L’ASSOCIAZIONE
SKANDERBEG RICORDA L’AVVOCATO GIUSEPPE ANTONIO MARIA BAFFA
NEL PRIMO ANNIVERSARIO DELLA SUA MORTE
Il
13 gennaio, nella chiesa di rito bizantino del Santissimo
Salvatore, in Corso Plebiscito, è stata celebrata una messa
in suffragio nel primo anniversario della scomparsa
dell’avvocato Giuseppe Antonio Maria Baffa, deceduto un anno
fa mentre si recava a Brindisi all’udienza del processo
sull’affondamento della corvetta albanese Katër i Radës,
ove perirono più di cento persone, in maggioranza donne e
bambini.
L’avvocato
Baffa era nativo di San Demetrio Corone e, come la maggior
parte dei suoi concittadini, era di origine albanese,
essendosi la sua famiglia rifugiata in Italia cinque secoli fa
per sfuggire all’occupazione turca.
Questo
legame lo aveva coinvolto in uno slancio di affettuosa
partecipazione facendogli assumere la difesa dei superstiti e
dei familiari delle vittime.
Un
anno fa la sua morte in un tragico incidente stradale.
Sabato
la messa in suffragio officiata nel suggestivo rito bizantino
da Papàs Angelo Belluscio alla presenza di una folla commossa
che ha radunato la folta comunità arbëreshe calabrese, il
mondo forense di Cosenza, amici e parenti, tutti uniti nel
ricordo di una persona buona, generosa e attaccata alla sua
gente e alle sue belle tradizioni.
La
messa in ricordo è stata accompagnata da canti i lingua greca
ed in lingua albanese secondo l’antica tradizione del rito
bizantino; la commozione dei presenti è giunta al culmine
quando l’Eparca Monsignore Ercole Lupinacci ha ricordato la
figura dello scomparso mettendone in risalto le qualità umane
forgiate dai valori forti della sua gente: la “burrnia” e
la “besa” ossia il sano orgoglio fatto di cura e di
rispetto per la propria e altrui dignità e l’affidabilità
conseguente alla rigorosa fedeltà alla parola data.
Monsignor
Lupinacci ha ricordato come questi valori costituiscono un
prezioso apporto della comunità arbëreshe nella nostra
comunità civile e come essi affondino le loro radici nella
cultura albanese, elevando un monito verso le semplificazioni
di chi oggi altro non sa vedere nella tragedia del popolo
albanese che l’esito di una fucina di delinquenza.
La
storia degli arbëresh è lì a testimoniare quanto nobile e
ricca sia invece la cultura di questo popolo e quanto prezioso
può essere il loro contributo per la società come
testimoniato dall’integrazione della cultura albanese con la
nostra storia patria.
Dopo
la cerimonia religiosa si è tenuta una cerimonia civile
presso la casa della cultura in Corso Telesio, promossa
dall’Associazione Skanderbeg di Bologna che da anni è
attiva nel massimo sostegno all’incontro solidale tra i
popoli arbëresh, le comunità italiane e quelle
albanesi.
Il
Presidente dell’Associazione Skanderbeg, Giuseppe Chimismo,
ha portato ai familiari dell’Avv. Baffa la testimonianza
della riconoscenza e dell’affetto di tutti i propri
associati e dei familiari delle vittime, attraverso la
consegna di un attestato composto su tela dall’artista Mauro
Andrea.
Emblematica
l’espressione conclusiva dell’attestato: “La sua figura
è rientrata nella nostra memoria e il suo sacrificio onora
tutti quelli che gli hanno voluto bene”.
Numerosi
i messaggi di solidarietà e di adesione all’iniziativa
pervenuti: dall’ambasciatore albanese a Roma,
dall’ambasciatore presso la Santa Sede, dal direttore del
giornale in lingua albanese “Bota Shqiptare”, dalle
numerose redazioni di riviste arbëreshe, dal senatore Luigi
Manconi il quale ha sostenuto in sede parlamentare e sugli
organi di stampa la causa dei familiari delle vittime, anche
nel ricordo dell’avvocato Baffa che proprio qualche ora
prima di morire gli aveva telefonato.
Giuseppe
Chimismo ha espresso sentimenti di riconoscenza al Senatore
Manconi per il sostegno dato alla causa attraverso un impegno
ed un’abnegazione ammirevoli.
Tra la
commozione generale a nome dell’Associazione Skanderbeg,
alla moglie e alle figlie dell’ avvocato Baffa è stata
consegnata l’opera dell’artista Mauro Andrea a perenne
memoria e alla madre, ai fratelli e alla sorella è stata
consegnata una spilla in argento raffigurante l’aquila
schipetara.
Si
è conclusa così una giornata che suggellato un incontro
fatto di affetto, riconoscenza, amore, rivisitazione delle più
belle tradizioni e riaffermazione dei valori più nobili della
cultura albanese.
Il
modo migliore per ricordare l’uomo buono e generoso che fu
l’avvocato Baffa.
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- GENNARO
DE CICCO
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