UNA DIVINA
LITURGIA PER RICORDARE SAN NILO
Lultima volta risale a dieci anni or sono. Allora
era stato il compianto arciprete don Giuseppe Faraco a celebrare, dopo
circa un secolo e mezzo, una ufficiatura liturgica per ricordare la
memoria di S. Nilo di Rossano, fondatore del monastero di SantAdriano.
Sabato 29 settembre, a qualche giorno dalla festa del Santo rossanese (27
settembre), tra le diroccate mura, un tempo dimora dellantico santuario
eremitico dedicato a S. Nilo, č stato il papąs Andrea Quartarolo, da
qualche anno autoritą religiosa della parrocchia di S. Demetrio
Megalomartire, a officiare una Divina Liturgia in ricordo della
monumentale figura del basilianesimo in Calabria.
Suggestivo il folto corteo di fedeli, un cartello
anagrafico completo di adulti, giovani e ragazzi, che dalla chiesa di
SantAdriano si č diretto a piedi lungo il tortuoso percorso che conduce
al luogo sacro.
Nel corso della Liturgia, papąs Quartarolo ha anche
tracciato la figura storica e la fisionomia spirituale del monaco Nicola
Malena, iniziatore nel 955 del cenobio di SantAdriano.
La storia delleremo affonda le radici nel periodo
trascorso dal frate a S. Demetrio Corone.
Spinto da un incommensurabile desiderio di luoghi
solitari, dove poter continuare la sua esperienza ascetica, meditare e
pregare, il Nostro probabilmente scoprģ un anfratto naturale, immerso tra
gli incantati silenzi del vallone SantElia, dove spesso si ritirava in
orazione e in contemplazione ascetica.
Dopo la morte di S. Nilo, avvenuta a Grottaferrata
nel 1004 a 94 anni, il luogo non fu dimenticato dai monaci del monastero,
i quali, probabilmente davanti alla grotta, eressero una cappella in
memoria del loro confratello. Attaccata ad essa , fu edificata anche una
cella per il monaco custode.
Allinterno della chiesetta, la cui volta č crollata
in tutta la sua lunghezza molto tempo addietro, resiste ancora un
affresco risalente al XVI o XVII secolo, di autore ignoto, raffigurante S.
Nilo orante davanti al Cristo dentro una grotta. Il grave e inaudito
sfregio sul volto del Signore e del Santo, commesso da mano ignota, risale
agli inizi del secolo scorso. Nellestate 95, lultimo atto sacrilego ai
danni del sacro dipinto. Forse perché in cerca di chissą quale tesoro
nascosto dietro laffresco, i vandali di turno hanno gravemente rovinato
a colpi di mazza o piccone la parte inferiore dellimmagine pintata. Anche
le pareti laterali erano un tempo affrescate, come dimostra una traccia
sul lato destro.
Dalla Platea del monastero apprendiamo che gli
ultimi restauri conservativi furono eseguiti nel 1755, in occasione del
settimo centenario della fondazione del monastero, curati da un probabile
lontano discendente di Nicola Malena, abate del cenobio. Nel 1794 i monaci
del monastero furono sistemati in altri conventi calabresi, a seguito del
decreto del re Ferdinando IV che trasferģ il Collegio Corsini da S.
Benedetto Ullano a S. Demetrio, incamerando tutti i possedimenti del
soppresso cenobio.
Da allora, per il santuario eremitico ebbe inizio
linevitabile declino. Da documenti si č a conoscenza che fino ai primi
decenni dell Ottocento, anche il secondo vescovo-presidente del Collegio,
Mons. Bellusci (1807/1833) era solito recarsi al santuario e celebrare
messa ogni 26 settembre, giorno della festa di S. Nilo.
Adriano Mazziotti