Su di un livello America Latina Altri Paesi Argentina Bolivia Brasile cile Colombia Costa Rica Dominicana Ecuador El Salvador Guatemala Honduras Messico Nicaragua Panama Paraguay Perù Porto Rico Uruguay Venezuela
| |
|
|
Chiesto di risolvere un
prolungato sciopero medico
Torna a inizio pagina
dicembre 2002 LUniversità Centroamericana (UCA), di El Salvador,
ha chiesto al Governo e ai sindacati medici di iniziare le trattative per mettere fine a
uno sciopero che viene mantenuto nel paese da quasi tre mesi, in rifiuto alla
privatizzazione dei servizi di salute.
"E urgente fare un salto per aprire spazi a un dialogo razionale, con il quale
si risolvano i problemi, e non dar corso a un confronto sistematico", ha affermato
lUniversità in un lungo comunicato reso noto dallagenzia AFP.
Il pronunciamento mette in evidenza il fatto che "il prolungato sciopero nel settore
della salute pone a tutta la società linterrogativo della governabilità della
nazione e sulla finalità dello Stato nelle sue funzioni costituzionali di base".
Da parte sua, il Sindacato dei Medici Lavoratori dellIstituto Salvadoregno
dellAssistenza Sociale (SIMETRISSS), sostenuto dallAssociazione Medica
Nazionale (AMN) e dal Collegio Medico, continua con lo sciopero iniziato il 19 settembre
scorso, in rifiuto alla privatizzazione della salute.
Il Governo ha inviato nei giorni scorsi al Congresso tre progetti di legge per creare un
sistema privato provvisorio di salute in alternativa allAssistenza Sociale, che è
stato respinto dai sindacati medici e da ampi settori della popolazione, per cui questa
stessa istanza del potere legislativo ha approvato un decreto che proibisce le
privatizzazioni in questo settore.
Per la UCA, il "Governo deve accettare ora il reinserimento al lavoro di quelli che
sono in sciopero e la restituzione dei salari. Non si tratta di pagare un lavoro non
svolto, ma di riconoscere, in qualche modo, le proprie irresponsabilità nella gestione
dello sciopero".
LUniversità ha fatto appello, allo stesso modo, al Governo "affinché
abbandoni le campagne denigratorie contro i medici" e affinché fermi le manovre
portate avanti in tal senso.
Alleanza per un importante
diritto umano
Torna a inizio pagina
novembre 2002 Grandi giornata di alleanza e di lotta di fronte alle
pretese del Governo di privatizzare i servizi della salute hanno scosso El Salvador.
Non si è trattato di una minoranza "rivoltosa", né di gruppuscoli, ma della
protesta di tutto un insieme umano deciso ad affrontare la perdita di unimportante
conquista sociale.
Lontano dallavere una vera morale, la polizia salvadoregna ha represso i
manifestanti, che dallo scorso 28 ottobre hanno sbarrato le vie e le strade della nazione
centroamericana.
Nei primi giorni di novembre, 50 organizzazioni sociali, che compongono lAlleanza
dei Cittadini contro la Privatizzazione della Salute, si sono unite allo sciopero,
convocato lo scorso 18 settembre, dalla sicurezza sociale e dagli ospedali nazionali.
La richiesta era molto decisa: far fare marcia indietro alla Legge di Garanzia Statale
della Salute e della Sicurezza Sociale, una decisione di progetto neoliberista che
lascerebbe al margine il 50 % dei salvadoregni per le loro condizioni di povertà,
obbligati in futuro a pagare per i servizi di salute pubblica.
"Solo approvando il decreto di garanzia e togliendo il progetto di legge dal
Congresso, potremo avere delle assicurazioni e sederci a dialogare", ha detto
allagenzia AFP, Ricardo Monge, del direttivo del Sindacato dei Lavoratori
dellIstituto Salvadoregno della Sicurezza Sociale (STISSS).
Da parte sua, il movimento di opposizione di sinistra, il Fronte Farabundo Martí per la
Liberazione Nazionale (FMLN), ha avvertito che la vera soluzione non è nel rivalutare il
progetto, bensì tutto il contrario, nellaffossarlo definitivamente.
Tra il popolo si dice, e le fonti ufficiali non lo smentono, che già lISSS ha
consegnato ad aziende private zone chiave come la vigilanza, la preparazione dei pasti e
le lavanderie degli ospedali.
Francisco Flores, Presidente di El Salvador, con unazione di gioco di prestigio
politico con molta insensibilità, ha promesso di creare una commissione di
intermediazione per riformare la Sicurezza Sociale e bloccare il contestato progetto della
salute. La sua lentezza è stata definita stupefacente rispetto allurgenza della
questione, cosa che ha fatto pensare a molti con ironia "se il Presidente non starà
soffrendo di amnesia".
Meno di un anno fa, la nazione era commossa quando, in uno stato demergenza, si sono
verificati numerosi decessi per dengue, importante epidemia contro la quale ben poco hanno
potuto fare i medici locali per la mancanza di risorse e di comprensione ai più alti
livelli.
E noto a tutto il mondo anche il rifiuto di Flores a ricevere aiuto internazionale
disinteressato, dove i bambini e gli anziani avevano tutto da perdere, data la
vulnerabilità delle loro esistenze, che adesso si potrebbero ritrovare con una sorte
uguale per mano dellindifferenza del loro Presidente.
La
sinistra salvadoregna appoggia il sindacato medico in sciopero
Torna a inizio pagina
novembre 2002 Il Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale
(FMLN), allopposizione, ha ribadito il proprio appoggio al sindacato medico in
sciopero da più di 40 giorni. LFMLN ha organizzato una tribuna aperta nella
centrale Piazza Gerardo Barrios, a San Salvador, capitale del paese, dove il leader di
questo gruppo al Congresso, Shafick Handal, ha reso noto le azioni che verranno intraprese
dai parlamentari di questo partito per frenare la privatizzazione della salute.
Caffè, caso critico
Torna a inizio pagina
agosto 2002 - La grossa crisi dellindustria del caffè, in America
Centrale, ha il suo picco a El Salvador, dove, nel 2000-2001 si è registrato un calo
della produzione del 65 %. I produttori salvadoregni non sono ora neppure in condizione di
eseguire i lavori indispensabili quali la pulizia del terreno e la potatura delle
piantagioni, giacché le banche non facilitano il cosiddetto credito di "avvio"
per queste attività, considerandolo ad alto rischio dincasso.
Ricardo Espitia, direttore esecutivo del Consiglio Salvadoregno del Caffè, ha
riconosciuto che "semplicemente lattività è in pratica paralizzata".
La diminuzione della produzione registrata negli ultimi due raccolti indica una decisa
riduzione delle entrate di valuta per lesportazione di caffè, passando da 311
milioni di dollari nel 2000 a solo 130 milioni nello scorso anno.
Le proiezioni del Consiglio Salvadoregno del Caffè, nel 2002 indicano che le entrate
delle vendite allestero arriveranno a malapena a 110 milioni di dollari.
Allinizio del crollo dei prezzi del caffè nel mercato internazionale, nel 1997, El
Salvador contava 20.000 produttori, che offrivano lavoro a 150.000 persone direttamente e
a 750.000 in modo indiretto.
Secondo le previsioni degli esperti, nel futuro imminente, i lavoratori direttamente
coinvolti in questo settore si ridurranno a 80.000.
"Qui esiste una disperazione totale dei produttori, poiché lanno scorso furono
rivisti tutti i debiti del settore con le banche e a settembre devono iniziare a pagare.
Loro cominciano a temere che non avranno modo di farlo", ha avvertito Espitia.
La Commissione Economica per lAmerica Latina e i Caraibi (CEPAL) ha indicato che
"il settore del caffè nel Centro America sta affrontando una crisi senza
precedenti", dovuta alla caduta dei prezzi sul mercato internazionale causata
dalleccesso di produzione mondiale rispetto al consumo.
La differenza dellofferta rispetto alla domanda, ha portato al mantenimento del
prezzo sotto ai 50 dollari al quintale, il più basso negli ultimi 50 anni, mentre i costi
di produzione in Centro America si aggirano intorno ai 90 dollari al quintale.
La coltura del caffè rappresenta, secondo la CEPAL, l1.3 % del Prodotto Interno
Lordo (PIL) in Costa Rica, il 4.2 % in Guatemala, il 7.25 % in Nicaragua, l8.2 % in
Honduras e solamente il 2.5 % a El Salvador. Eppure questo rappresenta la maggior fonte
dingresso di valuta del paese, soggetta allandirivieni delle crisi esterne e
nazionali. Inoltre, numerose famiglie dipendono dal suddetto settore economico al quale
hanno dedicato tutta una vita.
La menzogna non giustifica
Torna a inizio pagina
giugno 2002 Il detto è così vecchio che si perde nelloscurità
dei secoli, ma è così certo come la luce del Sole: "E più veloce prendere un
bugiardo di uno zoppo".
Non si può pensare in alcun modo a un equivoco. Semplicemente si tratta di una falsità
sullaltra.
Il timore del Presidente salvadoregno, Francisco Flores, dellesempio dei medici
cubani sulla popolazione da loro aiutata, sembra essere lunica ragione reale del suo
veto alla richiesta di fare ritornare medici cubani nel più piccolo paese
dellAmerica Centrale per collaborare in una campagna contro il dengue.
Il caso è che il sindaco della capitale, Héctor Silva, del Fronte Farabundo Martí per
la Liberazione Nazionale (FSLN), ha chiesto al Presidente di rivolgersi a Cuba per cercare
di circoscrivere lattuale epidemia di dengue che ha colpito vari dipartimenti della
nazione.
Ma il Presidente non vuole fare così e dice due menzogne: a Cuba cè
unepidemia di dengue più grave di quella di El Salvador; i medici cubani che vivono
a Miami "sono preparati allo stesso modo e credo che loro abbiano avuto la stessa
esperienza, sono disposti a venire e non vedo perché dovremmo rifiutarli".
A Cuba non cè stata alcuna epidemia. Cè stato un serio pericolo e sono
bastati 70 giorni di battaglia ben organizzata e il rischio è sparito. Se qualcuno a El
Salvador ottiene che medici residenti a Miami, contrattati con salari che non guadagnano
neppure i medici salvadoregni, aiutino veramente ad arrestare lepidemia, è voler
credere ai miracoli o alle favole.
Quando la popolazione del piccolo paese ne ha avuto bisogno, 52 cooperanti cubani della
sfera della salute si sono recati, in poche ore, nel territorio di El Salvador. I primi 15
erano stati impiegati nella lotta contro il dengue e poi se ne sono aggiunti altri 37 per
alleviare le sofferenze della popolazione a causa di un sisma, nel gennaio dellanno
scorso.
I professionisti cubani, in 21 giorni, hanno prestato 51.000 consulti alla popolazione. Se
si tiene conto del fatto che non tutti erano medici, risulta che hanno assistito oltre 50
persone al giorno nei luoghi più isolati della zona colpita.
Bisognerà vedere, se Flores ottiene qualche medico a Miami, molto ben pagato, in che
luoghi opererà e quanti pazienti assisterà ogni giorno.
Fino al momento della dichiarazione presidenziale (12 giugno), questanno si erano
già registrati 1.142 casi, di cui un 8 % di tipo emorragico, con quattro vittime, tutte
bambini. Altri quattro erano in terapia intensiva. Non si conosce il numero di quelli che
non si sono mai presentati a un centro assistenziale perché i loro genitori non hanno
risorse per trasportarli e neppure per rendersi conto che i loro bambini sono stati
colpiti dal dengue.
Dopo essersi arrovellato nei suoi dati senza base, Francisco Flores ha detto la più
grande idiozia del giorno, affermando che i salvadoregni devono sapere convivere con il
dengue, poiché vivono in un paese tropicale. Non ha fatto riferimento ai doveri del
Governo riguardo alla salute del proprio popolo.
Il gesto di rifiuto del Presidente verso i professionisti cubani contrasta con gli indici
generali dei due paesi.
Mentre a El Salvador la mortalità infantile è di 56 morti ogni mille nati vivi, a Cuba
è del 6.2. La nazione dellAmerica Centrale ha un 29 % di analfabetismo mentre Cuba
è a 0.02 %. Tra i bambini salvadoregni cè un 20 % senza scolarità elementare, a
Cuba lindice è di zero, e allo stesso modo, un 30 % dei bambini di El Salvador
frequenta la scuola secondaria, a Cuba il 98 %.
Francisco Flores pretende di cercare aiuto dalla Fondazione Nazionale Cubano-Americana,
con la quale mantiene forti vincoli, la stessa che per anni ha tenuto nascosto a El
Salvador, a piena conoscenza delle autorità, Luis Posada Carriles, il più grande
terrorista dellAmerica Latina, che è stato catturato a Panama quando stava per
attuare un attentato contro il Presidente di Cuba, Fidel Castro, nellaula magna
dellUniversità, dove cerano migliaia di studenti e di professori che
sarebbero morti nello scoppio di una carica di esplosivo C-4 che aveva preparato.
I
salvadoregni criticano il loro Presidente per aver allargato le brecce sociali
Torna a inizio pagina
giugno 2002 Un recente studio sociologico dellUniversità
Centroamericana di El Salvador ha comprovato che l81.6 % degli abitanti della
capitale hanno messo sotto accusa il loro Presidente, Francisco Flores, per
lacutizzazione delle differenze sociali e per il processo di dollarizzazione portato
avanti nel paese. Secondo le opinioni raccolte in un campione eterogeneo di 1.223
salvadoregni, la povertà e la disoccupazione sono conseguenza diretta della prevalenza
del dollaro nelleconomia locale. Gli intervistati hanno sostenuto che gli indici di
miseria e la mancanza di impiego sono aumentati negli ultimi tempi. Un 62.2 % delle
risposte si riferiscono a timori per le finanze statali, perché capiscono che la
dollarizzazione è stata dannosa, mentre un 28.6 % la definisce mediamente positiva. Gli
intervistati, per il 64 % hanno denunciato la mancanza di attenzione da parte del Governo
riguardo alle richieste dei cittadini e per un 69 % hanno segnalato che il Governo e
Flores appoggiano le misure neoliberiste che, dicono, beneficiano solo i ricchi.
El Salvador, la CIA e le droghe
Torna a inizio pagina
aprile 2001 El Salvador, lAgenzia Centrale di Intelligenza (CIA) e
le droghe costituiscono tre parti di uno stesso problema se si considera, in particolar
modo, lepoca in cui gli Stati Uniti hanno utilizzato questo paese per aggredire il
Nicaragua, una terra che non ha mai dichiarato guerra né a Washington né al suo vicino.
Tra i documenti che riflettono con maggior esattezza questi vincoli, possiamo citare le
relazioni inviate ai suoi capi dallallora funzionario dellAgenzia Antidroga
degli Stati Uniti (DEA), chiamato Celerino Castillo III "Cele", che ha lavorato
in America Centrale dal 1985 fino al 1990.
Nelle pratiche della DEA, con la sigla GFGD-91-9139, si trovano le relazioni inviate da
Celerino dove si circostanzia con tutti i dettagli necessari che voli arrivati
allaeroporto di Ilopango, a El Salvador, giungevano carichi di armi ma ritornavano
negli Stati Uniti carichi di droga.
Questi voli erano supervisionati direttamente dal tenente colonnello Oliver North, in quel
periodo funzionario della Casa Bianca, che si faceva rappresentare in detto luogo
dallagente della CIA di origine cubana Felix Rodríguez, che operava
nellhangar numero 4 di questa base aerea, con laiuto di un altro agente
dellagenzia di spionaggio statunitense che si chiamava Luis Posada Carriles.
Questa operazione è iniziata nel gennaio 1985, quando Rodríguez si reca a El Salvador
dopo una riunione effettuata il 22 gennaio di quellanno, alla quale erano presenti
George Bush (padre), a quel tempo vicepresidente degli Stati Uniti, il suo principale
consigliere, Donald P. Gregg, e North.
Lo stesso Bush spiegò lincarico a Rodríguez, che poi stabilì la base di
operazioni nellaeroporto di Ilopango.
Dopo aver informato la DEA in ripetute occasioni, Celerino Castillo decise di operare
contro un carico di droghe, il 5 febbraio 1986, sequestrando 800.000 dollari in contanti e
35 Kg. di cocaina trovati dentro un aereo nellaeroporto di Ilopango, il cui pilota
era Leonel Gaitán (pratica DEA TG-86-0001).
Il 26 maggio viene portata a termine unaltra operazione, questa volta utilizzando
informazioni fornite da un altro informatore, in cui sono state sequestrate diverse
centinaia di chili di cocaina che erano destinate alla Florida (pratica DEA STG-86-0006).
Le relazioni che Castillo inviava alla DEA citavano con frequenza i nomi dei
narcotrafficanti che a volte erano vincolati alla CIA, tra questi i piloti salvadoregni
Francisco Guirrola-Beeche e Alejandro Urbizu, e i nicaraguensi Horacio Pererita, Carlos
Cabezas e Julio Zavala.
Durante tutta questa operazione, Felix Rodríguez cambiò con frequenza il proprio nome
con quello di Max Gómez, e allo stesso modo di Posada Carriles utilizzò il nome di
Ramón Medina. Regolarmente, nelle udienze del Congresso degli Stati Uniti relative allo
scandalo Iran-Contras si fa riferimento a entrambi utilizzando questi nomi.
Le relazioni di Castillo non erano di gradimento al suo capo, Bob Stia, che gli
raccomandò di non interferire nelle operazioni che si stavano realizzando a Ilopango. Una
raccomandazione simile gli venne fatta anche dallallora ambasciatore nordamericano a
El Salvador, Edwin Corr.
Nonostante gli avvertimenti, Castillo continuò a operare e il 1° settembre 1986 portò a
termine un controllo con una unità antidroga in casa del pilota Wally Grasheim, noto per
la sua relazione con il traffico degli stupefacenti.
Nella casa trovarono casse di esplosivo C-4, bombe a mano, munizioni. fucili M-16, uno di
questi registrato a nome del colonnello Steel, comandante della Missione Militare
Nordamericana, che successivamente ha ammesso di avere regalato il fucile a Grasheim.
Castillo dovette ritornare negli Stati Uniti poiché si stava preparando un attentato
contro la sua vita. Nei preparativi era coinvolto il tenente colonnello Hugo Francisco
Morán, delle forze armate del Guatemala e agente della CIA. Il piano avrebbe dovuto
essere eseguito a El Salvador per poi dare la colpa alla guerriglia.
Continuano le scosse
Torna a inizio pagina
febbraio 2001 - Venti giorni dopo il sisma devastatore di El Salvador che ha
ucciso 726 persone, ferite 4.400 e lasciato senza alloggio 96.553 famiglie, il Presidente
Francisco Flores non si stanca di ripetere tramite i mezzi di comunicazione che né le
risorse del Governo né gli aiuti internazionali possono consentire di prendersi cura
degli oltre 1.100.000 danneggiati, e richiede ulteriori aiuti mondiali. Argomenta che i
mezzi a disposizione del Governo sono stati impiegati per sostenere circa 250.000
cittadini e annuncia che ora ci si sta occupando di coloro che si trovano nei 126 rifugi
creatisi subito dopo il momento del disastro, per la maggior parte immobili del Governo.
Solo nella zona di Usulatán, a 110 Km dalla capitale, e nelle comunità di Ahuachapn e La
Libertad, circa 12.000 famiglie sono costrette all'aperto in attesa di un riparo che non
arriva.
Nel frattempo, nuove scosse seminano l'allarme tra una popolazione preoccupata per gli
insufficienti aiuti che i danneggiati stanno ricevendo e che li pone al limite
dell'abbandono, in mezzo a un crescente malcontento per cui, da diversi settori, il
Governo viene qualificato come incapace ad affrontare la difficile situazione in cui si
trova la nazione.
El Salvador è il paese più piccolo del Centroamerica, ma è considerato il secondo paese
più violento dell'America Latina dopo la Colombia: nel pieno del disastro si sono
verificati un'infinità di atti di violenza e di saccheggio.
In questo contesto si è verificato il sequestro di una imprenditrice di 63 anni, di
origine tedesca, da parte di 4 uomini armati e mascherati che l'hanno portata in un luogo
sconosciuto.
Pattuglie composte da polizia ed esercito, unità con le loro forze accampate, continuano
a battere costantemente le località danneggiate dal sisma.
Tuttavia all'interno di queste stesse istituzioni si palpa un crescente malcontento,
tant'è che distaccamenti al nord della capitale sono scesi in sciopero per protestare
contro le condizioni in cui si trovano a vivere dal momento del tragico sisma.
Gli scioperanti, che appartengono a nove distaccamenti, argomentano le loro decisioni
criticando le carenti condizioni sia rispetto all'alimentazione, sia alla situazione
igienico-sanitaria, sia agli accampamenti.
A questo clima di scontento si sono uniti i lavoratori della Procura per la Difesa dei
Diritti Umani (PDDH), che hanno aderito chiedendo le dimissioni o la destituzione del
titolare di questo ente, Marcos Valladares.
Questi è accusato di venire meno alle proprie responsabilità e di disattendere la legge
di Integrazione Monetaria, vigente dal 1° gennaio scorso, che dà corso legale al dollaro
nordamericano insieme al colón, la moneta nazionale.
Questa legge ha provocato turbamenti, sorpresa e reazioni violente tra le fasce più
povere della popolazione, che improvvisamente si sono trovate di fronte al dollaro come
moneta circolante, senza neppure alcuna campagna di massa informativa preparatoria.
Alcuni esperti, come Lidier Esquivel, geologa e capo del Dipartimento della Prevenzione e
Mitigazione dei Disastri di Costa Rica, riconoscono che l'America Centrale in generale, e
El Salvador in particolare, siano oggi più vulnerabili rispetto ai disastri naturali, in
ragione di una pessima pianificazione urbana.
L'esperta citata ha riconosciuto che le città più importanti della regione sono
costruite in luoghi ad elevato rischio sismico ed esposte a inondazioni, e nonostante
questo vi si continua a costruire alloggi in modo massiccio.
Forti critiche vengono mosse al comportamento di grandi istituzioni finanziarie come la
Banca Mondiale e la Banca Interamericana di Sviluppo, che sono intervenute a El Salvador
con prestiti invece che con donazioni, come richiederebbe la difficile situazione di un
milione di danneggiati.
Il sisma, secondo gli ultimi bilanci, ha causato perdite che ammontano a più di 1.000
milioni di dollari, comprendenti la distruzione totale o parziale di 856 edifici pubblici,
43 moli, 11 ospedali e altri 28 centri sanitari.
Devastante terremoto
Torna a inizio pagina
gennaio 2001 - Secondo i dati del Comitato di Emergenza Nazionale (COEN), il
violento terremoto che ha scosso sabato 13 gennaio El Salvador ha causato finora oltre 675
vittime ma sono in continuo aumento - mentre i feriti sono più di 2.000.
Il sisma, con una magnitudine tra 7.6 e 7.9 della scala Richter, ha sepolto un quartiere
nella città di Santa Tecla.
Il bilancio della polizia non ha quantificato il numero dei dispersi, ma un rapporto
preliminare delle squadre di soccorso lo valuta in circa 2.000.
Quest'ultimo dato è diminuito ufficialmente da 4.000 a 2.000, dopo che il sindaco del
dipartimento di La Libertad, José Enrique Pérez, ha smentito le notizie della stampa
locale che assicuravano che nel villaggio di Comasagua, 28 km a sud-est della capitale, vi
erano circa 3.000 dispersi.
Frattanto, il sindaco di Santa Tecla (o Nueva San Salvador), Oscar Ortíz, ha affermato
che nel quartiere residenziale Las Colinas i morti potrebbero superare i 2.000, in quanto
circa 600 abitazioni sono state sepolte da una frana della montagna sovrastante e, essendo
il fine settimana, la maggior parte delle famiglie era nelle proprie abitazioni.
Ortíz ha espresso il parere di fare effettuare sepolture collettive per evitare il
pericolo delle epidemie, dato l'elevato numero di cadaveri che si trovano nella zona, la
più colpita dal movimento tellurico, il cui epicentro è stato localizzato nell'Oceano
Pacifico salvadoregno e le scosse sono state avvertite in tutta l'America Centrale e nel
sud del Messico. In Guatemala vi sono stati almeno sei morti e centinaia di danneggiati,
secondo fonti ufficiali citate dalle agenzie di notizie.
La PNC del Salvador ha precisato che il sisma ha provocato la distruzione totale di 20.131
abitazioni, mentre altre 47.141 sono state parzialmente distrutte e 688 sepolte, secondo
una valutazione effettuata nella notte di lunedì 15. Le relazioni parlano anche di 19.000
persone evacuate da luoghi a rischio in diverse regioni del paese.
Le statistiche crescono col passare delle ore.
El Salvador prosegue segnato dal panico della gente di fronte alle scosse che si
susseguono a ogni istante. Da sabato fino a lunedì, sono state sentite più di 800 scosse
d'assestamento. Ciò nonostante, un gruppo di geologi dipendenti dal COEN ha scartato la
possibilità che avvenga un nuovo sisma con la medesima violenza devastatrice.
Il Presidente Francisco Flores ha sollecitato la Colombia per la donazione di 3.000
feretri per sotterrare le vittime povere in fosse comuni.
Flores, che ha visitato diversi luoghi del paese per constatare i danni, ha assicurato che
i crolli "hanno causato la maggior parte delle perdite di vite umane" e sono un
pericolo latente, invitando a concentrare gli sforzi nelle operazioni di salvataggio.
Il Presidente ha dichiarato che il suo Governo cerca di far fronte alla situazione
d'emergenza in cui vivono migliaia di persone private dell'abitazione. "Comprendo la
disperazione di coloro che hanno perso tutto, ma la nostra priorità è quella di salvare
vite umane", ha aggiunto, secondo lagenzia AP. La stessa agenzia riporta che
diversi settori dell'opposizione hanno accusato l'esecutivo di negligenza nel soccorrere
le vittime.
Il Presidente ha chiesto alla comunità internazionale lintervento con elicotteri
per soccorrere le persone isolate e con macchinari adatti a rimuovere le macerie.
I danni materiali nella nazione centroamericana ammontano a un miliardo di dollari,
secondo i primi calcoli del Governo.
Il Ministro delle Finanze, José Luis Trigueros, ha spiegato alla stampa che la cifra è
destinata ad aumentare nella misura in cui si procede nella valutazione dei danni.
Secondo il Ministro, le distruzioni riguardano edifici pubblici e privati, strade e
raccolti agricoli, che fanno parte della lista delle necessità di ricostruzione stilata
dalle autorità locali.
Il miliardo di dollari di perdite rappresenta quasi il 50 % del bilancio preventivo della
nazione per quest'anno, che l'Assemblea Legislativa ancora non ha approvato per divergenze
tra i partiti.
L'arrivo di aiuti internazionali ha cominciato a sveltirsi dopo che l'aeroporto
internazionale di San Salvador ha ricominciato a funzionare domenica notte, dopo la
riparazione della pista di atterraggio danneggiata dal sisma.
I paesi vicini hanno agito prontamente. Il Guatemala ha deciso di fornire il 40 % di
elettricità necessaria ai salvadoregni, in quanto la loro capacità produttiva è stata
pregiudicata. NellHonduras, la Commissione Permanente di Contingenza (COPECO), ha
coordinato la raccolta degli aiuti che saranno inviati con un convoglio di almeno 15
veicoli. Il Nicaragua ha inviato una brigata dell'esercito che partecipa ai lavori di
salvataggio e di aiuti ai terremotati.
Altri paesi dell'America Latina hanno manifestato la loro solidarietà. L'Ambasciatore di
Cuba in Guatemala, Damodar Peña, ha annunciato che una brigata di 459 medici - che da due
anni presta assistenza sanitaria in Guatemala - è "pronta a partire per El
Salvador", secondo lagenzia AFP.
L'Argentina ha disposto l'invio di un gruppo della sua forza umanitaria di Caschi Bianchi,
mentre il Governo peruviano ha annunciato che invierà 10 tonnellate di aiuti umanitari e
una brigata composta da 14 medici specialisti.
Il Ministero degli Esteri brasiliano ha ricevuto la direttiva di consultare le autorità
salvadoregne per i prodotti di prima necessità. Dallo stato nordamericano della Florida,
dove risiede un'ampia colonia salvadoregna, è stato inviato un aereo con 11 tonnellate di
materiale medico, provviste, acqua potabile e coperte, come pure una squadra specializzata
in salvataggi.
Le richieste del Governo salvadoregno sono state rapidamente recepite dall'Europa. La
Commissione Europea ha annunciato l'invio di una missione di esperti e lunedì ha deciso
di destinare un aiuto di emergenza di due milioni di dollari.
Questo aiuto va a sommarsi agli annunci singoli dei vari governi europei, tra cui la
Germania (1.6 milioni di dollari), Italia (3.5 milioni) e la Norvegia (1 milione). Le
autorità francesi hanno noleggiato un aereo DC-10 per inviare squadre di salvataggio e
materiale d'aiuto e per trasportare 80 persone, tra cui personale della Croce Rossa
francese.
La Spagna ha annunciato l'apporto di 75 persone con 24 cani e materiale per la ricerca di
sopravvissuti sotto le macerie, come pure un primo aiuto medico.
Vari organismi internazionali come il Programma Mondiale dell'Alimentazione e la Banca
Interamericana dello Sviluppo, hanno deciso di inviare aiuti economici alla nazione
centroamericana.
In pratica tutti i partiti di opposizione spagnoli hanno chiesto al Governo il condono
totale del debito che le nazioni centroamericane hanno con la Spagna, come mezzo per far
fronte alle catastrofi che flagellano la zona, riporta lagenzia PL da Madrid.
Rappresentanti nel Parlamento dei partiti Socialista Operaio Spagnolo (PSOE), Sinistra
Unita (IU) e Convergenza e Unione (CIU), hanno fatto pressioni affinché il Governo si
faccia carico delle richieste che provengono da numerosi enti e organizzazioni non
governative.
Così pure premono membri di partito che chiedono linizio di un programma più
incisivo per liberare da questo oneroso fardello le nazioni che hanno minime risorse e che
non si sono ancora riprese dalle distruzioni causate dall'uragano Mitch, quando nuove
catastrofi le hanno colpite, come il terremoto dello scorso sabato a El Salvador.
Ricardo Pérez Casado, del PSOE, ha dichiarato che è necessario cancellare il debito in
tutti i suoi aspetti e per tutti, come un modo adeguato per aiutare a combattere la
povertà, anche se ha ricordato che il Governo spagnolo è sempre stato sordo a richieste
simili fatte in precedenza.
In termini simili si sono espressi i portavoce di IU e CIU, che hanno chiesto di non
differire più questa decisione e hanno definito insufficiente il condono parziale del
debito che Madrid ha concesso per via della tragedia provocata dall'uragano Mitch.
Il debito del Salvador con la Spagna ammonta a 40 milioni di dollari.
Un anno di errori governativi
Torna a inizio pagina
dicembre 2000 - Lo scontento di vari settori sociali sulla gestione neoliberale
governativa, la violenza delinquenziale, un'epidemia di dengue che ha mostrato
l'inefficienza del sistema sanitario e gravi errori ufficiali, hanno caratterizzato
l'attualità salvadoregna nellanno 2000.
Come conseguenza della contrazione economica, la mancanza di attenzione statale al settore
agricolo, la caduta dei prezzi del caffè e l'aumento del costo del petrolio, la
situazione della popolazione è peggiorata.
A causa delle privatizzazioni, la disoccupazione è aumentata ed è aumentata la
dipendenza di molti salvadoregni dalle rimesse familiari inviate da più di due milioni di
emigranti.
La violenza delinquenziale è stato un altro fattore che ha molto inciso nella società,
specialmente i sequestri, che hanno riguardato durante l'anno più di un centinaio di
persone, e i delitti, il cui numero e stato superato solo da quelli commessi dall'Esercito
e dalle forze paramilitari durante la guerra civile (1980-1992).
Le ragioni della violenza sono nella situazione economico-sociale imperante nel paese,
dove esistono più di 300.000 armi nelle mani di una popolazione che ancora non ha
superato i traumi dovuti a un conflitto che ha provocato più di 75.000 tra morti e
scomparsi.
A ciò contribuisce, inoltre, l'impressione di impunità esistente in una nazione dove gli
autori materiali morali di quel genocidio rimangono impuniti, protetti da un'amnistia.
Tali problemi economici e sociali, uniti a privatizzazioni, all'adozione di un'elevata
Imposta sul Valore Aggiunto (IVA), che pregiudica attività commerciali di sopravvivenza e
l'abbandono di alcuni settori poco favoriti, hanno portato a violente proteste.
Nell'anno 2000 vi è stato un maggior numero di dibattiti parlamentari che negli anni
precedenti, ma ha anche evidenziato l'esiguo margine di manovra permesso alla sinistra
dovuto all'alleanza delle forze di destra che rendono vano l'esercizio di una vera
democrazia.
Ciò è stato evidente nel modo in cui hanno sottratto all'oppositore ed ex-guerrigliero
Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale (FMLN), il diritto a presiedere il
Congresso, essendo il partito che alle elezioni del marzo scorso ha ottenuto il maggior
numero di deputati, in quanto la destra ha manovrato in blocco e ha cambiato a suo favore
le regole del gioco.
Inoltre l'alleanza dei partiti di destra ha ottenuto, con mezzi fraudolenti e con la
maggioranza semplice, invece dei due terzi dei voti stabiliti, l'approvazione di accordi
che danneggiano la sovranità, come quello che permette l'ingerenza nordamericana per la
lotta al narcotraffico.
Questo tipo di azioni della destra sono cominciate a partire dal disastro elettorale
patito nelle elezioni parziali dal partito di governo Alleanza Repubblicana Nazionalista
(ARENA), un risultato che ha messo in evidenza il logoramento di questo partito al potere
dal 1989.
A tutto questo si sono sommati gli errori sul tema del terrorismo, la qualcosa ha portato
a fare una brutta figura al Presidente della Repubblica, Francisco Flores, durante il 10° Vertice Ibero-Americano di Panama.
Difendendo ostinatamente un progetto di risoluzione che condannava solo l'organizzazione
separatista basca ETA in Spagna, Flores ha dimenticato che questo fenomeno riguarda anche
alcuni stati della regione, come Cuba, il paese che ha patito il maggior numero di
attentati terroristi nell'emisfero.
Il bello è che in quest'ambito è stato arrestato a Panama, mentre invece preparava un
attentato contro il Presidente Fidel Castro, il terrorista Luis Posada Carriles, residente
a El Salvador dagli anni '90, sul quale Flores ha dichiarato d'ignorare dettagli, seppur
era stato opportunamente avvertito da Cuba sulla sua ubicazione e sui suoi piani
criminali.
Si seppelliscono le
vittime del massacro di El Mozote
Torna a inizio pagina
dicembre 2000 - Lo scorso 11 dicembre gli abitanti dellumile villaggio
salvadoregno di El Mozote hanno dato sepoltura ai resti dei corpi di 37 contadini,
trucidati dallesercito nel 1981. In quella occasione fu perpetrato, ad opera dei
soldati del battaglione Atlacatl, addestrati e armati dagli Stati Uniti, uno dei crimini
più terribili della guerra civile che ha insanguinato il Paese.
Per tutta la notte precedente i contadini hanno vegliato le 37 piccole bare in cui erano
stati composti i resti delle vittime, tra cui anche 24 bambini. È tutto ciò che si è
riusciti a recuperare sul luogo di quello che è stato chiamato il "massacro di El
Mozote", quando 1.000 persone - tra gli abitanti di questo villaggio e di altri
quattro nelle vicinanze - furono fucilate dopo unoperazione militare di
rastrellamento avvenuta in quella zona nella notte tra l11 e il 12 dicembre del
1981.
Rufina Amaya, lunica sopravvissuta al massacro, mentre raccontava allagenzia
AP di quella notte orribile, non riusciva a trattenere le lacrime: "Quella sera ci
hanno strappato dalle nostre case, però nella notte sono riuscita a scappare e a
nascondermi nei boschi, ero mezza nuda". Purtroppo alla sua famiglia non capitò la
stessa sorte, 22 suoi parenti vennero infatti assassinati.
I corpi dei familiari di Amaya sono stati sepolti allinizio del 1990, ciononostante
la donna non abbandona la speranza di ritrovare qualche suo figlio sopravvissuto.
Dietro richiesta delle famiglie dei morti, nellaprile scorso un gruppo di
antropologi argentini ha ripreso le esumazioni nella zona, perché alle vittime potesse
essere data una sepoltura cristiana. Nel 1992, durante la prima fase di esumazioni, furono
recuperati 147 corpi.
I medici cubani non
si lasciano intimidire dal terrorismo
Torna a inizio pagina
dicembre 2000 - Il terrorismo continua a minacciare il popolo cubano: alcuni
nemici di Cuba hanno recentemente messo in atto i loro peggiori istinti criminali in
territorio guatemalteco, dove una brigata di medici cubani sta lavorando in missione di
solidarietà.
Allinizio di dicembre, infatti, un presunto gruppo paramilitare chiamato Esercito
Segreto Anticomunista (ESA), poco noto in Guatemala secondo quanto precisa
lagenzia Notimex - ha diffuso dei volantini nei quali viene intimato ai cubani di
abbandonare il Paese, minacciando, in caso contrario, di "giustiziarli".
A fronte di tali fatti, esponenti di associazioni umanitarie e gruppi politici
guatemaltechi hanno fatto pressione sulle autorità, sollecitando il loro intervento per
avviare uninchiesta e prendere i provvedimenti necessari a garantire
lincolumità dei medici.
Secondo lopinione di Mario Polanco, membro della direzione del Gruppo di Mutua
Assistenza (GAM), lESA era un gruppo paramilitare particolarmente attivo negli anni
tra il 1970 e il 1982. A quellepoca poteva contare sullappoggio di agenti dei
Servizi Segreti, oltre ad avere stretti rapporti con il gruppo politico ultra conservatore
Movimento di Liberazione Nazionale (MLN), che in Guatemala scatenò una guerra contro
tutto ciò che considerava comunista.
Nel comunicato inviato dallESA alle testate giornalistiche locali - le cui minacce,
secondo Polanco, debbono essere prese sul serio i medici cubani vengono accusati di
"propagandare tra la popolazione i benefici del regime totalitario di Fidel
Castro".
Lo stesso testo definisce i professionisti cubani "mercenari che si servono della
professione medica come copertura" ed esige perciò che "tutti i componenti
della delegazione lascino il Paese, in caso contrario inizieranno le esecuzioni".
Lopinione pubblica ha manifestato pareri differenti nei confronti
dellaccaduto: per alcuni i responsabili delle intimidazioni sono da ricercare
allinterno di gruppi che possono avere interesse a ostacolare limpegno
umanitario dei cubani in Guatemala, per altri come Guillermo Monroy, direttore
della Pastorale Sociale dellArcivescovado di Guatemala - minacce di questo genere
denotano "un atteggiamento che non ha ormai più ragione di esistere dopo la fine
della guerra civile e la firma della pace", avvenuta nel 1996.
Non è neppure da escludere un coinvolgimento della mafia di Miami, in virtù dei suoi
legami passati con i gruppi paramilitari guatemaltechi. Questa ipotesi è tra laltro
avvallata dal fatto che sono stati usati gli stessi metodi.
Negli ultimi tempi le ostilità terroristiche dei gruppi estremisti appoggiati dalla CIA e
dalla mafia cubano-americana di Miami sono riprese anche a Panama, dove, secondo quanto
rende noto Prensa Latina, reparti speciali della polizia hanno evacuato la sede del
Ministero delle Relazioni Estere, dopo aver ricevuto una comunicazione anonima che
rivelava la presenza di una bomba allinterno del Ministero in concomitanza
con la visita in quella sede dellAmbasciatore cubano Carlos Zamora.
Il messaggio anonimo, ricevuto nellufficio del Ministro degli Esteri, José Miguel
Alemán, e rivelatosi in seguito un falso allarme, faceva anche sapere che la bomba era
stata collocata nientemeno che per ordine di Luis Posada Carriles, il capo del gruppo di
terroristi arrestati in territorio panamense perché accusati di stare preparando un
attentato al presidente Fidel Castro, in occasione della sua partecipazione al 10º
Vertice Iberoamericano.
Nonostante lo stato di allarme in cui si trova il Paese, i medici cubani hanno affermato
che nulla e nessuno potrà indurli a cedere. Lo hanno ribadito anche nella lettera
indirizzata al Presidente Fidel Castro, nella quale hanno ricordato di essere giunti nel
Paese centroamericano dopo che questo aveva subito le devastazioni prodotte
dalluragano Mitch, con il preciso compito di "salvare vite umane, ripristinare
e salvaguardare la salute della popolazione colpita e, grazie a ciò, mantenere alto il
valore della nobile professione di medico".
"Dal momento del nostro arrivo nel novembre del 1998 continua la missiva
si sono verificati casi isolati di aggressioni e intimidazioni. Ma ogni volta la
nostra risposta è stata conforme allo spirito che caratterizza il nostro popolo, piena di
coraggio, valore e fedeltà alla Rivoluzione e alla Patria. Poi, sabato 2 dicembre,
abbiamo appreso da un comunicato dagenzia della comparsa di un documento anonimo che
contiene minacce di morte nei confronti dei componenti della nostra Brigata."
Si domandano a questo punto i firmatari: "Qual è lo scopo di tali azioni?
Lintimidazione? Pensano che così facendo ci faranno rinunciare al nostro impegno?
Come ci conoscono male!"
Nella lettera si ricordano i successi ottenuti dalla Missione Medica: sono stati visitati
2.258.364 pazienti, di cui 794.596 bambini; 11.891 sono stati gli interventi chirurgici
effettuati; il tasso di mortalità infantile nelle aree di intervento si è ridotto dal 40
al 16.9 ogni mille nati vivi; grazie ai medici cubani, infine, 18.370 cittadini
guatemaltechi hanno avuto salva la vita.
Il Guatemala e Cuba che hanno formalizzato le loro relazioni diplomatiche nel 1998,
dopo che per 38 anni erano state sospese hanno firmato un accordo in base al quale
il Paese centroamericano riceverà assistenza sanitaria da parte di medici cubani per
tutto il 2001, mentre un centinaio di suoi studenti saranno inviati a studiare medicina a
Cuba.
Il dengue si diffonde a
El Salvador
Torna a inizio pagina
ottobre 2000 - Lepidemia di dengue che si sta diffondendo a El Salvador
sta assumendo contorni drammatici: "Ci troviamo di fronte a un fenomeno sconosciuto,
per combattere il quale sono necessarie adeguate conoscenze scientifiche", ha
affermato il presidente Francisco Flores.
A tuttoggi la malattia - che si manifesta nella sua variante II di origine asiatica,
conosciuta anche come ceppo della Giamaica e giudicata dagli specialisti come la più
aggressiva di tutte - ha causato più di trenta vittime, in maggioranza bambini.
Secondo stime ufficiali sarebbero più di 2.280 i casi di dengue riscontrati tra la
popolazione, che sembra non aver ancora preso coscienza della necessità di collaborare
attivamente nella lotta contro la malattia, un atteggiamento che alimenta i timori del
Governo di una propagazione del contagio.
Di fronte a una situazione tanto drammatica, il Capo di Stato ha annunciato un
potenziamento della campagna di informazione per combattere la malattia, manifestando la
sua gratitudine per gli aiuti provenienti dalle altre nazioni latinoamericane per
affrontarla. Del contingente sanitario fa parte anche una brigata di specialisti arrivati
da Cuba.
Flores ha ringraziato il popolo cubano per la solidarietà dimostrata attraverso
linvio di suo personale sanitario, che presta servizio gratuitamente, e ha
sottolineato che qualsiasi aiuto proveniente dallestero a sostegno del piano di
cooperazione istituito dal Ministero di Salute Pubblica e di Assistenza Sociale è ben
accetto.
Cornelio Hernández, capo della delegazione cubana presente allassemblea annuale
della Organizzazione Panamericana della Salute che si tiene a Washington, ha confermato
che il suo Governo ha preso la decisione di fare tutto il possibile per sostenere gli
sforzi di Honduras e di El Salvador, impegnati a combattere unepidemia di dengue che
in entrambi i Paesi ha provocato uno stato di emergenza nazionale, secondo quanto
riportato dallagenzia DPA.
Lo specialista cubano Francisco Zamora, che ha già raggiunto El Salvador, mette in
guardia dal pericolo di una diffusione dellepidemia: lalta densità della
popolazione favorisce infatti la trasmissione del contagio.
Per combattere lepidemia di dengue, il presidente salvadoregno ha prontamente
adottato una serie di misure dintervento basate su tre punti fondamentali: la
mobilitazione di tutta la cittadinanza per risanare i centri urbani, fumigazioni intensive
e una campagna dinformazione da attuarsi attraverso scuole e parrocchie per spiegare
alla popolazione come fronteggiare la malattia.
Larcivescovo di San Salvador, Fernando Sáenz, in occasione di una recente messa
domenicale, ha esortato i fedeli a impegnarsi con ogni mezzo a livello personale,
familiare e comunitario per fermare la diffusione dei germi patogeni.
Le autorità riconoscono che gli appelli rivolti alla popolazione perché provveda alla
distruzione dei luoghi di proliferazione della zanzara Aedes Aegypti, responsabile della
trasmissione del dengue, si sono dimostrati insufficienti. Infatti, mentre una parte dei
cittadini è cosciente del problema, per averlo sperimentato da vicino, e cerca di
eliminare tutti i recipienti che possano ospitare le larve di questo insetto, molti altri
non si rendono ancora conto del pericolo.
Tutti quelli che, per esempio, utilizzano pneumatici di automobile per sostenere il tetto
delle loro precarie abitazioni, non si rendono conto che sia questi, sia le numerose
discariche di rottami abbandonati rappresentano ideali ambienti riproduttivi per le larve
delle zanzare.
Chiesta
la ristrutturazione del sistema sanitario per la sconfitta di fronte al dengue
Torna a inizio pagina
settembre 2000 Lagenzia AFP ha riferito il 4 settembre che
linfluente Università Centroamericana José Simeón Canas (UCA) ha richiesto una
ristrutturazione del sistema sanitario pubblico di El Salvador di fronte a quanto ritiene
una sconfitta ufficiale nella lotta contro il dengue emorragico, che ha già provocato 15
morti, di cui 14 bambini.
La UCA, nel suo settimanale di analisi Proceso, ha segnalato che, di fronte
alla preoccupazione generalizzata per il dengue, si impone "con maggiore forza la
necessità di sottoporre il sistema sanitario nazionale a una ristrutturazione che gli
permetta, almeno, di rispondere con più efficacia a questo tipo di emergenza".
"Il caso specifico del dengue nel nostro paese, sembra voglia lasciarci un retaggio
di inefficienza ancora più emblematica", ha enfatizzato la pubblicazione.
"Così come si è fatto conoscere, lo sviluppo del dengue in El Salvador ha costretto
le autorità a rispondere di più ai bisogni immediati che a qualsiasi tipo di
pianificazione preventiva delle contingenze" sottolinea la UCA, diretta da sacerdoti
gesuiti.
Le statistiche del Ministero della Sanità registravano fino al 1° settembre un totale di
1.871 casi di dengue, dei quali 196 del tipo emorragico.
Oltre ai 15 decessi registrati, si stanno studiando altri quattro decessi per determinare
se sono stati provocati dal dengue emorragico.
Per la UCA "si è fatto molto poco per concentrare sforzi di tipo profilattico nelle
zone di alto rischio, per ridurre lincidenza di un principio di epidemia dai luoghi
di origine della malattia".
Gli accademici hanno affermato energicamente che "le lacrime non servono per lavare
mali di portata nazionale", dopo aver ricordato che "alcuni giorni fa, di fronte
al progredire del focolaio epidemico di dengue classico ed emorragico nel nostro paese, il
viceministro della Sanità, Herbert Betancourt, si è messo a piangere davanti ai
giornalisti per dimostrare la commozione suscitata dal numero di bimbi morti".
Lanalisi della UCA ha aggiunto che "le lacrime di coloro che perdono i loro
cari o di quanti, improvvisamente, vedono le loro vite assolutamente quasi senza riparo di
fronte alla poca efficienza degli ospedali che li accolgono, meritano il massimo rispetto
e la solidarietà".
Sulla base delle raccomandazioni di due epidemiologi cubani che sono giunti a El Salvador
come consulenti dellOrganizzazione Panamericana della Sanità (OPS), Betancourt ha
confermato che saranno fatti "riassestamenti" nella campagna nazionale contro il
dengue.
La capacità delle autorità del sistema sanitario "non solo sul piano profilattico,
bensì anche e soprattutto su quello di ricerca, non ha potuto provvedere alle esigenze di
una situazione che, di giorno in giorno, presenta sorprese difficili da sopportare per la
popolazione esposta alla malattia", ha aggiunto lanalisi accademica.
LUCA ha anche stigmatizzato il fatto che le autorità abbiano impiegato più di due
mesi fino allarrivo di esperti da Porto Rico per determinare il tipo
di dengue che aggredisce i salvadoregni, identificato come emorragico II, il più
virulento, di origine asiatica, noto anche come "ceppo della Giamaica".
Difficoltà per
controllare unepidemia di dengue
Torna a inizio pagina
agosto 2000 Dallinizio di questanno il dengue emorragico ha
provocato la morte di dieci bambini e di una donna adulta, anche se secondo informazioni
delle autorità sanitarie i decessi alla fine di dicembre potrebbero salire a 25.
Lepidemia che ha contagiato oltre 1.200 persone con il dengue classico e circa 160
con quello emorragico, ha messo in evidenza lincapacità del sistema sanitario
nazionale di combattere flagelli di questo tipo.
Herbert Betancourt, viceministro della Sanità, ha preso atto che le autorità non hanno
capacità di risposta e il dengue che si sta manifestando a El Salvador ha caratteristiche
molto particolari che non si sono mai viste in altre parti, secondo quanto ha riportato
lagenzia di notizie DPA.
Da parte sua, lagenzia EFE ha informato che il presidente del Collegio Medico di El
Salvador, Guillermo Mata, ha detto che per affrontare il dengue "manca un
coordinamento multisettoriale" per avere una lotta "effettiva e frontale"
contro la malattia. "Non esiste una pianificazione strategica ed è per questo che ci
sta costando molto continuare di fronte ai molteplici casi", ha considerato Mata, e
ha aggiunto che "lallerta non deve riguardare solo i dipartimenti più colpiti,
bensì bisogna avere una campagna totale".
Statistiche del Ministero della Salute della nazione centroamericana hanno confermato che
le larve della zanzara che trasmettono la malattia, le Aedes Aegypti, sono presenti su
tutto il territorio nazionale in quasi l80 % delle abitazioni dei 6.1 milioni di
salvadoregni. I dipartimenti più colpiti sono Auachapan, Sonsonte, San Vicente, San
Salvador, La Libertad e La Paz.
Epidemiologhi di El Salvador e Porto Rico hanno scoperto che il paese è colpito dal virus
chiamato dengue emorragico 2 di origine asiatica, noto come ceppo di Giamaica,
che si trasmette attraverso il ciclo umano-zanzara-umano.
Caratterizzato da alta febbre, dolori nel corpo e sanguinamento, il mortale dengue
emorragico può essere trattato nelle due prime fasi della malattia, mentre coloro che
passano attraverso la fase tre e quattro hanno un rischio maggiore di morte.
Con manifestazioni di studenti e sotto lo slogan "pungiti prima che ti pungano",
le autorità sanitarie hanno intensificato la campagna tendente a eliminare le origini
dellinsetto trasmettitore.. "Non diamo spazio al dengue, eliminiamo le origini
delle zanzare", è il messaggio che diffonde il Ministero della Salute.
Alle brigate di fumigazione casa per casa, nelle zone dove si sono rilevati ammalati, si
sono aggiunti oltre un milione di studenti delle scuole pubbliche del paese. Francia ha
detto che, previo un addestramento, gli insegnanti e gli alunni sono stati istruiti su
come utilizzare linsetticida per uccidere le larve, affinché la popolazione lo
sparga nelle acque stagnanti.
El Salvador ha dovuto chiedere aiuto internazionale per valutare realmente la portata
dellepidemia che si sta estendendo attraverso la regione centroamericana.
Secondo la DPA, nellHonduras sono già decedute quattro persone per dengue
emorragico e vi sono centinaia di colpiti da quello classico.
Di fronte lurgenza della situazione, i ministri della sanità dellarea si sono
riuniti lo scorso fine settimana per coordinare le misure tra le nazioni dellistmo.
Il medico cubano assessore della Organizzazione Panamericana della Salute, Mario
Valcárcel, ha stimato che in Centroamerica la battaglia contro il dengue deve essere
affrontata in modo congiunto per evitare che la malattia circoli da un paese
allaltro. La zanzara Aedes Aegypti non ha frontiere, i piani per attaccarla devono
essere congiunti, ha dichiarato lesperto allagenzia AFP.
Cambi nei servizi all'estero
Torna a inizio pagina
gennaio 2000 - Il Ministero degli Esteri di El Salvador ha informato
della ristrutturazione di una parte del suo servizio estero e ha nominato nuovi
ambasciatori presso paesi d'Europa e d'America, come pure vari rappresentanti in organismi
internazionali.
Secondo quanto precisa un comunicato citato da Prensa Latina, i cambiamenti ordinati dal
Ministro delle Relazioni Estere, signora María Eugenia Brizuela, fanno parte di una nuova
politica estera che cerca di incoraggiare le relazioni culturali tra i popoli, il turismo,
il commercio e la cooperazione.
Il testo informa che l'ex-ambasciatore in Spagna, Roberto Andino, è stato sostituito
dall'ex-ministro Miguel Angel Salaverría, e a sua volta designato come rappresentante
presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite, dove ha sostituito Ricardo Castañeda, che è
stato assegnato in Guatemala.
La ex-ambasciatrice di El Salvador in Venezuela, Margarita Escobar, è stata inviata a
rappresentare il paese all'Organizzazione degli Stati Americani (OEA), in sostituzione di
Mauricio Granillo, che resta a disposizione del Ministero.
L'ex-ambasciatore in Costa Rica, Ernesto Ferreiro, è stato spostato in Uruguay per
rimpiazzare María Colocho, che ha lasciato per motivi personali.
L'Ambasciata e il Consolato di El Salvador in Paraguay sono stati chiusi ed è stato
dichiarato referente per questo paese ancora Ferreiro, che è stato sostituito a San José
dall'ambasciatore in Cile, Hugo Carrillo.
Il capo della rappresentanza diplomatica di El Salvador in Germania, José Suaguer
Saprissa, è stato trasferito con un incarico simile in Italia.
Ancora sono in attesa di essere nominati gli ambasciatori presso la Germania e il
Venezuela, e sono stati sollevati dal loro incarico i capi delle missioni in Israele e nel
Belize, ha reso noto il Ministero senza fornire ulteriori particolari.
Lastensionismo
elettorale in maggioranza
Torna a inizio pagina
marzo 1999 - Nonostante nelle elezioni di domenica 7 marzo, i
candidati alla presidenza fossero sette, il maggioritario astensionismo dei salvadoregni
è stato considerato unespressione di sfiducia.
Calcoli effettuati dalle università e dai mezzi di comunicazione e citati dalle agenzie
di stampa, segnalano che circa il 60 % degli elettori non si sono presentati alle urne. In
realtà, le scialbe e insignificanti campagne elettorali non sono riuscite a motivare un
elettorato ogni volta più distante da tutto ciò che non risolva i suoi problemi più
urgenti: la povertà, la disoccupazione, la insufficiente sanità pubblica, la violenza...
I principali contendenti erano Francisco Flores, dellAlleanza Repubblicana
Nazionalista (ARENA) - un partito con tendenze di destra accusato di aver avuto nel
passato legami con gli squadroni della morte - e Facundo Guardado, rappresentante della
coalizione Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale (FMLN) e Unione Sociale
Cristiana (USC), ex comandante guerrigliero.
Sebbene i programmi sui quali entrambi hanno basato le loro campagne non differiscano
molto, hanno avuto proprio una grande somiglianza in quanto i due hanno proposto, in
sostanza, gli stessi obiettivi che hanno continuato a ripetere negli ultimi anni: creare
fonti di occupazione, combattere la delinquenza e attenuare la povertà.
Secondo Prensa Latina, allelevato astensionismo hanno contribuito anche deficienze
dello stesso procedimento elettorale, per il quale dal 1994 si richiedono riforme che il
Parlamento ancora non ha approvato. In primo luogo, il Tribunale Supremo Elettorale (TSE)
tergiversa, dato che ha nel suo seno la presenza dei partiti politici. Daltro canto,
si esige un cambiamento del modo in cui vengono decisi i luoghi per le votazioni, che
obbliga gli elettori a recarsi in posti molto distanti.
In questo momento i dati preliminari davano già Flores come vincente con poco più del 51
% dei voti minimi necessari, seguito da Guardado, che ha ottenuto circa il 30 %. Alcuni
analisti considerano che il candidato di ARENA deve la sua vittoria al fatto che è
personalmente meno vincolato alla guerra che ha vissuto il paese per oltre un decennio,
che è finita da sette anni ma ha lasciato la sua impronta di morte tra i salvadoregni.
Durante il conflitto, Flores studiava in università statunitensi, dove si laureò in
Filosofia, Scienze Politiche, Storia e Letteratura, e ha vissuto in monasteri
dellIndia. Con 39 anni detà, si è presentato adesso come parte di una
generazione che pretende di dare un cambiamento radicale ad ARENA, con il proposito di
lasciare alle spalle le gravi circostanze che pesano sul partito.
Il suo programma, basato su lavoro, solidarietà, sicurezza e futuro è stato criticato
nel senso che offre tutto e niente. Con questo programma Flores dovrà affrontare dal 1°
giugno la sfida di fare arrivare la crescita economica, registrata negli ultimi anni, ai
settori più poveri di un paese i cui indicatori sociali, secondo dati della Banca
Mondiale, sono tra i peggiori dellAmerica Latina.
|