| Il comune č situato ad una
altitudine di 824 m s.l.m. ed ha una superficie
territoriale di 31 kmq circa. Il nome del paese deriva
chiaramente dal termine Graikos trasformato nel
latino Graecus da cui Graeci e quindi
Greci. In albanese Grčēi o Katundi č lunico paese alloglotto albanofono
della regione Campania in provincia di Avellino. Deve il
suo nome ai Greci di Belisario che la fondarono (come molte altre colonie
greche nellItalia meridionale) ai tempi di Giustiniano, intorno al 535 d.C.. Va rilevato
inoltre che nella zona del casale delle Tre Fontane
passava fin dall'etą imperiale la via Traiana e gią in antico il tracciato del
tratturo Camporeale-Foggia.
Il nome si conservņ anche dopo la distruzione del 908,
avvenuta per opera dei Saraceni, fedeli mercenari di Federico II, che abitavano nella vicina
Lucera. La cittą di Greci, rivalutata da Pandolfo, principe di Benevento, sia nella
estensione territoriale che nella posizione strategica di
dominanza sulla valle del Cervaro, venne ricostruita nel
1039 e continuņ ad essere il centro principale tra
Savignano e La Ferrara, essendo Greci feudo di 3 soldati,
mentre Savignano Irp. era di 1 e La Ferrara di 2 soldati.
La popolazione grecese venne dominata e vessata da vari
Baroni e Principi senza scrupoli che spesso la vendettero
insieme al suo territorio. La
posizione amena, a cavallo dellAppennino Campano -
Molisano - Pugliese, attirņ lattenzione degli
Albanesi di Giorgio Castriota Skanderbeg, i quali si trovarono ad
accompagnare il loro eroe nazionale, venuto in aiuto
dellamico e protettore Ferdinando I di Aragona in lotta contro gli
Angioini, richiamati in Italia dalla
celebre congiura dei Baroni, intenzionati a spodestarlo.
Fu merito degli Albanesi se gli Angioini, guidati dal Piccinino, furono sconfitti proprio nel
territorio di Greci. Il Re in ricompensa permise agli
albanesi di ripopolare Greci, anche perché questi
potessero fare buona guardia contro eventuali
insurrezioni da parte degli abitanti di Faeto, Celle,
Troia e Lucera, fedeli agli Angioini. Prende il via,
cosģ, dal 1460-62 la civiltą Albanese di Greci. Come
"Castri-Graeci" la localitą č anche
riportata in alcuni documenti degli inizi del XIV secolo,
quando il feudo era di proprietą della famiglia Delfi Spinelli. Nel 1674 il comune passņ ad
Inico III di
Guevara, duca di
Bovino e Conte di Greci. I Guevara di Bovino possedettero il territorio di
Greci per quasi sei secoli e a questi i grecesi versavano
il "terratico", antica imposta feudale. Maria Guevara, ultima figlia del
Duca Prospero, nel 1922 possedeva ancora le
terre di Cannavale,
di Vado
del Conte e di Monte del Niglio. I fuochi, o famiglie,
ufficialmente censiti e residenti in Greci nellanno
1595 risultano in numero di 75, nel 1648 n.136, nel 1669
n.142, nel 1757 n.234 per 1026 ab. (cfr. "Catasto
Onciario"); Greci nel 1898 aveva 3863 ab., nel 1920
ne contava 3200, nel censimento del 1951 si contavano
2756, in quello ultimo del 1991 solo 1186 ab.. Si
conservano la lingua, gli usi, i costumi, le tradizioni
ed il folclore degli antichi Albanesi. Il solo rito
greco-ortodosso (che ancora oggi si conserva nei paesi
albanofoni di Calabria e Sicilia - v. Eparchia di Lungro
in prov. di Cosenza ed Eparchia di Piana degli Albanesi
in prov. di Palermo) a Greci veniva abolito
dallArcivescovo di Benevento Orsini, il futuro Papa
Benedetto XIII. Greci dopo il 1860, a seguito del
riordino territoriale del nuovo Regno dItalia,
passņ dalla provincia di Capitanata (Foggia) a quella di
Avellino. Gli abitanti si chiamano Grecesi. |