Esistono due diverse versioni di
Freudiana. L'album registrato in studio, "the white
album", uscì nell'ottobre 1990. Distribuito dalla EMI, il
numero di catalogo di questo LP è un vero e proprio mistero:
c'è il 7954161 sui lati 1 e 2, e il 7954171 sui lati 3 e 4;
sulla copertina il numero è invece 7954151.
I primi CD sono usciti l'11 ottobre 1990: in Europa (CDP 79 5415
- ma anche in Giappone come EMI/Parlophone Odeon dal 15 giugno
1992) e in Inghilterra (CDEN 5012), entrambi EMI.
Esiste poi un album tratto dal musical Freudiana, "the black
album": uscito in Germania nel 1991 a cura della EMI
Electrola (LP 568-7 96512-2, cassetta 268-7 96512-4, CD 164-7
96512-1) con una diversa strutturazione dei brani, tra l'altro
cantati in tedesco - tra parentesi quadre il brano corrispondente
al white album: 1. Freudiana (3:12),
strumentale [la versione strumentale del wa];
2. Kleiner Hans (3:12), vocals Kai
Peterson, Dagmar Hellberg, Wolfgang
Pampel, Regina Lemnitz
["Little Hans"]; 3. Ich Bin Dein Spiegel (4:04), vocal Felix Martin
["I am a mirror"]; 4. Es Ist Durchaus Nicht Erwisen
(4:46), vocals Kai Peterson, Ludwig
Itgenshorst, Leopold Kern, Viktor Gernot ["Funny you should say that"]; 5.
Dora (3:59), vocal Kai
Peterson ["Dora"];
6. Du Bist Allein (4:28), vocal Dagmar
Hellberg ["You're on
your own"]; 7. Ausgestossen (4:02), vocals Kai Peterson, Ludwig Itgenshorst, Leopold
Kern, Viktor Gernot, Dagmar Hellberg, Ensemble ["Far away from home"];
8. Doctor Charcot (4:59), vocals Norbert
Lamla, Gesamtes Ensemble
["Let yourself go"]; 9. Frau Schmetterling (4:15),
vocals Graham Pushee, Chorus (Niki
Bolen, Patrick Brunner, Brian
Carmak, Mike Knospe)
["Sects therapy"]; 10. Der Ring (3:10), vocals
Mittwachs-Gesellchaft (Eric
Minsk, Mario Steller, Dean Welterlen, James
Clark, Wolfgang Pempel, Anthony
D'Artagnan, Thomas Nesteler, Sam Cole) ["The ring"]; 11. Vision Dora
(3:04), strumentale ["Beyond the pleasure principle"];
12. Nie War Das Glück So Nah (3:24), vocal Karin Zwirner
["Don't let the moment pass"]; 13. U-Bahn (3:49),
vocals Kai Peterson, Ensemble ["Upper me"]; 14. Wer
Ging Den Weg (5:04), vocals Kai
Peterson, Ensemble
["There but for the grace of God"]; 15. Oedipus-Terzett
(6:29), vocals Kai Peterson, Dagmar
Hellberg, Wolfgang Pampel, Chorus ["No one can love you better
than me"]; 16. Chorus (0:58), chorus ["Destiny"];
17. Freudiana (4:59), vocal Kai
Peterson
["Freudiana"].
Per inciso, la prima del musical è stata al Theater An Der Wien
di Vienna, nel dicembre 1990, ed ha avuto ottime recensioni
critiche sulla stampa tedesca.
Questo è l'album che segna la fine
del "Project" (vedi oltre); in realtà questo disco non
farebbe parte della discografia del "Project", dato che
- sul LP - viene indicato come un'opera di Artisti Vari.
Tuttavia, Freudiana è un altro disco della premiata ditta AP-EW, vista
anche la presenza di Andrew
Powell e del resto della band
che ha suonato negli altri album del "Project"; meglio
ancora, Freudiana può essere definito come "The Eric Woolfson
Project", anche perchè EW ha scritto quasi tutte le tracce dell'album (AP ha
scritto la sola "Beyond the pleasure principle"). Ma
che vuol dire "Freudiana"? Il termine (in inglese si
pronuncia "froid'i-ana") si può riferire a libri,
oggetti d'arte ed altre cose collezionati da Sigmund Freud
(1856-1939) - si sa che la contemplazione di tali oggetti ha
fornito lo spunto per molte delle sue idee. Meglio ancora,
"Freudiana" può essere usato in modo più ampio per
indicare ogni aspetto della sua vita, i suoi lavori e tutto ciò
che ne è seguito.
Di seguito, le tracce del white album (in
totale 1:14:54,294).
1. The Nirvana principle (3:44,934), apertura strumentale.
Un brano composto allo scopo di fare entrare l'ascoltatore nel
giusto stato d'animo per ascoltare il brano successivo.
Senz'altro uno dei migliori brani strumentali di AP. Come
dire: "Sirius" incontra "Where's the walrus".
2. Freudiana (6:20,933), lead vocal Eric Woolfson.
Un'introduzione al mondo di Sigmund Freud; somiglia un po' ad
"Eye in the sky". Alla fine del brano c'è un
bell'assolo di chitarra di Ian
Bairnson. Una cosa curiosa
sono i suoni da "giungla" all'inizio.
3. I am a mirror (4:06,800), lead vocal Leo Sayer
(sì, lo stesso di "Talk radio" e "You make me
feel like dancing").
La funzione dello psicanalista. Forse le parole non sono delle
migliori, ma lo stacco strumentale è magico e riecheggia
"The turn of a friendly card". Leo Sayer
canta un po' alla maniera di Lenny Zakatek.
4. Little Hans (3:15,640), lead vocal Graham Dye.
Il più giovane paziente di Freud. Una copia di una qualche
canzone dei Beatles (forse "Penny Lane"?); in
un'intervista Alan Parsons ha detto di aver scelto Graham Dye
per questo pezzo perchè la sua voce sembrava "più da John
Lennon che non lo stesso John Lennon"; e forse, vista l'età
del piccolo Hans, Woolfson ha pensato bene di scrivere una canzone
"da ragazzi".
5. Dora (3:51,133), lead vocal Eric Woolfson.
Un'altra paziente di Freud. Canzone triste, lenta... La prima
volta che la si ascolta ricorda un po' "Closer to
Heaven", anche perchè entrambe sono le classiche ballate
alla Woolfson.
6. Funny you should say that (4:36,494), lead vocals The Flying Pickets ("Lost boys" è un loro famoso
album).
L'interpretazione dei sogni secondo i Flying Pickets.
Di per sé il brano non è molto lungo, mentre le parole sono
lunghissime (quasi due pagine sul libretto)! I Flying Pickets
cantano questa canzone a grandissima velocità. Da notare anche
alcuni effetti sonori particolari, in sottofondo, simili a quelli
dei cartoni animati di Bugs Bunny.
7. You're on your own (3:54,706), lead vocal Kiki Dee
(ha lavorato, oltre che come solista, anche con Elton John).
La relazione madre/figlio. Kiki
Dee ha una voce carina, e il
brano non è male. Verso la metà della canzone il tempo cambia,
e Kiki inizia a cantare "Destiny" (la
traccia numero 17), poi il tempo torna alla normalità.
8. Far away from home (3:11,867), lead vocals The Flying Pickets.
Il lamento dell'Uomo Lupo, dell'Uomo Topo e del Giudice che,
insieme con Dora e il piccolo Hans, costituiscono i cinque casi
classici di Freud, con melodie alla Alan Parsons
e strumenti ed orchestrazione alla Andrew Lloyd Webber.
9. Let yourself go (5:26,960), lead vocal Eric Woolfson.
Mâitre Charcot, l'ipnotizzatore francese che influenzò Freud.
Quando Woolfson canta "Let yourself go, let yourself go,
let yourself go..." ipnotizza anche gli ascoltatori! Ricorda
molto "One good reason" di Ammonia Avenue.
10. Beyond the pleasure
principle (3:13,800),
strumentale.
Il titolo deriva da un libro di Freud, ed è l'unica traccia
composta dallo stesso Alan
Parsons (il resto dell'album
è opera del solo Eric
Woolfson). Anche qui si
riconoscono le note di "Destiny" - o, che è lo stesso,
della parte centrale di "You're on your own" - inserite
in un bel contesto, un po' rock, un po' jazz, poi un assolo di
sassofono, infine ancora orchestrale.
11. The ring (4:22,933), lead vocal Eric Stewart
(ex 10cc, ha lavorato anche con Paul McCartney).
Il sorprendente regalo che Freud dette ai suoi discepoli.
Comincia piano, poi va in crescendo. Non sembra essere un brano
particolarmente ispirato.
12. Sects therapy (3:40,200), lead vocal (il compianto) Frankie Howerd.
Un'avvertenza medica sui possibili trabocchetti della psicologia. Frankie Howerd è un attore ("Up Pompei",
"Carry on..."); e in effetti non è che canti davvero.
È più come se stesse raccontando una storia accompagnato dalla
musica. Più prosaicamente, la canzone comica dello show.
13. No one can love you
better than me (5:40,907),
lead vocals Kiki Dee, Marti
Webb, Gary Howard, Eric Woolfson.
Il complesso di Edipo: Kiki
Dee è la "madre
universale", Gary Howard il "padre universale", Eric Woolfson
il "figlio universale" e Marty Webb
- che ha lavorato con Andrew Lloyd Webber - fa la "figlia
universale". Che simpatica famigliola! Termina con dei
fragorosi colpi di batteria. Da notare che le parole dell'universal
daughter non ci sono sul libretto del CD, ma sono
presenti sul LP.
14. Don't let the moment
pass (3:40,027), lead vocal Marti Webb.
Un'immagine di idealismo romantico in un'altra canzone che sembra
uscita dal repertorio di Lloyd Webber.
15. Upper me (5:16,266), lead vocal Eric Stewart.
L'Ego e l'Io, ovvero l'esplorazione della psiche secondo un
tipico brano alla "Alan Parsons Project". Sembra quasi
che la canzone sia stata scritta su misura per Lenny Zakatek, ma Eric Stewart
fa comunque un buon lavoro.
16. Freudiana (3:43,107), strumentale.
È la terza volta che si ascolta questa melodia (la prima è
"The Nirvana Principle", la seconda è
"Freudiana" cantata da Woolfson), che sembra proprio un'ouverture. Il finale
con il sax e l'orchestra al suo massimo è magico.
17. Destiny (0:51,027), vocals Chris Rainbow.
Un breve richiamo alla realtà in una canzone che ha appena
quattro righe (ed è per questo che il pezzo dura solo 51
secondi). Chris Rainbow canta "a cappella", senza
strumenti, ed in "multitraccia", creando l'effetto
coro. Come si diceva prima, anche Kiki Dee
(in "You're on your own") canta queste quattro righe,
più velocemente di Rainbow e con l'accompagnamento musicale. "And
now you are alone my friend/And I must set you free/And you must
face the world outside/And find your destiny". Dà da
pensare?
18. There but for the grace
of God (5:56,560), lead vocal John Miles.
Un inno alla condizione umana, grandissimo pezzo con cui
concludere il disco. Inizia semplicemente con il piano, poi si
aggiungono batteria, orchestra, chitarra, sax eccetera... Dove
l'abbiamo già sentito? Forse in "La Sagrada Familia"?