LA PALEONTOLOGIA
a cura di Dario Lo Brano
Il
termine Paleontologia è una parola greca che significa “discorso sugli esseri
antichi”. Oggi la Paleontologia è una scienza biologica autonoma che ha per
oggetto lo studio degli animali e delle piante delle passate ere geologiche in
uno stato pietrificato che prende per nome il termine latino di fossile
(attenzione comunque, fossile è qualunque cosa che è andata incontro al
processo di pietrificazione chiamato fossilizzazione, quindi fossile è anche
solo l’impronta della zampa di un animale che comunque sia può già dirci
tanto su di esso e, di conseguenza, sul l’ambiente che lo circondava).
Naturalmente non deve essere confusa la Paleontologia con l’Archeologia,
l’Archeologia è una disciplina che si occupa dei resti delle antiche civiltà,
fa quindi parte delle scienze umane che trova ramificazioni nello studio degli
ominidi con la Paleoantropologia , quest’ultima, più vicina alla
Paleontologia per il comune interesse alle ossa, anche se la Paleoantropologia si ferma alle ossa umane.
Tornando
alla Paleontologia penso sia importante sapere che essa si basa fondamentalmente
sulla legge della correlazione degli organi, enunciata da Cuvier, per cui, anche
partendo da un particolare minimo quale può essere il dente o il guscio di un
fossile è possibile giungere alla raffigurazione dell’individuo completo ed
alla sua identificazione.
Ovviamente
la Paleontologia non è una scienza assoluta e non può esistere come scienza a
sé, per essere bisogna che si appoggi alla Geologia, essendo il materiale
oggetto di studio della Paleontologia fornito principalmente dalle rocce che
costituiscono i depositi sedimentari. I depositi di rocce sedimentarie,
generalmente, si dispongono in strati più o meno orizzontali. Se tali strati,
durante la loro apposizione non vanno incontro a stravolgimenti dati dalle più
svariate cause, mantengono inalterati i rapporti di giacitura. Da ciò è facile
ipotizzare che i più profondi strati sono quelli di più antica formazione,
quindi, procedendo dall’alto verso il basso si entra in una metaforica
“macchina del tempo” che ci permette di ipotizzare una datazione degli
strati. La datazione è ancora più precisa e sicura quando negli strati è
presente un fossile guida. I fossili guida sono resti di organismi appartenenti
a gruppi dalla rapida evoluzione che hanno colonizzato grandi territori ma che
hanno avuto una breve vita geologica. Essendo fondamentale per la sopravvivenza
di un organismo il totale adattarsi di esso all’ecosistema in cui esso vive è
possibile, grazie ad un confronto con il presente, stabilire (nel caso di un
organismo fossilizzato) le condizioni climatiche ed ambientali del passato in
cui esso viveva. L’importanza della Geologia in tutto ciò è fondamentale
quando i suddetti rapporti di giacitura sono stati disturbati da eventi
geologici.
La
Paleontologia è, inoltre, in stretta relazione con la Geografia fisica, perché
dalla comparazione del fossile con forme viventi si giunge a stabilire con
sufficiente esattezza se una data specie è marina, terrestre, etc… E’
inoltre utile dire che per la complessità che questa scienza ha raggiunto, i
giovani studiosi, per gioco-forza, tendono a specializzarsi in una delle due
colonne portanti della Paleontologia, ossia la Paleozoologia e la Paleobotanica
o Paleofitologia.
Qualunque sia la scienza, tra le precedenti esposte, che una giovane mente piena di curiosità si accinge a scrutare, è fondamentale, prima di ogni cosa, avere la giusta visione di quello che realmente è il lavoro di un ricercatore di antiche biologie perdute o quasi. La voglia di sapere, il porsi sempre nuove domande dalle risposte ottenute, la passione di ciò che non è ma che è stato sono primari requisiti; rilassarsi a fine giornata, dopo ore di scavi, e regalare al proprio orgoglio una fetta di sapere in più, un tassello che mancava al grande mosaico è senza dubbio il principale risarcimento al sudore e alla sporcizia che si sono accumulati sulla pelle durante il giorno, da questi risarcimenti deriva il piacere di affrontare questo lavoro da parte delle persone che lo fanno, ed è strano poi godere del totale adattamento che ognuno prova durante gli scavi anche se si trova, perlopiù, in situazioni che non sono proprio di comodità totale.