DERDRIU E I FIGLI DI UISLIU

La tragica storia della più bella donna d'Irlanda

 

Luogo
Celti
Irlanda

Tempo
Tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.

Fonti
Titolo
Titolo originale
Epoca
L'esilio dei figli di Uisliu
Loinges mac nUislenn
IX - XI secolo
Titolo
Titolo originale
Epoca
L'uccisione dei figli di Uisliu
Aided Chloinne Uisnig
XV - XVIII secolo

 


SOMMARIO

 


IL GRIDO DAL VENTRE DELLA MOGLIE DI FEIDLIMID

Questa storia si svolge nell'Isola di Smeraldo, Ériu, che oggi è l'Irlanda, al tempo in cui Conchobar Mac Nessa era re della provincia dell'Ulaid.

Si narra che un giorno, tutti i campioni dell'Ulaid si trovavano a banchetto a casa di Feidlimid mac Daill. Costui era uno scélaige, il custode delle antiche tradizioni della provincia, e re re Conchobar lo teneva in altissimo pregio.

Nonostante fosse incinta, la moglie di Feidlimid sorvegliava ogni cosa. Gli uomini si passavano i corni per bere e ridevano ubriachi. Ma mentre la donna passava nel bel mezzo della sala dei banchetti, dal suo ventre venne un grido tale che fu sentito in ogni parte della fortezza. A quel grido tutti si levavano in piedi.

Il saggio Sencha Mór si levò in piedi ammonì: - Nessuno si muova! La donna venga condotta di fronte a noi, così che si possa sapere la causa di tal rumore.

La donna fu dunque condotta di fronte a loro, e suo marito Feidlimid le chiese: - Cos'è lo strepito che risuona nel tuo ventre turbato? Il clamore tra i tuoi fianchi (suono potente!) spaventa chiunque abbia orecchie. Il mio cuore trema: grande paura colpisce con durezza.

Allora la donna si voltò a cercare con lo sguardo Cathbad il druido: - Ascoltami, Cathbad, principe esaltato dalla saggezza druidica. Neppure io ho chiare parole da cui Fedlimid possa ottenere la luce della conoscenza. Nessuna donna conosce infatti ciò che porta nel corpo, sebbene dal profondo del mio ventre qualcosa abbia gridato.

E Cathbad sollevò la sua verga druidica e declamò queste parole:

Dalla culla del tuo corpo gridò
una femmina bionda dai riccioli chiari;
dai begli occhi verdi iridati,
le guance purpuree come la digitale;
pari al colore della neve
l'immacolato tesoro dei denti;
lucenti le sue rosse labbra scarlatte.
Una donna per la quale ci saranno stragi
tra i potenti guerrieri dell'Ulaid.
 
Colei che gridò nel tuo ventre turbato
è donna alta e bella, dai lunghi capelli.
Per lei si batteranno i campioni,
per lei supplicheranno grandi re.
Allora ad occidente del regno di Conchobar
si mieterà ricca messe di guerrieri.
Quelle rosse labbra scarlatte
attorno a denti di perla!
Grandi regine proveranno invidia di lei,
del suo corpo puro e perfetto!

Posò Cathbad la mano sul ventre della donna, e sentì qualcosa dibattersi.

- È vero - disse. - Qui c'è una bambina. Derdriu sarà il suo nome: "Colei che si dibatte". E per causa sua grandi disgrazie cadranno sulla provincia dell'Ulaid.

- Si uccidano la madre e la bambina! - gridano dunque i guerrieri dell'Ulaid.

- No! - ordinò re Conchobar. - Quand'ella nascerà, verrà condotta via, e sarà allevata secondo il mio volere. Se diventerà bella come Cathbad ha detto, non appena ella avrà l'età, sarà la mia sposa!

Gli uomini dell'Ulaid non osarono contraddirlo, e così si fece.

E quando Derdriu venne alla luce, la crebbero in una fortezza isolata in un bosco, in modo che nessun uomo potesse vederla fino al momento in cui fosse pronta per il letto del re. Nessuno poteva entrare nella sua dimora, tranne il padre e la madre adottivi, e la poetessa Leborcham: quando a lei, non glielo si poteva impedire perché possedeva l'arte di comporre versi satirici.

 

Conchobar Mac Nessa

Conchobar Mac Nessa

Disegno di autore sconosciuto

Conchobar figlio di Ness, re dell'Ulaid [l'odierna provincia dell'Ulster], è uno dei più importanti personaggi dell'epica irlandese. Per quanto il suo ruolo nella storia di Derdriu sia negativo, normalmente è presentato come un sovrano giusto e magnanimo.

 


I FIGLI DI UISLIU

Un giorno d'inverno, Derdriu assisteva il suo padre adottivo che scuoiava un vitello per la sua cena. D'un tratto vide un corvo volare da un albero e scendere a terra per bere il sangue sulla neve.

Disse allora a Leborcham: - Amerò soltanto l'uomo su cui siano quei tre colori: i capelli come il corvo, le guance come il sangue e il corpo come la neve.

- Onore e fortuna a te! - rise Leborcham. - Conosco un giovane siffatto. È Noísiu Mac Uisnig!

Derdriu le chiese notizie su questo giovane, e Leborcham non gliele nascose. Noísiu era uno dei tre figli che la principessa Tindel, sorella di Conchobar, aveva avuto dal nobile Uisliu. Era un giovane alto e robusto, splendido nel fisico e agile nelle membra. E in questo, Noísiu non era da meno dei suoi fratelli Ainnle ed Arddán. Erano tre guerrieri così abili, che quando combattevano schiena contro schiena neppure tutti i guerrieri dell'intera provincia dell'Ulaid avrebbero potuto sconfiggerli. Nel cacciare erano veloci come segugi ed uccidevano in corsa gli animali dei boschi. E così melodioso era il loro canto, che ogni mucca che lo udiva dava sempre alla mungitura due terzi di latte in più e ogni persona che lo ascoltava era sempre sazia di pace. Ma dei tre, Noísiu era il migliore.

Fu così che a sentir parlare tanto a lungo e tanto bene di Noísiu, Derdriu s'innamorò di lui senza neppure averlo mai visto.

Un giorno Derdriu udì un canto meraviglioso giungere dagli spalti della fortezza reale di Emain Macha, e capì che doveva trattarsi di Noísiu. Così sfuggì alla sorveglianza e corse a vedere. E infatti era proprio lui, ed era bello e forte e gentile come Leborcham le aveva raccontato. Derdriu capì che lui, e nessun altro, era l'uomo della sua vita, e si avvicinò apertamente.

Noísiu la vide giungere e sorrise: - Bella è la giovenca che mi si fa vicina.

- Le giovenche prosperano solo dove non vi sono tori - rispose maliziosamente Derdriu.

- Ma tu hai il toro della provincia, - le ricordò Noísiu. - Il re dell'Ulaid.

- Tra i due preferisco di gran lunga un torello coraggioso come te - fece lei.

Noísiu dapprima cercò di respingere le attenzioni della ragazza, ma disgraziatamente anche Derdriu era molto bella, e il giovane non tardò a innamorarsi perdutamente di lei.

I fratelli di Noísiu accolsero la notizia con preoccupazione e timore. E visto che non c'era verso di distogliere Noísiu dal pensiero di Derdriu, e visto anche che la ragazza non glielo avrebbe comunque permesso, i tre figlio di Uisliu si riunirono per stabilire il da farsi.

- Sappiamo che da tutta questa storia non verrà che dolore - dissero Arddán e Ainnle. - Ma se anche dovrà essere così, finché noi vivremo, tu, Noísiu, non subirai la vergogna di vedere la tua donna andare sposa al re. Scapperemo con Derdriu in un'altra provincia, e nessun re di Ériu ci negherà accoglienza.

Questo decisero. E la notte stessa i tre fratelli partirono da Emain Macha, e Derdriu era con loro.

 

Derdriu e i figli di Uisliu

"Derdriu e i figli di Uisliu"

Disegno di Jill Karla Schwarz

 


L'ESILIO DEI FIGLI DI UISLIU

Per lungo tempo i tre figli di Uisliu e Derdriu andarono esuli per le varie provincie di Ériu, e ogni sovrano a cui chiedevano protezione gliela accordava volentieri.

Intanto re Conchobar aveva mandato i suoi guerrieri alla caccia dei tre figli di Uisliu, con l'ordine di annientarli.

I tre fratelli si spostarono perciò da Ess Rúaid verso sud-ovest, e poi a nord-est fino a Benn Étair. Gli uomini dell'Ulaid tuttavia non diedero loro tregua, e fu così alla fine che i figli di Uisliu decisero di prendere il mare e di fuggire nella terra di Alba, la Scozia.

I figli di Uisliu si presentarono al re di Alba e questi li prese tra i suoi guerrieri. E poiché Derdriu era una fanciulla di rara bellezza, venne tenuta nascosta, in modo che non accendesse le brame di nessuno e non ci fossero uccisioni per causa sua. Ma un giorno, all'alba, un intendente del re di Alba si aggirava tra le abitazioni e vide Derdriu addormentata tra le braccia di Noísiu. Allora corse a svegliare il re:

- Sire, finalmente ho trovato una donna degna di voi! È l'amante di Noísiu figlio di Uisliu. Se siete saggio, fate che Noísiu venga ucciso e che la donna giaccia con voi.

Tuttavia, il re non ebbe il coraggio di agire apertamente, e nelle settimane che seguirono fece in modo che ai figli di Uisliu toccassero le posizioni più sfavorevoli nel corso delle battaglie e che corressero i maggiori pericoli, in modo che finissero col trovare la morte. Ma i tre fratelli erano tanto valorosi che quei tentativi non ebbero risultato.

Alla fine il re di Alba radunò i suoi uomini ed ordinò che i tre fratelli venissero uccisi. Tuttavia, quando la loro casa venne assediata, si scoprì che era vuota. Accortisi del tranello, i tre fratelli erano fuggiti e avevano abilmente fatto perdere le loro tracce.

 

Derdriu e i figli di Uisliu

"Derdriu e i figli di Uisliu"

© 2000 Jim Fitzpatrick

 


RITORNO IN ÉRIU

I figli di Uisliu andarono a vivere nella solitudine di Glenn Etive. Stabilirono la loro dimora nei pressi di un lago, e lì nel bosco trascorsero lunghi mesi felici, vivendo di caccia e di pesca.

Altri mesi passarono e Conchobar non aveva dimenticato della fuga della sua sposa. Intanto le sue spie gli riferivano tutto ciò che accadeva tra Noísiu e Derdriu, e il re meditava la sua vendetta.

Quando infine ritenne che i tre figli di Uisliu si fossero stancati della solitudine, Conchobar decise di farli tornare in Ériu. Sapeva tuttavia che i tre fratelli non sarebbero tornati se non avessero avuto le migliori garanzie. Allora Conchobar fece chiamare il nobile Fergus Mac Róich, che era stato re dell'Ulaid prima di lui e che di tutti gli uomini della provincia era tuttora il più onorato e rispettato, e lo incaricò di recarsi in Alba ed invitare i figli di Uisliu tornare in patria. Conchobar aggiunse che avrebbe dimenticato ogni pendenza con i tre giovani, e lo stesso Fergus sarebbe stato il garante che il patto sarebbe stato rispettato.

Con gioia Fergus accettò l'ambasciata, perché era stato amico dei tre figli di Uisliu, e si recò in Alba. Incontrati Noísiu, Arddán e Ainnle, il buon Fergus riferì loro della proposta del re. Con gioia i tre fratelli accolsero il messaggio, poiché la nostalgia di Ériu li irretiva irresistibilmente.

Solo Derdriu, che aveva avuto sogni premonitori, sconsigliò il ritorno. I tre fratelli tuttavia avevano piena fiducia nella salvaguardia di Fergus, e così i quattro esuli lasciarono Alba. Derdriu, che aveva trascorso in quei boschi gli anni più felici della sua vita, si voltò verso la terra che si allontanava e le lanciò un'accorato addio:

Terra diletta è quella laggiù ad oriente
Alba con le sue meraviglie
mai da essa non sarei uscita
se non fossi venuta con Noísiu.
 

Fergus Mac Róich

Fergus Mac Róich

Disegno di autore sconosciuto

Della stessa radice del latino vir, il nome Fergus evoca virilità e forza. Archetipo del maschio (forse alla base di questo personaggio c'è un antico dio della fecondità), Fergus era nell'epica il vecchio re dell'Ulaid [l'odierna provincia dell'Ulster], spodestato da Conchobar Mac Nessa. Inizialmente suo alleato, diventò poi suo acerrimo nemico.

 


IL TRADIMENTO

Quando gli esuli approdarono finalmente in Ériu, furono accolti dal ricco Blaí Briuga, la cui fortezza sorgeva nei pressi della costa del Maoile. Egli invitò Fergus a un banchetto che quella sera aveva preparato per lui.

- Non posso venire - rispose Fergus - perché prima devo condurre Derdriu ed i figli di Uisliu al sicuro ad Emain Macha.

- Eppure - ribatté Blaí Briuga - questa notte sarai mio ospite, perché una volta hai promesso di non rifiutarmi mai un mio invito.

Derdriu implorò Fergus di non lasciarli andare, ma egli, timoroso di infrangere la sua promessa, affidò la responsabilità della compagnia a suo figlio Fíacha, e rimase da Blaí Briuga.

Con la nuova scorta, i figli di Uisliu e Deirdre si rimisero in cammino per Emain Macha. La ragazza fu presto scossa dai brividi: tutto ciò che vedeva intorno a lei le dava presagi di morte. E parlò con voce profetica:

Il mio cuore è un ammasso di sofferenza,
il mio gran danno è stanotte;
ahimé, o giovani baldi,
i vostri ultimi giorni son giunti.

Ma Noísiu, fiducioso nei suoi nobili garanti, la esortò a un po' di serenità: - Non dire così, Derdriu, donna più bella del sole.

Giunsero infine ad Emain Macha, e Derdriu scorse una nuvola rossa di sangue sospesa sulla cittadella.

Quando i figli di Uisliu furono giunti nel mezzo dello spiazzo di Emain, videro giungere non re Conchobar, ma Éogan Mac Durthaicht, seguito da una schiera di armati. Éogan era uno degli uomini più spietati del re, e inoltre aveva un lungo conto in sospeso con Noísiu che, tempo prima, aveva ucciso suo padre e suo fratello. Accorgendosi del tradimento, i figli di Uisliu sollevarono gli scudi a proteggere Derdriu, mentre Fíacha figlio di Fergus alzava le braccia invocando a garanzia il nome di suo padre.

Ma Éogan sollevò la lancia e la scagliò contro Noísiu.

Fíacha si lanciò davanti a Noísiu, difendendolo col proprio corpo. Ma la lancia di Éogan attraversò il suo petto e trafisse a sua volta Noísiu.

Gli armati attaccarono, e dopo una lunga battaglia, Ainnle e Arddán caddero uccisi. Derdriu venne condotta da Conchobar con le mani legate dietro la schiena.

 

Derdriu e i figli di Uisliu

"Derdriu e i figli di Uisliu"

Disegno di Jill Karla Schwarz

 


LA RABBIA DI FERGUS

La notizia del tradimento raggiunse Fergus Mac Róich, che tornò di corsa ad Emain Macha, deciso a vendicare il suo onore. Conchobar gli mandò incontro i suoi uomini, e la battaglia si risolse in un gran massacro, in cui morirono trecento valorosi guerrieri, tra cui alcuni figli di Conchobar. Parte della fortezza reale venne bruciata, e Fergus, insieme a tremila guerrieri, lasciò l'Ulaid e andò a rifugiarsi nel Connacht. A quel tempo regina del Connacht era la bellissima Medb, che accolse con favore Fergus e i suoi uomini.

 

Medb, l'inverno di Crúachan

"Medb, l'inverno di Crúachan"

© 1998 Jim Fitzpatrick

Medb, la regina del Connacht [l'odierna provincia del Connaught], sembra essere la controparte femminile di Fergus, di cui diventerà presto l'amante. Decisa, volitiva, insaziabile, la sua irruente figura nasconde forse un'antica dea della fertilità.

 


IL LAMENTO DI DERDRIU

Derdriu rimase per un anno intero insieme a Conchobar, e durante quel tempo ella non ebbe un sorriso di gioia, non si concesse cibo né sonno a sufficienza e non sollevò la testa dalle ginocchia.

Un giorno le condussero i musici, ed ella improvvisò un lamento che è rimasto famoso nell'antica poesia gaelica:

Se forti credete i feroci guerrieri
che tornano ad Emain dopo un'impresa,
ancora più fieri tornavano a casa
i tre valorosi figli di Uisliu.
 
Noísiu col dolce idromele di nocciola,
(io stessa lavavo il suo corpo presso il fuoco),
e Arddán col cervo o un bel cingliale,
e Ainnle col carico sopra le spalle.
 
Se dolce credete il gustoso idromele
che beve il potente figlio di Ness,
sovente io avevo (mare ricolmo)
un ristoro ancora più dolce.
 
Allora che Naóisiu umilmente scavava
la buca per cuocere nel sottobosco,
più dolce del miele mi era ogni cibo
quand'era portato dal figlio di Uisliu.
 
Se belli credete i momenti passati
con suonatori di cornamuse e di corni,
io oggi pronuncio il mio giuramento:
ho udito musica ch'era più bella.
 
Il vostro re può giudicare armoniosi
i suonatori di cornamuse e di corni;
ma io preferivo (tra schiere famoso)
i canti intonati dai figli di Uisliu.
 
Rumore dell'onda la voce di Noísiu,
un canto armonioso da udire per sempre;
sonora e profonda la voce di Arddán,
e quella più acuta di Ainnle che caccia.
 
Per Noísiu (ne è nota la tomba),
fu sventura che io gli fossi vicina.
In tanti lo hanno attaccato e fui io
a dargli quel sorso fatale di morte.
 
Amavo i suoi corti e lucenti capelli,
persona stupenda, perché mi fu tolto?
Ahimé! Più oggi non posso vedere,
non più attendere il figlio di Uisliu.
 
Amavo il suo spirito giusto e sincero,
amavo il nobile, possente guerriero.
E dopo la corsa, vicino alla selva
amavo vederlo vestirsi al mattino.
 
Amavo gli occhi azzurri, cari a ogni donna,
terribili se rivolti al nemico.
Nobile incontro nella foresta
amavo il suo canto all'ombra del bosco.
 
Così non dormo
né di porpora tingo le unghie.
La gioia non è cosa che mi tocchi,
perché non giungerà più il figlio di Tindell.
 
Così non dormo,
e giaccio soltanto metà della notte.
Nella folla mi si confonde la mente
non posso mangiare, e bere nemmeno.
 

E quando Conchobar cercava di consolarla, ella rispondeva:

 
- Conchobar, che cosa vuoi?
Tu che mi gravasti di dolore e di pena?
Davvero: se anche a lungo vivessi
mai avrei vero amore per te.
 
Colui che sotto il cielo era più bello,
e colui che più mi era caro,
tu mi strappasti (fu grande torto)
e non lo rivedrò fino alla morte.
 
Davvero pesante è l'assenza di lui,
del viso che il figlio di Uisliu mostrava:
nerissime rocce sul candido corpo;
tra folle di genti egli eccelleva.
 
Due guance arrossate più belle dei prati,
le labbra vermiglie, le ciglia corvine,
le file di denti che eran gioielli,
splendenti di puro biancore di neve.
 
Il suo portamento orgoglioso eccelleva
su tutte le schiere guerriere di Alba;
di porpora aveva il mantello ben fatto
con il bordo d'oro rosso, accordo perfetto.
 
Di raso la tunica, essa stessa un tesoro,
su cui erano cento gemme perfette;
per adornarla (io lo so bene)
cinquanta once di oro bianco.
 
In mano una spada dall'elsa dorata,
due lance verdi dall'abile punta;
lo scudo bordato con oro giallastro
e sopra di quello una borchia d'argento.
 
Il bel Fergus ci fece un'offesa,
portandoci sopra il gran mare;
per una birra ha venduto l'onore
le sue grandi imprese non gli dànno più lustro.
 
Se anche i guerrieri fossero tutti
intorno a Conchobar su questa brughiera,
li lascerei tutti, e senza incertezza
per star con Noísiu il figlio di Uisliu.
 
Ma oggi non mi spezzare più il cuore.
Troppo presto m'attende la tomba!
Più profondo del mare è il dolore.
Se solo tu, Conchobar, fossi più saggio!
 

Navan Fort: l'antica Emain Macha

Navan Fort

Nella contea di Armagh, l'odierna Navan Fort è il sito dove si trovava la fortezza reale di Emain Macha, centro di tutto il Ciclo dell'Uster.

 


MORTE DI DERDRIU

Irato per il suo comportamento scostante, il re domandò a Derdriu: - Che cosa detestano di più i tuoi occhi?

- Te, certamente - rispose lei. - Ed anche Éogan figlio di Durthacht.

- Vivrai allora un anno con Éogan - disse il re, e la condusse da Éogan.

Il giorno seguente stavano andando all'assemblea di Macha. Derdriu stava nel carro dietro ad Éogan. Aveva giurato che mai in vita avrebbe posato gli occhi su due compagni ad un tempo.

- Ebbene, Derdriu - le disse Conchobar. - Tra me ed Éogan hai gli occhi di una pecora su due montoni.

Allora Derdriu balzò via dal carro contro una roccia che veniva verso di loro, e si sfracellò la testa e morì.

Dopo questi fatti, Cathbad il druido andò dal re e gli profetizzò che, a causa della sua colpa, la sua discendenza non avrebbe più regnato sull'Ulaid.

Si dice che Conchobar, non volendo che Derdriu e Noísiu fossero uniti anche nella morte, fece seppellire le due salme lontano l'una dall'altra nel cimitero. Tuttavia ogni mattina i corpi venivano ritrovati di nuovo fianco a fianco.

Allora Conchobar provvide a separarli per sempre, conficcandoli nella terra con due pali. Senonché da questi pali crebbere due alberi di tasso che saliti a grande altezza finirono per abbracciarsi al di sopra della chiesa di Árd-macha, e nessuno poté mai più separarli.

 

Derdriu

"Derdriu"

Dipinto di autore irlandese

 


CONSEGUENZE

Fergus Mac Róich aveva intanto giurato vendetta nei confronti di Conchobar. Per sedici anni, lui e gli altri esiliati dell'Ulaid, fecero continue razzie e battaglie nel territorio di Conchobar, e il pianto e il dolore non si fermarono nemmeno per un attimo. E questa è la ragione per cui, quando la regina Medb attaccò l'Ulaid, in quella che fu la grande razzia del bestiame di Cúailnge, Fergus e gli altri combatterono contro Conchobar Mac Nessa.

 


NOTE

I cicli mitici irlandesi

Il lettore ha raramente idea della grande vastità e complessità della mitologia irlandese. Ciò che viene tradotto in italiano non è che una goccia nel grande mare epico dell'Isola di Smeraldo. Tradizionalmente le leggende epiche vengono ripartite tra vari cicli. Il Ciclo delle Invasioni (dove si narra delle antiche popolazioni che invasero l'Irlanda, tra cui le storie degli affascinanti Túatha Dé Dánann); poi il Ciclo dei Re (le gesta dei re Gaeli, dall'epoca in cui strapparono l'irlanda ai Túatha Dé Dánann fino all'invasione di Cromwell); il Ciclo dell'Ulaid (le storie dei re e degli eroi dell'Ulster, a cui fa capo il famoso Cú Chulainn); e ancora il Ciclo dei Fíanna (le gesta di Finn e dei suoi guerrieri boschivi). E senza contare le storie isolate, i canti gnomici, i racconti collaterali, le vite dei santi, le genealogie, le storie sul Piccolo Popolo, e via dicendo.

Tra queste storie spicca quella dell'esilio dei figli di Uisliu, che è una delle più famose, e tra le eroine giganteggia Derdriu, che è forse quella più amata, come attestano le innumerevoli rielaborazioni letterarie della vicenda, fiorite specie in ambito romantico. Più tecnicamente, la storia di Derdriu è un racconto collaterale [remscéla] appartente al Ciclo dell'Ulaid, di cui spiega perché, nella Grande Razzia, Fergus Mac Róich abbia combattuto dalla parte del Connacht [il Connaught] contro l'Ulaid [l'Ulster] e contro re Conchobar.

La più antica versione della storia è il Loinges mac nUislenn ["L'esilio dei figli di Uisliu"], il cui testo è conservato in tre codici, tutti derivanti da una redazione perduta dell'inizio dell'XI secolo, parziale adattamento medio-irlandese d'un archetipo scritto in antico-irlandese tra la fine dell'VIII secolo e l'inizio del IX. Con il suo stile scarno e coinciso, il Loinges accenna semplicemente al nudo scheletro della vicenda. I lunghi lamenti di Derdriu (che abbiamo lasciato pressoché integrali) costituiscono uno dei più splendidi esempî di poesia medievale irlandese, e l'ortografia permette di collocarli al IX secolo, trecento anni prima della redazione del testo. Molti particolari della storia adombrati nelle liriche non hanno riscontro nella narrazione.

Una più recente versione della storia di Derdriu è quella dell'Aided Chloinne Uisnig ["L'uccisione dei figli di Uisnech"], contenuta in una tarda raccolta di "storie tormentate". La raccolta risale al XVIII secolo, ma l'Aided è stato probabilmente fissato nella forma da noi conosciuta nel XV secolo. L'Aided narra la vicenda con dovizia di particolari e non di rado spiegando punti rimasti irrisolti nella prima fonte. Ma rispetto alla fonte più antica vi sono anche nell'Aided delle interessanti varianti. Nel Loinges, ad esempio, la morte di Derdriu è scarna e feroce: ella si lancia dal carro e si spacca la testa contro una roccia. Più romantica e passionale la versione dell'Aided, che risente sicuramente del gusto di un'epoca diversa: la donna muore di crepacuore e si getta nella fossa accanto al corpo dell'amato. Personalmente (è il caso di dirlo?) preferisco quest'ultima versione, ma nel testo ho preferito lasciare quella più antica.

Col trascorrere del tempo e il mutare del gusto, il personaggio di Derdriu, da oggetto del destino, si è trasformato in soggetto teso a realizzarsi attraverso l'amore passionale e trasgressivo. Nei secoli la vicenda ha perduto i suoi tratti di ineluttabilità per acquistare tratti cortesi e poi romantici, come è evidente nelle rielaborazioni letterarie ottocentesche, tra cui la Darthula di J. MacPherson ed il dramma Deirdre di William Butler Yeats.

 

Il tramonto degli dèi

"Il tramonto degli dèi"

© 1991 Jim Fitzpatrick

Jim Fitzpatrick è uno dei più apprezzati illustratori che si ispirano all'antica mitologia irlandese.

 

Derdriu: figurazione della Regalità

Secondo il linguaggio del mito, Derdriu è una delle numerose eroine che rappresentano la Regalità.

Nel pensiero mitologico dell'antica Irlanda, la sovranità del re sulla sua terra è vista spesso in forma di matrimonio o di unione sessuale. Sarebbe troppo lungo ricordare i molti esempi sui sovrani mitici che ottengono il regno solo dopo la loro unione con dee o fate o orrende vecchie che rappresentano la regalità ul territorio. Lo stesso nome gaelico dell'isola, Ériu, è il nome di una dea dei Túatha Dé Dánann: ella e le sue sorelle Fódla e Banba lasciarono l'isola ai Gaeli, appena giunti in armi dalla Spagna, in cambio dell'imposizione dei loro tre nomi alla terra.

Che anche Derdriu rappresenti la sovranità non è così evidente, perché i rimaneggiamenti del racconto hanno sempre più spesso messo l'accento sull'elemento passionale. Tuttavia si vedrà innanzitutto che il motivo essenziale della storia di Derdriu è la contrapposizione tra il vecchio re Conchobar Mac Nessa e il giovane eroe Noísiu.

Si sarà notato innanziutto che non è Noísiu che rapisce Derdriu, ma la stessa Derdriu che impone il suo amore a Noísiu.

Quando gli si avvicina alle mura della fortezza, Noísiu fa una battuta d'apprezzamento: "Bella è la giovenca che mi passa accanto." E lei ribatte: "Le giovenche prosperano solo dove non vi sono tori". Il senso di questo scambio di battute è duplice. Esteriormente vi è un'espressione di disponibilità da parte della giovane. Più interiormente, le immagini del toro e della giovenca fanno riferimento all'antico rito annuale delle "nozze regali" [banais ríge] tra il re/toro ed una giovenca, che confermavano la regalità del re sulla terra. Giraldo Cambrense ci narra che i re irlandesi, al momento dell'intronizzazione, dovevano unirsi sessualmente con una giovenca.

A Derdriu, Noísiu risponde: "Ma tu hai il toro della provincia, il re dell'Ulaid!" E Derdriu risponde subito: "Tra voi due preferisco un torello coraggioso come te." E così facendo vincola Noísiu ad una sorta di geis, un tabù rituale, gettandogli la vergogna se egli non avesse adempiuto al proprio destino, unendosi lui stesso alla ragazza che Conchobar aveva scelto per sé. Al che, Noísiu e i suoi fratelli sono costretti a fuggire dall'Ulaid insieme alla fanciulla.

Scegliendo di vivere con Noísiu anziché accettare il destino che Conchobar ha stabilito per lei, Derdriu va incontro ad un'esistenza nomade in luoghi aperti e selvaggi. Si è visto come essi "evitino" di tornare in Ulaid. Dal punto di vista di Conchobar è come se la regalità lo avesse abbandonato. Conchobar è geloso, e la sua gelosia ricorda quella di altri principi della mitologia irlandesi ammalati d'amore per le spose dei loro sovrani, altre ipostasi della sovranità.

Tuttavia Conchobar riesce infine a riportare i figli di Uisliu nel suo regno, e ad ucciderli. Dopodiché si unisce a Derdriu. Ma non è un'unione felice, tant'è vero che Derdriu sarà ceduta per un anno a Éogan figlio di Durthacht. La donna, che aveva osato prendere l'iniziativa e scegliere tra due uomini quello che più amava, deve ora subire la volontà altrui e viene presa sessualmente dai due uomini che più odia, gli assassini di Noísiu.

Più chiaro lo sprezzante commento che Conchobar rivolge infine a Derdriu: "Tra me ed Éogan, hai gli occhi di una pecora su due montoni". Non solo la frase è opposta a quella che Derdriu aveva detto a Noísiu ("Tra voi due preferisco un torello coraggioso come te"), ma in gaelico "pecora" [cáera] è espressione di disprezzo quanto "giovenca" [samaisc] lo è di apprezzamento. O per meglio dire, adombra una regalità che non è quella corretta, espressa dal rapporto toro/giovenca.

A questo punto, Derdriu si uccide, e dopo la sua morte Cathbad profetizza (ed è un'ovvia profezia alla luce di tutto ciò che si è detto), profetizza che più nessuno della stirpe di Conchobar avrebbe mai più regnato sull'Ulaid. Insieme a Derdriu, Conchobar ha perso per sempre la sovranità. Conchobar morirà molti anni dopo, nello stesso giorno in cui Cristo venne crocifisso, e sarà il primo pagano irlandese ad entrare in Paradiso.

 


SPECIFICHE

Esistono in italiano molte pubblicazioni, più o meno buone, ma nessuna davvero esaustiva, sui miti irlandesi. La mia narrazione è stata redatta tenendo conto di diverse fonti, innanzitutto la versione che si trova ne La saga irlandese di Cuchulainn, volume del cofanetto Saghe e leggende celtiche, a cura di Gabriella Agrati e Maria Grazia Magini (Mondadori 1982) e poi ristampato con successo. Ho tenuto conto ovviamente delle altre versioni del mito, che ho tratto da diverse fonti, ma soprattutto dalla Letteratura universale di Prampolini (UTET 1952). I lamenti di Derdriu sono tratti (con qualche variazione) dal bellissimo volumetto Antiche liriche irlandesi, a cura e traduzione di Giovanni Giusti (Salerno 1991).

 

 

PASSATO ASSOLUTO
© 2001 Dario Giansanti

Epopea di Gilgameš

Kalevipoeg

Lāčplēsis

I Bogatyri

Uggeri il Danese

Maui

Derdriu e i figli di Uisliu

Kojiki

Libuša

L'ANGOLO DI DARIO