PROGRAMMA ELETTORALE
ELEZIONI COMUNALI 16 APRILE 2000
Il programma della coalizione di centrosinistra, che
ha come candidato sindaco Anna Sanna e come motto “In comune per
la città”, recepisce quale punto centrale la richiesta, avanzata
dai cittadini, di miglioramento delle condizioni di vita sia come elevamento
del tenore di vita e delle opportunità per gli abitanti, sia come
miglioramento della qualità della convivenza sia come rafforzamento
del senso civico.
INDICE PER ARGOMENTI
CONSIDERAZIONI PRELIMINARI
I TEMI PRINCIPALI
TRASPARENZA
DELLA GESTIONE AMMINISTRATIVA E RAPPORTI CON I CITTADINI
· COMUNICAZIONE
FRA AMMINISTRATORI E AMMINISTRATI
· PROCEDURE PER L’AFFIDAMENTO
DI INCARICHI
· QUALITÀ
DELLA CONVIVENZA
URBANISTICA
E QUALITA' DEL TERRITORIO
SCELTE
URBANISTICHE: PRESUPPOSTI IRRINUNCIABILI
· LOCALIZZAZIONE
DELLE FUNZIONI ALTE E SOVRACOMUNALI
· BISOGNI ABITATIVI E
QUALITÀ DELL’ABITARE
· IL GIÀ COSTRUITO
· NUOVE ESPANSIONI
· TERRITORIO EXTRAURBANO
· INSEDIAMENTI INDUSTRIALI
· BELLEZZA, DECORO E VALORIZZAZIONE CULTURALE
E TURISTICA DELLA CITTÀ
· RECUPERO
DEL CENTRO STORICO E RISPETTO DELLE MEMORIE STORICHE
· VERDE URBANO
· INTERVENTO SIMBOLO IN MATERIA DI TUTELA DEL VERDE E DI VIVIBILITÀ
· PIANO DEL VERDE
· PROPOSTE APERTE
· VERDE DI QUARTIERE.
· VERDE DI ARREDO E VIALI
· PARCHI STORICI
· PARCHI EXTRAURBANI
· CHIESE CAMPESTRI
· SPAZI
PER ATTIVITÀ SPORTIVE E RICREATIVE PER I BAMBINI
· PAESAGGIO TURISTICO
· NORME
PER LA SALVAGUARDIA E LA PROMOZIONE DEL VERDE PRIVATO
MOBILITA'
E TRAFFICO
· DA REALIZZARE
NEL MEDIO PERIODO.
· PROPOSTE PER I
PARCHEGGI
· TRASPORTO PUBBLICO
E MOBILITÀ.
POLITICHE
AMBIENTALI
· SUOLO
· ACQUA
· ARIA
· INQUINAMENTO ACUSTICO
· INQUINAMENTO DA CAMPI ELETTROMAGNETICI
· ENERGIA
· RIFIUTI SOLIDI URBANI E
SPECIALI
· OPERE PUBBLICHE
· CONSERVAZIONE DELLA NATURA,
DELLA VEGETAZIONE E DELLA FAUNA
· IL MODELLO DEL PARCO DELL'ASINARA
· PROTEZIONE CIVILE
· POLITICA DELLE RISORSE
SETTORI
PRODUTTIVI
INDUSTRIA
AGRICOLTURA
COMMERCIO
TRASPORTI
OCCUPAZIONE
E POLITICHE GIOVANILI
POLITICHE
CULTURALI E DELLO SPORT
· SCUOLA
· UNIVERSITA’
· BIBLIOTECHE
· ARCHIVIO STORICO COMUNALE
· ARCHEOLOGIA, ARTE
E ARTIGIANATO ARTISTICO
· SPAZI E STRUTTURE PER LE
ATTIVITA' CULTURALI E GIOVANILI
· ATTIVITA’ SPORTIVE
POLITICHE
SOCIO-ASSISTENZIALI E SANITARIE
· PROPOSTE PER ALCUNI “PROBLEMI”
CRONICI DI SASSARI
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I TEMI PRINCIPALI
I temi sui quali si sviluppa il programma discendono dalla necessità
di migliorare:
1 la qualità della vita, in tutte le sue articolazioni
2 la solidarietà
3 il decoro della città, nel senso più ampio
4 i rapporti fra i cittadini, nella duplice accezione di rapporti
fra amministratori e amministrati e fra i cittadini medesimi
5 la promozione delle pari opportunità
6 l’affermazione dei principi di tolleranza e dei diritti di cittadinanza
Occorre definire il tipo di sviluppo che si intende prefigurare, il potenziamento dei servizi, in particolare di quelli sovracomunali (sanità, giustizia, istruzione etc.) e degli altri che, anche se non direttamente dipendenti dall’attività dell’amministrazione comunale, hanno comunque grande rilevanza.
Vanno, inoltre, resi più funzionali organismi di recente istituzione come il Difensore Civico, l'Ufficio Relazioni con il Pubblico, il Centro Elaborazione Dati.
Sassari, città essenzialmente terziaria, dovrà fare della qualità dei servizi di livello comunale e sovracomunale il punto di forza del suo rilancio, e nel contempo - insieme ai comuni vicini - creare le condizioni per lo sviluppo delle attività agricole e di quelle artigianali-industriali compatibili con la vocazione del territorio e la necessita di tutela ambientale.
Si dovrà porre quindi grande attenzione alla quantità
e qualità dei:
1 servizi sovracomunali (sanità, giustizia, università,
istituti di istruzione superiore, uffici fiscali e previdenziali)
2 servizi per gli studenti (studio, ristorazione, cura della persona,
svago etc.)
3 servizi culturali per cittadini, abitanti dei comuni vicini, studenti,
turisti e visitatori (teatro/i, auditorium, cinema, sale di musica etc.)
4 servizi e infrastrutture per le borgate e per lo sviluppo delle attività
agricole
5 servizi ed infrastrutture per lo sviluppo delle attività artigianali
ed industriali compatibili
La programmazione urbanistica e delle opere pubbliche dovrà
essere effettuata - di concerto con le altre amministrazioni interessate
- in un quadro organico che tenga conto in particolar modo di queste
esigenze.
TRASPARENZA
DELLA GESTIONE AMMINISTRATIVA E RAPPORTI CON I CITTADINI
BISOGNA COSTRUIRE LA COMUNICAZIONE FRA AMMINISTRATORI E AMMINISTRATI, ricercando tutte le opportune forme di collaborazione fra rappresentanze dei cittadini e amministrazione anche creando nuove occasioni di partecipazione quali le conferenze periodiche fra amministratori e la cittadinanza sui temi importanti per la città, l’istituzione di una consulta per il decoro urbano etc.)
Il Comune deve essere la casa di tutti, un nodo di comunicazione tra soggetti politici, società civile e singoli cittadini per ricomporre gli interessi parziali in progetti che abbiano ampio consenso e ampio respiro, avendo come punto di riferimento l'esigenza di tutelare le istanze collettive. Concretamente, tutto ciò comporta che il cittadino e i suoi diritti e doveri siano al centro del rapporto con l'Amministrazione.
Per il raggiungimento di tale obiettivo sono necessari:
1 particolare attenzione alla questione relativa alla trasparenza nella
gestione della cosa pubblica ed alla applicazione delle leggi sull'ordinamento
degli Enti locali, dalle quali deriva per l'Amministrazione il dovere di
informare i cittadini delle decisioni assunte, dei tempi di esecuzione
così come dell'iter delle singole pratiche;
2 l'ottimizzazione del collegamento in rete di tutti i centri
di responsabilità dell'Amministrazione, con un terminale "intelligente"
(ubicato a palazzo Ducale) per garantire la conoscenza e la verifica continue
dei procedimenti da parte dell'Esecutivo e del Consiglio Comunale e per
realizzare la trasparenza delle decisioni, come già avviene in altri
Comuni italiani, la immissione nella rete telematica di tutte le informazioni
relative alle deliberazioni di Giunta e consiliari, all'iter delle pratiche,
allo stato di avanzamento delle Opere Pubbliche e dei Piani Esecutivi di
Gestione in modo da consentire la conoscenza e la verifica, in tempo reale,
da parte dell'utenza e dei cittadini.
L’applicazione delle leggi sull'ordinamento degli Enti locali e le recenti modifiche e integrazioni apportate ad esse, con l'affidamento al Consiglio Comunale del ruolo di verifica dell'attuazione del programma del Sindaco e la più netta separazione tra l'ambito della decisione politica e quello della gestione amministrativa determinerà una valorizzazione delle competenze del personale amministrativo e tecnico del Comune e, nel contempo, una piena assunzione da parte di tale personale della responsabilità in merito all'efficienza e all'efficacia del proprio operato.
Per raggiungere tale scopo è necessario procedere nella
direzione della formazione continua, in servizio, del personale dell'Amministrazione
e della individuazione delle responsabilità e delle singole funzioni
in modo da valorizzare le conoscenze e le esperienze.
Nel processo di revisione della struttura amministrativa, si
tenderà al miglioramento della comunicazione fra i diversi settori,
in particolare fra quelli contigui per funzione, per superare le attuali
frammentazioni e contrapposizioni e realizzare, attraverso positive sinergie,
l'ottimizzazione delle risorse umane di cui l'Amministrazione è
ricca.
Nei rapporti fra Amministrazione e cittadini si procederà
nella direzione già imboccata della "umanizzazione" dei servizi
comunali, che rappresentano un'interfaccia col cittadino, attraverso la
loro riorganizzazione, la localizzazione funzionale, la revisione dei tempi
di apertura e delle modalità di fruizione in corrispondenza dei
bisogni dell'utenza.
Si attiveranno gli interventi necessari per rendere semplice
l'accesso del cittadino ai servizi (distribuzione automatizzata dei certificati
e distribuzione a domicilio attraverso il servizio postale, pagamento delle
tasse e bollette attraverso i normali circuiti bancari, sportello unico
e, nel futuro, utilizzo di una carta informatica per ogni cittadino;
Si valorizzeranno le strutture del decentramento, opportunamente
ridefinite in base alle esigenze del territorio e della popolazione, con
il conferimento ai Consigli circoscrizionali di tutte le deleghe loro assegnate
dalla legge, così come si coinvolgeranno i cittadini nella attuazione
dei programmi dell'Amministrazione, anche attraverso la creazione di consulte
per settori e la istituzionalizzazione di spazi e tempi di confronto diretto
tra Comune e cittadini, che favoriscano la presentazione di proposte ed
un controllo costante dei processi decisionali e della realizzazione di
quanto deliberato.
LA REGOLA DELLA TRASPARENZA
VARRA’ ANCHE, E SOPRATTUTTO, NELLE PROCEDURE PER L'AFFIDAMENTO DI INCARICHI
da parte dell'Esecutivo. Le procedure dovranno ispirarsi ad un regolamento
approvato dal Consiglio che contempli l'istituzione di un "albo" o elenco
di professionisti suddiviso per specializzazione.
L'iscrizione a tale albo potrà avvenire a seguito di presentazione
di apposita documentazione riguardante i titoli posseduti e I'attività
già svolta sulla base dei quali, secondo un criterio di "competenza?professionalità",
ma anche di "rotazione", per non escludere le nuove leve di professionisti,
potranno essere attribuiti gli incarichi.
PER QUANTO RIGUARDA
LA QUALITÀ DELLA CONVIVENZA si attiverà il collegamento fra
le varie autorità e i corpi di vigilanza e si riorganizzerà
un sistema di controllo che, di pari passo con un’opera di educazione da
condurre su vasta scala attraverso tutti i canali possibili (interventi
presso le scuole, opuscoli informativi, spot attraverso la televisione
e la stampa), crei (o ricrei) quella cultura della partecipazione, della
responsabilizzazione, del rispetto dei beni pubblici e delle relazioni
tra le persone che sono alla base della civile convivenza.
Particolare attenzione si porrà nel rispondere, dando
seguito concretamente, alle istanze che, pur apparendo minute, nel loro
insieme assumono grande rilievo per quanto attiene la qualità
della vita di una città. Si potrà ad esempio:
1 istituire in ciascun quartiere (borgate e agro compresi) un punto
di riferimento fisico (posto di polizia urbana - vigile di quartiere) che
renda visibile la presenza dell’amministrazione
2 attivare un numero verde unico (effettivamente disponibile e funzionante)
al quale i cittadini potranno segnalare inconvenienti (rimozione
di situazioni di pericolo, disfunzioni di servizi comunali etc.)
o chiedere interventi
3 imporre il rispetto, non solo tramite le usuali misure penali e/o
fiscali ma anche attraverso azioni civili per il risarcimento del
danno, di regolamenti già esistenti o di altre norme di convivenza
da istituire e/o aggiornare (si pensi a quanta parte del degrado è
dovuta a episodi di inciviltà anche minuti, ma ripetuti nel tempo,
quali l’imbrattamento dei muri, lo sporco dei cani sui marciapiedi ed in
altri punti di traffico pedonale, il gettito di materiali al di fuori dei
luoghi consentiti, per non parlare delle infrazioni alle norme sulla circolazione
stradale ed alle norme urbanistico-edilizie).
Ci si propone, in definitiva, di recuperare una cultura della
legalità che non significa repressione, ma rispetto delle regole
e, conseguentemente, della altrui libertà.
PARI OPPORTUNITA’
La valorizzazione della cultura delle pari opportunità va intesa
non solo come istituzione e attività della Commissione ma come promozione
della partecipazione delle donne a tutti i livelli della politica comunale
e della vita cittadina.
URBANISTICA E QUALITA' DEL TERRITORIO
Negli ultimi anni la crescita di Sassari è avvenuta attraverso atti di pianificazione parziale e settoriale che hanno vanificato la capacità programmatoria del Piano Regolatore approvato nel 1985. Nel corso della passata amministrazione è stato avviato l’iter per la predisposizione del Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.) previsto dalla L. Reg. 45/89. Il processo di definizione del nuovo PUC si è fermato alla enunciazione di alcune linee generali di indirizzo e alla predisposizione di alcuni fra i piani di settore previsti (di questi alcuni erano stati già avviati dalla precedente Amministrazione) e non si è giunti alla complessiva definizione del vero e proprio Piano Urbanistico Comunale . Tale strumento doveva prioritariamente riassumere e chiarire l’attività pianificatoria degli ultimi quindici anni e definire un progetto unitario, verificabile in base alle esigenze dei cittadini. L’attività pianificatoria dovrà rappresentare, inoltre, l’occasione per formare, all’interno dell’Amministrazione, una struttura di tecnici qualificati che garantisca il controllo e la gestione continuativa degli strumenti e degli interventi sia pubblici che privati.
LE SCELTE URBANISTICHE PER LA CITTÀ
SI BASERNNO’ SU QUESTI PRESUPPOSTI IRRINUNCIABILI:
1 rispetto della memoria storica con particolare riguardo alla tutela
del Centro storico, delle espansioni ottocentesche e del primo Novecento
con gli edifici liberty?dèco e di epoca razionalista, dei complessi
di archeologia industriale interni ed esterni alla città, delle
ville periurbane ed edifici rurali.
2 Rispetto dei valori ambientali all’interno (Fosso della Noce, Eba
Giara, S. Orsola, aree parco quali i Giardini pubblici, Monserrato, Baddimanna,
ex Colonia IX Maggio, Colonia campestre, Ippodromo) ed all’esterno dell’area
urbana (valli del Mascari e di Logulentu, corona olivetata,
fascia costiera, con particolare riferimento al Parco di Baratz e dell’Argentiera).
Questi presupposti sono stati accolti negli indirizzi programmatici
del PU, di cui sono condivisibili sia la centralità della
scelta della riqualificazione e recupero dell’esistente che gli obiettivi
di carattere generale. Tali indirizzi, che non sono stati ratificati dal
Consiglio né tradotti in precisi provvedimenti normativi, nel corso
del prossimo mandato (2000-2005), dovranno trovare concreta attuazione,
al fine di:
3 ristabilire le condizioni di equilibrio tra le funzioni primarie
della città
4 individuare i fattori dello sviluppo e sostenere la loro crescita
a condizione che tale sviluppo avvenga senza consumo di risorse non rinnovabili
5 valutare l’effettivo dimensionamento del fabbisogno abitativo e le
eventuali nuove necessità
6 determinare il fabbisogno arretrato di servizi, soddisfare le necessità
arretrate e prevedere il loro potenziamento
7 sanare la condizione di frammentarietà esistente producendo
effetti di integrazione, coesione, coerenza e uniformità per tentare
di ricondurre la Città ad un sistema urbano territoriale fisicamente,
economicamente, socialmente e culturalmente unitario
8 riorganizzare i rapporti fra la città centro di servizi
e il suo esterno
9 ristabilire le condizioni fisiche, sociali ed economiche che consentano
a tutti i cittadini di usufruire dei beni e dei servizi propri dell’agglomerato
urbano.
Oltre alla concreta applicazione dei criteri generali, debbono essere
creati i presupposti per una concreta attività di programmazione
urbanistica quali:
1 il potenziamento della struttura tecnica comunale
2 la rilevazione dello stato di fatto
3 la determinazione delle cosiddette invarianti, cioè di quelle
scelte che non potranno subire modificazioni e sulla base delle quali dovranno
essere effettuate tutte le altre
4 la ridefinizione degli assi principali di collegamento, delle aree
di sosta e di servizio, attuata con la finalità di “ricucire” la
attuale frammentazione delle diverse aree urbane e di ottimizzare
la localizzazioni delle funzioni alte e sovracomunali
5 la individuazione e realizzazione delle aree di salvaguardia e verdi
6 la eventuale individuazione di aree di nuova espansione
LOCALIZZAZIONE DELLE
FUNZIONI ALTE E SOVRACOMUNALI
E’ necessario delineare compiutamente le scelte relative all’ubicazione
dei “poli” delle funzioni alte per configurare, compatibilmente con le
esigenze derivanti dal contestuale studio di disciplina della circolazione
e dei trasporti, l’assetto di parti importanti del tessuto urbano e più
in generale della città.
Emerge quindi la necessità di affrontare complessivamente
e con progetti specifici di settore i problemi, a partire dalle esigenze
di equilibrio, di razionalità nell’uso delle risorse, di funzionalità
(che discende, in taluni casi, anche dal criterio dell’accorpamento).
Nella individuazione delle aree si deve evitare che queste siano
nel loro complesso destinate quasi esclusivamente ad uffici. Ciò
determinerebbe la costituzione di ambiti urbani che si spopolano col finire
delle ore di attività e che diventano quindi incontrollate ed incontrollabili
perché deserte.
A puro di titolo di esemplificazione possono confermarsi le localizzazioni
per poli delle facoltà Universitarie, riservando una particolare
attenzione ad alcuni comparti, quale quello costituito dalla Facoltà
di medicina, viale S. Pietro. La zona si configura, infatti, come
una vera e propria area di servizi ospedaliero?sanitario?assistenziali
con la compresenza della ASL e del Policlinico universitario. Urge pertanto
una razionalizzazione del comparto (anche in vista della realizzazione
della metropolitana di superficie), con la creazione di servizi (parcheggi-
zona ristoro) per i non residenti; di una struttura (alloggio) per i parenti
dei degenti provenienti da fuori città (eventualmente con un intervento
privato-pubblico che ne consenta la realizzazione e la gestione).
Un altro esempio può essere dato dalla creazione del Polo
giudiziario di Via Roma, con l'accorpamento degli uffici dei Giudici di
Pace (ex Conciliazione), del Tribunale, della Corte d’Appello, della Procura
degli Ufficiali Giudiziari etc..; il trasferimento delle carceri nell’area
di Bancali già indicata dal PRG o in altra area idonea; il recupero
del complesso di via Roma per funzioni giudiziarie (previo concorso di
idee); la realizzazione di adeguati parcheggi anche a servizio delle funzioni
circostanti; l'utilizzo della sede dell’UTE; la realizzazione di spazi
per la (auspicabile) istituzione della sezione del Tribunale Amministrativo
Regionale.
BISOGNI ABITATIVI E QUALITÀ DELL’ABITARE
La stasi demografica e la intensa attività edilizia sviluppatasi
negli ultimi decenni non hanno risolto i problemi abitativi di parti della
popolazione che ha trovato sbocco negli insediamenti nell’agro; anche il
concentrarsi della popolazione anziana e dei ceti meno abbienti nell’ambito
del Centro (famiglie mono-genitoriali, nuovi nuclei familiari, disoccupati,
extracomunitari), stanno ad indicare che vi sono problemi e tensioni nel
mercato abitativo che non sono state risolte.
Altrettanto rilevante il problema della segregazione della popolazione
per ceto sociale e per età: la città appare stratificata
e segmentata e ciò impedisce una sua evoluzione positiva
Infine lo sviluppo dei quartieri è avvenuto senza una
progettazione che desse risposta alle esigenze dei cittadini e delle famiglie
per cui mancano gli spazi per realizzare strutture e servizi per le varie
fasce di età e per i differenti bisogni (spazi di gioco per l’infanzia,
percorsi protetti per bambini, anziani e i portatori di handicap,
spazi per l’aggregazione giovanile).
E’ necessario quindi, sull’esempio dei due piani di recupero di Lattedolce e Monte Rosello, avviati nel corso del mandato 1995-2000, attuare un programma di recupero della vivibilità dei vari quartieri cittadini attraverso una lettura puntuale dello stato di fatto da un punto di vista urbanistico, edilizio, sociale, in modo da prevedere la riqualificazione delle unità abitative e la individuazione di spazi e servizi atti a soddisfare i bisogni dei residenti. Necessita quindi una progettualità “fine”, che invece di affidarsi a una definizione generica di standard (effettuata solo in termini quantitativi) individui con esattezza gli ambiti in cui creare le strutture necessarie per ogni quartiere.
Un elemento significativo può essere considerata la localizzazione
di un “sito comunicativo” che, connesso alla rete informatica, elimini
la perifericità rispetto al centro, inteso come Amministrazione
e struttura amministrativa comunale e delle altre amministrazioni. Va quindi
potenziato ed esteso a tutti i quartieri il sistema “Intranet”, sperimentalmente
attivato nelle diverse sedi circoscrizionali in collegamento con la rete
comunale.
Si dovranno inoltre assumere i bisogni della popolazione come
guida per una definizione delle scelte da compiersi, in questo valorizzando
le esperienze di aggregazione sociale già esistenti. Tali progetti
debbono quindi riconsiderare quartieri, borgate e tutte le zone abitate,
avviando un processo, di necessità lungo, di riorganizzazione, riqualificazione
e riuso del già edificato.
Qualora si fosse verificata nella fase di rilevazione dello stato
di fatto della città, tenendo ovviamente conto delle previsioni
per il recupero del Centro storico e degli altri quartieri della città,
la necessità di una ulteriore espansione, questa dovrà avvenire
secondo nuovi criteri. Il mercato di per sé, senza interventi guidati
che utilizzino anche incentivi e disincentivi, non appare idoneo a soddisfare
parti della domanda, o le soddisfa con livelli qualitativamente scadenti
(quartieri con scarsa qualità urbana, condomini strutturalmente
carenti ecc.) come dimostra l’esperienza passata. Ciò innesca un
uso distorto del territorio sia da parte di chi ha necessità di
dare risposta ad un bisogno abitativo, sia da parte di coloro che vogliono
lucrare sul bisogno.
La tensione abitativa nasce dalla mancata gestione del rapporto
tra domanda e offerta delle aree. Si tratta quindi di affrontare il problema
superando la strozzatura determinata dal progettare seguendo la logica
del puro profitto del singolo possessore di area. Occorre adottare una
logica di “ambito strutturato”: é necessario cioè che
le nuove zone di espansione siano considerate nella loro globalità,
cioè nella loro complessità progettuale (socialmente intesa,
prima ancora che urbanisticamente) in modo da evitare le situazioni fino
ad ora verificatesi.
La nuova città deve quindi avere caratteri qualitativi
ben definiti (differenti quindi dai quartieri anonimi, senza qualità
sociali, abitative, estetiche che caratterizzano Sassari) e debbono essere
previsti strumenti di controllo tali da garantire che la progettazione
non venga successivamente stravolta, come ad esempio è avvenuto
nei nuovi quartiere di Baddimanna.
La individuazione delle nuove zone di espansione deve quindi
discendere da:
. disponibilità di sufficienti spazi per una progettazione
globale
. valutazione di quali usi vengono sostituiti con la funzione
abitativa in modo da minimizzare “le perdite” (valori ambientali, produttivi
ecc.)
. valutazione differenziale delle possibilità e dei costi
dei collegamenti con le strutture di mobilità e con le reti di infrastrutturazioni
tecnologiche
. disponibilità dei proprietari delle aree a concorrere
in forma consortile, anche attraverso accordi di programma, ai progetti
dell’Amministrazione comunale.
Si deve inoltre evitare che i nuovi ambiti di espansione siano
immediatamente saturati con popolazione omogenea per età e condizione
sociale; procedendo per insediamenti progressivi in modo da ottenere nel
tempo un “eterogeneità” dei residenti, elemento fondamentale per
disinnescare rischi di ghettizzazione, siano essi legati all’età
(es. quartieri di soli anziani) o alla marginalità della popolazione.
Si porrà in tal modo anche rimedio alla crescita esplosiva di una
domanda di strutture e di servizi che dopo pochi anni possono risultano
sottoutilizzati.
Nel momento in cui si offriranno alternative di qualità
e costi soddisfacenti, diminuirà anche la spinta sproporzionata
alla occupazione dell’agro con funzioni abitative.
La crescita dei costi individuali e sociali nella gestione di
una città eccessivamente dispersa deve portare ad un ripensamento
dell’intera problematica, a partire da una valutazione dello stato di fatto,
dei differenti caratteri, valori e vocazioni anche produttive, delle varie
parti dell’agro del territorio comunale.
A questo proposito è assolutamente necessario che vengano
riordinati ed aggiornati, anche per adeguarli alla normativa in vigore,
gli studi ed i progetti commissionati dal Comune e già da tempo
predisposti, in particolare lo studio delle zone extra urbane e i piani
di borgata.
TERRITORIO EXTRAURBANO
Nell’agro sono vivono oltre 18.000 persone, in insediamenti spontanei
consentiti dalle Amministrazioni comunali succedutisi negli ultimi venti
anni.
Gran parte delle abitazioni, anche attraverso il meccanismo dl
condono, sono oggi in regola con le norme edilizie comunali anche se norme
restrittive quali l’obbligo dell’altezza massima di m. 2,50 e il divieto
di utilizzazione a scopo abitativo dei seminterrati sono state largamente
disattese e costituiscono una sorta di “abuso da necessità” ni confronti
dl quale occorre pensare ad una sorta di sanatoria.
Una concreta risposta da parte dell’Amministrazione potrà
venire da:
1 una riclassificazione urbanistica dell’agro periurbano, omai talmente
edificato da potersi considerare a tutti gli effetti come una zona residenziale
di tipo estensivo
2 una modifica del regolamento edilizio e delle nome di attuazione
per consentire l’abitabilità dei piani seminterrati preesistenti
anche con l’altezza di m. 2,50, previo versamento dell’integrazione della
Bucalossi
3 l’adeguamento eventuale a m. 2,70 (sempre con l’integrazione degli
oneri concessori)
4 una maggiore estensione dei piani seminterrati sino al 60% della
superficie del piano terra, almeno su due lati
5 uno snellimento della burocrazia che preveda l’eliminazione della
commissione edilizia e l’attuazione dell’istituto del silenzio-assenso
dopo 60 gg. dalla domanda, per qualunque intervento edilizio.
La situazione di forte crisi dei comparti produttivi sollecita
una risposta da parte dell’Amministrazione locale che contribuisca a ridurre
l’incertezza per gli imprenditori; appare necessario procedere:
1 all’ottimizzazione dello strumento dello “sportello unico”
2 all’offerta di spazi insediativi con infrastrutturazione completa
per accessibilità, fornitura di energia, collegamenti e comunicazione,
servizi collaterali (tutte esigenze che coinvolgono il rapporto Comune,
Enti pubblici e erogatori di servizi)
Nella individuazione/indicazione delle aree di insediamento si
deve fare riferimento prioritariamente a potenziare, completare e selezionare
le aree già oggetto di insediamenti (es. riutilizzo di lotti compresi
nell’area del petrolchimico di Porto Torres) in modo da dare coerenza (anche
sovracomunale) all’uso dei suoli e agli investimenti in infrastrutturazione.
Nel compiere tali scelte si dovrà tenere conto delle attività
produttive insediabili, di quali servizi attivare nell’area e dei tempi.
Occorre quindi definire il destino della zona industriale di
Truncu Reale, le scelte riguardanti Predda Niedda (precisandone, attraverso
il completamento del Piano Particolareggiato le funzioni e completandone
l’infrastrutturazione rispetto alle scelte adottate).
BELLEZZA, DECORO E VALORIZZAZIONE CULTURALE E TURISTICA DELLA CITTÀ
La qualità urbana è anche il risultato della qualità
della progettazione e della attenzione al decoro nonché della manutenzione
costante. Occorre superare gli esiti di un’attenzione carente nella cura
complessiva dell’immagine della città, visibili nel degrado di alcuni
monumenti moderni, nei numerosi esempi di facciate di palazzi fortemente
degradate oppure deturpate da vetrine e aperture incongrue con la tipologia
del fabbricato e della via, negli elementi incongrui col contesto o non
funzionali di certo arredo urbano, nel degrado di strade, marciapiedi,
aiuole, giardinetti etc).
A tutto ciò va posto rimedio con un vero e proprio “Piano
straordinario di manutenzione della città e delle borgate”, attuato
mediante la revisione del regolamento edilizio, la costituzione di un organismo
che sovrintenda a questo specifico aspetto, anche eventualmente in collaborazione
con “delegati” delle circoscrizioni, lo stanziamento di specifiche
risorse atte a migliorare l’aspetto “esteriore” della città nel
suo complesso.
Più in generale, si agirà secondo una visione
organica delle complesse problematiche della gestione del territorio, con
l’assunzione dei valori ambientali e storici quali risorse fondamentali
per i residenti e per una valorizzazione culturale e turistica della città.
Il censimento dei beni ambientali, storici, architettonici, culturali
metterà in evidenza le emergenze, che non sono scarse né
secondarie, da salvaguardare, valorizzare e rendere fruibili anche con
percorsi guidati, l’opportuna illuminazione notturna etc.
RECUPERO DEL CENTRO STORICO E RISPETTO DELLE MEMORIE STORICHE
La parte storica della città inframuraria compresa fra
Via Regina Margherita, C.so Vico, C.so Trinità, V. Ie Umberto, Via
Politeama, Via Brigata Sassari e Via Torre Tonda con le sue immediate propaggini,
per le sue caratteristiche, deve essere vista come una porzione a sè
stante e le proposte devono riguardare contemporaneamente più aspetti,
da quello strettamente urbanistico?edilizio a quello della viabilità,
dei parcheggi e dei trasporti, da quello relativo alle attività
economiche esercitate a quello dell’accentramento dei servizi e così
via.
Per garantire un recupero e rilancio del centro storico è
necessario studiare soluzioni che consentano da una parte di “rivitalizzare”
la zona, facendone di nuovo un “centro” di attrazione, e dall’altra di
garantirne la concreta ‘fruibilità”, senza però creare scompensi
per quanto attiene la “qualità della vita”. Il Centro deve
riappropriarsi della qualità insediativa oggi perduta, pur confermando
ed ampliando le funzioni di interesse pubblico in esso esistenti (uffici
comunali, università, scuole, banche, cinema, teatri, musei etc.).
In particolare questa fruibilità?qualità deve mirare
a garantire non solo i servizi e la facilità di collegamenti, ma
anche il minor grado possibile di inquinamento (di ogni tipo, atmosferico,
acustico ecc.). Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto la miglior soluzione
appare quindi quella di creare vaste zone pedonali e una rete di parcheggi,
secondo le modalità indicate nell’apposito capitolo.
Dal momento che è impensabile che il recupero del Centro
storico possa avvenire con un piano globale e senza il coinvolgimento dei
privati, si studieranno forme di intervento parziali (anche se inquadrate
in uno studio complessivo) e meccanismi di “sollecitazione” per gli enti,
le imprese e i cittadini interessati, quali quelli previsti dalla Legge
regionale 29/98 o dai piani di riqualificazione urbana finanziati dalle
leggi nazionali.
Per “incentivare” gli interventi si potrà agire su due
fronti: da una parte reperendo i mezzi finanziari necessari da fondi statali,
regionali, Comunitari e riducendo i carichi tributari ed extra?tributari
(mediante esenzioni o aliquote differenziate) e gli altri oneri gravanti
sugli immobili “recuperati “, dall’altra riducendo i costi dei mutui (credito
agevolato).
Anche per la altre parti della città, e non solo per le
cosiddette zone B di completamento, per le quali è stato predisposto
un apposito piano, si adotteranno provvedimenti che assicurino il rispetto
delle memorie storiche presenti (isolati e singoli edifici) sia nel centro
urbano che nel territorio extraurbano (ville periurbane, edifici rurali,
complessi di archeologia industriale ecc.).
Per quanto riguarda l’attività urbanistico?edilizia nel
Centro Storico si individuano i seguenti obiettivi:
. riqualificazione della funzione residenziale?abitativa,
mantenimento e potenziamento delle altre funzioni presenti (amministrative,
culturali, religiose, commerciali e artigianali);
. rielaborazione ed unificazione della normativa (norme di attuazione
del Piano UrbanisticoComunale, Regolamento Edilizio, Piano del Colore,
Piano dell’arredo urbano, etc) per la tutela e il rispetto delle caratteristiche
storico-architettoniche
. predisposizione di Piani Particolareggiati (di recupero) di
dimensioni limitate al fine di recuperare la qualità abitativa delle
zone maggiormente degradate, tenendo presenti le caratteristiche urbanistico?edilizie
. sollecitazione e agevolazione della concreta attuazione degli
interventi riguardanti gli edifici privati (in particolare quelli a destinazione
residenziale?abitativa) coinvolgendo enti che abbiano come oggetto della
loro attività’ il reperimento di alloggi (E.R.S.U., I.A.C.P,
interventi comunali per l’edilizia.)
. interventi pubblici finalizzati al riuso dei grandi “contenitori”
di interesse storico architettonico (pubblici e privati), completamento
del loro recupero e destinazione a funzioni di interesse generale (ad es.
Museo della città, Sale Convegni, piccoli musei settoriali, facoltà
universitarie, ma anche centri di aggregazione per i giovani ed i cittadini
in genere) che costituiscano altrettanti punti di attrazione e di richiamo.
Particolare impegno dovrà essere rivolto:
. alla creazione di un apposito ufficio comunale per il Centro
Storico
. alla creazione di un laboratorio tecnico?scientifico per il
Centro storico, previsto anche dalla normativa vigente, in collegamento
con le categorie interessate (ordini professionali, organizzazioni imprenditoriali
e dei lavoratori, scuole professionali e corsi di formazione) per lo studio
e l’applicazione di tecnologie tradizionali e la sperimentazione di nuove
tecnologie compatibili
. all’istituzione presso la Commissione Edilizia di una sottocommissione
al decoro per il controllo della qualità e tipologia degli interventi
di qualunque tipo (anche non soggetti a concessione edilizia come apposizione
di tende, insegne, elementi di arredo urbano ecc.)
. al progetto di recupero del Mercato Civico e alla realizzazione
del parcheggio di servizio
. agli interventi di riqualificazione delle infrastrutture primarie
(rete idrica, fognaria, di illuminazione etc.) già avviati e al
ripristino delle pavimentazioni stradali secondo il piano regolatore
predisposto.
. all’elaborazione di un progetto (attraverso un concorso di
idee) di sistemazione complessiva della piazza Demolizioni (Colonna Mariana)
. alla realizzazione del cosiddetto “Centro intermodale
passeggeri”, con gli opportuni adattamenti del progetto vincitore del “concorso
di idee”, alle reali funzioni ed alle particolari caratteristiche dell’area
che dovrà accogliere la struttura
. all’incentivazione di iniziative di recupero di aree, piazze,
slarghi, aiuole degradati attraverso sponsorizzazioni, adozioni, cantieri
scuola ecc.
. alla progressiva pedonalizzazione programmata e concordata
del Centro storico, consentendo l’accesso ai soli residenti e agli operatori
(tale iniziativa è collegata alla soluzione dei problemi legati
alla mobilità e al parcheggio di cui si parla nell’apposito capitolo)
. alla realizzazione, mediante piccoli veicoli da trasporto panoramici,
anche elettrici, di un servizio pubblico agevolato all’interno del Centro
storico, con terminali in corrispondenza dei principali punti di smistamento
. alla realizzazione nelle principali vie e spazi a vocazione
commerciale quali, ad esempio, via Università, via Mercato (ed altre
da individuare), di percorsi pedonali “protetti “.
. allo studio di forme di rilancio delle attività culturali,
ove necessario attrezzando allo scopo (con coperture amovibili, tendoni
ecc.) i principali spiazzi per realizzare piccoli musei, mostre, sfilate,
mercatini, manifestazioni periodiche ecc. e attraverso l’individuazione
di spazi da autogestione.
VERDE URBANO
La tutela delle aree verdi deve essere un obbiettivo primario
dell’Amministrazione.
Al censimento del patrimonio verde esistente deve accompagnarsi
l’esame della sua gestione passata per definirne la funzione e l’effettiva
fruibilità.
In tutti i quartieri della città devono essere realizzati
spazi verdi che rispondano ai bisogni degli abitanti per dimensioni, accessibilità,
struttura: il verde si deve collegare a strutture sportive di quartiere,
ai servizi.
Più in generale occorre superare la concezione intensiva
del verde che porta alla proliferazione dei “pittoreschi” e costosi giardinetti,
delle aiuole spartitraffico, delle piante e fiori stagionali. Bisogna invece
affermare un’idea estensiva del verde che miri all’acquisizione di aree,
di parchi urbani e periurbani e di strade alberate e recuperare gli spazi
degradati e abbandonati sparsi in tutta la città. Nel procedere
ad un vero e proprio programma di forestazione urbana occorre inoltre riesaminare
le tecniche colturali adottate.
Un altro obbiettivo importante è il potenziamento del
“Servizio giardini” comunale. Per l’impianto e la manutenzione del verde,
il Servizio potrà utilizzare, oltre agli attuali cantieri del verde,
anche convenzioni con privati e individuare tutte le forme utili per il
coinvolgimento dei cittadini (scuole, anziani) attraverso la formula della
“adozione”, che si è iniziata a sperimentare con buoni risultati
in altre città.
Un patrimonio da salvare è la ricchezza storica delle
valli cittadine. Aggredite dalle case, segnate dalle fognature, private
spesso dei vecchi camminamenti che ne permettevano l’attraversamento e
il godimento, sono una possibilità sociale ed economica della città
A questo proposito si propone una variante di salvaguardia che definisca
le valli come zona H e ne progetti il recupero con la partecipazione dei
privati proprietari di parte delle aree.
Parrebbe secondario porre il problema del verde in un comune come
quello di Sassari che presenta un territorio molto esteso ed ampiamente
destinato a colture agricole. Tale valutazione non è condivisibile
perché non appare soddisfatta la domanda della cittadinanza che
anzi necessita sempre più di verde pubblico e di verde attrezzato.
Le previsioni del vigente piano regolatore non sono state realizzate e,
d’altronde, muovevano dalla logica degli standard con ciò attribuendo
un carattere di residualità od almeno di episodicità al piano
del verde.
La mancanza di tali spazi attrezzati influenza negativamente
la vivibilità della città, ma anche la sua vitalità
posto che il tempo libero viene di necessità speso al di fuori dell’ambito
urbano.
Nel definire il piano è necessario partire dalla constatazione
della diversificazione degli ambienti “fisici e naturalistici” della città
e da una spinta diversificazione della popolazione residente nei suoi caratteri
costitutivi (età, densità abitativa, bisogni).
Il piano del verde deve tenere conto:
· degli spazi colturali
· del paesaggio quale bene ambientale e turistico
· del paesaggio storico quale si è formato per effetto
delle antropizzazioni (legato alle acque, alle tenute, alle ville)
· di aree e parchi storici (Monserrato, San Pietro e Piandanna,
gli oliveti di S. Barbara, le principali valli interne e contigue
alla città)
· dei parchi extraurbani come la valle dei Ciclamini, le aree
di Bunnari vecchio e l’area di Baratz
· dei giardini di quartiere
· dei viali e dei percorsi di connessione tra aree verdi
· degli spazi sportivi e ricreativi
· del verde d’arredo
· delle norme di salvaguardia e promozione del verde privato.
Nel contempo bisogna tenere conto del fatto che la diversità
dei residenti mette in evidenza bisogni diversi (e quindi anche vincoli
localizzativi e progettuali differenti). Ad esempio una popolazione di
bambini necessita di spazi di dimensioni limitate, attrezzati rispetto
alle esigenze di sicurezza, e, specialmente, il più possibile integrati
nel quartiere, requisito essenziale anche per la popolazione anziana. Così
gli spazi sportivi per questa fascia di popolazione non possono che essere
inseriti nell’ambito dei quartieri perché altrimenti porrebbero
alle famiglie problemi di fruibilità e innescherebbero problemi
di mobilità.
Differente il discorso per quanto riguarda gli spazi sportivi
per giovani e adulti che necessitano d’accessibilità, ma non necessariamente
di contiguità con l’abitare.
Questi due esempi offrono indicazione per alcune delle tipologie
di verde e di spazi collettivi, ma occorre prendere in considerazione anche
bisogni e funzioni più “immateriali” quali la qualità ambientale,
estetica ed educativa rispetto al senso civico e comunitario.
La collocazione della città offre grandi opportunità
dal punto di vista paesistico ed ambientale che vengono sacrificate con
leggerezza. La vista delle campagne e del golfo è stata ridotta
ed esclusa per il prevalere di una progettazione insipiente e condotta
per episodi invece che per ambiti.
Una città che avrebbe potuto avvantaggiarsi del “dono
della natura” ed essere senz’altro bella è così diventata
decisamente brutta con l’unica consolazione di un bel contorno, almeno
per il momento, di valli e di campagne. Un piano del verde quindi non è
parte secondaria del progettare una città, ma componente primaria.
PROPOSTE APERTE
Il primo e più urgente intervento deve mirare a
dotare ogni quartiere di uno spazio di verde protetto per i residenti.
Tale programma ha come effetto anche quello di salvaguardare una serie
di spazi che sono costantemente aggrediti attraverso scelte episodiche
e prive di lungimiranza.
A titolo di esempio si indicano:
. il polmone di verde rappresentato dall’area residua
dell’ex Ospedale Psichiatrico di via Rizzeddu
. le contigue aree di Via Livorno
. le aree di Monserrato
. la valle dell’Eba Ciara e del Rosello e la contigua
area del vivaio comunale
. l’area della ex Colonia campestre
. le aree del quartiere di Carbonazzi e della zona
del Canopoleno;
. le aree del Monte Rosello vecchio (via Montello,
zona del S. Cuore) e del Monte Rosello nuovo (stadio dei Pini, ex Colonia
IX maggio, pineta dell’Agraria); la pineta di Baddimanna, tutte oggetto
di recenti interventi di riqualificazione che vanno ricondotti entro un
quadro unitario;
. le aree dei quartieri del Latte Dolce
e di Santa Maria di Pisa anch’esse all’interno del programma di riqualificazione
urbana.
VERDE DI QUARTIERE.
In ogni quartiere esiste ancora la possibilità di trovare
spazi idonei, e spesso si tratta di aree pubbliche, in cui collocare dei
giardini. L’esempio di ciò che si può realizzare rispetto
alle dimensioni ottimale, e alle capacità gestionali dell’amministrazione,
è costituito dal giardino pubblico dell’Emiciclo Garibaldi che riscuote
il gradimento (ormai secolare) della popolazione; tale dimensione, aggiornata
nel modello e adattata ai vari contesti, può essere replicata con
successo.
I giardini di quartiere debbono essere progettati tenendo conto
principalmente dell’accessibilità, sicurezza, amenità, così
che costituiscano isole riparate.
Nel momento in cui in ogni quartiere e ambito di città
verrà creato un giardino, sarà necessario anche progettare
e realizzare le modalità di relazione tra gli “abitanti” e il “loro”
giardino.
VERDE DI ARREDO E VIALI.
Completamento di un intervento sul verde è la riconsiderazione
della possibilità di riconnettere tutte le aree verdi attraverso
viali alberati e lo studio di un idoneo verde di arredo. Tali interventi
sono collegati ad una coerente progettazione di tutti gli altri elementi
di arredo urbano, illuminazione, pensiline di sosta, panchine ecc. e necessitano
di uno studio rispetto alle essenze arboree da utilizzare nei vari contesti,
anche con riguardo ai problemi degli allergeni.
PARCHI STORICI.
Si recupererà finalmente il parco storico di Monserrato,
attraverso l’attuazione del progetto già predisposto e da poco affidato.
PARCHI EXTRAURBANI.
Nel corso del mandato verrà reso fruibile il Centro di
Educazione Ambientale do Baratz e troveranno compimento i progetti, in
parte avviati, di realizzazione del parco di Bunnari e del cosiddetto
“parco geominerario dell’Argentiera”, anche attraverso i finanziamenti
dei PRUSST e dei fondi strutturali comunitari.
CHIESE CAMPESTRI
Un aspetto non secondario del rapporto tra Sassari e la sua campagna
è rappresentato dalle chiese campestri e dalle cappelle. La riscoperta
e il recupero dei percorsi che le legavano possono essere il filo conduttore
per la riappropriazione dell’immagine spaziale e della storia della città
(si pensi agli oliveti di S. Barbara).
SPAZI PER
ATTIVITÀ SPORTIVE E RICREATIVE PER I BAMBINI.
Questi spazi possono essere anche compresi nei giardini indicati
in precedenza poiché si tratta di strutture di piccole dimensioni,
campetti di calcio, brevi piste ciclabili, piste per pattinaggio. Le strutture
scolastiche, con le palestre, i cortili e i campetti devono essere integrati
dal verde e resi cosi decorosi e vivibili.
PAESAGGIO TURISTICO.
Rispetto a questa problematica è urgente lo studio volto
a definire la salvaguardia e la valorizzazione ai fini turistici delle
parti del territorio comunale, non solo quelle prospicienti le coste, del
quale si è chiesto il finanziamento attraverso i PRUSST e i Fondi
strutturali comunitari. Si pensi alle potenzialità della costa occidentale,
in parte compresa nei programmi del costituendo parco di Capo Caccia, alle
colline che si affacciano sul golfo dell’Asinara, con le pinete e lo stagno,
ma anche alle valli cittadine che possono essere oggetto di interventi
volti a esplorare le possibilità di utilizzo ai fini turistici con
l’inserimento di strutture ricreative e sportive.
Alla funzione paesistica e produttiva delle valli possono essere
affiancate, individuando i luoghi opportuni, strutture quali un anfiteatro
per manifestazioni musicali e culturali, percorsi ciclistici, percorsi
di cross, percorsi per il footing.
All’interno di un discorso sulla vocazione turistica del comune
di Sassari e della Sardegna Nord occidentale, riconosciuta da tutti come
elemento strategico per lo sviluppo, particolare attenzione va posta agli
assi viari che assumono rilevanza sia nei gli aspetti funzionali sia nelle
valenze paesistiche e culturali.
Questa riflessione non è più eludibile poiché
nella predisposizione del PUC si dovrà tenere conto delle indicazioni
contenute negli strumenti di pianificazione sovraordinati.
NORME
PER LA SALVAGUARDIA E PROMOZIONE DEL VERDE PRIVATO.
La attuale normativa comunale in campo urbanistico penalizza
la salvaguardia delle aree verdi di proprietà privata e permette
in molti casi che i giardini esistenti siano sacrificati per la realizzazione
di costruzioni nelle aree interne. Si propone di adottare immediatamente
modifiche normative al fine di impedire ulteriori interventi di questo
tipo e per incentivare, anche tramite agevolazioni di tipo fiscale,
la creazione di nuovi giardini privati e la conservazione di quelli esistenti.
Dal 24 giugno 1996 tutti i comuni superiori ai 30.000 abitanti
dovrebbero avere adottato Piani urbani del traffico: il Comune di Sassari
ha affidato l'incarico per la progettazione nel febbraio del 1998 e ha
reso pubblico un documento preliminare alla definizione del PUT che contiene
elementi di analisi della situazione attuale e alcune indicazioni operative.
L'analisi ha rivelato che il mezzo privato è quello prevalentemente
adoperato per gli spostamenti legati alle necessità di lavoro, e
nell'ambito urbano, mentre il mezzo pubblico svolge ancora un ruolo importante
peri collegamenti extraurbani. La configurazione compatta del centro Storico
suggerisce la creazione di aree pedonali connesse ad aree a traffico limitato
e a parcheggi di interscambio collegati da bus-navetta.
Tuttavia, le indicazioni contenute nel documento non si sono
tradotte in scelte di indirizzo. Pertanto occorre individuare delle soluzioni
da adottare nel breve periodo:
· mettere a disposizione dei cittadini l'analisi dello stato di fatto (ambientale e della mobilità) per costruire una condivisione delle decisioni;
· rilevare e considerare le esigenze delle categorie deboli (pedoni, portatori di handicap, residenti non motorizzati, casalinghe, anziani, bambini);
· puntare al cambiamento dei comportamenti dei cittadini creando le condizioni perché possano riprovare il piacere di andare a piedi, la comodità di usufruire di mezzi di trasporto pubblici efficienti, la possibilità di non intasare con le auto qualsiasi spazio della città. La priorità alle esigenze dei pedoni, che sono gli utilizzatori principali delle strade cittadine, è indicata esplicitamente nelle direttive ministeriali;
· eseguire controlli periodici sugli automezzi per quanto riguarda l'inquinamento atmosferico: a partire dai mezzi pubblici per poi coinvolgere i cittadini, usando procedure rigorose ma semplici ed “amichevoli”.
· rendere più efficace e comodo e veloce il mezzo pubblico dedicandogli in modo esclusivo alcune strade e percorsi e facendo rispettare e/o introducendo le corsie preferenziali.
· favorire il movimento delle persone attraverso mezzi di locomozione meno inquinanti con la creazione di corsie preferenziali.
· ristabilire la vigilanza in città, che oggi è praticamente sospesa per quanto riguarda la sosta dei veicoli e carente per quanto riguarda il controllo delle fonti e dello stato dell'inquinamento atmosferico ed acustico.
· perseguire la limitazione dell'afflusso di vetture, specie nel centro, senza la quale non è possibile nessuna riqualificazione dell'ambiente urbano. Si devono quindi ricostituire le zone a traffico limitato, aperte ai soli residenti e agli operatori commerciali per le funzioni specifiche, e insieme predisporre ed attrezzare le zone pedonali con una sequenza di atti preparatori da rendere pubblici, compartecipati.
· Creare dei parcheggi filtro ai principali ingressi della città collegati col centro attraverso corsie preferenziali e navette.
· Predisporre un piano di emergenza per quando si raggiungono
i livelli di inquinamento che impongono la limitazione del traffico. Si
devono quindi preparare, per questa eventualità, spazi di sosta
agli ingressi della città, mezzi pubblici gratuiti che colleghino
con la città, limitazioni al traffico pesante. Il piano di emergenza
deve essere predisposto e portato a conoscenza dei cittadini e dei pendolari
PROPOSTE DA REALIZZARE NEL MEDIO PERIODO.
Decentramento e informatizzazione.
Ci si propone di utilizzare le "autostrade informatiche" per
limitare il traffico indotto dal costringere i cittadini ad andare verso
i servizi invece di portare i servizi dove risiedono i cittadini. Utilizzando
i mezzi informatici si possono costituire in ogni parte della città
dei punti informatici dai quali i cittadini possono accedere a servizi
comunali (anagrafe, edilizia privata, tutte le pratiche a domanda individuale),
sanitari (prenotazioni di visite specialistiche, ricoveri ecc.), previdenziali,
delle pratiche automobilistiche, dei servizi bancari, ecc. secondo le necessità
dei residenti. L'amministrazione comunale proporrà e predisporrà
un piano che coinvolga tutte le amministrazioni interessate alla fluidificazione
e al miglioramento del rapporto con i propri clienti.
E’ necessari predisporre un piano dei parcheggi che utilizzi tecnologie
moderne. Si devono anche realizzare i parcheggi filtro ed i parcheggi di
superficie che dovranno essere integrati in un piano che preveda anche
l'adeguamento dei collegamenti con i mezzi pubblici. Esistono soluzioni
tecniche che permettono di limitare lo spreco di spazio che i parcheggi
a raso possono rappresentare.
A questo proposito si prenderanno in considerazione anche i parcheggi
meccanici che consentono:
· Di distribuire l'impatto dei mezzi in sosta senza concentrarli
in pochi grandi parcheggi che richiamerebbero traffico aggiuntivo e che
renderebbero ingovernabile il deflusso nelle ore di punta. Ciò vale
sia per i quartieri centrali che per molti quartieri periferici che presentano
gli stessi problemi di carenza di spazi di sosta.
· Hanno una maggiore convenienza economica rispetto agli altri
tipi di parcheggi sotterranei ,poiché non sono più necessarie
tutte quelle opere di sicurezza che sono imposte dalle leggi quando si
creano parcheggi sotterranei in cui si verifichi l'accesso delle persone.
· Consentono di utilizzare strutture di dimensioni variabili
· La grande varietà di soluzioni progettuali disponibili
permette di sfruttare tutte le opportunità e spazi (con movimentazione
orizzontale, verticale, in strutture costruite ex novo o in scantinati
esistenti ecc.).
· Garantiscono rapidità e certezza dei tempi di
realizzazione, trattandosi di strutture in larga parte prefabbricate; certezza
rispetto ai prezzi delle opere realizzate, poiché vengono fornite
chiavi in mano, possibilità di accedere alle incentivazione previste
dal governo per le ristrutturazioni edilizie, possibilità
di coinvolgere i privati e l'Amministrazione in un progetto globale che
coinvolga tutta la città nei suoi spazi privati e pubblici.
Per questo si propone che si rendano operativi gli strumenti di
incentivazione comunali in parte predisposti, per favorire la costruzione
di parcheggi meccanici negli spazi privati (es. semplificazione degli adempimenti
burocratici, consulenza, superamento dei limiti imposti dalla attuale normativa
rispetto alle cubature tecniche ecc.) e che sommandosi agli incentivi governativi
favoriscano una ampia risposta collettiva.
Per il Centro storico la soluzione tecnica proposta permette
di distribuire le auto dei residenti nei molti spazi vuoti, corti slarghi,
edifici svuotati da crolli . L'Amministrazione potrebbe favorire la realizzazione
dei parcheggi da parte dei privati, compartecipare attraverso la messa
a disposizione del sottosuolo pubblico senza imporre gravami, ripagando
così i residenti dei maggiori vincoli urbanistici che gravano su
loro rispetto ai residenti nelle restanti parti della città. In
questo modo si libererebbe la superficie delle auto dei residenti. Quando
tale soluzione potrà integrarsi con una serie di parcheggi tangenziali
alla città murata (area Cedisa, terminal autopulman di via 25 aprile,
parcheggio tra viale Sicilia e terrapieno ferrovie ecc.) riteniamo che
si potrà iniziare un percorso per il traffico e la mobilità
nel Centro che ne valorizzi la funzione residenziale e commerciale.
Per quanto riguarda i parcheggi sotterranei di grandi dimensioni
di cui si parla da anni in città, dovranno essere valutati con attenzione
dando risposte circostanziate ai problemi delle dimensioni degli investimenti
richiesti, alla necessità di infrastrutture di collegamento di grosso
impatto, alla difficoltà di una gestione economicamente sana e alla
necessità di integrare il tutto in un piano della mobilità
definitivo e strutturato
TRASPORTO PUBBLICO E MOBILITÀ.
Per quanto riguarda il trasporto pubblico è necessario rivedere le strategie fin qui delineate. Anche in questo caso vi è un ritardo rispetto alle tecnologie di trasporto più moderne.
All'interno della città si propone l'utilizzazione del
mezzo gommato elettrico.
I vantaggi sono:
· Investimenti molto più contenuti dei sistemi su rotaia
· Elasticità dei percorsi che possono essere estesi e
ricollocati con costi molto contenuti.
· Pochi vincoli di percorso perché i mezzi possono viaggiare
anche senza bisogno dell'alimentazione della linea
· Tempi di realizzazione estremamente ridotti.
· Struttura modulare dei mezzi di trasporto.
· Abbattimento dell'inquinamento ambientale ed acustico.
· Compatibilità con il traffico privato.
· Possibilità di convertire parte del parco automezzi
esistente al nuovo sistema di alimentazione.
Tali soluzioni sono compatibili con le scelte già adottate
riguardanti la realizzazione della metropolitana di superficie che deve
essere potenziata, ma destinando tale struttura al collegamento dei quartieri
periferici e dei paesi e città dell'hinterland alla città
(da Porto Torres, da Alghero, da Sorso, da Ottava, San Giovanni ecc.)
La proposta quindi è di superare una visione rigida del
problema e, a livello di trasporto pubblico, differenziare il tipo
di vettore dedicando ognuno ad uno specifico tipo di domanda: la rotaia
per i collegamenti tra la città e il suo hinterland, i veicoli elettrici
nell'ambito della città e i mezzi alimentati a gasolio per soddisfare
le restanti parti di domanda.
Le politiche di intervento in difesa della qualità ambientale
della città e del suo territorio, vanno indirizzate ai diversi
settori e ambiti soggetti a degrado ambientale e/o di particolare rilevanza
ambientale, all'interno di un progetto più generale che definisca
gli assetti e le esigenze di tutela e di trasformazione compatibile del
territorio comunale nella sua globalità, mediante una pianificazione
trasversale che sia ambientale, paesaggistica e urbanistica insieme.
Ogni progetto sarà ricondotto all'interno di un quadro
ambientale di riferimento, nel quale le compatibilità delle
diverse destinazioni d'uso siano determinate e in cui risultino con
chiarezza i vincoli posti dall'ambiente ai processi di trasformazione e
i criteri con cui questi processi si integrano nella struttura ambientale.
Lo sviluppo economico va quindi orientato in accordo con la salvaguardia
dell'ambiente in senso lato, anche attraverso il perfezionamento
di tecniche e tecnologie che consentano di limitare gli impatti, contenendo
al minimo il consumo del territorio, e di restaurare gli equilibri ecologici
compromessi.
E' con questa visione complessiva che vanno inquadrati i tradizionali
settori nei quali le problematiche ambientali si articolano.
- Suolo e fenomeni indotti dal degrado ambientale: cave, discariche,
dissesto idrogeologico, recupero dei territori degradati
- Acqua: qualità, approvvigionamento, consumi e scarichi idrici
- aria ed emissioni di inquinanti atmosferici
- inquinamento acustico
- energia: insediamenti, infrastrutture, reti energetiche, consumi
- rifiuti solidi urbani e speciali e piani di smaltimento
- trasporti e mobilità compatibile
- opere pubbliche e loro impatto ambientale
- conservazione della natura, della vegetazione e della fauna e consumi
del territorio in rapporto agli insediamenti umani e agli usi produttivi
( urbanizzazioni, industria, agricoltura, turismo)
- forestazione e lotta agli incendi
- lotta agli insetti e animali nocivi
- Protezione Civile
E' evidente che l'intervento del Comune di Sassari si raccorderà
con quello delle amministrazioni locali limitrofe dell'ambito territoriale
più vasto del settore nord-occidentale dell'Isola, con gli indirizzi
espressi dall'Assessorato regionale all'Ambiente, con le politiche ambientali
nazionali e comunitarie, soprattutto per quanto concerne l'applicazione
delle normative e gli interventi di risanamento ambientale.
Nel territorio del Comune di Sassari la presenza di cave è nel
complesso limitata, esiste tuttora il problema della cava di Monte Alvaro,
sul cui impatto ambientale si dovranno attuare quegli interventi di ripristino
previsti dagli articoli dal 31 al 36 della legge regionale n. 30/89, raramente
applicata.
Il territorio della Nurra un tempo sfruttato dall'industria mineraria,
in aree in buona parte di proprietà privata, attraverso le
opportune intese con i partners privati dovrà essere coinvolto in
un processo di risanamento e recupero ambientale che non stravolga però
la memoria storica dei luoghi bensì la valorizzi, all'interno del
più ampio progetto del "Parco Geominerario della Sardegna", secondo
le indicazioni già contenute all'interno dei PRUSST licenziati nel
1999 e negli indirizzi per l'utilizzo dei Fondi Strutturali Europei.
Occorre inoltre esercitare severi controlli sul prelievo di materiali
e sulle discariche di inerti, così come sul sistema delle discariche
controllate, pubbliche e private, che debbono essere tali a tutti gli effetti.
Particolare cura si dovrà seguire negli interventi di recupero
della valle infraurbana dell'Eba Ciara e del Rosello, fino al cosiddetto
"parco di S. Orsola" per il risanamento del sistema idrogeologico profondamente
modificato dagli interventi di urbanizzazione degli ultimi decenni
e dalle infrastrutturazioni della condotta idrico-fognaria realizzate e
in corso di realizzazione, all'interno del programma finanziato coi fondi
QCS.
Il rifacimento della rete idrica attualmente in atto consentirà
una migliore razionalizzazione della distribuzione e un contenimento delle
attuali dispersioni entro limiti fisiologici, con notevole risparmio. Occorre
inoltre puntare al miglioramento della qualità dell'acqua, possibile
solo attraverso interventi che elimino completamente gli scarichi dei reflui
nei bacini adduttori, e al reperimento di approvvigionamenti complementari
anche dalle falde sotterranee cittadine (ricche e inutilizzate) e dal residuo
della depurazione, in primo luogo per l'irrigazione di giardini e coltivi.
Per realizzare un contenimento nei consumi (che attualmente pongono
Sassari in cima alle classifiche) si dovrà attuare una campagna
di sensibilizzazione e prevedere scaglionamenti tariffari che incentivino
il contenimento dei consumi individuali.
L'avvio della SIINOS, società di gestione del sistema delle
acque di cui l'Amministrazione Comunale attualmente possiede la quasi totalità
del capitale azionario, dovrà consentire di portare a soluzione
l'annoso problema del raddoppio dell'attuale sistema di depurazione dei
reflui urbani, utilizzando i finanziamenti già disponibili.
La canalizzazione di tutti gli scarichi abusivi potrà consentire,
con un progetto che veda come partner il Comune di Porto Torres, il recupero
delle acque del Mascari e del Rio Mannu e la valorizzazione da un punto
di vista ambientale e di fruizione naturalistica del corso dei due fiumi
e, avendo come partner il comune di Sorso, il risanamento dello stagno
di Platamona, area di grande interesse naturalistico, il cui recupero è
fondamentale per la realizzazione di un progetto di riqualificazione e
valorizzazione a fini turistici dell'intero litorale di Platamona.
Collegato a questo progetto è il sistema di rilevazione della
qualità delle acque di balneazione, unito alla vigilanza ambientale
sugli scarichi a mare, da ricondurre anch'essa all'azione congiunta dei
comuni costieri.
La qualità dell'aria che si respira in città deriva dall'impatto
congiunto delle emissioni atmosferiche degli impianti industriali sopravento
dell'area di Portotorres, dalle emissioni degli impianti di riscaldamento
cittadini, dalle emissioni degli autoveicoli a benzina e gasolio, dalla
carenza di alberi.
Per quanto riguarda l'area industriale "a rischio" di Portotorres gli
interventi di monitoraggio e riduzione dei fattori di inquinamento vanno
attuati di concerto con il comune di Portotorres.
Finora il monitoraggio delle concentrazioni degli inquinanti classici
nell'area urbana è stato episodico e assolutamente insufficiente
a fornire dati continuativi e statisticamente validi mentre, per
l'aumento del traffico veicolare, tale concentrazione appare in aumento,
soprattutto in alcune aree della città, anche se ciò è
verificabile solo a livello empirico. La futura adozione del gas propano
per gli usi domestici e quella, auspicata ma ancora remota, del metano
dovrebbe aiutare a contenere le emissioni dagli impianti di riscaldamento.
Nell'immediato, occorre attivare un sistema efficace di controllo della
qualità dell'aria in città e procedere, di conseguenza, ad
adottare quelle misure e quegli interventi che consentano la riduzione
delle emissioni nocive, dalla regolazione del traffico veicolare al controllo
degli impianti di riscaldamento ad un piano straordinario di "forestazione
urbana", che può avere anche positive ricadute sul piano del risparmio
energetico, in quanto gli alberi contribuiscono a limitare gli sbalzi termici
legati al microclima.
Resta ancora aperta e irrisolta la questione del combustibile che verrà
adoperato nella centrale di Fiumesanto, il cui impatto atmosferico, rispetto
alla situazione attuale, è oggi difficilmente calcolabile.
Non esiste, attualmente un controllo se non assolutamente episodico dei livelli di inquinamento acustico, da traffico veicolare e da attività temporanee (cantieri, manifestazioni in luogo pubblico e aperto al pubblico etc.), nelle diverse aree della città. Occorre pertanto procedere ad un monitoraggio costante e quindi adottare tutte le conseguenti misure di contenimento dell'inquinamento medesimo.
INQUINAMENTO DA CAMPI ELETTROMAGNETICI.
La presenza degli adduttori della corrente ad alta tensione e dei ripetitori televisivi e telefonici, la sovrapposizione a reticolo delle linee di adduzione dell'elettricità in varie zone urbane e periurbane sta già creando una pericolosa concentrazione di fonti di emenazione elettromagnetica le cui conseguenze possono essere gravi sulla salute dell'uomo. Occorrerà pertanto procedere ad un'attenta ricognizione dell'esistente e definire, di concerto con Enti e istituzioni preposti, un programma di bonifica delle aree nelle quali sarà riscontrato un inquinamento elettromagnetico che superi il livello di soglia.
Ribadire la scelta della metanizzazione della Sardegna può sembrare
oggi quasi una mera esercitazione retorica, tuttavia è questa una
istanza irrinunciabile. Nell'immediato, la recente definizione di un piano
energetico comunale, volto ad incentivare il risparmio energetico e il
contenimento dei fattori di inquinamento ha evidenziato come i consumi
prevalenti nel territorio comunale, più alti della media nazionale,
siano quelli privati. Occorre pertanto attuare concrete politiche di incentivazione
del risparmio energetico sia nei consumi destinati all'illuminazione pubblica
e privata che per il condizionamento termico degli edifici e, attraverso
le opportune modifiche e integrazioni del regolamento edilizio, favorire
e/o prescrivere l'adozione di tecniche, tecnologie, materiali e accorgimenti
che consentano di realizzare un risparmio energetico e di limitare
gli impatti ambientali.
Assieme a queste politiche di risparmio va considerata l'ipotesi, da
lungo tempo avanzata, dello sfruttamento delle acque di raffreddamento
della centrale di Fiumesanto, che attualmente sono riversate a mare.
RIFIUTI SOLIDI URBANI E SPECIALI
Sotto questo titolo si comprende la complessa problematica dell'igiene
urbana e della raccolta differenziata dei rifiuti che la ottimizzazione
del sistema di smaltimento.
Per quanto riguarda il primo punto si è soltanto avviata una
campagna di sensibilizzazione dei cittadini alla separazione dei rifiuti
ma il procedimento della raccolta differenziata non è ancora completato
così come non può certo considerarsi ottimale il servizio
di igiene urbana vero e proprio.
In questo ambito occorre verificare i termini del contratto con la
società SLIa e, parallelamente procedere ad iniziative di sensibilizzazione
e di controllo nei confronti dell'utenza.
La costituzione della SPA per la gestione del ciclo di raccolta e smaltimento
dei RSU è il presupposto per la trasformazione in termini positivi
della situazione attuale che vede il conferimento dei rifiuti in discarica
come unica soluzione al problema. Esiste una disponibilità finanziaria,
con fondi comunitari, che va tradotta in concreto per la creazione della
cosiddetta "piattaforma tecnologica" che consentirà il pretrattamento
dei rifiuti da conferire in discarica e la loro trasformazione in compost
e in materiale combustibile con produzione energetica.
La verifica della compatibilità ambientale delle opere pubbliche deve essere una costante di una buona amministrazione. Il settore delle opere pubbliche dovrà pertanto procedere alla definizione e realizzazione dei progetti in stretto contatto con quelli della pianificazione urbanistica e del controllo della qualità ambientale e paesaggistica, per evitare interventi che comportino costi ambientali non compensati dall'utilità dell'opera né dalle potenzialità occupativi e realizzare interventi che producano il massimo dei benefici col il minimo degli impatti.
CONSERVAZIONE DELLA NATURA, DELLA VEGETAZIONE E DELLA FAUNA E CONSUMI DEL TERRITORIO IN RAPPORTO AGLI INSEDIAMENTI UMANI E AGLI USI PRODUTTIVI.
Il Comune di Sassari, che pure possiede aree di rilevante interesse
paesaggistico e ambientale ha avviato solo di recente, nell'ambito della
definizione dei PRUSST e dei programmi di utilizzo dei Fondi Comunitari
di Sostegno, una programmazione che tende alla valorizzazione di tali aree.
La realtà del Parco Nazionale dell'Asinara, cui corrisponde,
nel litorale costiero del Comune di Sassari, la Riserva Naturale
dello stagno di Pilo, e la prospettiva degli istituendi parchi del
Golfo di Alghero e dell'area geomineraria della Nurra comportano
l'assunzione di una politica volta all'effettivo recupero e valorizzazione
di tali ambiti, all'interno di un progetto che veda insieme i comuni interessati.
A tale scelta dovrà corrispondere una forte iniziativa, già
avviata in sede parlamentare, per l'ottenimento di fondi da utilizzare
per il risanamento ambientale dell'area industriale dismessa di Porto Torres.
Particolare interesse merita il settore dell'agricoltura specialistica,
biologica ed eco-compatibile, da esercitare nell'ampio territorio agricolo
comunale della Nurra, che potrebbe costituire un cospicua voce della bilancia
commerciale interna ma anche delle esportazioni verso il continente, attraverso
un potenziato servizio portuale.
Nell'ampio settore della conservazione e recupero degli ambiti naturali,
infine, vanno collocate le azioni di bonifica e recupero delle aree
pubbliche degradate: ingressi, scarpate lungo le strade di accesso alla
città, aree destinate ai servizi lasciate incolte etc.
PROPOSTA DI UN MODELLO DI INTERVENTO: IL PARCO DELL'ASINARA
Il parco nazionale dell'Asinara può costituire un modello gestionale
da applicare ad altre aree parco della Sardegna nord-occidentale,
anche all'interno del territorio del Comune di Sassari.
Nella gestione del Parco dell’Asinara uno degli obbiettivi fondamentali
è rappresentato dalla necessità di raggiungere una presenza
dei visitatori lungo tutto l’anno.
Questo obbiettivo è condizionato dal problema dei trasferimenti:
per il turista il costo del trasferimento fino al parco dell’Asinara è
molto elevato sia in termini monetari che di tempo (essendo il tempo del
turista una “risorsa contata”), ma la collocazione e la distanza
rappresentano una difficoltà aggiuntiva del periodo non estivo quando
alcuni pregi ambientali possono essere ridotti od annullati dalle condizioni
meteorologiche. Quindi le bellezze ambientali e naturalistiche non paiono
sufficienti a ripagare i costi e non differenziano il parco dell’Asinara
da altri parchi “concorrenti”.
Da ciò discende che l’offerta del Parco deve essere arricchita
e differenziata in modo da controbilanciare tali costi e garantire il turista
rispetto alla possibilità di godere comunque di una parte almeno
dell’offerta.
Nel conseguire questo obbiettivo quindi si ottiene anche di avere un’offerta
che comporta una permanenza del visitatore che non si esaurisce in un solo
giorno di visita.
La proposta è quindi quella di ampliare l’offerta e strutturarla
in modo efficace.
Si propone pertanto la creazione di una serie di attività museali
che hanno attinenza con la storia dell’isola quali
a) un museo sulla pesca costiera, il cabotaggio, le imbarcazioni del
mediterraneo
b) un museo archeologico e di storia dell’isola
c) un museo sulla storia delle sanità pubblica
d) un museo sui delitti e le pene.
Alcune di queste attività museali trovano poi corrispondenza in una serie di attività tematicamente collegate quali quelle formative (ad es. corsi di archeologia subacquea) o culturali quali convegni di studio.
E’ anche possibile sviluppare altre attività che sono compatibili col parco e possono trarre vantaggio dalla particolare collocazione dell’isola e della disponibilità di un ampio patrimonio immobiliare. Si propone di contattare i Centri ed Istituzioni di ricerca qualificati internazionalmente che si interessino di
· ricerca meteorologica,
· ambientale,
· climatologiche,
· di biologia e biologia marina,
· di sicurezza ambientale e disinquinamento,
· Mediterraneo e traffici marittimi (organizzazione e
sicurezza)
per proporre la possibilità di insediare parte delle loro
attività di ricerca nell’isola destinando a tali attività
l’uso di parte del patrimonio immobiliare che potrebbe così essere
sottratto, almeno in parte al degrado.
In cambio si richiederà di studiare e realizzare strutture
e servizi volti ad illustrare ai visitatori, secondo le moderne modalità
espositive, le problematiche e le tecniche di ricerca, sia i risultati
della ricerca.
La presenza di un numero sufficiente di laboratori che si occupano
di ricerche con rilevanti punti di contatto può attivare un circuito
di stages e conferenze indotti dai centri di ricerca.
La presenza di tali strutture e tali attività, che presuppongono
una presenza costante, permetterebbe di raggiungere quella quota di domanda
che rende plausibili investimenti in servizi di ospitalità (ristorazione
e pernottamento temporaneo) operanti stabilmente.
La localizzazione delle attività proposte deve avvenire
attraverso una individuazione della vocazione dei luoghi ed uno studio
delle compatibilità. Tale fase conoscitiva (non astratta, ma mirata
ad individuare le potenzialità) deve essere rivolta sia al territorio
che alla fascia costiere e subacquea.
Dopo questo studio si potranno individuare siti dove localizzare
attività quali scuole di vela (di vario livello), scuola di immersione,
scuola di fotografia subacquea. La gestione di queste attività deve
essere affidata a imprese che garantiscano il massimo del livello qualitativo
poiché questa scelta deve caratterizzare tutte le iniziative svolte
sull’isola e deve essere garantita ai fruitori.
Il parco e l’effetto alone rispetto al territorio.
Ma la progettazione sviluppata per il parco non può limitarsi alla solo isola. Chi punta a visitare un parco naturalistico ha mediamente un livello elevato di attenzione all’ambiente e non può certo apprezzare il livello di degrado che caratterizza i territori che dovrà percorrere per giungere al parco. Un progetto di riqualificazione ambientale deve quindi coinvolgere i comuni di Porto Torres, Stintino, Sassari, Alghero. Tali progetti debbono mirare non solo alla recupero ambientale (attraverso la rimozione delle discariche abusive, la risistemazione delle aree dismesse dalle attività produttive ecc.) ma devono puntare ad una individuazione delle risorse e ad esploderne le possibilità. Ad esempio il comune di Porto Torres deve elaborare dei programmi che mirino alla risistemazione dell’area urbana, dell’area industriale, delle vie di accesso, ma anche preparare progetti di valorizzazione della sua principale risorsa turistica rappresentata dalla città romana e dai numerosi siti archeologici del suo territorio che rappresentano una risorsa potenziale. Altrettanto vale per gli altri comuni, si pensi al degrado che circonda l’altare di Monte d’Accoddi o la mancata valorizzazione dell’area archeologica dell’Anghelu Ruiu, o, ancora, la villa romana e i nuraghi del territorio stintinese che sono “inesistenti” dal punto di vista turistico.
Il rapporto tra territori comunali e parco
L’adesione dei comuni alla gestione del parco è legata al conferimento di territori, ma questo viene vissuto come un sacrificio di ciò non è supportato da un progetto. E’ inutile un conferimento che non si integra in un progetto. Si ritiene invece che si debba chiedere ai comuni di entrare in un progetto di sviluppo territoriale integrato. La proposta è di creare un collegamento, una continuità tra le aree parco del nord Sardegna, sia via mare sia terra. Tra Capo Caccia e l’Asinara si sviluppa un’area costiera e un entroterra di notevole interesse paesistico e di grandi potenzialità (poco indagato nelle sue vestigia archeologiche). Sarà quindi possibile creare percorsi che colleghino i due parchi, fruibili attraverso diverse modalità (percorsi automobilistici, per l’equitazione, ciclistici) e orientati a collegare e valorizzare tutta la costa ovest. A supporto di tali percorsi sarà possibile realizzare servizi di vario tipo quali centri di ristorazione, agriturismo, parcheggi custoditi e servizi nelle zone aperte alla fruizione balneare. Ciò permetterà anche di scaricare parte del sovraccarico della costa interna del golfo. Altrettanto interessante è la possibilità di collegare via mare i due parchi, prevedendo eventualmente uno scalo intermedio, e poi di proseguire il collegamento col parco dell’Arcipelago maddalenino e delle Bocche. Il turismo nautico di lungo percorso ed il turismo nautico costiero sono due mercati in grande espansione.
Altro tema importante è quello dell’indotto che il Parco
dovrà creare nel territorio e che non può consistere
solo nello sfruttamento di una rendita di posizione che consiste nell’intercettare
parte delle risorse portate del flusso turistico nel suo attraversamento
del territorio verso la destinazione parco.
Il vero indotto si ha solo se la presenza del parco è
capace di innescare nei territori contigui delle nuove iniziative economiche
collegate col parco stesso.
Si propone di costituire un marchio Parco dell’Asinara, marchio
che dovrà monopolizzare il controllo di qualità di tutto
quanto voglia presentarsi alla clientela con riferimento al parco stesso.
La gestione del marchio quindi dovrà essere estremamente oculata,
sia all’interno del parco sia verso tutte le attività che ruoteranno
intorno al parco.
Il secondo elemento fondamentale è che il parco deve cercare
di mantenere ed anzi crescere nella costituzione della propria specificità,
diversità, rispetto agli altri parchi. Tale diversità deve
essere assolutamente leggibile ed immediatamente percepibile e estrinsecarsi
in tutti gli elementi, dalle scelte progettuali architettoniche, agli arredi,
al materiale della comunicazione, al mangiare che viene offerto.
Se si ferma l’attenzione su quest’ultimo elemento ci si renderà
conto che sarebbe certo in contraddizione col il progetto l’offrire prodotti
alimentari generici, di incerta provenienza, non controllati qualitativamente.
I fruitori del parco, almeno i più avveduti, (ma verso gli altri
la visita al parco deve essere occasione di crescita della consapevolezza
e cultura ambientale e quindi della capacità di cogliere il valore
della qualità in tutta l’offerta parco) richiedono una assoluta
qualità ed una specificità: una cucina internazionale è
solamente residuale nell’offerta della ristorazione.
Ciò sta a significare che si crea una grande opportunità
per i produttori sardi e più specificamente per le aziende della
Nurra che vorranno trarre vantaggio dal parco ed entrare in una partnership
col parco. Qualsiasi prodotto alimentare dovrebbe essere ad origine e qualità
controllata ed usufruire del marchio, sia all’interno del parco sia nei
territori limitrofi. Tale politica del marchio avrebbe anche il vantaggio
di diventare una delle forme di finanziamento del parco nelle sue attività
di conservazione ambientale.
L'attività svolta dal servizio di protezione civile, in collegamento con il settore ambientale dell'amministrazione comunale, si incentra sulla prevenzione e previsione di emergenza e soccorso e il ripristino di situazioni modificate da eventi calamitosi, incendi, inquinamento, dissesti idrogeologico, siccità, frane e alluvioni, infestazioni di insetti e animali nocivi.
La questione del reperimento delle risorse e delle politiche di programmazione
costituisce uno dei momenti più significativi di una amministrazione.
A Sassari negli ultimi cinque anni si è cominciato a recuperare
un deficit di iniziativa sia nell’individuazione dei canali di reperimento
di nuovi finanziamenti sia nelle politiche di indirizzo delle scelte.
L’impegno profuso nel reperimento delle risorse ha portato ad
un notevole incremento dei fondi europei, grazie anche ad una capacità
progettuale che ha consentito all’amministrazione un dialogo diretto e
proficuo con il Governo Nazionale.
Inoltre un più attento utilizzo di tutte le possibilità
che le norme regionali in materia di finanziamento prevedono ha migliorato
significativamente il bilancio comunale.
Ora occorre confermare e rafforzare questa politica:
n verso l’Europa con nuove forme di collaborazione previste dai trattati
comunitari e che sono rimaste per ora inesplorate.
n con una più efficace progettualità sia dell’amministrazione
comunale sia dell’associazionismo imprenditoriale e sociale.
n con una più puntuale rivendicazione nei confronti della Regione
che ha spesso dimostrato lentezze e limiti nella distribuzione delle risorse
agli Enti Locali.
E’ necessario inoltre che l’aumento delle tariffe già avviata da questa amministrazione, al fine di riequilibrare la spesa sociale, sia accompagnata da un miglioramento significativo della qualità dei servizi, condizione necessaria per rendere comprensibile e accettabile ai cittadini l’aggravio dei costi.
Lo sviluppo economico, sociale e culturale della città deve essere
sostenuto da una politica di programmazione di spesa che tenga conto delle
necessarie opere pubbliche di infrastrutturazione, e con altrettanta
determinazione, da investimenti di natura sociale e culturale che contribuiscono
in maniera decisiva al miglioramento della qualità complessiva della
vita dei cittadini.
Il processo di terziarizzazione dell’economia di Sassari è ormai
consolidato: la prevalenza dei settori produttivi del commercio e della
distribuzione, del terziario avanzato e dei servizi.
Dentro questo processo, sono evidenti le difficoltà di sviluppo,
la scarsità della domanda di lavoro, i settori in forte crisi ma
anche le nuove opportunità e le speranze per il futuro.
Strutture e servizi devono essere messi a disposizione delle attività
produttive, soprattutto delle imprese artigiane e delle piccole e medi
industrie.
A tal fin deve essere coordinata la funzione delle zone industriali
di Predda Niedda e di Truncu Reale. La prima deve essere riordinata e riorganizzata,
individuando con chiarezza le aree di specializzazione e di servizio, mentre
nella seconda, una volta completate le infrastrutture, dovranno trovare
le giusta collocazione le attività produttive legate al settore
dell’agroalimentare.
Tutto ciò sarà fattibile solo se si prenderà in
considerazione l’opportunità di creare un unico “Ente” di programmazione
e gestione delle aree industriali, artigianali e di servizi che comprenda
sia la Zona Industriale di Predda Niedda che l’area di sviluppo industriale
di Porto Torres (di cui fa parte Truncu Reale), che coinvolga oltre al
Comune di Sassari anche quelli di Porto Torres e Alghero, al fin di incrementare
le sinergie fra i diversi territori comunali che hanno caratteristiche
e peculiarità differenti e debbono quindi sviluppare specializzazioni
diverse interagenti fra loro e non in competizione.
Particolare attenzione sarà dedicata al settore artigiano che
costituisce da sempre uno dei comparti produttivi più vitali della
città.
Sassari è il più grande comune agricolo della Sardegna. Occorre prioritariamente procedere alla individuazione delle zone destinate alle produzioni agricole e alle industrie collegate e portare a compimento l’integrazione tra i piani paesistici territoriali e il piano urbanistico comunale per dare definizione chiara agli ambiti di salvaguardia e di fruizione turistica e consentire un equilibrato sviluppo delle attività produttive ad essi correlate.
Le questioni attinenti al mondo agricolo sono state al centro del dibattito
politico dell’azione della passata Amministrazione.
Impegnando costantemente il Comitato Agricolo Comunale, nel quale sono
rappresentate tutte le organizzazioni professionali agricole, è
stato possibile definire per l’Amministrazione comunale un ruolo politico
in ambito provinciale e regionale, più volte negato in passato.
Al centro dell’attenzione provinciale e regionale è stata posta
la necessità di favorire la riconversione produttiva di una parte
degli allevamenti ovini e bovini in allevamenti di capra per la produzione
di latte alimentare, trattandosi di un prodotto specifico ad alto valore
aggiunto che potrà essere caratteristico della Nurra, lavorato e
confezionato nella “Centrale del latte” sassarese.
L’Amministrazione ha anche posto le basi per una riorganizzazione delle
diverse filiere produttive, individuando nello strumento del Piano Operativo
Regionale e nel Patto Territoriale del “Golfo dell’Asinara”, la possibilità
di raggiungere, con le imprese del settore coinvolte i seguenti obiettivi:
1) favorire l’integrazione economica di filiera e l’organizzazione
dell’offerta dei prodotti agricoli sui mercati comunitari
2) accrescere l’orientamento competitivo e le capacità
concorrenziali del sistema agroalimentare, anche attraverso la valorizzazione
delle produzioni tipiche di qualità
3) favorire la tutela delle risorse naturali forestali, della
biodiversità e del mantenimento dei paesaggio rurale
4) favorire l’offerta di servizi collettivi a beneficio di tutti
gli utenti del servizio rurale.
Con appositi programmi cofinanziati dalla Regione e dalla Unione Europea
sono state avviate importanti iniziative di congiunzione fra il mondo agricolo,
le risorse ambientali e il turismo qualificato: l’attivazione del Centro
per l’educazione ambientale del Lago di Baratz, nel quale saranno impiegate
somme pari a ! miliardo e 400 milioni, a valere anche sul Piano Regionale
del Lavoro, consentirà di mantenere una stabile occupazione per
almeno due anni con il sostegno pubblico e, allo stesso tempo, di porre
le basi per un autonomo consolidamento dlle unità lavorative ivi
impiegate per il prossimo futuro.
Il commercio a Sassari soffre una crisi senza precedenti, per le trasformazioni
del sistema delle attività miste che hanno accelerato il declino
della formula tradizionale di vendita situata nell’area urbana. Infatti
la realizzazione di grandi e medie strutture esterne alla città
ha penalizzato dapprima le piccole imprese operanti nelle aree periferiche
e successivamente quelle presenti nel centro storico. Ciò ha contribuito
a svuotare la città, ad allontanare i flussi di attraversamento,
a far sparire le piccole botteghe commerciali e artigiane, elementi aggreganti
della vita dei quartieri.
Il problema del commercio può trovare soluzione all’interno
di un più ampio progetto che ricostruisca il rapporto fra Sassari
e i suoi abitanti in tutte le parti della città, creando le condizioni
perché si possa riappropriare della vita dei quartieri.
E’ urgente, pertanto, attuare:
n la valorizzazione urbanistica e il programma di manutenzione degli
edifici storici, delle strade, delle piazze, del verde e di quanto costituisce
la qualità urbana.
n la creazione di parcheggi pubblici e privati, la cui localizzazione
sia definita all’interno del PUC, anche con il coinvolgimento degli operatori
del commercio.
n la promozione del ruolo turistico della città e di tutte le
attività e produzioni (artigianato, prodotti pregiati e D.O.C, produzioni
agroalimentari di nicchia), con l’adeguamento delle strutture ricettive,
comprese quelle rivolte ai giovani.
n il decentramento nei diversi quartieri, anche i più periferici,
delle presenze e delle attività culturali sia culturali che estemporanee
come esposizioni, fiere etc., anche in sinergia con gli operatori del settore.
n l’abbattimento delle barriere architettoniche per permettere a disabili,
anziani, mamme con carrozzine di percorrere le strade con sicurezza e accedere
ai punti vendita
n l’ampliamento dello sportello unico anche al commercio
n la creazione di un sito telematico per fornire agli operatori commerciali
informazioni aggiornate su tutto l’iter burocratico
n l’attivazione di tutti gli organi competenti ai diversi livelli per
creare supporti per la ristrutturazione la modernizzazione della
piccola e media impresa e facilitare le forme consortili e associative
di categoria e di strada
n il coordinamento della vigilanza da parte dei corpi preposti per
limitare i rischi legati alla microcriminalità
n la lotta all’abusivismo
n l’accoglimento delle richieste di imprenditoria femminile e giovanile
per incoraggiare nuove figure e creare nuova occupazione.
Un serio bilancio dell’attività produttiva non può
trascurare il settore dei trasporti. Per quanto riguarda il bacino di utenza
del sassarese deve essere ripensata e riprogrammata la funzione sia della
ATP che dell’ARST, così come deve essere studiato un piano per l’interscambio
nodale con le FF. SS; si debbono altresì completare la camionale
per Porto Torres e la nuova strada per Alghero, così come
deve essere completato il nuovo porto industriale di Porto Torres e deve
essere costruito nella stessa località un dente di attracco per
i traghetti delle FF. SS.
OCCUPAZIONE E POLITICHE GIOVANILI
La scarsa efficacia delle politiche del lavoro avviate in Sardegna
è rivelata dai dati allarmanti della disoccupazione, che, nel sassarese,
presenta indici rilevanti soprattutto per le fasce giovanili con basse
qualifiche.
Le cause risiedono nella debolezza dell'impresa locale, nei limiti
derivanti dalla mancata continuità territoriale e dalle difficoltà
di accesso ai mercati, nella insufficienza del sistema formativo che dovrebbe
promuovere e sostenere lo sviluppo economico e imprenditoriale e formare
la forza lavoro in stretta relazione col mondo dell'impresa e il mercato.
Occorre quindi che scuola e università, in rapporto col
mondo dell'impresa, provvedano efficacemente alla qualificazione e specializzazione
e dei giovani, stimolandone e incentivandone l'imprenditorialità
al fine dei superare le logiche assistenziali fin qui seguite dai Piani
Regionali e dai conseguenti progetti comunali per l'occupazione, che si
configurano prevalentemente come ammortizzatori sociali e temporanei palliativi
al problema della disoccupazione.
All'Ente Comune spetta il compito di promuovere, orientare e
coordinare le iniziative, anche attraverso il servizio dello sportello
unico di recente istituzione, all'interno della sua programmazione generale.
Un importante ambito di promozione e sviluppo dell'occupazione
verrà dall'utilizzo dei finanziamenti comunitari, in particolare
nell'ambito della ricerca e delle opere pubbliche indirizzate alla riqualificazione
e valorizzazione ambientale, all'agricoltura specializzata, al turismo,
alle infrastrutture di servizio ( viabilità, trasporti, acqua, trattamento
rifiuti etc.).
In tale quadro si collocano anche le opere pubbliche la cui progettazione
verrà finanziata attraverso i PRUSST e gli interventi di recupero
del Centro Storico, attuati con finanziamenti derivanti dalla specifica
legge regionale.
La rilevanza delle problematiche giovanili impone, inoltre, la
creazione di una specifica delega assessoriale, deputata, assieme ad altre
istituzioni e alle rappresentanze giovanili, all'analisi delle tematiche,
alla promozione di iniziative di sostegno al diritto allo studio e all'informazione,
anche attraverso il potenziamento dell'Informagiovani, alla promozione
degli scambi nell'ambito comunitario ed extracomunitario, al favorire le
aggregazioni e l'associazionismo giovanile.
POLITICHE CULTURALI E SPORTIVE
Nell'ambito della promozione dell'istruzione scolastica, l'azione dell'Amministrazione comunale deve tendere innanzitutto a garantire il diritto allo studio, non solo come tutela del diritto individuale ma anche come interesse pubblico, al fine di realizzare l'uguaglianza e le pari opportunità dei cittadini, favorendo la conservazione dell'identità e la valorizzazione delle diversità.
Andranno quindi potenziati:
- il coordinamento tra l'amministrazione locale e le istituzioni
statali e non statali preposte all'istruzione e all'educazione, anche allo
scopo di approfondire le conoscenze sulla realtà cittadina e del
territorio, per programmare adeguatamente gli interventi senza che si verifichino
disparità o dispersione di risorse
- l'orientamento e la promozione di indirizzi di studio in funzione
delle potenzialità esistenti nel territorio e dell'offerta del mercato
del lavoro
- il coordinamento tra la città e il territorio circostante,
che costituisce gran parte del bacino di utenza delle scuole superiori
- la promozione e la partecipazione attiva alle iniziative finalizzate
al potenziamento del rapporto scuola-territorio
-l'integrazione culturale e scolastica degli immigrati e dei
nomadi
- il potenziamento dei servizi e delle dotazioni scolastiche
della scuola dell'obbligo
-l'offerta di servizi agli studenti pendolari
-la razionalizzazione del trasporto scolastico
- gli interventi negli ambiti di competenza per la manutenzione
ordinaria e straordinaria degli edifici scolastici.
- la programmazione dell'utilizzo delle strutture scolastiche
per attività complementari, di aggregazione culturale, sociale
e sportive, aperte al quartiere
- la cura del verde d'ambito delle strutture scolastiche, attuata
anche attraverso la promozione della gestione da parte delle comunità
scolastiche medesime.
UNIVERSITA’
Il Comune:
- interviene nelle scelte delle aree destinate alle strutture,
eventualmente facilitando l'accorpamento delle sedi;
- favorisce l'integrazione nel tessuto urbano degli studenti
fuori sede promuovendo, anche attraverso la loro presenza, la rivitalizzazione
culturale del centro storico;
- finanzia ricerche finalizzate alla risoluzione, nel lungo
e medio periodo, dei problemi individuati con la sua attività progranmmatoria,
concorrendo alla individuazione e formazione di professionalità
di cui è sentita localmente l'esigenza
- funge da tramite perché l'Università sia maggiormente
al servizio del territorio nelle sue varie competenze.
La nuova sede della Biblioteca comunale rappresenta certamente
un passo avanti verso la realizzazione di un servizio bibliotecario
comunale efficace. Occorre ora superare i ritardi che hanno caratterizzato
la fase del trasferimento della struttura e procedere al suo potenziamento,
attraverso un ampliamento dell'organico, impegnandosi concretamente per
la soluzione del precariato di una parte del personale, e un potenziamento
delle funzioni affidate alla struttura.
A tale scopo:
- va concretamente praticata la scelta dell'acquisizione dell'ex
stabilimento Chiarella che consentirà di razionalizzare il servizio
con l'ampliamento degli spazi riservati all'utenza e al deposito, attualmente
ridotti.
- si dovranno incentivare le iniziative di promozione culturale promosse
dal servizio bibliotecario
- si dovrà concorrere, in cooperazione con altri enti pubblici
e privati, alla creazione di un Sistema bibliotecario urbano integrato
che colleghi tutte le biblioteche della città.
L'Amministrazione comunale dovrà provvedere alla adeguata sistemazione
dei materiali archivistici del Comune, non confluiti nell'Archivio di Stato,
che sono stati in questi anni riordinati e inventariati a cura di uno specifico
cantiere di lavoro. Tali materiali, ricongiunti a quelli più antichi
depositati presso l'Archivio di Stato, dovranno essere resi accessibili
alla consultazione da parte degli studiosi.
Si dovrà pertanto tradurre in concreto il progetto di adibire
ad Archivio del Comune l'edificio della ex Insinuazione, opportunamente
risanato e attrezzato, e dotare l'Amministrazione delle figure professionali
da adibire al compito di archivisti.
Tale sede potrà accogliere anche il Protocollo e l'archivio
corrente, per i quali dovrà portarsi a compimento l'opera di informatizzazione
dei dati in modo da creare un archivio facilmente accessibile alla consultazione
diretta.
ARCHEOLOGIA, ARTE E ARTIGIANATO ARTISTICO
L'architettura, la pittura, la scultura sono fattori che rendono visibile il divenire storico e contribuiscono in maniera determinante al rafforzamento dell'identità urbana. La valorizzazione del patrimonio artistico e culturale conferisce alla città un ruolo centrale rispetto ai "consumi" tradizionali del territorio, in genere limitati alle zone costiere e può quindi favorirne l'inserimento a pieno titolo nel sistema turistico qualificato, producendo un indotto economico nei diversi settori correlati.
La situazione attuale è caratterizzata dall'esistenza di un vasto
patrimonio e da significative presenze nell'ambito archeologico, storico
artistico e monumentale, della ricerca artistica contemporanea, dell'artigianato
artistico.
Si dovrà pertanto procedere al censimento e alla raccolta del
patrimonio storico in modo da garantirne la visibilità anche attraverso
la creazione di un consorzio tra gli enti proprietari pubblici e privati
e giungere alla creazione di un sistema museale costituito da:
. museo archeologico Sanna e settore etnografico
. museo della storia della città (da ubicare presso la Frumentaria)
. museo dei Gremi (nel Chiostro di Santa Maria di Betlem)
. pinacoteca e galleria civica dell'arte medioevale e moderna
(nell'ex Canopoleno)
. museo d'arte contemporanea (locali ex Masedu)
. museo del tesoro del Duomo (cattedrale)
. museo diocesano d'arte sacra (chiesa di S. Michele)
. museo dell'artigianato artistico sardo (I. S.O.L.A)
. museo dell’alimentazione (Ex Infermeria S. Pietro)
Al raggiungimento di tale scopo, appare indispensabile che l'Amministrazione
si doti delle figure professionali atte a valorizzare sia il patrimonio
storico esistente che la ricerca contemporanea e a fungere da collegamento
tra i vari soggetti preposti.
SPAZI E STRUTTURE PER LE ATTIVITA' CULTURALI E GIOVANILI
L'Amministrazione comunale dovrà favorire la convivenza ed il confronto tra i cittadini, la "circolazione delle idee e delle persone" tra i vari spazi della città, sostenere la crescita cultura le, il pluralismo, il rispetto delle differenze, combattere le discriminazioni.
Si tratterà pertanto di:
. individuare ed utilizzare tutte le strutture inutilizzate di proprietà
del Comune o di altri Enti pubblici e destinarle all'uso più adatto
(in questo ambito si potrebbe collocare il futuro utilizzo dell'attuale
Mattatoio e dell'ex ospedale Civile)
. completare le opere incompiute, individuando una precisa scala di
priorità, funzioni e aspetti gestionali.
. razionalizzare l'uso di quelle esistenti
. creare degli "spazi polivalenti",
indirizzati particolarmente ai giovani, anche in collaborazione con la
Provincia (si pensi all'utilizzo funzionale della struttura dell'ex Convento
del Carmelo e dell'ex Masedu, alla struttura del Centro sociale di Lattedolce)
. risolvere il contenzioso sulla proprietà dell'Astra
. consolidare le iniziative finalizzate a rivitalizzare gli angoli
dimenticati della città, quali manifestazioni musicali, teatrali,
culturali all'aperto o itineranti, al fine di favorire la riscoperta e
la fruizione di ambiti importanti per la storia e l'identità collettive.
Fino ad oggi gli elementi che hanno ostacolato le attività di
associazioni e gruppi culturali sono stati:
a) la difficoltà di ottenere l'assegnazione di una sede da parte
dell'Amministrazione;
b) la difficoltà di ottenere i finanziamenti richiesti per le
attività socioculturali;
c) la mancanza di programmazione sia da parte degli Enti pubblici che
delle Associazioni stesse.
La recente definizione di un regolamento per l'erogazione dei contributi alle associazioni potrà dare positivi risultati soprattutto se congiunta con la predisposizione, da parte degli Assessorati competenti, di piani pluriennali di indirizzo delle attività che si intendono promuovere, rispetto ai quali le Associazioni verranno chiamate a contribuire con attività ed iniziative specifiche
Per risolvere il problema della scarsità del bilancio del settore della promozione culturale occorre individuare una o più specifiche figure professionali, all'interno dell'Amministrazione, che si occupino del reperimento di fondi aggiuntivi a quelli in bilancio, mediante l'accesso alle risorse previste da leggi regionali e comunitarie, e studiando forme di collaborazione con imprese private. Tali competenze potranno essere messe anche a disposizione delle Associazioni per il disbrigo delle pratiche burocratiche etc.
L'informazione è, infatti, la condizione essenziale per l'accesso ai contributi e all'assegnazione di spazi. L'ente comunale dovrà quindi incentivare i canali di comunicazione, utilizzare quelli informatici, curare i rapporti con i mezzi di informazione locali e sottoporre alla cittadinanza i progetti che intende adottare (si potrà creare per questo fine una sorta di "osservatorio" dei cittadini, già sperimentato da altre Amministrazioni comunali italiane, che consiste in una serie di incontri o in un luogo fisico nel quale i programmi socioculturali vengono illustrati ai cittadini che esprimono il proprio consenso o suggeriscono opportune modifiche).
Per potenziare l'efficacia
delle attività dei vari gruppi e/o associazioni è necessario
evitare i doppioni di iniziative e la concentrazione in certi periodi dell'anno
delle attività culturali. E' pertanto di estrema utilità
creare un organismo snello di coordinamento del settore che, in collegamento
con altri Enti locali e Istituzioni deputate, provveda alla razionalizzazione
del calendario delle iniziative culturali e di spettacolo che annualmente
vengono attuate nel territorio comunale e intercomunale.
Sassari ha un grande tradizione sportiva che, negli anni passati, ha
dato lustro allo sport nazionale, regalandogli atleti di grande fama nazionale
e internazionale.
Anche in questo settore va fatta un’analisi del passato e del presente,
valorizzando il lavoro condotto dall’Amministrazione e dalle Società
sportive.
Il coinvolgimento del movimento sportivo nelle decisioni di utilizzo
degli impianti, gli investimenti sia nella manutenzione ordinaria che straordinaria
degli impianti comunali (la riapertura dello Stadio dei Pini), la creazione
di piccoli impianti di zona nelle borgate, tutto ciò ha dato
un impulso allo sviluppo delle attività sportive.
Da qui occorre partire per realizzare in ogni quartiere adeguate aree
sportive polivalenti, non manufatti elefantiaci, si vuole ricreare
una mentalità sportiva dilettantistica e non che permetta agli addetti
ai lavori, che vanno interessati e coinvolti in ogni fase programmatica
e operativa, di ritrovare serenità, consapevolezza e rinnovata volontà
ad operare in una situazione meno conflittuale.
Non esistono, infatti, attività sportive inutili o meno importanti,
per questo occorre prevedere diversificate offerte per un’utenza che esprime
opzioni diversificate.
Sarà possibile, in questo modo, verificare quali sono
realmente gli utenti interessati a portare avanti un impegno agonistico
serio e di alto livello e quali sono invece interessati al solo e puro
divertimento con un impegno saltuario. Questa scelta riduce chiaramente
la necessità di un’impiantistica ad alta scala, vista la sicura
selezione, ma richiede maggiore cura nella predisposizione di quella destinata
alle attività ricreative e adatte a soddisfare le più ampie
esigenze, comprese quelle del settore dei disabili.
L’Amministrazione deve anche interessarsi agli aspetti finanziari delle
attività sportive, ridisegnando un progetto che dia chiari
indirizzi e consenta una valutazione obiettiva delle attività, in
modo che l’utente sia giustamente orientato nelle scelte e non condizionato
da interessi personalistici.
Occorre quindi stabilire criteri di controllo e assistenza all’attività
sportiva, con la creazione di un organismo consultivo formato da personalità
dello sport cittadino, di cui deve essere valorizzato il patrimonio
di esperienza.
L’Amministrazione, in collaborazione con l’associazionismo sportivo,
individuerà aree comunali da mettere a disposizione delle società
sportive interessate a costruire strutture da utilizzare sia direttamente
sia mettendole a disposizione di tutti i cittadini.
POLITICHE SOCIO-ASSISTENZIALI E SANITARIE
Non è possibile valutare i bisogni dei cittadini ed elaborarne
le risposte senza individuare gli organi istituzionalmente deputati a fornirle.
Il Comune di Sassari, i Comuni che insistono nel territorio dell’Azienda
Sanitaria Locale N°1 la Provincia di Sassari e la ASL N°1 stessa
sono gli enti pubblici coinvolti nella gestione della salute (benessere
psico-fisico) dei cittadini.
Il Sindaco di Sassari attuerà le necessarie azioni di pressione
sulla Dirigenza della ASL, per il superamento delle carenze, sia con interventi
diretti sia in sede di Conferenza dei Sindaci e sia con l’Assessorato
Regionale alla Sanità.
L’Assessorato ai servizi sociali del Comune opererà in termini
progettuali, evitando la risoluzione estemporanea dei problemi dei singoli
cittadini; deve promuovere interventi rivolti alle categorie più
deboli tenendo conto dell’invecchiamento progressivo della popolazione;
deve promuovere di concerto con la ASL la riabilitazione e il reinserimento
sociale dei minori con handicap: la scuola non può e non deve essere
l’unica struttura (socializzante e riabilitante) presente sul territorio.
L'Amministrazione Comunale si impegnerà a:
1. chiedere l’immediata attivazione della Conferenza dei Sindaci, organo
di controllo sulla ASL che esprime il parere sulla nomina, riconferma o
revoca del Direttore Generale, sul raggiungimento degli obiettivi previsti
dal Piano Sanitario Regionale e sui bilanci.
2. realizzare il monitoraggio dei servizi sanitari del territorio,
in base a parametri fondamentali quali l’accesso, la qualità, l’efficacia,
l’efficienza, i costi, la distribuzione territoriale e la presenza di barriere
architettoniche.
3. potenziare l’assistenza socio-sanitaria di base con lo sviluppo
di una rete territoriale di assistenza domiciliare per le categorie deboli
(anziani, disabili fisici, sensoriali, psichici e malati terminali) che
supporti le famiglie, limiti l’ospedalizzazione ed il ricorso alla istituzionalizzazione.
4. agire con progetti il cui fine sia quello del progressivo smantellamento
di qualunque forma di istituzionalizzazione.
5. promuovere la costituzione di servizi per la riabilitazione e il
reinserimento sociale dei malati psichici.
6. potenziare il controllo da parte dei cittadini sull’ambiente di
vita e di lavoro esigendo che i servizi competenti della ASL rendano disponibili,
in forma accessibile ai non esperti, i dati sull’inquinamento dell’acqua,
dell’aria e del suolo
7. potenziare la prevenzione degli incidenti sul lavoro esigendo che
i servizi competenti della ASL vigilino sull’applicazione delle norme previste.
8. diffondere la conoscenza sui possibili rischi di incidenti industriali
ed esigere che la ASL renda note le misure di prevenzione e di emergenza.
9. avviare, in collaborazione con la ASL, iniziative di formazione
rivolte ai cittadini e al personale sanitario, finalizzate al miglioramento
dei rapporti fra sistema sanitario e utenza.
10. esigere (nel polo sanitaria) la realizzazione di una foresteria
opportunamente attrezzata per i parenti dei ricoverati.
11. Promuovere una adeguata attività di educazione sanitaria
rivolta in particolare alle fasce giovanili su specifici argomenti quali
le tossicodipendenze, la prevenzione dell’AIDS e l’educazione sessuale.
RISOLUZIONE DI ALCUNI “PROBLEMI” CRONICI DI SASSARI:
· SERT: sdoppiare la struttura e dislocare il secondo SERT in
un altro quartiere della città.
· BARBONI: individuare un idoneo edificio di proprietà
del Comune e ristrutturarlo in casa di accoglienza
· NOMADI: rapida costruzione del campo con preventiva sensibilizzazione
alla convivenza dell’ospite e dell’ospitante e progressivo processo di
inserimento
· HANDICAP MINORILE: realizzare l’analisi conoscitiva dell’handicap
in città; realizzare un’indagine conoscitiva sulle esigenze del
disabile e della sua famiglia; progettare il sistema dei servizi in base
ai risultati delle analisi (centri diurni, comunità, laboratori
protetti, corsi di formazione, abbattimento delle barriere architettoniche
etc).
E' necessario elaborare una politica sociale che, articolandosi nei
diversi ambiti, informi però l’intera strategia amministrativa della
città e riesca a rendere visibile il progetto sociale che viene
proposto ai cittadini.
L’Assessorato si è confrontato finora con alcuni fra gli aspetti
più evidenti del disagio sociale in atto, con scarsa capacità
di incidere sulle sue cause; la situazione attuale tende però ad
ampliare le situazioni di sofferenza e di povertà, aumentando le
occasioni che portano a scivolare in tale stato e allargando le fasce di
popolazione interessate. Accanto alle situazioni di difficoltà conclamata
esiste ormai una zona di situazioni al limite, esposte al rischio di peggioramento
anche in conseguenza di temporanei ed accidentali accadimenti.
E’ necessario dare all’Assessorato un compito più propositivo,
sviluppando l’iniziativa volta a migliorare il livello globale della proposta
e di soddisfazione rispetto ai servizi offerti ai cittadini.
A tale scopo occorrono non solo investimenti, ma soprattutto la definizione
di linee di intervento nelle quali il volontariato e i privati possano
inserirsi, integrando energie e prestazioni, superando l’attuale logica
di supplenza e di delega; occorrono il coordinamento e il miglioramento
qualitativo delle attività di cui l’Amministrazione è responsabile
nelle sue articolazioni.
Ad esempio la realizzazione di una politica giovanile efficace, capace
di incidere nelle parti della città in cui è più forte
il rischio della devianza, ma anche di rivolgersi a giovani che non siano
portatori di problemi drammatici, ma solo dell’esigenza di spazi e conoscenze
indotta dal mutamento del mondo e dei costumi, richiede che
- si coordinino programmi urbanistici e investimenti infrastrutturali,
attività formative della scuola e interventi extra scolastici volti
al recupero della deprivazione culturale e linguistica, attività
formative e opportunità di lavoro e di occupazione,
- si modifichi il concetto tradizionale di aggregazione e si ricerchino
modalità di approccio e comunicazione con i giovani, che tendano
al riconoscimento della loro dimensione culturale e insieme alla loro responsabilizzazione,
- si costruiscano proposte innovative fondate su informatica e telematica
- si migliori il servizio di informazione e di sostegno all’occupazione
e all’imprenditoria giovanile, fornendo i supporti tecnici necessari,
- si coinvolgano gruppi e associazioni organici al mondo giovanile.
E’ indispensabile inoltre l’assunzione di responsabilità rispetto
al problema della droga finora sottaciuto e completamente delegato al sacrificio
di associazioni e famiglie.
Rispetto agli asili nido, sia pubblici che privati, l’Amministrazione
deve assumersi il compito di definire gli standard e di esercitare il controllo
sia nel promuovere il miglioramento della qualità del servizio sia
nel sanzionare le carenze.
L’invecchiamento progressivo della popolazione, più accentuato
in alcuni quartieri, pone l’esigenza di individuare strategie ed azioni
per prevenire il decadimento legato all’invecchiamento: occorre progettare
un’articolata offerta di servizi e attività volte ad evitare il
ricorso improprio all’istituzionalizzazione e alla medicalizzazione delle
problematiche dei più anziani.
L’Amministrazione deve far propria in tutti i suoi atti la logica delle
pari opportunità, evitando di considerarle un ambito separato di
intervento.
Affrontare i problemi non in termini di emergenza, ma con programmi
di ampio respiro, tenendo conto dei diritti di tutti e costruendo soluzioni
fatte non di cemento ma di relazioni sociali, così per il
Sert come per il campo nomadi, può contribuire a migliorare la sensibilità
della città verso le problematiche del sociale e a superare contrapposizioni
e chiusure fra quartieri, categorie sociali, fasce di età.