Le persone con le quali viene a contatto l'anestesista in sala parto
non sono "pazienti" ma "partorienti" e quindi donne
sane che si ricoverano in ospedale e che si aspettano di partorire senza
alcun problema.
L'anestesista si trova ad operare in un ambiente particolare dove il
fine ultimo non è la guarigione dalla malattia ma la nascita
di un bambino, un evento denso di implicazioni psicologiche ed emotive.
Con l'uso sempre più frequente dell'anestesia loco-regionale
l'anestesista è chiamato a porre particolare attenzione ai rapporti
interpersonali con la partoriente e con suo marito che non solo partecipano
alla nascita del proprio figlio, ma sono osservatori e testimoni degli
avvenimenti (anche avversi ed improvvisi) e dei comportamenti degli
operatori sanitari.
Frequentemente si è chiamati a prestare la propria opera per
patologie o complicanze gravi della gravidanza, del travaglio, del parto
e del post-partum, situazioni che nei casi estremi necessitano anche
di terapie intensive e rianimatorie, sia materne che neonatali. Inoltre
spesso si è chiamati per un'emergenza improvvisa che necessita
di decisioni terapeutiche corrette, sicure ed efficaci in tempi molto
brevi.
Nella stessa area possono essere quindi presenti persone che gioiscono
della nascita del loro figlio e persone che sono preoccupate per la
salute della moglie o del neonato.
La nostra prima
preoccupazione deve essere quindi la SICUREZZA della partoriente che
ci viene affidata che si ottiene con:
• Le procedure di informazione (conferenze pre-parto e visita
ambulatoriale)
• La visita pre-parto, comprendente anche il consenso informato,
eseguita preferenzialmente in ambulatorio, ma in tutti i casi obbligatoria
al momento del ricovero. Per questo motivo chiediamo ai colleghi ginecologi
di avvertirci preventivamente e al più presto possibile della
presenza in reparto di partorienti "a rischio" che possono
essere suscettibili di fare un'analgesia e/o un'anestesia (induzioni
di parto, gravidanze patologiche, ecc) specialmente se queste non hanno
ancora eseguito una visita anestesiologica.
• L'esecuzione scrupolosa delle procedure e dei protocolli terapeutici
in uso ed approvati dai responsabili del servizio e dalla direzione
sanitaria
• Il controllo attento e scrupoloso delle apparecchiature a noi
affidate
• La presenza continua, per quanto possibile, nell'area di sala
parto
• La pronta risposta alle chiamate
• La prevenzione delle complicanze con l'applicazione delle procedure
e dei protocolli terapeutici stabiliti
• La chiarezza nelle disposizioni diagnostiche e terapeutiche
che debbono essere ben comprese dai nostri collaboratori, scritte e
firmate sempre in cartella clinica
• L'attenta e completa compilazione della cartella clinica e dei
registri anestesiologici di sala parto
• La comunicazione tra gli anestesisti del gruppo ed il loro responsabile
e con i colleghi ginecologi
• Lo studio personale e la partecipazione agli incontri di aggiornamento
Per quanto riguarda i RAPPORTI CON LA PARTORIENTE:
• Identificare la propria partoriente, presentarsi e qualificarsi
con cognome e nome rivolgendosi sempre con cortesia e dando del Lei
• Controllare il consenso informato e, nel caso mancasse, ottenerlo
al più presto, dando nel contempo tutte le informazioni possibili
• Porre particolare attenzione al rispetto della persona, come
ad esempio:
- coprire la partoriente in sala operatoria prima delle procedure anestesiologiche
e chirurgiche
- mantenere sempre un contatto verbale durante e dopo l'anestesia
- fare attenzione al linguaggio usato anche perché sia la donna
che il marito non sempre sono in grado di interpretare correttamente
ciò che per noi è routine
- mettersi dalla parte di chi sta in qualche modo "subendo"
anche se consenziente, un'invasione all'interno del proprio corpo (aghi,
monitoraggi, cannule, apparecchiature) spiegando anticipatamente le
procedure che si stanno adottando
- essere cordiali ma fermi con i mariti istruendoli sulle disposizioni
vigenti in termini di controllo delle infezioni e modalità di
accesso in sala parto/operatoria
Per quanto riguarda
i RAPPORTI CON I COLLEGHI:
• Ricordarsi che il ginecologo di guardia è il responsabile
dell'andamento del travaglio e del parto e ottenere sempre il suo consenso
prima di eseguire un'analgesia epidurale. Una volta iniziata, l'analgesia
non può essere interrotta se non in casi eccezionali e solo su
richiesta del ginecologo, che provvederà ad informare adeguatamente
la partoriente.
• Non modificare mai alcuna delle procedure e dei protocolli anestesiologici
per la fretta o per la pressione psicologica dei colleghi: la vostra
partoriente ha diritto agli stessi standard di sicurezza in tutti i
casi, specialmente nelle emergenze! Le nostre procedure per le emergenze
sono state studiate per ridurre i tempi di intervento mantenendo salva
la sicurezza e la qualità dei nostri interventi
• In caso di controversie evitate la discussione alla presenza
delle pazienti, dei parenti o del personale sanitario: discutetene con
il diretto interessato quando ciò sarà possibile ed opportuno.
|