Castello di Acquafredda

Monumento Naturale "Domo andesitico di Acquafredda" - Parco ambientale archeologico

 

 

Antarias Società Cooperativa Siliqua (CA) Sardegna

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Sentiero della vecchia ferrovia del Sulcis

PROSSIMA ESCURSIONE DOMENICA 8 marzo 2015 in occasione della  8a Giornata delle Ferrovie Dimenticate

Questo sentiero, ci permette di ripercorrere in parte, il vecchio tracciato ferroviario che da Siliqua arrivava fino a Calasetta attraversando maestosi ponti, gallerie, abitazioni abbandonate. Il percorso si presenta particolare suggestivo in questo periodo piovoso e invernale. Davvero da non perdere!!!

Caratteristiche dell'escursione:

Territorio: COMUNE DI SILIQUA 

Durata Percorso: Ore 5 circa a/r. Località: Montana.

Indice di difficoltà: Semplice.    Segnaletica: Assente

Interesse: Storico, Floristico e Paesaggistico. 

Ritrovo: Castello di Acquafredda Siliqua (S.S. 293 Km 35 ) alle ore 09:30

Prenotazione: almeno entro sabato mattina .   Pranzo: al sacco

Percorso: In auto: asfalto Km 5 ;   A piedi: sentiero Km 12 (A/R).  Costo di partecipazione: euro 8,00

Flora: Troveremo lungo il percorso tutte le specie della macchia mediterranea bassa, sughere, lecci, ginepri, alaterno oleandri ecc.  Fauna: Principalmente avvistabili varie specie di volatili.

Consigli: Munirsi di scarpe da trekking o da tennis, acqua e cappellino per le giornate calde.

Per prenotare e ulteriori informazioni:

tel 3491564023 - 3497428014  Email: antarias@tiscali.it

 

Notizie storiche

Agli inizi del '900 il governo decise di realizzare nuove linee ferroviarie capaci di collegare Cagliari, con le aree minerarie e l'isola di Sant'Antioco. Nel 1911 fù presentato dalla Ditta Cugnasca il progetto che prevedeva la diramazione della rete delle Ferrovie Reali (Decimomannu - Iglesias) da Siliqua fino a Santadi, attraverso il valico di Campanasissa, per proseguire fino a Sant'Antioco e Calasetta. Questo percorso, compreso il tratto Cagliari-Siliqua, raggiungeva i 110 chilometri. 

Treno al Castello di Acquafredda

La Società Anonima Ferrovie Meridionali Sarde si costituì a Busto Arsizio l'11 dicembre 1914, e il 20 aprile 1915 fu stipulata con lo Stato una convenzione per la concessione, la costruzione e l'esercizio di una ferrovia a scartamento ridotto da Siliqua a Calasetta con diramazione per Iglesias a Palmas Suergiu. Nove giorni dopo, il R.D. n°666 la rese esecutiva.

I lavori di costruzione poterono iniziare solo nel 1923 a causa degli eventi bellici della Grande Guerra e della successiva crisi economica. Per la realizzazione furono necessari tre anni. Lungo la linea furono realizzate diverse interessanti opere: cinque gallerie,  20 tra ponti e viadotti, 14 ponti metallici , 343 acquedotti e ponticelli. 

Foto di Vittorio Buzzi

 

Foto di Vittorio Buzzi

 

Foto di Vittorio Buzzi

Foto di Vittorio Buzzi

Si rese necessaria anche l'edificazione di 18 stazioni (tutte caratterizzate da decorazioni murarie realizzate dal noto pittore Stanis Dessì), 55 cantoniere e quattro garitte.

Le F.M.S. iniziarono l'esercizio il 23 Maggio 1926 con l'apertura dell'intera rete.

All'inizio dell'esercizio il materiale rotabile era composto di otto locomotive a vapore Breda, numerate da 101 a 108, 15 carrozze viaggiatori e 80 carri merci. Le comunicazioni lungo la rete erano garantite da un apposito impianto telegrafico sostituito successivamente da rete telefonica propria.

Il primo decennio postbellico si caratterizzò per una costante produzione di carbone,  circa 900.000 t. annue, la quale favorì anche al servizio ferroviario un periodo di relativa stabilità. Questo equilibrio si spezzò quando, alla metà degli anni cinquanta, l'uso del petrolio e suoi derivati a basso costo si sostituì al carbone come principale fonte energetica, sancendo, di fatto, l'inizio del definitivo tracollo dell'attività estrattiva carbonifera con la totale chiusura dei pozzi che avvenne alla fine degli anni '60. Per le Ferrovie Meridionali sarde fu un colpo durissimo anche perché al crollo del trasporto del carbone, principale supporto economico della Società, si accompagnò l'avvento della motorizzazione privata.

Nonostante l'intervento diretto dello Stato, l'auspicato rilancio non ci fu a causa dello scarso numero dei viaggiatori e dell'inutilizzo del vettore ferroviario per il trasporto delle merci. A ciò si aggiunse da prima la chiusura della tratta Siliqua-Narcao  causata dei lavori per la  costruzione dell'invaso idrico di Bau Pressiu (13 luglio '68) e la chiusura della tratta  Monteponi-Iglesias (18 gennaio '69) causata dal crollo di una galleria.                                         

Ormai il servizio ferroviario aveva i giorni contati e il 4 Febbraio 1974, il Direttore dell'Esercizio Ing. Giuseppe Cadeddu emesse l'Ordine  che disponeva l'integrale soppressione della rete ferroviaria Monteponi-San Giovanni Suergiu e Narcao-San Giovanni Suergiu-Calasetta dal giorno 5 Febbraio 1974. Il provvedimento non fu ben accetto né dalle maestranze, né dalle popolazioni tanto che, per volontà ministeriale, si dispose la riattivazione del servizio con nuovo O. S. del 7 Febbraio 1974. I collegamenti ferroviari erano stati ridotti a una coppia di corse utilizzando materiale rotabile ormai vetusto e con orari ormai non più consoni alle esigenze della poca utenza che preferiva le autolinee sostitutive del servizio ferroviario che, avevano, invece, orari adeguati ed erano esercitate da autobus nuovissimi. La proroga durò pochi mesi e, il 1° Settembre 1974, in attuazione della legge 309 del 16 Luglio 1974, il provvedimento definitivo di cessazione dell'esercizio fu reso esecutivo. Le Ferrovie Meridionali Sarde da allora soppressero tutte le linee ferroviarie e furono sostituite dalle autolinee su gomma. Termina così la storia delle "Ferrovie del Sulcis", strumento decisivo per il progresso e lo sviluppo socioeconomico della regione sud occidentale della Sardegna.

Notizie riportate dal dal sito delle FmS.

La ferrovia oggi

Oggi questo tracciato si presenta facilmente fruibile per le passeggiate, e data la grande lunghezza la visita può iniziare da diversi punti.  Le case cantoniere si trovano in uno stato di evidente degrado, ma conservano ancora i tetti e le decorazioni murarie, solo in pochi punti si trovano ancora le rotaie. Di impressionante bellezza e suggestione le gallerie, i ponti e gli acquedotti ancora in ottimo stato di conservazione, sicuramente un patrimonio storico-culturale di tutto il Sulcis.

Antarias Società cooperativa - Gestione parco archeologico del Castello di Acquafredda

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