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Definizione di ipertesto
Il termine ipertesto è un adattamento dell'inglese "hypertext", la parola, coniata da Theodor Holm Nelson negli anni Sessanta, si compone di due elementi: il prefisso "hyper" deriva dal greco  hyper 'sopra', di solito serve a connotare un termine di una qualità particolare, di un grado superiore al normale o eccessivo. In questo caso pare che Nelson intendesse riferirsi all'uso che del termine si fa in geometria, dove ciò che è "hyper" è esteso su uno spazio tridimensionale. Il secondo elemento della parola  è "text", 'testo', ripreso dal latino textum o textus, ovvero 'intreccio, trama', derivato a sua volta dal verbo texére 'tessere', indica, come cita lo Zingarelli, "l'insieme delle parole che, nella loro forma, dicitura, interpunzione, sono contenute in uno scritto, un documento, uno stampato". Un ipertesto, dunque, è un testo "tridimensionale", più esattamente è un insieme di blocchi o frammenti testuali collegati elettronicamente fra loro secondo una rete di interconnessioni semantiche non sequenziali. 

Per sfruttare la struttura reticolare che li denota gli ipertesti digitali sono provvisti di un sistema di interfaccia particolare, infatti, per informare il fruitore della presenza di un collegamento o link, alcune parole o intere frasi sono evidenziate con artifici grafici, in modo da rendere visibile la presenza di una zona attiva, agendo sulla quale è possibile aprire un altro frammento testuale. 

L’organizzazione dell’informazione contenuta in un ipertesto è così multipuntiforme, multilineare, reticolare, trasversale, non conosce un’unica sequenza prestabilita, come il testo inteso in senso classico, ma una potenziale infinità di sequenze differenti legate alle scelte del fruitore. 

Pertanto l’ipertesto digitale abbandona la logica lineare del testo tradizionale stampato per una struttura "rizomatica", disaggregata, destrutturata, parallela, che si presta a modalità di lettura trasversali ed in cui è impossibile delineare un inizio, una fine, un centro. Nella seguente figura possiamo vedere un'esemplificazione schematica di un ipertesto multimediale.





Il temine "hypertext", come si è già detto, è stato coniato da Theodor Holm Nelson negli anni Sessanta, nell'ambito di ricerche tese ad individuare un nuovo sistema di archiviazione delle informazioni. Prima di Nelson, negli anni Quaranta, era stato Vannevar Bush, ingegnere elettronico del MIT, a immaginare una macchina capace di creare riferimenti e di passare istantaneamente da un documento all'altro. La macchina, denominata Memex, nei suoi intenti doveva simulare il funzionamento della mente umana e consentire di automatizzare la gestione associativa dell'informazione. Un paio di decenni dopo, anche su ispirazione delle intuizioni di Bush, Nelson ideò il progetto Xanadu, un programma in grado di collegare una  rete mondiale di computer, in cui si potevano  immagazzinare testi ed informazioni di tutti i generi. Chiunque poteva leggere i testi, modificarli e inserirne di nuovi. Nessuno dei due progetti troverà però una concreta realizzazione, a causa della mancanza delle tecnologie adeguate, ma la struttura sequenziale e lineare di organizzazione delle informazioni veniva intanto messa in discussione.

Molti massmediologi, progettisti di software e studiosi di new media hanno cercato di definire l'ipertesto. Ho selezionato alcune delle definizioni a mio avviso più interessanti e significative:

Ted Nelson "Con 'ipertesto' intendo scrittura non sequenziale, testo che si dirama e consente al lettore di scegliere; qualcosa che si fruisce al meglio davanti a uno schermo interattivo. L'ipertesto include come a caso particolare la scrittura sequenziale, ed è quindi la forma più generale di scrittura. Non più limitati alla sola sequenza, con un ipertesto possiamo creare nuove forme di scrittura che riflettano la struttura di ciò di cui scriviamo; e i lettori possono scegliere percorsi diversi a seconda delle loro attitudini, o del corso dei loro pensieri, in un modo finora ritenuto impossibile" (Nelson, Theodor Holm "Literary Machines 90.1"). 
"L'ipertesto è il termine generico; ci sono dei motivi per escludere altri possibili termini come 'testo con diramazioni', 'testo con struttura a grafo', 'testo complesso' e 'testo ad albero'... La migliore definizione di ipertesto, che copre un'ampia varietà di tipi, è 'struttura di testo che non può essere stampata in modo appropriato'. Questa definizione non è molto specifica né profonda, ma è quella più adatta..." (Nelson, Theodor Holm "Come penseremo", in Nyce, J. - Kahn, P. "Da Memex a Hypertext")

Norman Meyerowitz "Per alcuni di noi è un programma grafico alla Hypercard ma per molti altri l'ipertesto è tante altre cose ... Per altri è l'insieme di illustrazioni multimediali che si presentano al consiglio d'amministrazione e che contengono un mucchio di $ danzanti e così via ...altri ritengono che l'ipertesto sia uno strumento di consultazione, un modo di mettere in linea enciclopedie e dizionari... la mia ipotesi è che l'ipertesto sia tutto questo, ma anche di più. Giù nel profondo, tutti noi pensiamo e crediamo che l'ipertesto sia una visione, che un giorno abbastanza vicino ci sarà un'infrastruttura, nazionale e internazionale, che supporta una rete e una comunità di conoscenze che collega assieme miriadi di informazioni di tutti i tipi per un'enorme varietà di audiencies." (Meyerowitz, Norman "L'ipertesto riduce anche il colesterolo?" in Nyce, J. - Kahn, P. "Da Memex a Hypertext")

Pierre Lévy "Tecnicamente un ipertesto è un insieme di nodi connessi da dei legami. I nodi possono essere delle parole, delle pagine, delle immagini, dei grafici o parti di grafici, delle sequenze sonore, dei documenti completi che possono essere degli ipertesti a loro volta. Gli items di informazione non sono collegati linearmente, come su una corda a nodi, ma ciascuno di essi, o la maggior parte, estendono i loro legami a stella, secondo un modello reticolare. Navigare in un ipertesto, dunque è disegnare un percorso in una rete che può essere complessa quanto si vuole. Perché ogni nodo può contenere a sua volta tutta una rete... L'ipertesto riprende e trasforma delle vecchie interfacce della scrittura... É in questa nicchia ecologica dell'informatica conviviale che l'ipertesto ha potuto essere elaborato dapprima, ed in seguito diffondersi... L'ipertesto costituisce dunque una rete d'interfacce originale a partire da tratti presi in prestito a diversi altri media... La quasi istantaneità del passaggio da un nodo all'altro permette di generalizzare e di utilizzare in tutta la sua estensione il principio di non-linearità." (Lévy, Pierre "Le tecnologie dell'intelligenza")

George Landow "Ipertesto si riferisce ad una forma di testo elettronico, a una tecnologia dell'informazione radicalmente nuova e a una modalità di pubblicazione innovativa... L'ipertesto è un testo composto da blocchi di testo e da collegamenti elettronici fra questi blocchi."(Landow, George "Ipertesto - Il futuro della scrittura"

Carlo Rovelli "Un ipertesto può essere un insieme di 'unità di informazione', detti nodi, connessi da collegamenti, links; un ipertesto, dunque non è una successione di pagine, ma una rete di nodi... Se un ipertesto è una rete che connette nodi informativi sulla base di un libero approccio associativo allora non può limitarsi al testo scritto, ma deve essere necessariamente la sintesi di tutte le forme moderne assunte dall'informazione: testi, musica, voce, filmati".(Rovelli, Carlo "I Percorsi dell'Ipertesto")

Antonio De las Heras "Il testo è una forma di organizzare l'informazione in due dimensioni. Con sistemi di scrittura molto variati l'uomo è riuscito a distribuire l'informazione in maniera lineare su una superficie. Allora, se un testo è l'organizzazione dell'informazione su una superficie, un ipertesto sarebbe l'informazione organizzata in uno spazio di tre dimensioni."
(De las Heras, Antonio "Navegar por la información")
 
 

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