Amnesty International
Gruppo Italia 242 Palmi

E' meglio accendere una candela
che maledire
l'oscurità

Gli appelli

           La campagna internazionale è stata lanciata il 18 ottobre 2000 e fino al 10 dicembre del 2001, coinvolgerà l'intero movimento a livello internazionale.
          Anche tutti i gruppi calabresi saranno mobilitati in questa campagna, il cui scopo, chiaro ed imperativo, è fermare la tortura, ovunque e contro chiunque sia praticata.
          Nonostante, infatti, le convenzioni e gli accordi internazionali la vietino, la tortura rimane di fatto una pratica comune e spesso metodica, in alcuni paesi addirittura inflitta per legge (la fustigazione e l'amputazione sono legali in Afghanistan, Arabia Saudita, Yemen, Emirati Arabi Uniti) e comunque presente in varie forme in 125 stati, compresi quelli dell'Europa industrializzata e civile, dove i maltrattamenti di stampo razzista, anche da parte delle forze dell'ordine, stanno divenendo sempre più cosa ordinaria.
           Utilizzata per estorcere confessioni ma anche, "semplicemente", per umiliare, spaventare e traumatizzare uomini e donne che resteranno segnati per tutta la vita, la tortura è, in molte realtà politiche, uno strumento in mano al potere, esercitato per mantenere l'ordine e colpire chiunque lo minacci: "funzionari della tortura", addestrati in corsi speciali, utilizzano strumenti che spaziano dagli arcaici fruste e bastoni alla più moderna elettricità (anche grazie agli equipaggiamenti forniti dai Paesi industrializzati) e picchiano, bruciano, soffocano, tormentano con crudeli "giochi" psicologici (finte esecuzioni), spesso alla presenza di medici, vittime che provengono indifferentemente da tutte le classi sociali, con una particolare "attenzione", però, per i detenuti politici, benché, in realtà, nessuno possa dirsi veramente al sicuro.
            Fermare questa intollerabile pratica in tutte le sue forme, sia facendo pressione perché i Governi ratifichino e rispettino la Convenzione contro la Tortura sia informando, sensibilizzando la società civile su questo tema, è un obiettivo ambizioso, certo, ma non impossibile e comunque non il solo di questa campagna: l'impunità dei torturatori, infatti, liberi di circolare per le strade di Buenos Aires, Santiago, Belgrado o Roma costituisce uno scoglio insormontabile per una piena restituzione di dignità e diritti alle loro vittime; un mondo senza tortura è anche un mondo in cui i torturatori siano stati chiamati a rispondere di quanto commesso davanti ad un tribunale.

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