| Situato ai piedi della Sila Greca a
400 m. di altitudine, dista circa 12 Km dalla Piana di
Sibari ed da altrettanti km da San Demetrio Corone in un suggestivo
scenario di ulivi e dal tipico paesaggio collinare.
Il pił antico documento (Bolla di Papa Urbano II) testimonia
l'esistenza del paese fin dal lontano 1089. Intorno al XV
sec. venne popolato da una colonia di profughi albanesi. Strihari č appunto il nome
albanese della comunitą preso in onore di un condottiero
della cittą di Strura in Albania. La lingua albanese č ancora oggi parlata
dalla popolazione, come pure sono tramantati da tempo gli
usi, i costumi ed il rito della madre patria. L'insediamento
monastico, il primo nato cronologicamente e consacrato ai
Santi Cosma
e Damiano, fu sotto la dipendenza della Badia
Sant'Adriano. Il casale fu feudo del principato di
Bisignano e, nel 1597, passņ a Bernardino Milizia. Successivamente,
fu assegnato ai Castriota e, infine, ai Campagna. Tra i personaggi
che vi nacquero, ricordiamo:Giuseppe Serembe, grande poeta
lirico il cui busto di bronzo, opera dello scultore
Odisse Paskali, si trova in piazza della Libertą; Guglielmo Tocci, deputato al
parlamento nazionale; Terenzio Tocci e Cosmo Serembe, nipote del poeta.
Gli abitanti si chiamano Sancosmitani (Striharjotė). |