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Gli Arbëreshë della Calabria - SAN DEMETRIO CORONE

SPAZIO A CURA DI GENNARO DE CICCO

 

L’ASSOCIAZIONE SKANDERBEG PROPONE AL SINDACO DI SAN DEMETRIO C. DI DEDICARE UNA VIA  O UNA PIAZZA ALL’ AVVOCATO GIUSEPPE  BAFFA.

Nel mese di gennaio due avvocati cosentini Francesco Perrotta e Giuseppe Antonio Maria Baffa persero la vita in un tragico incidente stradale, sulla superstrada che collega Taranto a Grottaglie.

I due legali erano in viaggio verso Brindisi dove avrebbero dovuto partecipare all’importante udienza per il naufragio della motovedetta albanese KATER I RADES, che avvenne la sera del Venerdì Santo del 1977.

Perrotta e Baffa erano avvocati di parte civile per una trentina di superstiti del naufragio e per molti parenti delle vittime di quella tragica disgrazia nel canale d'Otranto, in cui persero la vita ben 86 persone.

La notizia del tragico avvenimento portò sconcerto in tutta la città di Cosenza dove, specie nell’ambiente giudiziario e forense, i due avvocati erano conosciuti e stimati da tutti.

L’avvocato Giuseppe Baffa era un arbëreshë di San Demetrio Corone e la notizia della sua tragica morte destò profonda commozione in tutta la cittadinanza.

Esercitava la sua professione a Cosenza, ma non perdeva occasione per far ritorno nel paese natale, dove risiedono la madre e molti parenti.

A pochi mesi di distanza l’associazione socio-culturale Skanderbeg di Bologna, anche a nome dei famigliari delle vittime della nave di Otranto, ha inviato al Sindaco del Comune di San Demetrio Corone, Sen. Cesare Marini, una lettera in cui si chiede di patrocinare in Consiglio comunale la proposta di onorare lo sfortunato concittadino intitolandogli una via o una piazza.

   Nella lettera si ricorda che “i parenti delle vittime di questa tragedia ed i superstiti hanno trovato nella figura dell’avvocato Giuseppe Antonio Maria Baffa un patrocinatore generoso e professionalmente esemplare, che si è dedicato a questa causa avendo nel cuore viva la memoria e la custodia della cultura arbëreshe”.

Si precisa, inoltre, che “ l’avvocato Baffa, come la maggior parte dei cittadini di San Demetrio Corone era d'origine albanese.

La sua famiglia si era rifugiata in Italia cinque secoli fa per sfuggire alle persecuzioni dei turchi. Probabilmente questo legame ha costituito il motivo di fondo per cui seguiva la causa di questi profughi con totale dedizione, senza risparmiarsi in un’estenuante ricerca della verità”

La lettera continua ricordando che “ l’avv. Baffa, come noto, ha perso la vita nel mese di gennaio di quest’anno insieme all’avv. Francesco Perrotta, mentre si recava in autostrada da Cosenza a Brindisi per seguire il processo: a tutt’oggi non appaiono chiare le circostanze che hanno dato luogo a questa tragedia e non sono pochi gli interrogativi, anche inquietanti, rimasti senza risposta”.

Si porta anche a coscienza del Sindaco che “ i familiari delle vittime dello speronamento della corvetta Sibilla hanno già sottoscritto una proposta per ottenere dal governo albanese un’alta onorificenza da assegnare in memoria del loro avvocato: il settimanale di Roma, Bota Shqipetare, intende promuovere un concorso, anche con il patrocinio del Ministero della Cultura Albanese per selezionare un bozzetto per la realizzazione di un busto raffigurativo dell’avvocato Baffa, da collocare possibilmente in un luogo che il Comune di San Demetrio Corone volesse intitolare a suo nome”.

Il Presidente dell’Associazione Skanderbeg Giuseppe Chimisso conclude dicendo: “ E’ proprio questa la ragione per cui mi rivolgo a Lei, che so particolarmente sensibile ai valori di fratellanza e solidarietà umana. Le chiedo di patrocinare in Consiglio Comunale di San Demetrio Corone la proposta di onorare questo Suo generoso concittadino intitolandogli una via o una piazza.

Sono certo che quest'iniziativa saprà raccogliere l’affettuoso consenso di tutta la cittadinanza, che nel ricordo di uno dei suoi più illustri figli potrà tenere vivo il sentimento di appartenenza alla propria cultura.

L’Avv. Giuseppe Antonio Maria Baffa ha saputo proporsi come volto amico, ha saputo infondere speranza, ha saputo essere d’esempio per una vita condotta all’insegna dell’onestà e dell’abnegazione”.  

 

GENNARO DE CICCO

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