| Questa cittadina
arbėreshe sorge tra le montagne della Sila Greca e le
pianure dello Jonio. La fondazione č di molto anteriore
alla venuta degli albanesi in Italia. Originariamente era
diviso in cinque borgate: Santa Sofia Terra, Pedalati, Appio,
San Benedetto e Musti, infeudate ai Vescovi di
Bisignano da Celestino III con bolla del 1192 e dal
Re di Napoli Tancredi IV. L'origine di Santa Sofia Terra
si deve ricercare, dato il suo nome greco, verso l'anno
896, quando i Greci , alleatisi con i Saraceni, irruppero
nei confini del principato longobardo di Salerno e in
Calabria occuparono Cosenza, Bisignano e Rossano. Un
distaccamento di soldati, fermatosi sulle boscose colline
di Bisignano avrebbe fondato un aggregato di capanne
dando il nome di Santa Sofia alla borgata. I suoi abitanti
professarono quindi il rito bizantino dalla fondazione
fino all'anno 976 come tutta la diocesi di Bisignano. Il
villaggio aveva raggiunto nel 1276, al tempo di Carlo I d'Angiņ, il numero di 50
fuochi (famiglie) e la popolazione era in continuo
aumento, quando la peste nera che infierģ sulla Calabria
nella metą del secolo successivo lo rese completamente
deserto insieme agli altri quattro villaggi limitrofi. Fu
per questo che nel 1472 il Vescovo di Bisignano, nobile di
Cosenza, desiderando coloni per le sue terre rimaste in
un desolato abbandono pensņ di chiamare, con la
mediazione dell'Archimandrita Paolo di Sant'Adriano, un gruppo di
profughi provenienti dall'Epiro, che si era fermato nel
Rossanese. Gli albanesi accettarono l'invito e, giunti
sulle alture di concordia con i figli dei pochi
sopravvissuti all'orrendo flagello, si posero a costruire
nella parte superiore dei ruderi della vecchia Santa
Sofia. Fatta l'unitą d'Italia, Santa Sofia , per potersi
distinguere da Santa Sofia da Forlģ, con Decreto Regio
di Vittorio Emanuele II, dato a Torino il 4 gennaio 1863,
aggiunse anche a ricordo dei suoi ripopolatori, "d'Epiro" e da allora
si chiamņ Santa Sofia d'Epiro. Ha dato i natali a Pasquale Baffi
(11-7-1749/11-11-1779) grecista,peleografo, giacobino
illuminato e intellettuale di grande valore e fama
europea, autore del primo catalogo a stampa della Reale
Biblioteca di Napoli; Angelo Masci, giurista e consigliere di Stato
nel 1820, autore del celebre "Discorso
sull'origine, i costumi e lo stato attuale degli Albanesi
nel Regno di Napoli"; Francesco Bugliari (1742 - 1806)
vescovo e presidente del Collegio di Sant'Adriano. Gli
abitanti si chiamano Sofjoti. |