punti fermi su una visione particolare in questioni vitali del mondo e dell’America Latina.
Il Presidente ha reiterato il suo consenso riguardo a una ‘top tax’ o imposizione di tasse sulle transazioni delle corporazioni finanziarie internazionale per finanziare programmi di lotta alla povertà e affrontare la speculazione monetaria di questi enti.
Tra le sue dichiarazioni spicca la differenziazione fatta tra terrorismo e la lotta dei gruppi rivoluzionari, riferendosi concretamente alle forze belligeranti in Colombia, verso cui ha mantenuto le distanze, e la visione degli Stati Uniti.
Qualche settimana fa, il segretario di Stato degli Stati Uniti, Colin Powell, aveva inserito le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) e l’Esercito di Liberazione Nazionale nei gruppi che, secondo quanto pensa, sono considerati terroristi.
"Credo che bisogna distinguere. Una cosa sono i gruppi guerriglieri, anche quando fanno ciò che fanno: attentati inaccettabili che sono vicini al terrore, però hanno un legame politico interno e la ricerca di una strada politica interna", ha sostenuto il Capo di Stato brasiliano.
Per Cardoso, parlando in una conferenza stampa assieme al Presidente ecuadoriano Gustavo Noboa, c’è molta differenza tra la guerriglia e "il terrorismo internazionale che non propone nulla, ma distrugge".
"Senza appoggiare gli attentati che eventualmente fanno i guerriglieri in Colombia, bisogna stare attenti a non identificare affrettatamente il terrorismo in generale e la lotta in quel paese", ha sottolineato.
Questo tema è scaturito nel contesto di una condanna di Noboa all’assassinio in Colombia dell’ex ministro della Cultura sequestrata Consuelo Araujo Noguera, assassinio che le FARC attribuiscono all’Esercito, ciò che ha ripudiato anche Cardoso, per il quale questo fatto sicuramente cambierà il corso dei colloqui di pace nel paese vicino.
Per gli analisti locali, le aspettative della sua visita confermano che il governante del gigante latinoamericano mantiene una propria voce nel continente, connessa agli interessi della regione. Con questo ha corrisposto alle aspettative locali.

In Brasile si ricercano rimedi per infiammazioni e cancro
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settembre 2001 - Secondo uno studio di scienziati brasiliani, la lipoxina, una sostanza prodotta naturalmente dall’organismo umano, pare essere un probabile rimedio per le infiammazioni e per i tumori.
La ricerca in corso sta per essere sviluppata congiuntamente dall’Università Statale di Río de Janeiro (UERJ) insieme a quella di Harvard, Stati Uniti, secondo quanto rivelato dal quotidiano ‘Jornal do Brasil’.
La lipoxina, identificata dal biochimico Charles Serhan, nel 1984, che possiede il brevetto per sintetizzare sostanze analoghe, è un elemento fondamentale per il sistema di difesa del corpo.
La farmacologa Iolanda Fierro, della UERJ, che segue la ricerca, spiega che quando il sistema immunitario trova un focolaio d'infezione, globuli bianchi o leucociti sono inviati sul posto per distruggere l’invasore.
A questo punto, i leucociti liberano delle sostanze che attaccano batteri e virus, ma che a loro volta sono nocivi alla salute dell’organismo.
La lipoxina regola la produzione di questi antibatteri per evitare danni alla salute dell’organismo umano.
Il nuovo farmaco in fase di ricerca avrebbe le caratteristiche di un formidabile "due in uno", perché da un lato potrebbe essere usato come antinfiammatorio in casi di artriti, per esempio, e al medesimo tempo impedirebbe la progressione dei tumori.
Prove di laboratorio mostrano che la lipoxina ha un'efficacia del 60 % come inibitore nella formazione di vasi sanguigni, da cui entrano in circolazione nutrimento e ossigeno, indispensabili alla crescita dei tumori.
La farmacologa brasiliana ha rilevato che lo svantaggio della miracolosa sostanza è che, essendo molto sensibile alla luce e alla temperatura, è molto instabile.
Allo scopo, Fierro e Serhan, che hanno già lavorato insieme a Harvard, stanno cercando di sintetizzare sostanze con le stesse proprietà.
E' stata comunicata la notizia che il laboratorio Berlex-Shering, che ha sede in California, si è interessato alla ricerca e sta già facendo prove su animali, i cui risultati saranno resi noti nel 2002.

La sinistra ha trionfato nelle elezioni municipali
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novembre 2000 - Prensa Latina riporta che la maggioranza delle città brasiliane, in cui sono stati eletti i sindaci domenica 29 ottobre, si è riempita di bandiere rosse, sventolate in molteplici feste popolari fino alle prime ore di lunedì, per celebrare il travolgente trionfo della sinistra.
Nel secondo turno delle elezioni municipali, il Partito dei Lavoratori (PT), ha vinto in 13 delle 16 città in cui era in ballottaggio, compreso cinque capitali: San Paolo, Porto Alegre, Recife, Goiana e Belén.
La vittoria schiacciante del PT a San Paolo, dove la candidata eletta Marta Suplicy ha ottenuto il 58,51 % dei voti, contro Paulo Maluf, che ha raccolto il voto conservatore di destra, ha riempito di simpatizzanti armati di bandiere rosse le vie centrali della maggiore città del Sudamerica.
Questo PT delle lotte sociali che emerge oggi con vittoria - ha detto con orgoglio la cinquantacinquenne carismatica psicologa - è il PT del rosso e della stella della speranza.
Priva di esperienze amministrative, ma con una rispettabile immagine di donna dignitosa e onesta, Doña Marta, come familiarmente viene chiamata dai suoi ammiratori, ha contato sul solido appoggio della più ampia coalizione delle forze politiche di San Paolo, ansiosa di restituire onorabilità all’amministrazione pubblica.
Per questo, nelle sue prime parole di ringraziamento ai più di tre milioni di votanti che l’hanno eletta, ha segnalato che il suo trionfo è dovuto alla forza del Partito dei Lavoratori.
Il concetto generalizzato di onestà e di amministrazione efficiente ha determinato il successo di Tarso Genro, con il 63.51 % dei voti, a Porto Alegre, dove il PT inizia il suo quarto mandato consecutivo.
Il partito della stella rossa ha conquistato per la prima volta il governo di Recife, capitale della zona nord-est, il Pernambuco, e ha ripreso il controllo di Goiana, Goias, dove si trova il Distretto Federale, e di Belén, nello Stato settentrionale Para, posizionandosi nei quattro angoli del Paese.
Le elezioni municipali terminate domenica, hanno segnalato analisti locali, hanno definito lo scenario politico nel quale avranno luogo le votazioni presidenziali del 2002.
Le urne si sono colorate del rosso del PT e del Partito Comunista del Brasile, il rosso della sinistra, ha dichiarato l’opinionista Teodomiro Braga nell’influente ‘Jornal do Brasil’.
Questi risultati, concordano gli osservatori, traducono il sentimento di insoddisfazione che prevale oggi nei grandi centri urbani del paese, dove predominano la disoccupazione, la povertà e la violenza.
Grazie a un’ardua e meticolosa costruzione dei governi locali, caratterizzati dall’efficienza e alla dimostrazione di essere la forza politica più etica del Paese, il Partito dei Lavoratori ha ricevuto un messaggio di approvazione che giustifica la festa, senza timore nell’esibire le bandiere rosse.

Grandi città in campagna elettorale
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ottobre 2000 - Il prossimo 29 novembre, in 31 dei 57 maggiori municipi brasiliani si terrà la seconda tornata elettorale per eleggere i sindaci e i consiglieri, dopo che nel primo turno del 1° del mese, i partiti della sinistra hanno ottenuto risultati molto significativi.
Alla prima tornata ha partecipato al voto l’85 % degli oltre 108 milioni di elettori, convocati in più di 5.500 località.
In questa seconda giornata elettorale si decide il potere municipale in città molto importanti come San Paolo, la maggiore del Brasile, con 15 milioni di abitanti, Rio de Janeiro, con 5 milioni e uno dei grandi centri del potere politico nazionale, oltre a Belo Horizonte, Fortaleza, Curitiba e Porto Alegre.
Partecipano alle elezioni 26 milioni di brasiliani e la vittoria andrà al candidato che otterrà il 50 % più uno dei voti.
Adesso la sfida per i concorrenti che si confronteranno domenica 29, consiste nel concordare delle alleanze con i candidati sconfitti al primo turno, per ottenere i voti dei loro sostenitori.
Per questo, la pratica lo dimostra, si dimenticano le liti del primo momento nel quale la disputa era di "tutti contro tutti". Le fazioni sono già definite e s’impone l’unità anche quando non si è esattamente un compagno d’ideologia.
A San Paolo, la battaglia per il municipio (il cui sindaco uscente, Celso Pitta, un uomo di Paulo Maluf, attuale candidato, è stato più volte accusato di corruzione), è tra il candidato del Partito dei Lavoratori (PT), la psicologa Marta Suplicy e Maluf.
Suplicy, 55 anni, ha ricevuto il sostegno del 38 % dei voti nella prima tornata. Con meraviglia di molti, ha ora l’appoggio del partito di Governo Partito Socialdemocratico Brasiliano (PSDB) e del governatore paulista Mario Covas, acerrimo nemico di Maluf.
Pochi dubitano che la vittoria ricadrà sulla carismatica Marta Suplicy, ex deputata, sposata con il senatore Eduardo Suplicy, presentatrice al Congresso di una legge che permetterebbe il matrimonio tra omosessuali.
A Rio de Janeiro, l’attuale sindaco Luis Paulo Conde, del reazionario Partito Fronte Liberale (PFL), è spalleggiato dal governatore Anthony Garotinho, che ha assunto l’incarico sotto le bandiere del riformista Partito Democratico Laburista (PDT) di Leonel Brizola.
L’interessante nel panorama politico di Rio è che Brizola, le cui possibilità di occupare il municipio sono colate a picco, ha dato il suo appoggio a Cesar Maia, padrino politico di Conde nelle elezioni del 1996 e ora suo concorrente nel 2000.
Altro fatto rilevante è che il PT ed il PDT, tradizionali partiti della sinistra brasiliana, si fronteggeranno a Porto Alegre, dove fino a poco tempo fa hanno governato assieme, e anche a Londrina, importante città del Paraná.
Per la sinistra nel suo complesso, la prima tornata elettorale è stata un successo, se si tiene conto del considerevole numero di municipi ottenuti, comparati con le precedenti elezioni.
Il PT, dello storico leader metalmeccanico Luis Ignacio Lula da Silva, si è consolidato come il quarto maggior partito del Brasile e ha vinto in 185 municipi, un notevole salto rispetto ai 113 della precedente contesa.
Questo raggruppamento disputerà il secondo turno in 16 città con più di 200.000 elettori e, per lo meno a San Paolo e a Porto Alegre, secondo le indicazioni dei sondaggi, è sicura la vittoria.
Un altro partito della sinistra che ha avuto un notevole progresso, è stato il Partito Socialista Popolare, con 158 municipi, il 379 % in più del 1996, quando ne ottenne 33. Il 29 sarà in lizza in cinque grandi città.
Dati del Tribunale Superiore Elettorale, hanno mostrato che il PSDB del presidente Fernando Henrique Cardoso ha ottenuto il 15,8 % del totale degli 80 milioni di elettori, il maggior numero, ma ha perso 204 governi municipali.
Al secondo posto è rimasto un altro partito di governo, il Partito Movimento Democratico Brasiliano (PMDB), con il 15,5 % dei voti. Ha vinto in 1.245 città, 50 in meno del 1996.
Il partito di destra Fronte Liberale ha ottenuto il 15,18 %, ed è salito da 933 municipalità a 1.023.
Per i politologi, queste elezioni municipali marcano la polarizzazione degli elettori tra la destra e la sinistra, con una tendenza favorevole verso quest’ultima.
La vittoria ottenuta dal cartello delle sinistre, fa supporre che lo storico candidato del PT, Lula da Silva, si ripresenterà alle elezioni presidenziali del 2002, nelle quali saranno in gioco anche i Governi statali.

E’ morto Barbosa Lima Sobrinho, coscienza pubblica del Brasile
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luglio 2000 - Abituati alla sua prosa sicura, acuta, alla sua venerabile figura nella presidenza di tutte le iniziative cittadine a favore della dignità, della solidarietà, della giustizia, sembrava che avremmo avuto sempre tra noi il giornalista brasiliano José Alexandre Barbosa Lima Sobrinho, che, a 103 anni, possedeva la forza e la volontà degli uomini buoni.
Barbosa Lima è stato sempre un esempio per i brasiliani, sia per il semplice cittadino, già abituato alla sua parola affilata per denunciare i mali politici, come soleva dire, che hanno sempre accompagnato questa nobile terra del Sud America, sia per i suoi colleghi del mestiere che non lo videro mai ammorbidire né tacere la verità.
Non aveva mai smesso di scrivere. Nemmeno quando il glaucoma rese cieco uno dei suoi occhi e gli anni gli tagliarono l’agile passo. Ogni domenica, dal 1929, appariva uno dei suoi articoli nel brasiliano Jornal do Brasil, scritto con la sua vecchia Remington, che chiamava sua compagna di lotta. Mai pensò di cambiarla con un moderno computer.
Morendo, questo 16 luglio, ha lasciato terminato il suo consueto testo domenicale.
Nato a Pernambuco nel 1893, avvocato. Ho conosciuto Barbosa Lima Sobrinho sei anni fa, allorché, appena arrivata in Brasile come corrispondente di Prensa Latina, gli avevo fatto una visita di cortesia all’Associazione Brasiliana della Stampa (ABI), istituzione che aveva presieduto fino alla fine dei suoi giorni. E non solo di nome, poiché ogni mercoledì, immancabilmente, partecipava, ben vestito, elegante, alle riunioni del Direttivo, firmava i documenti di rigore e conversava con le decine di giornalisti che accorrevano a salutarlo, a chiedere un consiglio, una collaborazione, uno scambio di idee sulla situazione del paese.
Con me è stati sempre chiaro e preciso: "Questa è casa sua e la casa di tutti i cubani. La casa di Fidel Castro", mandando immediatamente a cercare il testo del documento presentata alla Camera dei Deputati il 30 novembre 1960, a cui aveva dato il titolo ‘Cuba è un dovere del Brasile’, a sostegno della Rivoluzione Cubana.
Gli incontri sono stati vari e per diversi motivi, di cui il più importante: parlare di Cuba.
Il 13 agosto 1997 aveva mandato, per mio tramite, uno dei suoi libri autobiografici al presidente Fidel Castro in occasione del suo compleanno. La dedica diceva pressappoco: Spero che viva tanti anni come me, per la sfortuna dei nordamericani e per la felicità del tuo popolo.
In seguito siamo stati insieme in altre due occasioni solenni: la consegna della medaglia Félix Elmuza che gli aveva assegnato l’Unione dei Giornalisti di Cuba e che ho avuto l’onore di apporgli nel suo ufficio dell’ABI, in una bella serata a Río de Janeiro, quando i discorsi si erano estesi e si conversava di politica internazionale, un argomento che lo aveva sempre appassionato. Tanto quanto lo stesso Brasile.
"Non merito tanto onore" mi aveva detto umilmente, come se la medaglia d’oro sul suo petto non fosse più che meritata. Lui, che aveva insegnato tanto a tutti noi che avevamo abbracciato questa professione, dando un esempio di lealtà ai suoi principi politici.
L’altra avvenne quando Prensa Latina gli conferì la Targa commemorativa per il 40° anniversario della fondazione dell’agenzia. Eretto, sempre di buon umore, aveva ricevuto la decorazione dicendo chiaro e forte:"Sappiate, compagni di Prensa Latina, che potrete sempre contare su di me".
Ed è stato così. Non ha detto mai di no quando è stato necessario esprimere la sua solidarietà con Cuba, un paese che aveva amato e rispettato. Aveva ricevuto, nel suo vetusto ufficio del 7° piano dell’ABI, circondato dal suo fedele scudiero Henrique Miranda, giornalisti, artisti plastici, diplomatici e tutte le persone di Cuba che avevano voluto conoscerlo e rendergli omaggio.
Ricordo una sera che ci eravamo incontrati e mi aveva detto: "Che cosa serve? Me lo dica, che per Cuba sono disposto a fare quello che sarà necessario".
Così era Barbosa Lima Sobrinho che aveva fatto della dignità un baluardo per vivere. Lo aveva dimostrato in innumerevoli occasioni, sempre che ci fosse bisogno di collocare gli interessi nazionali in primo piano.
Aveva fatto del giornalismo la sua arma di fede. Governatore della sua natale Pernambuco (1948-1951), eletto tre volte deputato federale (1934, 1945 e 1958), era stato il primo a firmare il testo che chiedeva nel 1992 l’impeachment del presidente Fernando Collor de Mello, accusato di corruzione, al Congresso Nazionale, e firmava tutte le denunce contro la privatizzazione delle ricchezze statali, contro la rielezione del presidente della Repubblica.
Nella sua colonna settimanale denunciava, spezzava complotti, metteva in guardia, dava impulso a campagne nazionali. Aveva fatto del giornalismo un arma di combattimento che non abbassò mai, che mai utilizzò per suo provento personale.
Per questo, nel 1999, una scuola di samba brasiliana gli aveva reso il massimo omaggio a cui aspira un personaggio pubblico a Rio de Janeiro: essere il tema della figurazione di samba che accompagna la sfilata della scuola attraverso il viale del Marchese de Sapucai. In una gigantesca carrozza, sormontata da un cuore rosso, una nipote e una bisnipote del grand’uomo lo rappresentavano, ricevendo l’intenso applauso della popolazione.
Barbosa Lima Sobrinho ci ha lasciato fisicamente. Rimane la sua opera in migliaia di articoli, 50 libri, documenti…, ma soprattutto resta il suo esempio personale. Come si dice in Brasile, lui ci mancherà molto.

Quando avrò la terra…
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giugno 2000 - La Terra, con la maiuscola, è la casa di tutti. Ebbene, quando si tratta della terra… il problema fondamentale non è la scoperta, ma è insito nella sua da secoli ingiusta distribuzione. L’iniquità riguardo alla proprietà, non è affatto prerogativa di un paese, ma le recenti azioni del Movimento dei Senza Terra (MST) in Brasile, mettono questo in evidenza.
Percentuali e numeri sono quasi sempre guardati con scetticismo, perché è riconosciuto che possono essere manipolati per adattarsi a qualsiasi tesi. Basta trovare il lato adatto a dimostrarla.
Tuttavia ogni regola ha la sua eccezione e ce ne sono di eminentemente chiarificatrici, capaci di tratteggiare al volo una situazione.
Il Brasile è niente meno che il quinto paese più esteso del mondo, con una superficie totale di 8.547.403 chilometri quadrati e la sua popolazione è di 162.161.707 abitanti.
Uno dei punti principali del problema agrario brasiliano, adesso negli articoli per il suo aggravarsi, poggia sul fatto che meno del 3 % della popolazione accaparra il 60 % delle terre coltivabili.
In quanto, se queste cifre non fossero sufficienti per dimostrare la spaventosa disuguaglianza, il Ministro dello Sviluppo Agrario (incaricato della riforma agraria), Raul Jungmann, ha dichiarato recentemente al giornale ‘Folha’ di San Paolo, che si "sospetta" che i titoli di proprietà di circa il 75 % di questi latifondi siano falsi.
Significherebbe che 3.065 possidenti terrieri brasiliani "potrebbero" stare occupando illegalmente circa 70 milioni di ettari. Jungmann ha indicato che il Governo confischerà le terre delle proprietà non convalidate per ridistribuirle.
Il giornale ha aggiunto che il Governo ha ricevuto soltanto (fino ad aprile) documenti di proprietà di 5 dei 93 milioni di ettari che formano i grandi latifondi.
Deve essere ricordato che, al suo arrivo al potere nel 1961, Joao Goulart aveva cominciato ad adottare misure legislative per determinate riforme di base, tra cui l’espropriazione di terre non sfruttate. Ma, come è noto, nel marzo del 1964 il suo Governo fu sconfitto, fatto che arrestò il programma sul riordinamento della proprietà della terra.
Vent’anni dopo – come direbbe Alessandro Dumas – viene creato il Movimento dei Senza Terra. I contadini senza proprietà decisero di occupare i terreni improduttivi e di lottare per i titoli di proprietà nei tribunali.
Un’azione provocata dal fatto dell’evidente lentezza della riforma agraria, la cui applicazione è assicurata dalla stessa Costituzione del Brasile.
Anche se l’attuale Governo del presidente Fernando Henrique Cardoso assicura che dal 1994 sono stati distribuiti oltre 14 milioni di ettari, quasi il doppio della terra consegnata nei 35 anni precedenti, i dati del MST riferiscono che 4.9 milioni di famiglie brasiliane sono ancora senza possesso di terre.
Si sono appena intaccate le profonde disuguaglianze sociali. E’ per questo che, nel maggio scorso, oltre 30.000 membri del MST negli stati di Pernambuco, Minas Gerais, Río Grande do Sul, Sao Paulo, Paraná, hanno occupato gli edifici pubblici dei ministeri delle Finanze e dello Sviluppo Agrario e, a Rio de Janeiro, la sede della Banca Nazionale dello Sviluppo Economico e Sociale.
Il Governo ha risposto con violenza – un morto a Curitiba, decine di feriti, centinaia di arresti – alla giornata della disobbedienza civile, ma il capo del MST, Jose Rainha Junior, ha reiterato che continueranno ad avvalersene contro l’ingiustizia.
Durante le proteste è stata anche pretesa la sistemazione definitiva di oltre centomila famiglie accampate in 504 proprietà di terre improduttive occupate.
Di recente, la rivista ‘Istoe’ ha informato che Almir Guedes Soriano, presidente dell’Unione Democratica Rurale (raggruppamento di grandi proprietari terrieri), ha minacciato una reazione armata di fronte alle invasioni contadine e ha affermato che "se la difesa delle (loro) terre occorre che sia fatta con le armi, allora saranno pronti a sparare".
Dirigenti del MST hanno criticato il Governo di Cardoso per lo schema di riforma agraria che verrà applicato, il quale parte dal pagamento delle terre improduttive ai latifondisti, procedimento che considerano lungo e costoso, e del quale si sono fatte denunce per frodi multimilionarie.
Il presidente del Consiglio dei Vescovi del Brasile, Dom Jayme Chemello, ha sostenuto che questo paese non sarà democratico senza riforma agraria, che significa di fatto che le misure adottate sono insufficienti.

Il meraviglioso Carnevale brasiliano.
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marzo 2000 - Sotto un sole che spacca le pietre in un’estate australe che sembra non dovere mai finire, in Brasile si sono conclusi in questi giorni i tradizionali Carnevali, considerati i più fastosi e divertenti del pianeta, questa volta dedicati ai 500 anni dalla scoperta di questa terra sudamericana da parte del Portogallo.
Dal Nordeste, dove si balla il frevo, fino alla meridionale Río de Janeiro, che è la Mecca del Carnevale con le sue scuole di Samba e la proverbiale bellezza delle sue donne e degli uomini - molta gente si domanda da dove sbuchino tanti corpi perfetti in questo periodo dell'anno - il regno divino della festa pagana.
In Brasile tutta la popolazione si dedica ai festeggiamenti. Salvo eccezioni di chi preferisce - perché il portafogli glielo consente - allontanarsi dal rumore della strada per recarsi alle spiagge della costa
oppure negli Stati Uniti o in Europa, il resto si lancia in pieno nella baldoria .
In realtà i Carnevali cominciano moltissimi mesi prima che i fuochi artificiali e il Rey Momo annuncino l'inizio dei festeggiamenti. Nell'ultimo periodo dell'anno le autorità del Carnevale di Río de Janeiro bandiscono il Concorso denominato Samba-Enredo o Tema Base della Sfilata al quale partecipano, difendendo i colori della propria Scuola, tra le tre e le cinquemila persone, mascherate secondo il tema del Samba prescelto.
A cominciare dalla scelta della musica, le Scuole si preparano come si trattasse di andare in battaglia. Non si tratta di un'esagerazione. Partecipare a una sfilata nel Sambodromo - il tempio del Carnevale, disegnato dal noto architetto Oscar Niemeyer - è il maggior onore di un carioca. Per questo si fanno innumerevoli sacrifici: dal risparmiare denaro per mesi per comprarsi i costumi, sempre molti ricchi nei disegni e nei dettagli, al partecipare per mesi e mesi a spossanti prove.
Le Scuole hanno il loro padrino. Alcune sono criticate perché il denaro per confezionare i carri - si tratta oltretutto di una spesa immensa – proviene dal gioco illegale. Molti bicheros, i capi di questa pratica illecita, sono pubblicamente conosciuti come i finanziatori di alcuni di questi progetti, sfilano alla testa della Scuola e quando muoiono si rende loro omaggio, senza che nessuno critichi tali manifestazioni.
Un altro modo di procurarsi il danaro per coprire le spese sono le prove, negli isolati con il tetto di zinco. L'entrata costa l'equivalente di 5 dollari. Ogni sabato, e quando la data del Carnevale si avvicina, anche durante la settimana, le balere si riempiono di migliaia di persone, la birra scorre e la batteria della scuola accompagna il ritmo frenetico dei danzatori.
La sfilata è la grande sfida. Una batteria di 300 musicisti sostiene la marcia che deve durare 80 minuti di orologio. Un’esigente giuria composta da 40 elementi analizza tutto: dall'entrata della Scuola con le sue avanguardie, danzatrici piene di creatività, con coreografie perfette, seguite dalla portabandiera e dal suo maestro (una copia delle danze dell'aristocrazia europea) e poi le bahianas, stimate anziane che simboleggiano la continuità della Scuola, rappresentanti di un quartiere della città.
A queste seguono i carri, altro delirio della fantasia, con le esuberanti modelle, seminude, che appaiono rebolando, agitando cioè le natiche con la disinvoltura data dalla perfezione fisica e dall'esercizio appreso fin da bambine, le madrine delle batterie, sempre figure femminili importanti dello spettacolo o delle sfilate, e le migliaia di donne e di uomini che la festa rendono propria, individuale, bellissima, sempre cantando, sempre ballando, perché la giuria leva punti a chi non mostri, oltretutto, il suo miglior sorriso lungo il Marqués de Sapucal.
Le Scuole sfilano dalle 22.00 fino alle 8:00 del giorno seguente. Nel metrò, alle 5 del mattino, ho notato una famiglia mascherata da antichi egizi, che si aggirava in cerca del punto di ritrovo della propria scuola. Ho domandato loro come mai così tardi: "Il fatto è che la nostra sfilata comincia alle 6.30: siamo gli ultimi". A quell'ora, quando già molti avevano terminato, e con quell'entusiasmo! Ciò significa che nessun sacrificio è grande per un carioca quando si tratta di Carnevale.
Il Carnevale è dedicato ai 500 anni del Brasile. Lungo il Sambodromo hanno sfilato i rituali indigeni, le dittature, la schiavitù. Ognuno ha interpretato la scoperta o l'incontro dei due mondi alla sua maniera.
Il Brasile è una nazione che in questi giorni ha dimenticato i suoi problemi quotidiani: la riduzione del salario minimo, l'avvicinarsi delle elezioni municipali, l'aumento dell'inflazione, il rialzo dei prezzi dei prodotti, la violenza procurata a migliaia di persone ogni anno, la salute pubblica deficitaria, la carenza di scuole, la discriminazione razziale e sessuale.
Quando comincia la Settimana Santa, quasi subito dopo questa festa pagana, sarà ora di pregare perché tutti i mali trovino soluzione. Ora è il momento delle Regine e dei Re per un giorno, delle Regine e dei Re di questa baldoria alla quale hanno partecipato più di 300.000 turisti (2 milioni in tutto il territorio) anche loro identificatisi con la vera meraviglia di questo grandioso paese col nome di un legno: Brasile.

Compie 500 anni nel 2000
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febbraio 2000 - Il Brasile, il gigante del Sud America che porta il nome di un particolare tipo di legname, il prossimo 22 aprile festeggia, con i suoi 162 milioni di abitanti sparsi su un territorio di 8 milioni di chilometri quadrati, il cinquecentesimo anniversario della sua scoperta ad opera del Portogallo, che non solo gli trasmise la sua lingua e la sua cultura, ma anche il gusto per il baccalà e il buon vino, simboli di una comunanza culturale che perdura ancora oggi.
Cinque secoli dopo l’arrivo di Don Pedro Alvarez Cabral a Porto Seguro, nell’attuale Stato di Bahia, il Brasile si appresta a commemorare questa storica data. Trattandosi del "paese più grande del mondo", ci si aspetta che anche i festeggiamenti non siano da meno.
Tuttavia, sono molti i brasiliani che pensano che ci sia ben poco da festeggiare, in particolar modo gli indios, decimati dalla colonizzazione a un punto tale che di una popolazione originaria di 6 milioni di persone, i sopravvissuti sono attualmente soltanto 280.000. Non bisogna dimenticare, infatti, che l’arrivo dei portoghesi ebbe conseguenze disastrose per le culture autoctone del territorio sudamericano.
Di diverso parere sono il Governo di Brasilia e le autorità di Lisbona che, pur riconoscendo gli effetti devastanti prodotti dalla colonizzazione sulle popolazioni indie, sottolineano come il Brasile abbia conosciuto da allora uno sviluppo economico tale da collocarsi al nono posto sulla scala dell’economia mondiale, anche se nel contesto dell’America Latina continua a occupare il primo posto per quanto riguarda le disuguaglianze sociali.
In ogni caso il Governo brasiliano ha designato una commissione speciale incaricata dell’organizzazione dei festeggiamenti previsti per l’anniversario della scoperta, che mobiliterà il Paese con celebrazioni ed eventi per tutto il 2000.
La festa è incominciata la notte di Capodanno, quando a Río de Janeiro, alla presenza del presidente Fernando Henrique Cardoso e di altri quasi 5 milioni di persone, 18 minuti di fuochi d’artificio hanno illuminato il cielo sopra le spiagge della zona sud della città.
Gli abitanti di Río, famosi per il loro carattere festaiolo, hanno così dato il benvenuto all’anno 2000, al Terzo Millennio e, naturalmente, all’inizio delle manifestazioni celebrative per l’arrivo dei portoghesi, che proprio in questa bellissima città del sud hanno lasciato segni evidenti della loro permanenza.
Un altro momento culmine dei festeggiamenti sarà il Carnevale, nel mese di marzo. Le coreografie e le musiche di tutte le scuole di samba - sia delle più importanti, sia di quelle di categoria più bassa – si ispireranno a questo evento storico, mentre la tradizionale sfilata sul Marqués de Sapucai si sposterà all’interno del sambodromo progettato da Oscar Niemeyer, per la speciale occasione della festa di aprile.
Musica, carri, coreografie e costumi rappresenteranno i diversi periodi storici a partire dall’arrivo di Cabral - che, al pari di altri esploratori europei, aveva creduto di essere arrivato su un’isola e aveva chiamato quel lembo di terra "Veracruz" – fino ai giorni nostri, ripercorrendo cinque secoli di storia del Brasile con i suoi momenti di splendore e di miseria.
Río de Janeiro, che fu la capitale del Paese dopo Bahia e prima che lo diventasse Brasilia, conserva palazzi, vie, decine di piazze, teatri e innumerevoli altre tracce dell’epoca degli imperatori lusitani. A Petropolis, chiamata "la città imperiale", si conserva ancora intatta tra le montagne la residenza estiva di Pedro II, ove, nel secolo scorso, il sovrano si ritirava per sfuggire alle malattie che si sviluppavano nel soffocante clima di Río.
In questa stessa città, che si trova a 40 minuti circa dal centro di Río de Janeiro, risiedono ancora oggi i discendenti della famiglia reale: principi, principesse, conti e altri rappresentanti della nobiltà che si dedicano alle più svariate attività.
Si festeggiano 500 anni di Storia vissuta, con il suo carico di dolori e di successi. Per questo nobile Paese questo anniversario costituisce una importante occasione di analisi e di riflessione sulla profondità dell’influenza che gli europei hanno esercitato sul proprio sviluppo, un’influenza che continua a farsi sentire, in misura sempre maggiore, anche nel 2000, in particolare in campo economico – proprio come nel XVI secolo, quando le navi provenienti dall’Europa solcavano gli oceani alla ricerca del Pau-Brasil, il rosso legname che ha dato il nome alla nazione.

Compie 103 anni il decano del giornalismo latinoamericano
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febbraio 2000 - Il giornalista José Theta Alexandre Barbosa Lima Sobrinho, simbolo del nazionalismo brasiliano, ha compiuto 103 anni lo scorso 22 gennaio e l’ha fatto con la testa alta di chi ha sempre camminato in linea retta seguendo fedelmente le proprie convinzioni.
Barbosa Lima Sobrinho, che ha subito la frattura dell’anca pochi mesi fa, cosa che lo ha limitato nel partecipare attivamente alle manifestazioni popolari, mantiene nonostante tutto una posizione di fronte alla vita nella quale l’amore per il lavoro è di primaria importanza. E’ solito dire: "Se non fosse per il lavoro, sarei già morto".
Tre volte alla settimana, appoggiato al suo bastone, e finché una caduta nella sua abitazione gli ha giocato il brutto tiro di lasciarlo invalido, si è dato da fare nell’Associazione Giornalistica Brasiliana (ABI), di cui è stato presidente per la prima volta nel 1926 e poi nel 1978. I problemi giungevano da tutto il paese. Le parole del Presidente erano per l’accordo interno. Per questo risulta impossibile immagine l’ABI senza di lui.
Scrive ancora con la sua vecchia Olivetti – per il martirio di sua moglie María José, con la quale è sposato da 65 anni – il suo articolo domenicale per il "Jornal do Brasil" su cui pubblica, senza un’assenza, da 69 anni. Ha smesso di contare quando è arrivato all’articolo numero tremila.
Non gli interessa usare il computer. "Potrei innamorarmene e questo sarebbe fatale alla mia età", scherza l’unico José Theta Alexandre.
Barbosa Lima Sobrinho è un lettore di quelli che non si spaventano davanti a una montagna di libri, nonostante abbia bisogno di una grossa lente a causa di un glaucoma che lo ha reso cieco dall’occhio destro. Sono 50.000 libri sparpagliati, per di più, in altre due sale e nel garage.
Ha da sempre dedicato alla lettura molte ore del giorno e della notte e ha sempre detto che, per questo, gli sarebbe costato troppo abbandonare la sua casa, nella via Asunción del quartiere residenziale di Botafogo, dove vive da 59 anni, per assistere ai tradizionali ‘Thetas’ dei venerdì alla Accademia Brasiliana di Lingua (ABL) dove occupa una delle poltrone degli immortali dal 1937.
Autore di 60 titoli – senza contare le edizioni dei discorsi e delle conferenze, editi separatamente – Barbosa è nato a Recife, capitale di Pernambuco, situata nel nord-est, ha studiato diritto, ma la sua vita è stata segnata dal giornalismo quando, a 13 anni, ha cominciato a scrivere per un bollettino del collegio e a 15 anni scriveva i primi articoli per "La Provincia", nella sua città natale. Nel 1921 si trasferì a Rio de Janeiro e da allora è legato al "Jornal do Brasil".
Barbosa Lima Sobrinho è il simbolo del nazionalismo e della resistenza brasiliana. Il suo lavoro è cominciato negli anni Trenta, quando era deputato e gli misero tra le mani il progetto dell’Istituto Assicurativo del Brasile. All’epoca, le assicurazioni delle imprese erano in mano alle ditte nordamericane. Si appassionò alla causa e non l’abbandonò più.
Alla Camera dei Deputati fu autore dei vari progetti in difesa del nazionalismo in campo economico e con questa convinzione proseguì alla guida dell’Istituto dello Zucchero e dell’Alcool. Nel 1947 si rifiutò di votare per l’annullamento del mandato ai comunisti.
Tornò a Rio de Janeiro nel 1957, concluso il suo mandato come Governatore a Pernambuco, per divenire Procuratore del Distretto Federale, incarico che utilizzò per lottare contro la ‘Light’, azienda canadese concessionaria dei servizi di energia e trasporti ferroviari.
Nel 1958 ritornò alla Camera Federale, nella quale integrò il Fronte Parlamentare nazionalista. Benché fosse critico nei confronti del governo di Joao Goulart, fu contro il golpe militare che portò al crollo il suo governo nel 1964.
Barbosa Lima Sobrinho non solo sopravvisse ai militari, ma fu anche tra coloro che, nella prima breccia aperta verso la democrazia, formò con il defunto deputato Ulises Guimaraes un duo di opposizione civile alla campagna concepita per collocare il generale Ernesto Geisel alla presidenza della Repubblica.
Nel 1992, fu il brasiliano scelto per firmare, a nome della maggioranza, il processo di "impeachment" del presidente Fernando Collor de Mello. Tutto ciò, ossia una parte memorabile della vita pubblica, la svolse senza mandato, con il semplice titolo di elettore e di cittadino, dopo essere ufficialmente andato in pensione.
La vita di Barbosa Lima Sobrinho si confonde con la storia del Brasile. Diciannove presidenti della Repubblica governarono il paese in questi 103 anni. Fece tutte le azioni che erano in linea con il suo pensiero, e non venne mai imprigionato. In un periodo favorevole alle privatizzazioni, l’anziano giornalista chiese la posizione contraria del Brasile in una cerimonia pubblica il 10 gennaio 1997. Presiedette un movimento nazionale contro la vendita della Vale do Río Doce, la più grande azienda di minerali dell’America Latina, venduta dal governo di Fernando Henrique Cardoso.
Barbosa Lima Sobrinho difese sempre le migliori cause. La sua voce fu la prima ad alzarsi nel 1959 alla Camera dei Deputati per difendere la Rivoluzione Cubana. Ammiratore di Fidel Castro, non perse mai l’occasione per mostrare la sua simpatia per la causa del popolo caraibico e la sua opposizione alla politica del governo nordamericano.
Credendo sempre al possibile trionfo della sinistra brasiliana, Barbosa Lima Sobrinho continua a votare alle elezioni nonostante che da 30 anni abbia facoltà di voto. Nel 1999, ha ricevuto il grande omaggio della Scuola di Samba, uno dei più alti onori a cui possa aspirare un brasiliano. Il suo nome è scritto in lettere d’oro nella storia della sua nazione.
La sua è stata una vita di lotta. "Non posso rinnegare il sacrificio di lottare e di difendere gli ideali di tutta la mia vita", ha detto questo venerabile anziano, la cui più importante eredità sarà quella di lasciare un esempio di onore e di lealtà.