Civico  Museo  d'Arte  Moderna

  

ARTISTI

Ercole  DREI

Faenza 1886 – Roma 1973

Le opere di Drei coprono un arco di tempo particolarmente ampio che va dai primi del secolo fino agli anni settanta, durante il quale l’artista ha sempre ricercato la perfezione tecnica e la forma armoniosa e coerente al vero, cioè la "buona arte" come egli la chiamava. A Firenze dal 1904 frequenta l'Accademia di Belle Arti e gli insegnamenti di Rivalta per quanto riguarda la scultura e di Fattori per la pittura. Da allora sviluppò particolarmente il proprio talento artistico di scultore, partecipando alle più importanti esposizioni nazionali ed internazionali e dando inizio a quella serie di opere monumentali un po’ in tutta Italia che gli avrebbe procurato fama e notorietà. Accanto ad una produzione scultorea sempre più vasta ed importante, Drei non trascurò né di dipingere né di realizzare opere in ceramica.

Si trasferisce a Roma nel 1913 ; l’opera Eva del 1915 è una delle prime figure monumentali scolpite da Drei nella quale è già vivo il senso del ritmo che rende fluide le forme. Dopo gli anni della guerra si indirizza sempre più decisamente verso un recupero della forma classicheggiante che troverà nelle opere esposte alla Biennale di Venezia la sua espressione più matura di questi anni che apre la strada alle levigate e controllate eleganze formali delle opere successive. Nello stesso anno all’artista, grazie all’interessamento di Socrate , che tra l’altro ne incoraggia le qualità pittoriche, viene assegnato uno studio a Villa Strohl-Fern dove rimane stabilmente e fu questa probabilmente l’occasione che lo portò ad Anticoli.

Negli anni Venti, alla produzione di taglio monumentale improntata ad un classicismo sempre più rigoroso adattato alle esigenze di retorica del regime come questa Quadriga in bronzo del 1928 per il Palazzo di Giustizia di Messina, si affiancano sculture e ritratti di carattere più intimo, destinati all’intensa attività espositiva nell’ambito delle biennali di Venezia e Roma e rassegne di arte italiana all’estero Cinesina del 1927.

Gli anni Trenta segnano un lungo periodo di successi a cui risale la produzione più nota dell’artista. Del 1932 è la grande statua di Ercole allo Stadio dei Marmi di Roma e i contatti di lavoro con il regime sono sempre intensi. Le opere assumono un tono di misurata eleganza Baccante Addormentata del 1939 pur rivelando esplicitamente una rilettura della statuaria ellenistica e post-canoviana Saffo del 1934-35. Dopo la II guerra mondiale Drei lavora a soggetti sacri e mitologici non abbandonando mai la ritrattistica e mantenendo costante la sua presenza alle ressegne nazionali.

 

 

 

 

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