Mirë se erdhe...Benvenuto...
ARBITALIA.net 
Shtëpia e Arbëreshëve të Italisë La Casa degli Albanesi d' Italia  
 
ASSOCIAZIONE CULTURALE
VATRA ARBERESHE
 
CHIERI 02/02/2001
 
MINORANZA e MINORANZE
di
Tommaso Campera
 

 

In contemporanea con le mostre “DALLE ALPI AL MARE” – “LE STRADE DEL SALE E DI COMUNICAZIONE TRA PIEMONTE E PROVENZA”  a cura di OMBRETTA LEVATI e ENZO BERNARDINI, nella città di CARMAGNOLA (TO), nell’ambito del contesto della Biblioteca Civica (gioiello architettonico del Piemonte), si è tenuta la conferenza sul tema “LINGUE E TERRE” con relatori Prof. TULLIO TELMON (docente di dialettologia dell’UNIVERSITA’ DI TORINO), Dott. GIORGIO INAUDI per i FRANCOPROVENZALI,  Prof. VINCENZO CUCCI  per l’associazione di Minoranza Linguistica “VATRA ARBËRESHE” di Chieri (TO), coordinatore Prof. Mauro Fissore.
Nell’ambito delle sue attività e divulgazione delle peculiarità  della minoranza storica  italiana ITALOALBANESE,  l’associazione “VATRA ARBËRESHE” di Chieri (TO) venerdì 02 Febbraio ore 21,00, è stata invitata a relazionare sulle caratteristiche della nostra minoranza.
Certamente interessanti, articolate e speranzose sono state le argomentazioni dei relatori, che spaziavano dal vissuto territoriale alla tanto demonizzata e temuta GLOBALIZZAZIONE ed EGEMONIA delle lingue che, per la preponderanza sia politica che economica, dovrebbero costituire minaccia di estinzione per le lingue minoritarie  o più deboli (in senso economico).
Tale tesi di minaccia è altresì sostenuta dal catalogo “ETHNOLOGUE” il quale recita:”52 lingue nel mondo sono parlate da una sola persona, mentre 426 da un esiguo numero di anziani; ci sono poi le LINGUE IN ESTINZIONE: entro la fine del XXI secolo metà delle lingue oggi parlate saranno scomparse”          Terribile, ad esempio da “L’URLO” opera del pittore MUNCH, mi sorge dall’anima una domanda (urlata): “Tra queste ultime ci sarà anche la nostra lingua (l’Arbëresh)?”
Anche lo scrittore MICHELE PERRIERA nel suo articolo “CONFESSO NON SO L’INGLESE” ( La Stampa di Torino 19 Dicembre 2000), rafforza questi timori, sostenendo che addirittura l’ ITALIANO finirà di essere relegato a rango di dialetto e che: “Si sta facendo troppo poco per salvare le lingue diverse”.
Di parere diverso (ed in ciò consiste la speranzosità anzidetta) è il prof. Tullio Telmon, il quale, introducendo una visione globale sulla situazione delle lingue minoritarie ed auspicando che la  Legge 482 Nov. 99  a tutela delle minoranze storiche italiane, non sia giunta in ritardo, ritiene non si debba avere paura della globalizzazione ed egemonia dell’Inglese.
per sostenere questa sua tesi, il docente universitario di dialettologia Prof. TELMON porta ad esempio il Latino che:”benché in epoca ROMANA avesse conquistato tutto il mondo allora conosciuto,non è sopravvissuto diventando attualmente le lingue neolatine”.
Secondo tale tesi, sarebbe il  LATINO a non essere sopravvissuto. Così dovrebbe succedere con l’Inglese, sarà perciò fagocitato, digerito e trasformato dalle altre lingue, diventando “tanti Inglesi”…?
Il Dott. GIORGIO INAUDI, relazionando per i  FRANCOPROVENZALI, fa rilevare che per riuscire nel mantenimento della propria identità culturale, per una minoranza è importante  poter riuscire a vivere il proprio territorio; a motivo di ciò illustra la peculiarità della coltivazione della canapa e le tante congreghe di cordai nei decenni passati.
Di seguito INAUDI, espone che si è data importanza e perciò identità ai FRANCOPROVENZALI (che grosso modo abitano quello che era il DUCATO di SAVOIA) solo nel secolo scorso.
Dall’esposizione fatta dal Dott. INAUDI si evince che il FRANCOPROVENZALE più che una vera e propria lingua , sono delle parlate differenti non sempre facilmente comprensibili tra loro.
Per gli OCCITANI/PROVENZALI (il dibattito sulla definizione esatta è ancora aperto) SERGIO ARNEODO: “Più che dare importanza al fatto linguistico, è importante il senso di appartenenza, il sentirsi parte di un mondo diverso, nei costumi, nelle tradizioni, nella lingua, dunque, identità con conseguente valorizzazione della propria lingua e costumi.
Arneodo esprimendo preoccupazione sul fatto che all’interno delle stesse minoranze possa venire imposta una espressione linguistica piuttosto che un’altra, auspica il rispetto delle varia forme di una stessa lingua, prosegue nel dire che nella vallata di COUMBOSCURO si è dato rilievo all’OCCITANO/PROVENZALE come lingua, 45/50 anni fa.
Il Prof. VINCENZO CUCCI Presidente dell’associazione “VATRA ARBËRESHE”di CHIERI (TO), dopo avere ringraziato per l’invito, relaziona a lungo sulle peculiarità storiche, linguistiche, religiose e di costume degli ARBËRESHË (Italoalbanesi), in uno scorrere attraverso i secoli e toccando i due estremi temporali ILLIRI – ARBËRESHË.
In una esposizione che è durata più di 30 minuti, il Prof. CUCCI  pone l’accento sulla straordinarietà degli ITALOALBANESI che pur lontani dal contesto originario da circa 6 secoli, continuano a mantenere viva questa identità culturale e a viverla, non facendo solo archeologia linguistica.
CUCCI fa notare come la Legge 482 Nov. 99 a tutela delle minoranze storiche abbia delle incongruenze dovute al fatto (come nel caso degli Arbëresh) che metà della popolazione è ormai fuori dai contesti originari (diaspora nella diaspora); a questi ultimi che per motivi socioeconomici sono andati a vivere, produrre ricchezza nelle regioni dove risiedono e votano, non viene riconosciuto il diritto al mantenimento delle peculiarità linguistiche-culturali originarie; essi non sono tutelati dalla Legge Nazionale e non dalle Leggi Regionali in cui risiedono, dalle quali non sono ritenuti “minoranza autoctona”.
Si è dato modo di fare sentire al pubblico la musicalità della nostra lingua (l’ARBËRESH), sia con l’interloquire in ARBËRESH dei fratelli Elio e Salvatore RAIMONDO originari di ACQUAFORMOSA (CS), (a sorpresa presenti tra il pubblico), sia con l’ascolto di una ninna nanna in ritmo binario(registrata a Macchia Alb. CS, 1989 Cesira Tocci), ed un vaitim/lamento funebre (registrato a S. Sofia D’Epiro CS, 1985 anonimo), esempi di folklore vivente.
Inoltre, sono stati presentati i 3 volumi “ORI E COSTUMI DEGLI ALBANESI” Ediz. Il COSCILE – Castrovillari  (CS) e varie riviste inerenti la cultura Arbëreshe.
Ciò che per il rispetto del tempo assegnatogli non ha detto il Prof. CUCCI Presidente di “VATRA ARBËRESHE”, sorprendendoci piacevolmente per la sua erudizione, lo aggiunge il Prof. TELMON che dice: “I maggiori scrittori del mondo albanese sono ARBËRESHË e ritengo che il vostro GIULIO VARIBOBA sia il DANTE ALIGHIERI del mondo ARBËRESH; da non dimenticare l’importanza avuta dagli Arbëreshë nel Risorgimento Italiano e nell’aver contribuito con personaggi di tutto rilievo, alla costruzione dell’attuale contesto Italiano”.
La conclusione della conferenza ci trova (nelle differenti esposizioni) d’accordo su  dei punti:
1.      La Legge 482 Nov.99, se anche benvenuta, per qualche verso è arrivata in ritardo, cioè quando qualche minoranza è già scomparsa; si veda quante comunità Arbëreshe sono già scomparse.
2.      Ci si augura che la menzionata legge di tutela non sia stata fatta , solo per dare modo a dei  personaggi di mettersi in primo piano,  ma che attraverso gli strumenti più immediati sia applicata ed operante.
3.      Nell’insegnamento delle lingue minoritarie, si tenga conto del rispetto delle varie forme (parlate), affinché non si diventi minoranza nella minoranza.
4.      Per la salvaguardia delle minoranze linguistiche, è importante la legge di tutela, ma all’interno della minoranza bisognerebbe poter sviluppare il senso di appartenenza (IDENTITA’), come anche importanza si dà al poter vivere il territorio.
5.      Le varie minoranze dovrebbero poter interagire tra di loro, attraverso scambi culturali, gemellaggi etc., al fine di trovare soluzioni comuni a problemi comuni(il mantenimento culturale).
 
 
PER “VATRA ARBËRESHE”
Il Vice Presidente: TOMMASO CAMPERA
 

Priru /Torna