Ezra Pound

 

Ezra Pound

ECONOMIA ORTOLOGICA

da: «Rassegna monetaria», XXXIV, 1937, 1101-1106

LE BASI ETICHE

Senza una chiara terminologia, senza una giusta definizione della MONETA non si può esprimere neppur la più rudimentale idea economica. Senza definire il problema centrale dell'economia, non si può costruire una scienza.

Questo problema non è altro che quello di fare mangiare e vivere bene un popolo intiero, come una buona massaia fa mangiare e vivere bene la sua famiglia, cioè di adoperare i mezzi esistenti, e di supplire alle deficienze.

Il nemico, ossia tutte le forze avversarie, è stigmatizzato da Sant'Ambrogio in una sola frase:

Captans anonam maledictus in plebe sit.

Tutto ciò che è anti-economico si risolve in monopolio sotto un aspetto o sotto un altro. Esso, come il nemico, vive delle angustie e degli infortuni altrui.

In qualsiasi società che abbia superato lo stato selvaggio il monopolio fondamentale è il monopolio del denaro. Tutti gli scandali, tutti i libri a gran tiratura tipo quelli di Zischka: La guerra per il petrolio, la Vita di Zaharoff, ecc. mostrano i vari aspetti, del vero male: il controllo monopolistico della potenza d'acquisto.

Conoscendo la natura della moneta e cercando la verità si precisano certi concetti etici e si possono definire. Ripeto: da Sant'Ambrogio a Sant'Antonino di Firenze si evolse un pensiero giusto e concreto. Cercando la giustizia, essi finirono col considerare l'interesse come una componente del giusto prezzo, evitando così le esagerazioni.

Le basi valide del credito sono: l'abbondanza della natura e la responsabilità di tutto il popolo. (v. articolo precedente in «Rassegna Monetaria» nn. 7-8, 1937).

Nei rapporti umani esistono certi elementi permanenti, quindi il testo di Confucio che dice: così si possono sapere gli eventi di cento generazioni.

Come nella fisica un fuoco di una certa entità può far bollire l'acqua in una pentola di determinata grandezza, così nei rapporti umani, cause producono effetti prevedibili.

L'interesse oltre il giusto è corrosivo (la parola biblica è neschek), DEXTER KIMBALL elenca i fallimenti delle ferrovie Americane in certe epoche. Quante cedole di titoli sono rimaste insolute! Non si può emettere buona e valida moneta in corrispettivo di terre lontane, o di raccolti non trasportabili.

Credo che si debba separare il puro dinamismo dalle distinzioni etiche, ma in fin dei conti l'ingiustizia riesce profittevole solo per un tempo limitato.

Il DOUGLAS, senza cercar precedenti, ma cercando il giusto prezzo, si è congiunto alla economia canonista.

Il GESELL parte da un'altra percezione fondamentale cioè dalla durata relativa di diverse specie di merce. Il servizio, cioè il lavoro che non vien fatto oggi non si può fare domani nel senso che Caio e Sempronio possono far il lavoro di sabato solamente il sabato e non il lunedì. Il lavoro è attuale e immediato. Il lavoro fatto il lunedì seguente diviene il lavoro di lunedì. Quindi il lavoro passa più presto che la merce, e si rinnova.

L'insalata, le patate, il marmo hanno durate diverse l'una dall'altra.

Un titolo a una merce marcescibile e deteriorabile, non può durare in un certo senso senza affronto alla giustizia, e senza turbare il sistema economico. Dico «in un certo senso» perché su questo punto mi è ben difficile esprimermi in italiano.

Il titolo può rimanere valido se la merce si rinnova: cioè se un nuovo chilo di patate sia prodotto per rimpiazzare quello mangiato, il titolo può anche servire per stimolare la produzione.

Guai a chi cerca di stabilire un'economia statica basata su una quantità fissa e immobile e non su «rates of flow» gradi di velocità. Forse nessuno lo fa consapevolmente ma cade in errore perché non ha ben viva nella mente un'immagine di movimento, di diversa celerità o lentezza.

L'avere una precisa consapevolezza di questo concetto costituisce il valore d'un P. J. M. LARRAÑAGA (fra gli altri suoi libri: «Gold, glut and government» ), uomo randagio, ingegnere stradale, vagabondo abituato a vedere fatti concreti e conoscere la natura variabile degli uomini.

L'economia di GESELL è esposta nel suo Ordine naturale dell'Economia. Tutta la sua dottrina deriva da una definizione giusta della moneta. La moneta non è valida se è titolo a qualche cosa di non consegnabile. E per equilibrare la potenza d'acquisto con le merci (più i servizi) disponibili bisogna che i titoli spariscano col consumo; o che si trovi qualche mezzo per mantenere il totale della moneta disponibile in un rapporto, efficente col totale delle merci e servizi disponibili.

Anche egregie persone fanno grandissima confusione fra il totale della potenza d'acquisto d'un popolo, e la potenza d'acquisto della unità monetaria.

L'abilissimo politico F. ROOSEVELT è riuscito di buon'ora a denunciare il grave inconveniente che la metà del popolo americano non potesse comprare quello che produceva l'altra metà Il «guaio» è che egli, non vuol prima staccarsi da molti «amici» e che tutto il popolo americano non può comprare quello che produce tutto il popolo americano. Questo punto DOUGLAS lo coglie in pieno.

I dettagli della politica economica in un paese dove l'abbondanza affama non possono essere che ben diversi da quelli in un paese dove la prima cura del governo è (giustamente) quella di provvedere a ovviare alle deficienze per non essere colto alla sprovvista

Ma il problema: come adeguare la potenza di acquisto di tutto il popolo al totale delle merci (servizi) disponibili, rimane.

Fra merci e servizi la distinzione è stata fatta dal Duce in modo che nessun latino deve mai farsi uscir di memoria. Mussolini «s'inalbera» quando gli dicono che il lavoro è una merce.

In questo concetto c'è una base dinamica. Il lavoro esiste potenziale e rinnovato ogni mattina. Badoglio va in fondo di tutta l'economia ortologica e giusta, con la frase: «Il nostro oro è la volontà e le braccia dei nostri soldati».

Contro questo complesso di servizi occorre un mezzo di scambio effettivamente circolante, credo di quantità fissa. In questo campo sarebbe possibile andare avanti colla moneta vecchio stile o con una quantità di biglietti di Stato determinata e relativamente statica.

Non dico che il totale della moneta può rimanere statico, dico che la parte corrispondente ai servizi potrebbe forse rappresentare una quantità fissa nella nostra eventuale algebra.

Ma si deve esaminare il problema di nuovo per sapere se la fissità assoluta sarebbe più efficace per il bene pubblico che una savia variazione.

Il GESELL si concentrò sul concetto circolazione, e predispose i mezzi affinché non stagnasse. Il sangue nelle vene circola.

La merce si crea e svanisce, viene consumata. I grandi lavori monumentali, non si mangiano.

La gente non mangia strade. Non dico che il sistema di GESELL (Schwundgeld) sia indispensabile, ma dichiaro che l'uomo che non ne comprende il perché non sarà mai un vero economista. GESELL ha calcolato o trovato un mezzo rozzo per fare sciupare e consumare una proporzione della potenza d'acquisto pari passu col consumo dei cibi, col deterioramento dei vestiti, con la combustione del carbone e del petrolio.

Suppongo che i più savi dei banchieri (se esistono banchieri savi ai nostri giorni) sosterranno che nel loro «sistema» si fa luogo a delle espansioni e deflazioni in rapporto a questi fenomeni, ma non si è mai scoperto che queste operazioni vengano fatte per il bene del pubblico.

Bisogna stimolare secondo loro, anche sfruttare ecc.

L'etica non sorge che dal chiaro vedere le differenze fra atto e atto, fra motivo e motivo.

Il vero filosofo non «cade » nelle astrazioni.

Qui sta la superiorità di Confucio e Mencio sopra i greci. Il Senato Romano aveva forse ben rozzo buon senso: non cadeva nel frammentarismo greco quando bandiva certi «filosofi». Confucio non si stacca mai dalla natura totale. Socrate faceva una specie di guerra: l'intelligenza contro la totalità della vita.

Scriverò in proposito altri saggi fuori del campo economico, ma devo segnalare una necessità. Sostengo una riforma non solamente nell'economia ma in tutto il campo intellettuale e universitario occidentale, vorrei cioè il confronto fra la terminologia filosofica cinese, quella della grande tradizione latina e medioevale e quella greca. Per il momento basta dire che il vero filosofo non si stacca mai dal concreto, non evita mai di vedere un suo principio in atto, e illustrato da un fatto concreto.

Tra parentesi, gli errori del materialismo marxista sono ben più palesi nei risultati che nelle pagine del MARX, dove la sua nobile indignazione annebbia la mente del lettore, per es. nel Capitolo X di Das Kapital, dove il MARX è puro storiografo quando protesta contro la eccessiva lunghezza della giornata di lavoro.

L'etica in gran parte consiste nel non confondere cose di diversa natura, nel non adoperare categorie così mal definite per cui l'ipoteca e l'aratro vengano a trovarsi insieme nella stessa categoria.

Senza una forte coscienza morale, il banchiere si è trovato ai giorni nostri ad essere incosciente di tutto quel che non arriva fino al suo sportello. L'economia detta «ortodossa» è rimasta una descrizione di certi procedimenti della contabilità, un complesso di superstizioni.

Gli invasati, le persone che mancano del senso dell'umorismo, mi esasperano. La PERKINS (Segretaria del Lavoro) è divenuta una maledizione per il mio paese perché non comprende che l'uomo non ha mai mangiato il lavoro. Non si mette una fettina di lavoro fra due fette di servizio per farne cena. I palazzi non sono cibi.

Io rimango indifferente alle parole finché non si confondono sotto una copertura verbale due sostanze di natura diversa.

MARX forse vedeva una distinzione fra proprietà e capitale, ma il mondo non lo sa ancora.

Io lascio ai miei lettori italiani la scelta dei termini ma l'economia ha bisogno di due parole che permettano di distinguere senza la minima possibilità d'errore fra la categoria che contiene la sedia dove mi siedo, il mio letto, la mia tavola, i miei vestiti, da una parte, diciamo, la mia proprietà che io devo conservare o rovinare, in mia facoltà senza danneggiare altrui, e d'altra parte, la categoria che contiene un mio titolo della Ferrovia di Pennsylvania per il quale un complesso di uomini devono fornirmi 50 dollari all'anno.

Mi pare che sarebbe utile di chiamare questo titolo capitale e di lasciare la parola proprietà per le cose che hanno più corpo.

Il termine Finance Capital viene sempre più usato in inglese.

In ogni caso la scienza ha bisogno di segni, indicativi in numero uguale alle diverse categorie da segnalare.

«Kulak capital», «finance capital», indicano diverse specie di ricchezze nell'ultima opera satirica di WYNDHAM LEWIS.

Ma se scorriamo un eventuale libro di scuola, dobbiamo prima scegliere e definire due parole in questo campo. Kulak capital significa, nel mio linguaggio personale, proprietà.

L'etica della terminologia consiste nel non essere ambigua.

Dopo il tempo di CROMWELL l'Europa è malata a causa dell'indeterminatezza del secondo termine.

La spada difende il solco da altre spade. La spada non difende il solco dall'usura. DANTE lo ha ben saputo, (si pensi a Gerione).

Solamente una grande incomprensione della natura della moneta avrebbe permesso a NAPOLEONE di trovare soldi a Londra per armarsi contro l'Inghilterra. Questo processo mi pare contro l'economia, contro l'oikos.

DOUGLAS sbaglia meno degli altri perché è animato dalla sete della giustizia. La sua definizione fondamentale della salda moneta primitiva è «The man that issued the money had the goods» (L'uomo che emetteva la moneta possedeva la merce, ossia il bestiame).

Sotto ogni brano di buon senso economico si trova una salda base etica, un chiaro concetto dei rapporti, e una chiara dissociazione di cose di natura diversa.

Chi torna un po' indietro trova trattati d'economia comprensibile. HUGH CHAMBERLEN, che scriveva nel a.d. 1696, parlando di «Hands and Lands» trasmetteva senz'altro il suo concetto. Solamente col trionfo dell'usura nell'ottocento si arriva all'imbrogliatura universale della terminologia economica.

Il BERKELEY è abbastanza chiaro quando chiama moneta un biglietto (money, a ticket).

DOUGLAS scoprendo la causa della mancanza globale della potenza monopolio di questa potenza, concentrato non nelle mani d'un governo benevolo ma in mani altrui.

GESELL vedendo che l'oro dura e la merce no, voleva una moneta che si adattasse quasi automaticamente alla sparizione della merce. Queste sono azioni etiche. Non insisto sulle marchette. Posso ben vivere senza il piacere di adoperare una seconda varietà di francobolli.

Non credo che l'annullamento, mediante timbratura, dei francobolli postali a servizio reso, sia un mistero per il pubblico. Ma gli economisti scienziati che comprendono il perché dell'annullamento dei francobolli postali devono comprendere il perché delle marchette di GESELL e di Avigliano.

Se la cancellazione non viene effettuata in un modo, deve effettuarsi in un altro. Il pubblico nel suo complesso deve essere in grado di comprare il proprio prodotto globale.

E la riserva? E la prudenza? Le bas de laine del contadino francese non è mica un nuovo concetto. Gli anelli d'oro del popolo italiano hanno funzionato.

Supporre che una tale riserva, magari cartacea, rovinerà un popolo, è assurdo.

Il posto più sicuro per quella riserva «The safest place for the reserve of purchasing power» fu designato da un rozzo padre della Repubblica Americana «in the pants of the people» nelle braghe del popolo.

Non dico che questo sia il solo ripostiglio ma è UN ripostiglio non trascurabile, che in nessun, modo può impedire o ostacolare l'esistenza d'altre riserve.

Oltre queste poche precisazioni etiche dubito che ve ne siano molte altre nell'economia. MARX vedeva che «il valore sorge dal lavoro», ma non vedeva che un'enorme quantità di lavoro era stata GIA' compiuta dai nostri antenati, inventori di processi meccanici.

DOUGLAS demolì il Marxismo con questa percezione, come il GESELL lo demolì rilevando che «Marx non domandò mai: che cosa è la moneta?» Ma tutti e due agivano nel dominio dell'intelletto quasi non entrando nell'azione effettiva.

Ma il principio del male, il Satana del sistema pre-Fascista, pre-Douglasista, pre-Gesellista, il padre delle bugie, è il creatore delle scarsità artificiose.

Captans anonam maledictus in Plebe sit.

EZRA POUND