- L’Albania ed i
Diritti dell’uomo
- seconda
parte: diritto
d’asilo - diritto
di famiglia
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- Intervista con
Anilda Ibrahimi consulente per il Consiglio Italiano per i
Rifugiati
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Anilda
Ibrahimi è nata a Valona (Albania del Sud) nel 1972.Si è laureata in
Lettere Moderne presso l’Università di Tirana. Giornalista , nel suo
paese ha lavorato presso testate giornalistiche radiotelevisive e per
vari quotidiani. E’ stata corrispondente dall’estero per l’AFP
(Agenzia di Stampa Francese). In Svizzera, dove ha soggiornato per
alcuni anni, ha collaborato al quotidiano
“ La voce del Kossovo” e ha vinto il primo premio per la
Poesia Albanese Contemporanea (Losanna 1996). Ha pubblicato la raccolta
poetica Cristallo di tristezza (1996).
Vive a Roma dove lavora come consulente per il Consiglio Italiano per i
Rifugiati.
Nascere
in Albania negli anni ’70 quando il regime di Hoxha è all’apice del
potere; crescere alla fine degli anni ’80 quando il comunismo è al
tramonto; diventare donna ed espatriare quando il comunismo è vietato
dalla legge; che cosa significa tutto ciò?
1.Non
necessariamente tutto ciò che succede nella vita deve significare
qualcosa. Succede e basta… Nascere, crescere, espatriare….nel
comunismo o nel capitalismo la cosa più importante è essere pronto ai
cambiamenti. Questa è la dialettica della vita e magari
crescendo in un sistema comunista dove la “bibbia” è
il materialismo dialettico, per me è stato facile adattarsi ai
cambiamenti senza grande fatiche. Con questa intendo i cambiamenti nel
modo di vivere e pensare che forse più che il regime in quale cresci,
riguarda l’apertura mentale della persona. Tornando alla domanda vi
dico che essendo un'artista cerco di stare sempre lontano da tutto ciò
che fa parte alla politica. Però, cerco soltanto perché è quasi
impossibile come è impossibile che io cancelli tutto ciò che ho
vissuto durante il comunismo. Allora porto con me le cose in qui credo
veramente che abbiano un valore. I valori sono sempre valori anche se
vengono portati dal " comunismo"…….
Lei
ha vissuto in Svizzera, dove ha collaborato con un giornale; in Italia
ha pubblicato diverse raccolte di poesie; preferisce raccontare la realtà
con il distacco del cronista o con il pathos della poesia?
2.In realtà
preferirei con il distacco del cronista, ma purtroppo spesso non riesco.
Il poeta vince sul cronista e certe volte mi metto pure nei guai. Per
giustificarmi mi dico sempre che questo è dovuto al fatto che per noi
balcanici e tutto un misto di miti, leggende, odio, passione,
tragedie….tutto è cosi poetico. Chi sa se è vero?
La
sua realtà adesso è il CIR (Consiglio Italiano per i Rifugiati).
Quanti sono gli albanesi che inoltrano la domanda per il riconoscimento
dello status di “rifugiato” e/o del diritto di “asilo”?
3.I maggior
flussi dei rifugiati provenienti dal' Albania
sono stati nel 1991, dopo la caduta del regime comunista e poi
nel 1997 durante il caos che ha creato il fallimento delle finanziare
dove gli albanesi avevano messo tutto i loro risparmi. Adesso non c'è
un flusso considerato dei richiedenti asilo
provenienti dall'Albania. Ma secondo le statistiche del Ministero
degli Interni nel 1999 sono stati riconosciuti 10 rifugiati albanesi.
Spesso si parla dei rifugiati o richiedenti asilo
albanesi ma che provengono dal Kosovo. Grazie alla presenza del
CIR al livello centrale e periferico con sportelli in Puglia, Sicilia,
Calabria, etc, abbiamo potuto assistere i richiedenti asilo e i
rifugiati giunti in Italia dando loro orientamento ed assistenza di tipo
legale e sociale…
Le
risultano casi di discriminazione fondati sulla diversità etnica e/o
linguistica?
In Albania
non è esistita mai un tale discriminazione anche per il fatto che oltre
una minoranza greca nel Sud del paese non ci sono altre. La minoranza
greca ha avuto sempre i diritti uguali agli albanesi. Cambia il discorso
per gli albanesi del Kosovo, perché la discriminazione è stata proprio
fondata sulla base delle diversità etniche e linguistiche.
Il
ricongiungimento familiare dei rifugiati sposta il discorso sulla
famiglia. In Albania il carattere patriarcale della famiglia appartiene
al passato?
Si, è vero
tradizionalmente il carattere della famiglia in Albania è stata
patriarcale è soprattutto nel nord del paese. Si può dire pure che
appartiene al passato però nei confronti degli altri paesi occidentali
rimane ancora patriarcale
Il
diritto di famiglia, per quel che riguarda l’educazione dei figli, è
basato sulla parità dei coniugi?
Sì ed in ciò
non è molto diverso dalle altre legislazioni europee.
In
che modo ha inciso la diversità religiosa (dei coniugi)?
Quando si
tratta del' Albania è meglio non parlare di religione. In Albania la
religione non ha nessuna importanza è questa è dovuta a tutta la sua
storia. Convertiti in musulmani dall’invasione ottomana, poi 50 anni
di ateismo dove la credenza in Dio si considerava una eresia, gli
albanesi alla fine hanno rinunciato…
KAMASTRA
è una rivista che si occupa di arbereshe e slavocroati. Anch’essi,
nel XV secolo erano dei
rifugiati, ma all’epoca non esisteva il CIR
con il suo qualificato staff di operatori. L’unica forma di
assistenza, che li ha portati nel 2000 ad esprimersi ancora nella lingua
originaria, fu la tenacia con cui non vollero staccarsi dalle loro
tradizioni (pur essendo oggi parte integrante del popolo italiano). In
Albania e negli altri paesi balcanici assistiamo al fenomeno inverso: la
gente vuole un taglio netto col passato, ma dopo 10 anni dalla caduta
della cortina di ferro, ancora
non sa quale sia la propria strada. Per gli albanesi ,oggi, esiste una
seria alternativa al gommone?
Non credo
che parlando del gommone si tratta di un’alternativa per gli albanesi.
Se parlassimo veramente di alternative che aiuterebbero la gente a non
scappare per la disperazione e spesso morendo per il mare, direi che le
riforme economiche dentro il paese sono l’unica via d’uscita. A
questa non è interessato nessuno, né il governo né gli altri paesi
europei per i quali l’unica forma d’aiuto sono la quantità dei cibi
che manda.. Ridicolo si ma è la realtà
L’opinione
pubblica è abituata a conoscere l’Albania attraverso le pagine di
cronaca nera. Tuttavia non sembra che le Istituzioni albanesi abbiano
preso le dovute distanze dalla malavita. Né può pagare il vittimismo
ad oltranza. A chi rappresenta ufficialmente l’Albania, quale proposta
costruttiva si sente di fare?
A quelli che
rappresentano ufficialmente l’Albania dopo gli anni 90 non me la sento
di fare nessuna proposta. Io sono un’artista e ho detto anche prima
che cerco di stare lontano dalla politica. Spesso però rimpiango il
regime di Hoxha per il fatto che l’Albania aveva una sua vera identità,
una dignità, insomma una
spina dorsale. Oggi nella lingua italiana “albanese” è sinonimo di
delinquente. Questa riguarda anche i mass – media che spesso non senza
scopo esagerano con le informazioni sbagliate. Con altre parole quando si viola la legge da parte
di un mio connnazionale mi piacerebbe sentire dai notiziari che un
“delinquente “albanese ha fatto…e non “gli albanesi”.
Cambia tutto no?
11)In
che modo la tradizione dell’etica, non scritta, albanese ha influito
sul diritto positivo?
Ha influito
tanto che ha abbreviato i tempi della giustizia. Ad esempio, per
riparare ad un torto subìto spesso, purtroppo, non si aspettano i
termini fissati per il processo giurisdizionale….
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