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L'ambiente

Dal punto di vista fisico predomina la montagna, occupante circa i tre quarti dell’estensione totale; a Est abbiamo la catena del Supramonte, a Sud le cime settentrionali del massiccio del Gennargentu (M. Armario e la Punta di Mandra ‘e Haia). Dalle balze montane si estende nella parte centrale un vasto altopiano, ricco di boschi e pascoli, interrotto di tanto in tanto da rialzi e guglie che rendono più suggestivo il paesaggio. A Nord-Nord-Est due vallate alluvionali, Lohoe e Sorasi, costituiscono le uniche zone pianeggianti e adatte alle coltivazioni.

 

Il clima predominante è quello mediterraneo, con accentuazione della continentalità man mano che si sale di quota. Le piogge sono limitate in genere alla stagione invernale e all’inizio della primavera, assai scarse da maggio a settembre, mentre la neve imbianca sovente le vette più alte e talvolta fa la sua comparsa nel centro abitato per qualche giorno. I fiumi sono brevi e a carattere torrentizio, con portata d’acqua accettabile solo nella stagione piovosa, mentre durante la lunga estate sono praticamente in secca. Ricordiamo tra questi il Cedrino, il Rio Sorasi, il Rio Punzitta, il Rio Olai e il Flumineddu. In essi vive ancora un’abbondante fauna ittica, costituita da saporite trote, anguille, carpe e tinche. In tutto il territorio, ad eccezione delle planghe del Supramonte vi sono numerose e fresche sorgenti. Quelle più abbondanti sono: Alasi, Sa Vena Manna ,Untana Vona, Sa Mela, Sa Lhopasa, Su Olosti .

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L'aquila è un altra cosa, non ha paragoni. Per capire bisogna vederla, osservarla, ammirarla, invidiarla. Appare che è un puntino, alta nel cielo, diventa grande cascando giù a peso morto, poi risale, tutt'uno col vento, inseguendo la sua libertà. Non ha confini, non ha limiti, il cielo le appartiene. O quanto meno riesce a darti questa sensazione.

                                                               Domenico Ruiu   

 

La Flora è classificabile nella fascia a Quercus llex e presenta vaste foreste di leccio ancora in rigoglio, con notevoli esemplari per vetustà e grandezza. Altre specie rilevanti sono la quercia, il ginepro, il tasso, il perastro, l’acero minore, il corbezzolo.

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La fauna offre una notevole varietà di esemplari che scorrazzano in libertà nel vasto territorio: cinghiali, volpi, lepri, conigli, martore e donnole, gatti selvatici e, sui ripidi pendii montani, i mufloni, in costante aumento grazie ad un accresciuto senso di responsabilità della maggior parte dei cacciatori. Tra uccelli rapaci elenchiamo: l’aquila reale e la varietà del Bonelli, falchi e poiane, mentre è quasi scomparso il grifone. Nei boschi volano in buon numero pernici, starne, ghiandaie, taccole, corvi e colombacci.

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La rosa Peonia

 

Il Supramonte

La parte più rinomata del territorio orgolese è senz’altro il Supramonte. Definito da quotidiani e rotocalchi come il rifugio dei banditi, il Supramonte è un luogo di rara bellezza, dove la natura incontaminata ha modellato ad arte il paesaggio; addentrandosi nelle sue solitudini non si può non sentire un senso di piacevole smarrimento e abbandono. Il Supramonte è un altopiano calcareo e la sua estensione di circa 50Kmq raggiunge anche i territori di Oliena, Dorgali e Urzulei. Le quote più elevate si registrano sulla punta Corrasi di Oliena e sa Pruna di Orgosolo, entrambe superano i 1400 metri. Geologicamente esso è formato da banchi di calcare e dolomie formatisi nel periodo giurassico. Le acque di superficie erosero la roccia creando un paesaggio fortemente tormentato e spezzettato: gole profonde centinaia di metri, aspre dorsali, guglie aeree in superficie, nel sottosuolo invece si è originata una serie impressionante di fenomeni carsici: grotte ampie e bagnate da torrenti freddissimi e spumosi e spettacolari colonne, stalattiti e stalagmiti; inoltre doline, voragini e inghiottitoi inaccessibili e inesplorati. Il percorso poco agevole e la mancanza di acque sorgive ha impedito il prolungato soggiorno dell’uomo sulle sue cime, perciò si è conservata una preziosissima e millenaria foresta, mai sottoposta a taglio. Il leccio è il padrone incontrastato del luogo ma non mancano aceri e ginepri. Numerose le varietà di erbe: grazie al suo gradevolissimo odore "s’armidda" (Timo) fa sentire la sua presenza prima ancora di essere vista; chi invece viene notata da lontano è la rosa Peonia, uno dei simboli del Supramonte.. Per quanto riguarda la fauna il Supramonte vanta grandi esemplari di mammiferi come il muflone, che è possibile avvistare in branchi più o meni numerosi intenti al pascolo, oppure mentre salta da una roccia all’altra su pendii scoscesi, e il cinghiale; è possibile poi avvistare il bellissimo gatto selvatico, la donnola sarda e la martora. L’elemento aria è invece dominato dall’aquila reale, dalla poiana, dal falco pellegrino e dall’astore. Quasi estinto è invece il grifone, presente in pochissimi esemplari; ovviamente la sopravvivenza di questo splendido rapace è tutelata.

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