Martim Codax
Martin Codax
CANTIGAS D'AMIGO

GALIZIA - XIII Secolo

 


Queste straordinarie canzoni del medioevo galiziano sarebbero rimaste dimenticate per sempre se, nel 1914, un bibliotecario non avesse svolto casualmente un pezzo di pergamena che rivestiva un manoscritto trecentesco di Cicerone, trovandovi al suo interno un codice ancora più antico, in cui erano contenute sei brevi cantigas d'amigo. Il testo stesso attribuiva tali composizioni a un certo Martim Codax, probabilmente un giullare attivo nella zona di Vigo durante il regno di Alfonso III di Portogallo (1245-1279). Nel XIII secolo, la Galizia, mèta dei pellegrinaggi compostelani, era teatro di una fervidissima attività letteraria, la quale s'inscriveva a sua volta in quell'imponente movimento trovadorico che stava lentamente ridisegnando le mappe culturali europee. Dando finalmente voce a una donna, Martim Codax evoca possenti emozioni con una straordinaria economia di immagini. Modulate in una serie di musicalissime ripetizioni caratterizzate dalla presenza di ritornelli [refrão], queste cantigas erano destinate ad essere cantate: il codice di Martim Codax, caso unico nella lirica profana protoghese, è infatti accompagnato dalle notazioni musicali. Ancora oggi, nei vari festival che allietano le estati galiziane, non è difficile udire le composizioni di Codax cantate dagli amanti di musica antica, sugli stessi strumenti un tempo usati dai giullari. E il canto nazionale portoghese, il tristissimo fado, conserva questo ritmo delle onde e delle maree, il lamento di una donna che guarda il mare e si chiede quando il suo amato tornerà a casa.

 


CANTIGAS D'AMIGO

Onde del mare di Vigo
avete visto il mio amico?
O Dio, che venga presto!
 
Onde del mare di Vigo
avete visto il mio amato?
O Dio, che venga presto!
 
Avete visto il mio amico
quello per cui sospiro?
O Dio, che venga presto!
 
Avete visto il mio amato
per cui ho sì gran pena?
O Dio, che venga presto!
 
* * *
 
O Dio, se ora sapesse il mio amico
come sono sola a Vigo!
...E innamorata!
 
O Dio, se ora sapesse il mio amato
come resto sola a Vigo!
...E innamorata!
 
Come a Vigo sono sola,
senza guardie aver con me!
...E innamorata!
 
Come a Vigo resto sola,
senza guardie con me stare!
...E innamorata!
 
Senza guardie aver con me,
salvo gli occhi con cui piango!
...E innamorata!
 
Senza guardie con me stare,
salvo gli occhi in pianto entrambi!
...E innamorata!
 
* * *
 
Notizie ho con me
che viene il mio amico.
E andrò, mamma, a Vigo!
 
Con me ho notizie
che viene il mio amato.
E andrò, mamma, a Vigo!
 
Che viene il mio amico
e viene sano e vivo.
E andrò, mamma, a Vigo!
 
Che viene il mio amato
e viene vivo e sano.
E andrò, mamma, a Vigo!
 
Che viene sano e vivo
e dal re amico.
E andrò, mamma, a Vigo!
 
Che viene vivo e sano
e dal re favorito.
E andrò, mamma, a Vigo!
 
* * *
 
Mia bella sorella, venite con me
alla chiesa di Vigo dove il mare è agitato.
E guarderemo le onde!
 
Mia bella sorella, venite volentieri
alla chiesa di Vigo dove il mare è levato.
E guarderemo le onde!
 
Alla chiesa di Vigo dove il mare è agitato
e verrà lì, mamma, il mio amico.
E guarderemo le onde!
 
Alla chiesa di Vigo dove il mare è levato
e verrà lì, mamma, il mio amato.
E guarderemo le onde!
 
* * *
 
Voi che sapete amar l'amico
con me venite al mar di Vigo.
E nelle onde ci bagneremo!
 
Voi che sapete amar l'amato
con me venite al mar levato.
E nelle onde ci bagneremo!
 
Con me venite al mar di Vigo
ché troveremo il mio amico.
E nelle onde ci bagneremo!
 
Con me venite al mar levato.
ché troveremo il mio amato.
E nelle onde ci bagneremo!
 
* * *
 
Sul sagrato, a Vigo,
danzava una bella ragazza.
Sono innamorata!
 
A Vigo, sul sagrato,
danzava una ragazza delicata.
Sono innamorata!
 
Danzava una bella ragazza
che mai aveva avuto amico.
Sono innamorata!
 
Danzava una ragazza delicata
che mai aveva avuto amato.
Sono innamorata!
 
Che mai aveva avuto amico
eccetto che sul sagrato, a Vigo.
Sono innamorata!
 
Che mai aveva avuto amato
eccetto che a Vigo, sul sagrato.
Sono innamorata!

 


NOTA

Tempo fa, trovandomi dinanzi alla baia di Vigo, mi sovvennero spontaneamente le parole di un'antica canzone: Ondas do mar de Vigo... Ero casualmente inciampato su questi versi alcuni anni prima, mentre sfogliavo una ponderosa letteratura medievale, e anche se in quel momento, ritto innanzi alle onde dell'Atlantico, non ricordavo neppure il nome del loro autore, era evidente che i suoi versi mi erano entrati nel cuore. Così è iniziata la mia tresca con Martim Codax. Le antologie che in seguito andai a consultare non contenevano mai più di uno o due dei sei componimenti attribuiti a questo antico giullare galiziano e mi ci volle un po' di tempo per riuscire a mettere insieme l'intero canzoniere. Ringrazio Anna Perugini, che avrebbe dedicato uno studio proprio a Codax, di avermi messo a disposizione i suoi testi, dandomi modo di completare la mia ricerca.

 


LETTURE
  • Giuseppe E. Sansone [a cura di]: Diorama lusitano: Poesie d'amore e di scherno dei trovatori galego-portoghesi. Rizzoli 1990.

 


AGGANCI

  • La donna e il mare, la bellissima pagina che Anna Perugini ha dedicato a Martim Codax, dove si approfondisce l'origine dei motivi alla base delle canzoni "femminili" della poesia galego-portoghese. [Qui]
 

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 © 2002 Dario Giansanti

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