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Alla fine del '400, il piccolo centro appartiene ai Carroz, la più importante famiglia feudale dell'isola. La fama dei Carroz, ma soprattutto l'immigrazione dalle coste divenute pericolose, determinano un costante incremento demografico ed economico del centro. Nel 1506 viene proclamata l'unione delle cattedre vescovili di Ampurias e Civita e, alla fine del secolo, il vescovo risiederà a Tempio che diviene il maggior centro della Gallura. Durante il '600, la sua centralità aumenta rispetto agli altri centri della Gallura e dell'intera regione, diviene sede di un importante mercato per la commercializzazione del bestiame e allo stesso tempo si sottrae ai controlli dello stato e dei feudatari. |
Elevatissimo il numero di nobili (il 20% dell'aristocrazia rurale sarda), come è elevato il numero di conventi presenti nella cittadina: nel 1543, era stato fondato quello francescano; nel 1665, quello degli Scolopi, giunti nella città per il crescere della domanda di istruzione;
ancora più interessante perché rara al di fuori dei grandi centri, la fondazione, avvenuta nel 1687, di un monastero delle cappuccine situato dove ora sorge il municipio. Nel '700 aumenta il numero di persone che vivono nelle campagne. Tempio si trova, infatti al centro di un vastissimo territorio dove vengono costruite abitazioni rurali stabili (stazzi) e vengono riattivate antiche chiesette campestri che divengono ben presto centri di aggregazione e intorno ad esse si formano veri e propri villaggi. Verso la metà dell'ottocento, sono numerosi a Tempio gli artigiani e i professionisti. Nel 1836 ottiene da Carlo Alberto il titolo di città e diviene sede di prefettura e di diversi uffici, per questo vi risiedono molti impiegati grazie alla presenza di alcuni uffici pubblici. Alla fine del secolo diviene importante, per l'economia del centro, lo sfruttamento del sughero. Sino al primo dopoguerra Tempio, con il suo vastissimo territorio comunale abitato dai pastori degli stazzi, costituisce una eccezione nel panorama sardo fatto di vasti spazi disabitati. Nel secondo dopoguerra si evidenziano alcuni sintomi di crisi aggravati dal progressivo e inarrestabile ritorno della popolazione verso le coste. La posizione geografica, che era stata nel passato una delle cause del suo sviluppo, finisce per divenire uno dei fattori della crisi. |
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