TRADIZIONI

 

Sin dalla sua edificazione, avvenuta nell'anno 1759, la chiesa di Poggio Imperiale venne dedicata a San Placido Martire, patrono, e posta sotto la protezione di San Michele Arcangelo.

I due Santi sono sempre stati considerati compatroni di Poggio Imperiale, tanto che nelle processioni della festa patronale i loro simulacri sfilano insieme per le vie del paese.

Il popolo terranovese ha sempre dimostrato una particolare devozione per l'Arcangelo, al pari delle altre genti garganiche.

Da alcuni anni la festa patronale si celebra alternativamente il 5 ottobre (festa di San Placido) ed il 29 settembre (festa di San Michele).

Lo scoppio delle castagnole al mattino presto annuncia l'apertura della festa, mentre il suono delle campane richiama i fedeli a Messa.

Al termine della funzione religiosa, dopo l'accensione dei fuochi,  la Processione con le statue dei Santi Placido e Michele ed il gonfalone del Comune di Poggio Imperiale si incammina per le vie del paese. Accompagnata dalla banda musicale la processione percorre le strade cittadine, soffermandosi spesso per l'accensione di altri fuochi d'artificio offerti dalla popolazione in onore dei Santi. Soprattutto la sera della festa la gente si raccoglie nei dintorni della piazza, oppure in Via Roma in direzione di Lesina, in attesa dello spettacolo degli immancabili fuochi pirotecnici.

La festa patronale del 1999 e' stata caratterizzata dalla presenza, al fianco delle statue dei compatroni, della statua di San Nazario Martire, per l'occasione prelevata dal Santuario e portata in processione per le vie del paese, accompagnata dai confratelli della Confraternita del SS. Cuore.

Con proprio decreto, il Vescovo di San Severo S.E. Mons. Michele Seccia, in occasione del Giubileo, ha concesso che la Chiesa di San Placido Martire, nei giorni 4 e 5 ottobre 2000, assumesse il titolo di Chiesa Giubilare. La straordinaria concessione e' stata comunicata ai parrocchiani anche il 5 ottobre 2000, durante la celebrazione della messa, officiata unitamente al Parroco di Poggio Imperiale don F. Paolo Lombardi.

"La lunga processione, le statue maestose di S. Placido e S. Michele, trasportate a spalla da robusti cavamonti e contadini, che benedicevano i momenti in cui, per lo scoppio dei fuochi d'artificio ad onore del santo predisposti lungo il percorso o per consentire alle pie donne - lacrimose e che recitavano preghiere incomprensibili a loro stesse e a chi le ascoltava -, di vestire le statue di cartamoneta, si fermavano e appoggiavano la statua sui trespoli, mi commuovevano profondamente ed intimamente. Tutta la festa, che per me era l'occasione per indossare il vestito buono, mi piaceva e mi riempivano di orgoglio i contadini, nei panni della domenica, che potevano sembrare uomini di citta', impiegati, se il colore della pelle sempre abbronzata, i solchi delle rughe sotto gli occhi, le mani callose, non ne avessero tradito la consuetudine ai lavori pesanti, al contatto continuo con la terra, l'esposizione al sole, alle intemperie. In quella ricorrenza, insomma, si viveva con particolare allegria e spensieratezza, per riscattare, finalmente, un anno di fatiche e - spesso - di privazioni..."

(tratto da "Tracce" – Nazario D’amato).

 

In numerose famiglie vige ancora l'usanza di comprare abiti e vestiti da indossare per la prima volta (in dialetto: 'ng-gna') in occasione della festa patronale, reminiscenza di antichi usi locali in base ai quali gli acquisti per la famiglia (un tempo numerosa) si facevano dopo "il raccolto" il che, a guisa di carta d'identita', manifestava inevitabilmente la propria condizione sociale ed economica.

 

Altre feste particolarmente sentite a Poggio Imperiale sono quelle di S. Antonio da Padova del 13 giugno e della Beata Vergine del Carmelo - la Madonna del Carmine, festa solenne dei Muratori, del 16 luglio.

Il giorno del Corpus Domini, sparsi qua e la' per il paese, si preparano gli altarini (in dialetto "sabbul'c"), in cui il Parroco, nel corso della processione, porta Gesu' Sacramentato con l'Ostensorio.

Davanti agli altarini ci si sofferma in orazione e nel contempo gli irriducibili non perdono l'occasione per esprimere un giudizio sulla loro estetica e fare confronti e commenti.

La vigilia dell'Immacolata Concezione, il 7 dicembre, al termine della messa serale, la Processione sfila per le strade del paese in una suggestiva fiaccolata, raggiungendo "i fuochi della Concetta". Tali fuochi (la cui accensione avviene contemporaneamente in tutto il paese al suono della campana che avverte dell'inizio della processione), vengono preparati gia' da qualche giorno prima, utilizzando rami di ulivo, giacche' la ricorrenza cade esattamente nel periodo della potatura degli ulivi. Tale tradizione si identifica in una sorta di ringraziamento alla Madonna per il raccolto e come buon auspicio per il futuro.