| Situato ai piedi del colle
Sant'Elia, San Benedetto Ullano ha origini molto antiche e le prime notizie
storiche certe risalgono agli ultimi decenni del XII
sec., quando fu feudo dei duchi normanni di Montalto, che in quegli anni vi fondarono
un monastero benedettino, da cui il piccolo borgo prese
il nome. L'antico borgo medioevale ebbe un decisivo
impulso demografico ed economico, con conseguente
sviluppo urbanistico, nella seconda metą del XV sec.,
quando fu ripopolato da profughi albanesi. Nel 1580 sorse
la frazione di Marri,
quando alcuni albanesi di San Benedetto vollero
distaccarsi per il forte aumento di popolazione. Nel 1723 Papa Clemente XII, per intercessione di Felice Samuele
Rodotą, vescovo (sec.
XVIII) fondņ il "Collegio Italo-Albanese Corsini" vera e propria struttura
universitaria per la formazione del clero italo-albanese.
Il Collegio trasferito nel 1783 a San Demetrio
Corone, assunse in seguito, fama di uno dei migliori del
reame delle Due Sicilie, sģ da attirare l'attenzione di Ferdinando IV, Gioacchino Murat
e Giuseppe Garibaldi. Quando Ferdinando di Borbone si
alleņ con gli inglesi contro i francesi di Napoleone per
difendere il confine calabro-lucano si affidņ a uomini
come il notaio Vincenzo Tavolaro di San Benedetto Ullano per il reclutamento
degli uomini. Il paese fu protagonista durante le lotte
del risorgimento italiano; molti suoi abitanti presero
parte attiva ai moti di Cosenza del 1844 e 1848 pagando
con la vita i loro ideali di giustizia e di libertą
anche attraverso la partecipazione eroica alla
liberazione garibaldina dell'Italia Meridionale. Agesilao Milano ( 1830 - 1856 ) con gesto
disperato e romantico, attentņ nel 1856 alla vita del re
borbonico Ferdinando II finendo sul patibolo a Napoli
alla fine dello stesso anno. Prima frazione di Montalto
Uffugo, quindi, č divenuto comune autonomo nel 1937.
Maestosi sono i portali settecenteschi del centro storico
con stemmi e numerosi archi e archetti che caratterizzano
le viuzze. Importante č la cappella della famiglia dei
Rodotą dei Coronei, dedicata alla Madonna del Buon
Consiglio dei primi
anni del 1770, dove la balaustra dell'altare, chiaramente
latina, contrasta con l'altare quadrato sormontato da
quattro colonne tipicamente di stile bizantino. Nella Chiesa Parrocchiale č conservata l'urna funeraria di Lucio Aurelio
Stefano, forse console
romano. Importante la chiesa di San Rocco, di costruzione Settecentesca con
bellissimo portale e finestrone in tufo lavorato, ora
dissacrata e cadente. Interessante č la Chiesa di San
Salvatore in localitą
Piano dei Rossi, di recente costruzione, realizzata nei
caratteri tipici di recupero delle forme stilistiche
bizantine. Suggestivi gli aspetti
paesaggistico-naturalistici, sia perché immerso nei
boschi di faggio, sia per la presenza della rara specie
di tritone alpestre nello specchio d'acqua denominato il
"Laghicello" nell'omonima localitą
posta a quota 1000 mt. Questo piccolo centro agricolo č
riuscito a conservare sino al dopoguerra una varia e
complessa tradizione popolare attraverso una serie di
manifestazioni e consuetudini che per secoli hanno
costituito la cultura albanese. Il complesso sistema di
credenze, di riti di abitudini ancora oggi riesce ad
essere presente e facilmente riscontrabile da parte di
chi č estraneo a questa cultura. Sono ben conservati, a
San Benedetto, e ancora in uso i suggestivi costumi
femminili, ricchi di ori e colori, i canti tradizionali
sacri e profani, le semplici ma gustose ricette
gastronomiche. E', inoltre, presente un gruppo
folkloristico che contribuisce fortemente alla ricerca e
alla riproposizione dell'antica cultura albanese. San
Benedetto ha dato i natali anche a Pietro Pompilio
Rodotą, letterato (sec. XVII) e il Santo Patrono č San
Benedetto Abate che viene festeggiato il ventuno marzo.
Gli abitanti si chiamano Sanbenedettesi. |