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Gli abitanti

Gli abitanti di Tempio, che sono oggi circa 15.000, vivono sparsi nei numerosi rioni che si sono via via aggiunti all’antico nucleo abitativo, che, intorno al 1880, comprendeva il Pilare, il Carmine, S.Antonio, S.Francesco, S.Giuseppe e Cacaddha. Per capire la crescita dello spazio urbano basta pensare che Tempio, negli ultimi cinquant’anni, si è esteso almeno dieci volte di più rispetto all’area abitata nel periodo tra le due guerre.
Anche la comunità tempiese tende oggi a diventare multietnica per la presenza in città di immigrati dall’Africa, dall’Asia, dall’Europa orientale e dal Sudamerica.
Questo fatto può costituire un’occasione preziosa di arricchimento e di confronto tra le diverse culture, soprattutto nell’ambito della scuola.

La lingua e l’antica cultura

In città si parla il gallurese, che molti studiosi considerano una lingua sardo-corsa, formatasi con l’arrivo in tempi lontani di immigrati dalla vicina Corsica; su di essa anche lo spagnolo ha lasciato evidenti tracce, in seguito ai quattro secoli di dominio della Spagna nell’isola. Questa lingua, nel 1700, fu resa illustre da un famoso poeta, il prete Gavino Pes, noto come don baignu (1724-1795). I suoi versi d’amore sono ancora vivi nella memoria e nei canti della gente di Gallura.
Altro uomo insigne al quale Tempio diede i natali è ancora un prete, Giovanni Maria Dettori (1773-1836), che compose un’opera in cinque volumi intitolata teologiae moralis institutiones. Il Dettori insegnò Teologia prima all’Università di Cagliari poi a Torino, dove, dopo quindici anni, fu destituito dall’incarico con l’accusa di deviazioni dottrinali. Amareggiato da quelle che riteneva infami calunnie, trovò conforto nell’amicizia del suo ex allievo Vincenzo Gioberti, famoso pensatore liberale del Risorgimento italiano, che ebbe sempre per lui parole di affetto e di stima.
Né può essere tralasciato, parlando dei contributi culturali, il musicologo Gavino Gabriel (1881-1980), che fu uno dei primi studiosi ed estimatori della musica popolare di tutte le regioni italiane e, in particolare, di quella gallurese.
Dei canti della Gallura egli soleva dire che sono vari, profondi, sonori ed armoniosi come il suo paesaggio.
Fu lui a realizzare le prime registrazioni, a cercare di fissarne i moduli sul pentagramma, a parlare di melismi, a classificare i vari tipi di canto corale e monodico. Così, nelle sue opere, leggiamo che la tasgia è il coro composto da cinque voci (boci o tinori, contra, trippi, falsittu e grossu) e che i canti monodici possono essere alla timpiesa, alla corsicana, alla disispirata, oppure ninne nanne, canti di ‘janna, di binnenna, di graminatogghju, di filugnana...
Da questi cenni sulla cultura tempiese, brevi per necessità, non possiamo escludere infine la figura e l’attività di Nicola Spano (1883-1949).
Fu tra i protagonisti del primo socialismo sardo e partecipò ai moti popolari di Cagliari del 1906, rischiando di venire arrestato. Laureatosi in giurisprudenza, amò molto il teatro e formò una compagnia teatrale che mise in scena alcuni suoi lavori anche nella penisola italiana. A Roma lavorò come direttore amministrativo di quella Università, alla quale ha dedicato la sua opera più preziosa: "storia dell’università di Roma" dal 1303 al XX secolo.



Gli alunni delle classi IIA - II B - II C della Scuola Media Nicola Spano coordinati dai docenti : Giuseppina Denti , Anna Marcucci, Margherita Pirina, Franca Pischedda, Maria Caterina Sanna, Maria Erminia Satta, Assuntina Soi
[Margherita Pirina - scrivi a: pirinamarg@tempioweb.com]