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Promosso dal nostro giornale (La Regione
News, mensile diretto da Ivano Selli) e sostenuto e organizzato dalla Fondazione Santa
Lucia e dallAssociazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba un dibattito che ha
trattato di esperienze, modalità e reciproche informazioni tra la sanità e la ricerca
scientifica italiana e cubana
Due sistemi sanitari a confronto di Tiziana Selli
Potremmo dire che Cuba rimane un paese dalle molte contraddizioni, ma sempre più
facile da amare.
Uno dei suoi contrasti più palesi riguarda il Sistema Nazionale di Salute, figlio della
riforma sanitaria avviata dal Leader Maximo nel 1959. Da un lato la meticolosità e
lefficienza di una medicina "umanizzata" (a Cuba cè uno dei tassi
di mortalità infantile più bassi del mondo), il decentramento delle strutture
ospedaliere, lenorme sforzo profuso per lo sviluppo delle biotecnologie, per la
prevenzione e la vaccinazione. Dallaltro le nefaste conseguenze di un blocco
commerciale che ha come diretta ripercussione la mancanza dei medicamenti di base.
Nonostante le Nazioni Unite abbiano recentemente votato, con 167 voti a favore e 3
contrari, una mozione a favore della fine di questo blocco, gli Stati Uniti continuano a
esercitare il loro diritto di veto.
Al di là delle considerazioni di carattere politico e "umano", è comunque
evidente come lorganizzazione del Sistema Sanitario Cubano possa offrire idee e
suggerimenti di particolare interesse. Partendo da queste considerazioni il nostro
direttore ha lanciato lidea di un convegno in cui si potessero confrontare il
sistema sanitario italiano e quello cubano. Al suo appello hanno risposto
lAssociazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, lIstituto S. Lucia di Roma,
le istituzioni regionali, provinciali e comunali del Lazio assieme a numerose personalità
del mondo della medicina e della politica. A rappresentare Cuba, oltre
allAmbasciatrice Maria de Los Angeles, è stata invitata una donna dal cognome
altisonante, ma che è soprattutto una pediatra, profonda conoscitrice della realtà
sociale e sanitaria cubana: Aleida Guevara, figlia del "Che". Dal convegno
abbiamo estratto le sintesi di alcuni interventi che qui vi proponiamo.
...insieme al nuovo sistema sanitario é stato necessario creare una mentalità nuova per
i medici.
"Per capire il funzionamento del Sistema Sanitario Cubano è importante capire i
motivi che lo hanno creato. Per questo faccio una rapida premessa storica che parte dal
1959, lanno della Rivoluzione a Cuba.
Prima di allora, nella nostra isola, non esisteva alcun sistema sanitario,
lattività di prevenzione dei medici era praticamente nulla, i dati sulla mortalità
infantile erano sconvolgenti. Dunque, uno dei motivi che portò il nostro popolo alla
rivoluzione fu proprio il desiderio di un equo sistema di salute pubblica. Negli anni
60, tra gli immediati provvedimenti del Governo di Fidel Castro, vi fu la creazione
di un Sistema Nazionale di Salute e di un Servizio Medico Rurale; si pensi, infatti, che i
primi medici rivoluzionari combattevano nella Sierra Maestra assieme ai guerriglieri e,
quando andarono al Governo, conoscevano benissimo la realtà sociale e sanitaria delle
campagne e delle montagne.
Un altro dato riguarda le fortissime pressioni, da parte degli Stati Uniti, che abbiamo
sempre dovuto subire, anche per ciò che concerne la gestione della sanità. Assieme al
nuovo sistema sanitario bisognava, naturalmente, creare una nuova mentalità per i medici.
Uno Stato socialista non può prescindere dalla completa gratuità delle prestazioni
mediche, mentre fino al 1959 quasi tutti i medici di Cuba avevano esercitato la loro
professione a pagamento e in consultori privati.
Dopo la Rivoluzione, più della metà dei 1200 medici presenti sul territorio cubano
decisero di andare via e, chiaramente, il primo provvedimento governativo riguardò la
formazione di nuovo personale sanitario. Vi basti pensare che a fronte delle 2 facoltà di
Medicina che cerano a Cuba nel 1959, oggi abbiamo ben 21 facoltà su tutta
lisola!
Si realizzarono poi delle grandi campagne di vaccinazione mentre prendeva il via il primo
programma contro le malattie infettive. Vennero pure ridotti, in maniera drastica, i
prezzi dei medicinali e si creò una rete di attenzione primaria alla salute, ovvero la
costruzione di ospedali rurali, policlinici e presidi medici.
Negli anni 70 viene regolamentato il Modello di Medicina Comunitaria:
lamministrazione del servizio sanitario è decentrata ai governi provinciali e
municipali, le facoltà di medicina vengono trasferite al Ministero della Salute Pubblica
e la docenza medica giunge in tutte le province del Paese. Nel contempo si incrementa la
produzione di medicinali e si lavora ai programmi di base riguardanti donne incinte,
bambini e adulti. Un fatto importante riguarda la produzione di medicinali nazionali.
Cuba, appartenendo allarea socialista, poteva acquistare dallUnione Sovietica
e dai paesi del Patto di Varsavia, le materie prime necessarie alla produzione di
medicamenti.
Negli anni 80, poi, grazie allacquisizione di nuove competenze tecnologiche,
siamo stati in grado di creare nuovi medicinali e nuovi vaccini che hanno potuto essere
venduti anche allestero. Una tappa fondamentale per il nostro sistema sanitario è
il 1984. Partendo da unidea dello stesso Fidel Castro, comincia la sperimentazione
del medico di base o medico di famiglia. Le stesse famiglie costruiscono gli alloggi per
il medico e per gli infermieri. Medico e infermieri lavorano nel Consultorio del medico di
famiglia, una struttura a disposizione di circa 120 famiglie (in media 600 persone) e che
consente allo stesso medico di conoscere singolarmente le patologie e i rischi di ogni
malato, di avere un quadro completo della situazione sanitaria del quartiere dove opera.
In tal modo egli può fornire dati precisi ai livelli superiori di sanità.
Da questi dati possono partire ricerche specifiche sul perché, ad esempio, in una zona si
verifichino più casi di infarto o di diabete piuttosto che in unaltra; si può
anche stabilire quali medicine sono consumate in maggior misura in ogni zona del Paese e
razionalizzare al meglio le forniture alle farmacie. Ogni consultorio dispone pure di un
gruppo basico di lavoro che comprende lo psicologo, lo psichiatra, il sociologo e così
via... così qualsiasi paziente che abbia bisogno di cure specialistiche non è costretto
ad andare allospedale ma ha il medico specialista a propria disposizione
direttamente nel Consultorio. In sintesi posso dire che il nostro Sistema Sanitario
Nazionale si basa su tre principi fondamentali: la gratuità, luniversalità e
laccessibilità a tutti.
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Parlo adesso del bloqueo (blocco). Il lingua spagnola è molto chiara la differenza tra
bloqueo ed embargo. Lembargo si verificherebbe qualora gli Stati Uniti ci vietassero
di commerciare con loro, il bloqueo degli USA, invece, impedisce a qualunque nazione di
avere rapporti commerciali con Cuba! Dal 1965 al 1989 il Prodotto Interno Lordo di Cuba è
cresciuto alla media del 3.1 % lanno ma dopo il crollo dellUnione Sovietica le
cose sono cambiate; terminarono gli scambi commerciali con lEuropa dellEst e
nel 1993 il nostro PIL perse il 35 %, praticamente leconomia cubana si fermò.
Queste enormi conseguenze commerciali hanno riguardato e riguardano anche e soprattutto la
sanità. La nostra capacità di spesa per le importazioni di prodotti per la salute è
crollata da 227 a 80 milioni di dollari lanno. Valga un esempio per tutti: gli Stati
Uniti hanno imposto a qualunque azienda con capitali statunitensi di non avere alcun
rapporto commerciale con Cuba e, per questo, siamo costretti a comprare il latte in
polvere per i nostri bambini in Nuova Zelanda!
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Pur tra mille difficoltà la sanità del nostro Paese va avanti. Lavoriamo per migliorare
ancora il sistema, promuoviamo la ricerca e la prevenzione, ci sforziamo, in mancanza di
alcune materie prime, di trovare sempre nuove alternative farmacologiche, tanto da aver
già integrato la medicina verde e lomeopatia nel nostro Sistema Sanitario.
Alcune sostanze derivanti dalle piante possono benissimo sostituire i medicinali chimici.
La sanità cubana persegue infine un carattere internazionalista. Abbiamo fondato una
Scuola di Medicina Latino-Americana che offre ai giovani provenienti da tutto il
continente la possibilità di studiare gratuitamente e di acquisire le competenze per
lesercizio della professione medica. A questi studenti chiediamo soltanto, dopo aver
conseguito la laurea, di tornare nei Paesi dorigine per svolgere il loro servizio.
E poi cè la riconosciuta valenza dei nostri medici: dal 1963 al 1999 più di 40.000
operatori sanitari cubani hanno esportato la loro esperienza in 83 nazioni; in questo
momento abbiamo circa 2.200 medici sparsi per il mondo. Capite allora quali sono le nostre
difficoltà ma anche gli aspetti positivi del nostro Sistema Nazionale di Salute.
Unultima cosa che vorrei dire riguarda la grande solidarietà e gli aiuti che,
soprattutto negli ultimi anni, ci sono giunti da tantissimi popoli del mondo: in prima
fila cè sempre stato quello italiano."
...avere uno specialista sul territorio rappresenta un fatto straordinario
"Ho avuto occasione di visitare recentemente Cuba, nel corso di un viaggio
istituzionale. Il loro Servizio Sanitario Nazionale deve far fronte a molte difficoltà
tra le quali cè la necessità di ammodernare la rete ospedaliera, dal punto di
vista strutturale e tecnologico. Penso, poi, alla questione ambientale: in un paese con il
tasso di inquinamento così elevato come quello di Cuba è evidente la grande incidenza
che ha sulle malattie respiratorie, sia per i bambini che per gli adulti. Ma, oltre a
questi elementi negativi ce ne sono altri che voglio sottolineare come positivi. Intanto,
il ruolo forte che ricopre, nel sistema cubano, il medico di base o medico di famiglia.
Avere uno specialista che gestisce completamente la sanità territoriale, la prevenzione e
gli screening, è un fatto straordinario. Ne ho fatto un confronto con il sistema
sanitario italiano, in cui la componente territoriale è fortemente arretrata rispetto a
quella ospedaliera e dove quasi il 60 % delle risorse sono destinate allospedale, a
fronte di un 38 % per il territorio, quando invece le due percentuali dovrebbero essere
equivalenti. La diversa organizzazione del sistema sanitario cubano, dunque, può e deve
farci riflettere sullimportanza di un riequilibrio della destinazione delle risorse,
soprattutto per quanto riguarda quelle per il territorio e la prevenzione.
Un altro aspetto che mi ha molto colpito, visitando un centro di riabilitazione per i
bambini di La Habana, è lumanizzazione della medicina cubana. I piccoli degenti
affrontavano il percorso di riabilitazione a strettissimo contatto con i familiari e con
il personale medico: davvero uno splendido esempio di umanizzazione della sanità
pubblica!
Infine, un elemento che mi riguarda non solo dal punto di vista politico ma anche da
quello professionale. A La Habana ho trovato più di 350 specialisti in fisiatria, mentre
a Roma i fisiatri sono una cinquantina (un fisiatra ogni 6.500 abitanti nella capitale
cubana, un fisiatra ogni 50.000 abitanti a Roma).
Il loro sistema sanitario, dunque, si concentra con particolare attenzione non soltanto
nella prevenzione ma anche nella riabilitazione e questo è un dato che non deve lasciarci
indifferenti. Stesso discorso valga per la medicina non convenzionale anchessa in
forte sviluppo. In Italia, invece, siamo un po vittime della medicina tecnologica.
Se per i livelli essenziali di assistenza il Governo Nazionale ha escluso tutte le
medicine non convenzionali (agopuntura, omeopatia ecc ..), allora è necessario, anche in
questo campo, aprire una discussione seria; personalmente, osservando la realtà di Cuba,
ho avuto limpressione che lo sviluppo di queste medicine alternative possa dare
risultati soddisfacenti."
...abbiamo siglato una collaborazione per un progetto presentato allUE
"La trasferta della Dottoressa Aleida Guevara in Italia risponde, per così dire, al
viaggio che una delegazione dellIstituto S. Lucia ha fatto, qualche tempo fa, a
Cuba. Lidea fu di Ivano Selli e devo dire che da quella proficua esperienza, assieme
a questulteriore confronto, il nostro istituto sta traendo degli spunti molto
interessanti che potranno essere recepiti anche da altre realtà sanitarie. Ho avuto
loccasione di visitare alcune strutture sanitarie cubane e, riferendomi in
particolare ai centri di riabilitazione, sono certo che il confronto con i colleghi
doltreoceano possa essere molto produttivo. Abbiamo, inoltre, già firmato una
convenzione di collaborazione scientifica con Cuba che ci ha portato alla presentazione di
un importante progetto di riabilitazione neurologica finanziato dallUnione Europea.
Al di là dellarretratezza in cui, purtroppo, versano alcuni settori della medicina
cubana, il loro sistema nazionale di sanità può godere di un eccellente livello di
umanizzazione. Le migliori apparecchiature, infatti, non servono a nulla se non si riesce
a instaurare un buon rapporto tra paziente e personale medico e paramedico. Visitando
lIstituto diretto da Aleida Guevara, ci siamo resi conto di come, a Cuba,
lumanizzazione della medicina sia una realtà perfettamente funzionante; per questo
la collaborazione tra i nostri due popoli può rappresentare una grande occasione di
arricchimento umano e professionale."
...la formazione degli operatori sanitari a Cuba merita la massima attenzione
"Il confronto tra i due sistemi sanitari, quello di Cuba e quello italiano, può
rappresentare, a mio avviso, un oggettivo elemento di arricchimento reciproco.
In Italia la prima sfida che il sistema sanitario deve affrontare riguarda la formazione.
Cè unimpellente e assoluta necessità di adeguare i nostri medici ai nuovi
percorsi diagnostici e terapeutici; a proposito di questo, gli enormi sforzi che vengono
compiuti da Cuba per la formazione degli operatori sanitari meritano la massima
attenzione.
Un altro punto di fondamentale importanza riguarda la ricerca, cioè lo strumento con cui
si incide direttamente sulla salute dei cittadini. Possiamo fare molti esempi a proposito
della ricerca: in Italia, così come in tutto il mondo, la mortalità per malattie
tumorali e AIDS è in costante diminuzione da quando sono stati introdotti nuovi farmaci e
nuovi metodi di cura. Anche in questo caso, pur dovendo fare i conti con enormi limiti
economici e strutturali, Cuba profonde i massimi sforzi per investire nella ricerca. E non
voglio dimenticare la prevenzione: quello che si fa a Cuba per la prevenzione è veramente
importante. In Italia, sfortunatamente, ci dobbiamo confrontare con una medicina ancora
basata sullimpostazione terapeutica piuttosto che sullimpostazione preventiva
e questo è un limite. Le esperienze di altri sistemi sanitari e il confronto con essi,
come è avvenuto in questo convegno, possono essere utili al superamento di questo
limite."