ALFABETO OGAMICO

Dario Giansanti


SOMMARIO
 


LA SCRITTURA PRESSO I CELTI E LE ISCRIZIONI OGAMICHE

Sembra che gli antichi Celti non fossero molto amanti della scrittura. Cesare racconta che i Galli utilizzavano l'alfabeto greco, integrato con lettere speciali, per i loro scritti di natura pubblica o per la corrispondenza privata. I druidi preferivano però affidare alla memoria le loro più sacre tradizioni e fu questa la causa principale per cui, con la romanizzazione della Gallia e l'avvento del Cristianesimo, l'intera sapienza celtica andò irrimediabilmente perduta.

L'unico originale alfabeto celtico fu il cosiddetto ogam, di cui restano circa cinquecento iscrizioni epigrafiche trovate in Irlanda, Scozia, Galles e Inghilterra, datate tra il IV e il VII secolo. Si tratta per lo più di stele funerarie, riportanti nomi e luoghi. Le iscrizioni sono in forme arcaiche di gaelico e pittico e presentano grossi problemi di interpretazione.

Le iscrizioni sopravvissute sono eseguite sugli spigoli di grosse pietre conficcate verticalmente nel terreno. È presumibile che si incidessero iscrizioni anche su aste di legno, ma nessuna di esse ci è pervenuta. Solo eccezionalmente troviamo iscrizioni in ogam nei manoscritti medievali, e l'esempio più notevole sono le Glosse del Prisciano di San Gallo (IX sec.).

Il termine ogam deriva dal nome del dio Ogma, che secondo la tradizione ne fu il creatore. Gli studiosi pensano che tale tipo scrittura si sia evoluta a partire da qualche sistema di conto basato sulle tacche.

 


ASPETTO E DIREZIONE DELLA SCRITTURA OGAMICA

Le lettere ogamiche erano composte unicamente di linee parallele che si diramavano da una linea principale, dunque perfettamente idonee ad essere scolpite su pietra o su legno. Come abbiamo detto venivano tracciate lungo lo spigolo di una roccia, dal basso verso l'alto. Le lettere assumevano valori diversi a seconda si trovassero sul lato destro o sinistro dello spigolo.

Nel caso venissero vergate su un foglio, le lettere ogamiche venivano indirizzate sopra o sotto una linea centrale, come nel nostro esempio.

 


ALFABETO OGAMICO

L'ordine o la trascrizione dei suoni diverge a seconda della fonte a cui si fa riferimento, anche peché non vi è identità di vedute tra i vari studiosi di questa scrittura. Tra le varie serie proposte, diamo qui quella di MacAllister, accettata dalla maggior parte degli specialisti:

L'alfabeto ogamico era composto di 20 lettere, divise in quattro gruppi di cinque. Ogni gruppo consisteva in una serie crescente di tacche parallele, da una a cinque.

Le prime tre serie consistevano di consonanti. La quarta di vocali. Dunque 15 consonanti e 5 vocali in tutto.

La prima serie di cinque tacche veniva praticata sul lato sinistro dello spigolo. La seconda sul lato destro. La terza su entrambi i lati, con tacche oblique. Anche la quarta veniva praticata su entrambi i lati, con tacche perpendicolari allo spigolo.

Questo sistema di scrittura verticale, procedente dal basso verso l'alto, richiamava la forma di un albero, un tronco da cui si diramavano i rami. Se poi contiamo che le singole lettere sembra prendessero appunto il nome da vari alberi e arbusti di cui erano le iniziali, è perfettamente giustificata la dicitura neoirlandese di ogham craobh ["scrittura arborea"].

Il nome di questo alfabeto era beth-luis-nion, dal nome della prima, della seconda e della quinta lettera. È probabile che questa successione derivasse da qualche forma tradita dell'alfabeto ogamico in cui nion si trovava al posto di fearn.

 


LETTERE AGGIUNTIVE

In epoca più tarda vennero aggiunte, alle venti lettere, cinque lettere aggiuntive a indicare particolari dittonghi o combinazioni vocaliche:

Lo stile profondamente diverso di queste ultime lettere sembra sia imputabile non solo al fatto che vennero probabilmente aggiunte all'alfabeto ogamico solo in epoca tarda e in circoli assai lontani dall'originaria tradizione druidica (forse dai monaci cristiani che si ritrovarono a gestire la morente eredità celtica), ma probabilmente anche perché si voleva tenere ben distinte le aggiunte successive dalla tradizione originaria.

Sembra che queste lettere fossero anche usate per indicare cinque suoni dell'alfabeto greco assenti nella scrittura ogamica, ovvero:

 


LE "PENNE"

L'esposizione dei simboli della scrittura ogamica è finita qui. Si può ancora citare un particolare ornamento che veniva posto, soprattutto nell'ogam scritto, all'inizio e/o alla fine del rigo, il cosiddetto eite o "penna", che poteva avere anche la funzione di indicare il senso di scrittura. All'inizio si poneva l'eite o "penna" semplice, alla fine l'eite thuathail o "penna inversa".

Mostriamo gli eite in senso verticale per coerenza con gli altri esempi:

 


ALTRI TIPI DI SCRITTURA OGAMICA

L'alfabeto ogamico cominciò ad essere usato nelle iscrizioni pubbliche solo con il declino del druidismo: prima di allora, a quanta pare, era protetto da un rigoroso segreto.

Secondo alcuni studiosi, le quattro serie di cinque caratteri rappresentavano le dita usate in una sorta di linguaggio di segni: le lettere corrispondevano alle punte, alle due giunture e alle basi delle cinque dita e per formare qualunque parola era sufficiente toccare sulla mano sinistra i punti corrispondenti alle lettere usando l'indice della mano destra. Dunque il numero di tacche di ciascuna lettera corrispondeva a un dito (una tacca il pollice, due tacche l'indice, e via dicendo), mentre il tipo di tacche indicava la posizione della lettera sul dito, in questo modo:

Ma esistevano anche altre versioni dell'alfabeto ogamico. Un antico testo irlandese, il Lebor Baile an Mota, parla di un "ogam delle gambe" [cos-ogam], nel quale il segnalatore stava seduto e usava lo stinco come riga appoggiandovi sopra le dita a mo' di tacche; nell'"ogam del naso" [srón-ogam] si usava il naso allo stesso fine.

 


NOTE SULLA PRONUNCIA

Riguardo alla pronuncia che abbiamo segnato per le singole lettere, è ovvio che si tratta di note puramente indicative legata al valore fonetico delle lettere usate in trascrizione. Molti aspetti dell'antica fonetica celtica sono tuttora al centro di accesi dibattiti tra gli studiosi. Si crede tuttavia che le dettagliatissime sfumature fonetiche dell'irlandese moderno siano soltanto il risultato della lunga evoluzione di questa lingua e che in un'epoca arcaica, vocali e dittonghi suonassero assai più aperti e definiti di quanto non sia oggi.

 


L'ALFABETO OGAMICO E IL CALENDARIO ARBOREO

Da un'attenta analisi dei testi gnomici e sapienzali degli antichi gallesi, il poeta e scrittore Robert Graves ha ricostruito, a partire dall'alfabeto ogamico, una sorta di antico calendario arboreo utilizzato dagli antichi irlandesi. Tale calendario sarebbe stato formato da tredici mesi lunari (le consonanti) più cinque giorni intercalari (le vocali).

Questo è lo schema del calendario arboreo. Ad ogni "mese" è collegata la lettera e l'albero corrispondente. Ogni albero è dato nel suo nome gaelico e in italiano; il nome scientifico corrispondente è, in alcuni casi, ipotetico, non essendo possibile identificare con sicurezza la specie indicata dal termine tradizionale celtico.

Alcuni studiosi hanno preteso di localizzare il luogo d'origine della scrittura ogamica a partire dalla distribuzione di tali alberi e arbusti. È vero infatti che in Irlanda non si trovano tutte le specie indicate; le troviamo invece in una vasta area che comprende l'Italia, la Francia e la Germania. In ogni caso, la non precisa identificazione di molte specie rende assai problematici esperimenti di questo genere.

 


AGGANCI

Una galleria di pietre scolpite con iscrizioni ogamiche si trova nel sito dell'Università di Francoforte [qui].

 


BIBLIOGRAFIA E LETTURE CONSIGLIATE

Robert Graves: La Dea Bianca. Adelphi 1992.
Ward Rutherford: Tradizioni celtiche. Tea 1996.


 

UN MONDO DI SCRITTURE

Scritture barbare: Alfabeto Ogamico

Scritture barbare: Alfabeto Runico

Scritture barbare: Alfabeto Gotico

Scritture latine: Alfabeto Irlandese

Scritture latine: Alfabeto Gallese

Scritture latine: Alfabeto Bretone

L'ANGOLO DI DARIO