- LA DELECTATIO NELL'OPERA DI MARIA
CREDIDIO
La sanguigna, impasto di ocra rossa e
cera, č stata utilizzata dai pił grandi artisti sin dal Rinascimento
ed č ancora oggi preferita da molti per la morbidezza della sfumatura
a chiaroscuro.
Anche Maria Credidio, giovane
pittrice di San Demetrio Corone (Cs), non disdegna la sanguigna.
Le sue figure presentano panneggi e
segni morbidissimi, i tratti sono sicuri, veloci e rendono bene
l'idea, i tondi sono lievi, dolci ed armoniosi e rendono bene i
contorni. Spesso i contorni sono assenti o ben combinati con valori
tonali che fanno intuire le condizioni di profonditą, volume e luce.
Se nella musica l'armonia č
concordanza di suoni o consonanza di voci e nella poesia accordo di pił
versi, nell'arte pittorica l'armonia č accordo di pił parti tra loro
e sapiente accostamento di colori diversi, capace di suscitare
nell'osservatore la delectatio, il godimento estetico, il sentimento
dell'armonia che si traduce in sensazioni, vibrazioni, palpitazioni
del cuore.
Guardando le opere della Credidio, si
provano queste sensazioni, come per magia.
Se in una prima fase della sua vita
artistica (cartella "L'estasi"), la Credidio ha
rappresentato la figura femminile che si librava nell'aria godendo
della magnificenza della vita, seppure avvolta da una lunga rete che
la proteggeva dai condizionamenti esterni, oggi (cartella
"Riflessi di luce graffiati dai pensieri") la rappresenta
libera, ma riservata, discreta, con gli occhi bassi, quasi pudica, con
il capo leggermente reclinato sul petto ed i folti e lunghi capelli
liberi di scivolare sulle braccia e accarezzare le guance, in
atteggiamento di colloquio con se stessa, immersa in un angolo di
silenzio e solitudine, alla ricerca del proprio io. Non a caso Novalis
diceva: "La sede dell'anima si trova collocata lą dove mondo
interno e mondo esterno si toccano. Lą dove si compenetrano, essa č
in ciascun punto della compenetrazione". Certo, noi che siamo
al di qua dell'opera non potremo mai comprendere nella sua interezza
la veritą dell'Arte. La solitudine dell'Artista, di fronte alla tela
o al cartoncino, č sempre un mistero che noi fruitori non potremo
comprendere appieno. Cosģ, i momenti di estasi o di introspezione
dell'Artista, immersa nell'angolo di silenzio, rimarranno solo "riflessi
di luce graffiati dai pensieri".
Salvatore Bugliaro